Dopo secoli di sacralizzazione o di diffidenza, la sessualità rischia oggi di perdere di significato. I modelli culturali dominanti non valorizzano veramente il corpo. Il cristianesimo, che fu spesso fiancheggiatore del suo disprezzo, tuttavia partecipa in sommo grado alla sua valorizzazione.La religione dell'incarnazione, dell'eucaristia e della risurrezione chiama al superamento di ogni dualismo e osa affermare la vocazione del corpo alla gloria. In questa luce si possono riesaminare i fondamenti di un'etica cristiana della sessualità. L'affinità fra l'unione dei corpi e l'unione dei desideri ne è il fulcro. Il mistero cristiano riunisce qui i significati ai quali è riconducibile una fenomenologia della tenerezza.L'attenzione al linguaggio del corpo prepara a comprendere la sessualità come luogo del dono reciproco. A tal fine l'arte e la poesia offrono un importante contributo.
Età di lettura: da 2 anni.
Este ensayo clásico de Zubiri constituye una de las mejores introducciones a su filosofía. Publicado ahora por primera vez en edición separada, permitirá al lector apreciar en todo su valor la originaria formulación de la idea de religación, la cual constituye, a su vez, el inicio de la evolución intelectual del pensador vasco hacia esa metafísica de lo real que determina la plena madurez de su pensamiento.
Questo saggio costituisce una vera e propria introduzione allo studio della bioetica, una disciplina che, per l'assoluta novità delle questioni che affronta ogni giorno di più, esige di essere accostata secondo una prospettiva molto attenta, cogliendovi le numerose e complesse implicazioni di ordine sia scientifico, sia antropologico, sia etico. Thévenot riesce nell'impresa, svolgendo il pensiero con grande rigore, ma soprattutto concentrandosi su un intento di tipo metodologico.
Zubiri intende l'indagine teologale - che accompagna il suo pensiero fino a diventarne la dimensione irradiante - come il fondamento stesso del sapere teologico, da cui viene metodologicamente distinta: essa è la dimensione umana di accesso al divino, che non può ridursi alla sola "ragione" naturale sfruttata dalle prove cosmologiche e ontologiche - ma si appella a una "intelligenza senziente". Considerare il problema religioso nei suoi soli presupposti antropologici, metafisici ed epistemologici non è infatti sufficiente: occorre recuperare il concetto di "esperienza" di Dio come conoscenza concreta attraverso la via della "re-legazione". Non si tratta di andare dall'uomo al reale e a Dio ma, viceversa, di un dono proveniente da Dio e dalla realtà che si rendono presenti all'uomo: questo è il "potere del reale", agli antipodi del soggettivismo moderno. In ciò consiste la religione, che non si basa sulla prassi, sull'etica, sul sentimento, ma è l'essenza della persona e fondamento che apre alla trascendenza. Lo studio filosofico delle religioni, oggetto di questo volume tradotto e curato da Armando Savignano, ponendo l'analisi della religione come forma dell'essere e della realtà umana nella dimensione personale e non meramente storica, sociale o comparativa, da una parte dà rilievo al tema decisivo della verità della religione, dall'altra, proprio nelle molteplici modalità di questa esperienza che caratterizzano la storia delle religioni...
«Dio, esperienza dell’uomo» e «l’uomo, esperienza di Dio». In queste due frasi si può sintetizzare tutta la portata del pensiero filosofico di Zubiri intorno al nesso tra uomo e Dio. L’uomo è solo formalmente esperienza di Dio, perché Dio ci si dà nella forma della realtà-fondamento. Nella posizione filosofica di Zubiri si impone una unità di pensiero tra metafisica della realtà, filosofia dell’intelligenza e pensiero metafisicoreligioso. Per comprendere qualcosa della trascendenza occorre fermarsi a guardare in profondità ciò che abbiamo di più caro: la realtà in se stessa. Ecco il percorso che, attraverso i testi che qui si pubblicano per la prima volta in italiano, Zubiri desidera far compiere al lettore: dalla realtà delle cose all’uomo, e da questi a Dio.
La presente edizione italiana di El hombre y Dios è stata curata da Paolo Ponzio e Armando Savignano seguendo la nuova versione stabilita da Esteban Vargas Abarzúa pubblicata 2012. Oltre alla Redazione finale di L’uomo e Dio, vengono qui pubblicati altri due testi finora inediti in Italia: la Introduzione generale del 1975 e le lezioni tenute nel 1973 dal titolo Il problema teologale dell’uomo: l’uomo e Dio.
AUTORE
Xavier Zubiri (1898-1983) si colloca, all’interno del panorama iberico contemporaneo, nello stesso solco tracciato dal pensiero fenomenologico di Husserl e da quello ermeneutico di Heidegger. Zubiri affronta, nel suo pensiero, il problema del nesso tra la realtà e la sua conoscenza, con una precisazione concettuale e con un respiro interpretativo di straordinaria portata. Nel 1944 pubblica il suo primo libro, Naturaleza, Historia, Dios. Nel 1962 esce Sobre la esencia e, nel 1963, Cinco lecciones de filosofía. Nel 1973 tiene a Roma un corso presso la Pontificia Università Gregoriana su El problema teologal del hombre, che qui si pubblica per la prima volta in traduzione italiana. Nel 1980 pubblica il primo volume di Inteligencia sentiente: Inteligencia y realidad; nel 1982 il secondo volume Inteligencia y logos; nel 1983, il terzo, Inteligencia y razón. Morirà di lì a poco, il 21 settembre, mentre era alle prese con la revisione di El hombre y Dios.
Questa biografia di Schelling offre al lettore (con una semplicità che è il risultato di una lunga ed empatica frequentazione) la "narrazione" della vita del filosofo, scrutata nelle grandi come nelle piccole cose, dai trionfi accademici fino ai più minuti particolari dell'esistenza quotidiana, con dovizia di riferimenti e di notizie che tuttavia mai appesantiscono la scrittura e che anzi, per più versi, la rendono ancor più piacevole e accattivante. Naturalmente non manca il contesto filosofico, ma è presentato quanto basta per inquadrare ulteriormente la vita e la psicologia dell'uomo Schelling, nelle sue grandezze e nelle sue debolezze, nelle sue virtù e nei suoi difetti, e soprattutto nei suoi affetti, così essenziali per comprenderne la personalità. In questo libro, dunque, dopo averci in tanti altri luoghi condotto alla conoscenza del filosofo, Tilliette ci guida alla conoscenza dell'uomo Schelling. Introduzione di Giuseppe Riconda.
Spesso snobbato e considerato un'invenzione della Chiesa per aumentare il proprio potere sugli uomini e soprattutto sui loro soldi grazie alle indulgenze, come ha scritto lo storico Jacques Le Goff, il Purgatorio fa in realtà parte del patrimonio della fede cattolica sin dalle origini del cristianesimo. Si tratta di uno stadio intermedio e temporaneo di sofferenza riservato a coloro che muoiono in grazia di Dio ma senza aver purificato del tutto le conseguenze dei peccati commessi. Questo libro ne espone la natura attraverso il Magistero della Chiesa (Concilio di Lione del 1274, Concilio di Firenze del 1438 e in quello di Trento nel 1563), il parere dei Dottori e dei teologi e le rivelazioni e le apparizioni di vari santi e beati, come santa Caterina da Genova. Senza contare che nella Bibbia sono presenti passi fondamentali da cui emerge questa dimensione di purificazione dei defunti. Più che una condanna per le anime non ancora degne della Gerusalemme Celeste, la dottrina del purgatorio rappresenta invece un consolante motivo di speranza: la salvezza non è riservata soltanto ai perfetti, ma dopo la morte è possibile una purificazione per entrare nella pienezza della vita eterna.
Una lucida e sapiente analisi della vita di coppia, delle sue sfide e delle sue ricchezze. "Per fare alleanza, per legarsi, si deve essere capaci di slegarsi, di lasciare certi legami antichi. La fiducia di fondo è credere che donandosi si è accolti, accolti non solo dall'altro ma dalla vita, credere che così si entra nella vera vita"
Si inanellano in questi saggi inediti di Xavier Tilliette – fra i maggiori interpreti dell’Idealismo tedesco – i cenni per una metafisica della morte come sconfinamento dell’io che sporge sull’oltre: «la questione dell’aldilà non è legata unicamente né in via primaria al destino dell’anima dopo la morte. Essa riguarda i limiti del mondo e tutto quanto è inaccessibile alla nostra presa, ciò che la conoscenza coglie solo in immagine. È l’oceano che si abbatte sulle nostre rive, per esplorare il quale non abbiamo né barche né vele». Quasi che il rallentare del tempo e lo scolorire della memoria sempre più lo avvicinassero alla lucidità dei sapienti, nel chiaroscuro del raccoglimento, con gli occhi del poeta e la profondità del filosofo, Tilliette sa sostare sulla soglia: tra la memoria e il mistero, l’io e la morte, la tristezza del finito e la meditazione sull’immortalità. Pagine di intensa spiritualità, in dialogo con i classici: da Bergson a Schelling – l’autore di una vita – a Hölderlin, Novalis, Jean Paul; dalla poesia di Rilke alla filosofia di Gabriel Marcel, guida quasi dantesca che qui conduce nell’aldilà come esercizio del limite del pensiero umano.
COMMENTO: Il grande teologo francese si interroga sulle "cose ultime": morte, immortalità e resurrezione. Concetti che intersecano direttamente le domande della filosofia, e quindi fanno emergere qui il suo più originale pensiero filosofico.
XAVIER TILLIETTE già professore all’Institut catholique di Parigi e all’Università Gregoriana di Roma, fra le sue numerose opere ha pubblicato per Morcelliana: Il Cristo della filosofia. Prolegomeni a una cristologia filosofica (1996); La Settimana Santa dei filosofi (20032); Omaggi. Filosofi italiani del nostro tempo (1997); L’intuizione intellettuale da Kant a Hegel (2001); La Chiesa nella filosofia (2003); Che cos’è cristologia filosofica? (2004); Eucaristia e filosofia (2008).
'Amore' è una parola magica, che sollecita pensieri positivi di realizzazione e, nella nostra società secolarizzata, sembra evocare l'ultimo luogo d'incanto in un mondo disincantato, l'ultimo rifugio del mito. Ma se andiamo a vedere cosa c'è dietro questa parola da tutti considerata il lasciapassare verso la felicità, scopriamo un intreccio fitto e nebuloso di stereotipi, di aspettative idealizzate, di desideri egocentrici. In una parola, di 'miraggi'. È per chiarire questi meccanismi e per restituire al nostro desiderio d'amore la sua prospettiva legittima che Xavier Lacroix ci conduce con mano sicura e piglio divertente attraverso gli stereotipi del neoromanticismo. È vero che 'basta amare'? Ma l'amore cos'è? Desiderio, tenerezza, passione, volontà? Conta solo l'effervescenza dell'innamoramento o l'alleanza coniugale? Ripercorrendo le strade dei miti classici e di quelli contemporanei, da Tristano e Don Giovanni ai film e alle canzoni, appoggiandosi alle voci e alle idee più illuminate del nostro tempo, Lacroix arriva a disegnare il volto vero dell'amore. Il desiderio di amore che la nostra anima contemporanea confusamente sente come vitale rimanda all'esperienza fondante in cui la relazione con l'altro diventa il luogo della rivelazione a se stessi. Mirando gratuitamente e generosamente al cuore dell'amato, alla sua interiorità, alla sua sostanza carnale e spirituale, finisco per incontrare il me più vero. Il miraggio si trasforma e si rivela. Diventa miracolo.