Agli inizi degli anni Ottanta del Cinquecento, nell'ambasciata francese a Londra, Giordano Bruno e Michel de Castelnau condannano i fanatismi religiosi: il primo da filosofo, il secondo da diplomatico. Ma nello Spaccio dell'uno e nei Mémoires dell'altro riemergono temi che vent'anni prima erano stati utilizzati dal poeta Ronsard contro "papisti" e ugonotti nei versi dei Discours des Misères de ce temps. In un appassionante analisi del dialogo bruniano, corredata di un ricco dossier iconografico, Ordine colloca queste opere nel contesto storico, letterario, filosofico della corte dei Valois, e mette a fuoco i rischi di qualsiasi fanatismo religioso. Miti classici ed emblemi rinascimentali prendono nuova vita in un progetto radicale di riforma a un tempo cosmologica, morale ed estetica. E se i testi di Ronsard illuminano l'opera di Bruno, il dialogo del filosofo invita a una rilettura del poeta fondatore della Pléiade.
Domandate a qualcuno "che cos'è la verità" e sarete ricambiati con un silenzio stupefatto o con una risata nervosa. In questo pamphlet Michael Lynch mostra che il crescente cinismo nei confronti della verità è generato in massima parte dalla confusione riguardo a ciò che la verità è. Ma la verità non ha solo dei nemici. Tra i suoi amici migliori annovera quanti ritengono che senza verità si possa ancora vivere ma che si tratterebbe di una vita ben misera. Il libro è adatto dunque per tutti quelli che chiedono al pensiero uno sforzo tenace ma rigoroso, per distinguere il ragionamento ben fatto dalla chiacchiera e dalla propaganda.
Ogni organizzazione è oggi impegnata nel governo di processi di cambiamento strategico e operativo sia per adattarsi alle evoluzioni del contesto sia per "crearlo". Mantenere la propria capacità competitiva richiede non solo l'adozione di strategie creative di intervento, ma anche il loro accurato monitoraggio nel tempo. Diviene dunque fondamentale il ruolo di coloro che, all'interno o all'esterno dell'organizzazione, sostengono il divenire del cambiamento, facilitando l'emergere di idee e la sperimentazione di nuovi corsi d'azione. Il volume illustra i passi principali di chi si impegna nel governo del cambiamento, ripercorrendone le tappe, dal riconoscimento delle variabili che spingono a cambiare al superamento delle resistenze degli attori coinvolti.
Il tema del lutto e della sofferenza, storicamente appannaggio di riflessioni di stampo religioso e antropologico, è oggi di grande attualità nell'ambito di varie discipline che si interrogano sui fatti dolorosi dell'esistenza. Nella letteratura psicologica non mancano contributi essenziali su questa tematica, ma l'attenzione è posta esclusivamente sul significato del lutto nella vita psichica dell'individuo. L'originalità del presente volume sta dunque nell'evidenziare la dimensione psicologica di quei mutamenti relazionali che eventi come la morte e l'estrema sofferenza legata alla perdita comportano all'interno dei gruppi e della famiglia. Il lutto, come emerge chiaramente nella terapia familiare, rappresenta una opportunità di crescita e di cambiamento individuale e interpersonale, così come di cristallizzazione o disgregazione di legami familiari. La sfida è pertanto quella di promuovere la condivisione dei sentimenti del singolo in una dimensione relazionale in modo che la famiglia possa diventare una risorsa fondamentale per affrontare in gruppo il senso e insieme il valore della perdita.
Gli autori presentano i risultati di una ricerca decennale in cui famiglie non problematiche, residenti in diverse regioni italiane, sono state osservate e videoregistrate per almeno quattro volte durante il pasto serale. Per ragioni di omogeneità nella comparazione, sono state scelte famiglie appartenenti al ceto medio con almeno due figli, uno dei quali avesse un'età compresa tra quattro e sette anni e l'altro fosse di età maggiore. L'interesse prevalente è infatti lo studio della socializzazione al linguaggio e attraverso il linguaggio che ha luogo in modo particolare in quelle fasce d'età; la presenza di almeno due figli alimenta inoltre lo scambio discorsivo familiare, che costituisce un altro motivo conduttore del volume. Attraverso le conversazioni di famiglie riunite per la cena, gli autori indagano dimensioni interattive come i ruoli conversazionali e l'educazione alle norme e al gusto, rivolgendosi ai genitori ma anche a psicologi, insegnanti, educatori che si confrontano con problemi e vissuti delle famiglie contemporanee.
Il carattere multiculturale delle società contemporanee è ritenuto, tanto da chi se ne rallegra quanto da chi paventa un ineluttabile conflitto tra culture, un dato incontrovertibile. Babbo Natale, pizza, hijab sono diventati simboli di appartenenza culturale. Parole come "cultura" e "identità" costituiscono il lessico di base per raccontare il mondo in cui viviamo. I critici del multiculturalismo, inteso come retorica o "feticcio", ritengono invece che l'accento sulle differenze culturali serva a rimuovere dal dibattito politico il tema dell'uguaglianza, legittimando spesso scelte politiche che ampliano il divario tra chi è incluso e chi è escluso. In questa prospettiva, l'autore, seguendo il duplice binario dell'approfondimento teorico e dell'indagine etnografica, riflette sulla complessità culturale dell'esperienza quotidiana e sulla dimensione interculturale della comunicazione, mostrando come identità e differenze siano continuamente riprodotte nella comunicazione ed entrino a far parte del "senso comune condiviso" in virtù del quale ci riconosciamo membri di una comunità.
Non ci sono solo sudore e polvere da sparo nell'indagine poliziesca. Anche la scienza fa la sua parte nel chiarire "crimini e misfatti". Conie sanno gli appassionati di CSI, l'identificazione di una foglia su un cadavere può farci conoscere la stagione in cui la vittima è stata uccisa, la ricerca di minuscoli plancton nelle ossa può aiutarci a comprendere se la persona è annegata o è stata ammazzata prima di cadere in acqua, le caratteristiche geologiche di un bosco possono rivelare la sede di occultamento di un cadavere. In questo libro il lettore constaterà, attraverso il racconto di casi reali, come l'applicazione delle scienze naturali sulla scena del delitto o nelle indagini di laboratorio possa essere decisiva per ricostruire la dinamica dei fatti, identificare un colpevole o incastrare un assassino.
In ebraico il termine "qabbalà" indica molte cose, persino la reception di un hotel. Ma in questo libro Joseph Dan ricostruisce la grandiosa tradizione delle dottrine segrete e mistiche dell'Ebraismo, dalle lontane origini fino a quello che è il più influente movimento moderno, il hassidismo. In un'agile rassegna che inizia dal midrash, cioè la metodologia esegetica con cui gli ebrei fin dall'antichità hanno affrontato la Scrittura, e arriva ai contributi scientifici della ricerca odierna, questa introduzione alla cabbalà rimanda al Dio "infinito" (En sof), che può persino coincidere con il nulla (Ayin), e alle sue manifestazioni (Sefirot), mostrando come la divinità si ritrovi in ogni punto dell'Universo e al tempo stesso trascenda qualsiasi cosa creata. Così, il discorso su Dio ("il santo vecchio") non può che restare nella forma dell'interrogazione: Chi?
La conformazione del territorio e le particolari caratteristiche geologiche che lo contraddistinguono hanno avuto un ruolo decisivo nella storia di Roma: eppure tale aspetto è stato spesso sottovalutato, se non del tutto ignorato, dalla maggior parte degli storici. Il tour della città che qui viene proposto mostra come, nonostante la "copertura" da parte degli edifici, sia possibile riconoscere i condizionamenti del substrato geologico. Condizionamenti che gli antichi Romani ben conoscevano, ma che i costruttori moderni sembrano aver dimenticato: la visita della città fa tappa anche in quartieri edificati in anni recenti, la cui stabilità è gravemente compromessa proprio perché sono stati ignorati i caratteri della geologia romana. Gli autori di questo libro frutto di un lavoro assolutamente originale e pionieristico nel suo genere ci presentano una serie di itinerari scegliendo un approccio rigoroso ma interdisciplinare e accessibile a tutti. Un'insolita guida, che consente per la prima volta di inserire edifici, monumenti e strade nello spazio e nel tempo geologici.
Com'è che "ognuno può essere felice solo a modo suo"? Perché "non tutto si può né si deve guarire"? E davvero "chi fa sempre tutto bene finisce con l'annoiarsi"? Da questi e altri interrogativi, suscitati da esemplari citazioni junghiane, gli autori, come già nel precedente "A spasso con Jung", prendono spunto per divagazioni non accademiche suggerite non solo dalla psicologia ma anche da filosofia, letteratura, poesia, nonché dalla quotidianità. Qua e là si incontreranno lettere apocrife, interviste impossibili, personaggi inesistenti e vite immaginarie (così immaginarie, forse, da essere fin troppo reali). I brevi commenti che gli autori offrono alle citazioni scelte vogliono essere niente più che un esempio e un suggerimento per invogliare il lettore a procedere per proprio conto, sulla falsariga di un esercizio di meditazione volto a contrastare la banalità e il chiacchiericcio del nostro tempo.
La parola borderline ha un uso sempre più vasto: tra i professionisti della salute mentale e nel parlare comune della gente. Secondo Luigi Cancrini ciò è dovuto al fatto che lo spazio occupato dalle situazioni di sofferenza legate a un funzionamento borderline della mente è molto più ampio (l'oceano) di quelli occupati dalle nevrosi e dalle psicosi (i continenti che dall'oceano sono separati). Il libro discute inizialmente i diversi significati che al termine borderline sono stati dati nel tempo sottolineando la necessità di legarlo a una modalità ben definita di funzionamento della mente: cui tutti abbiamo accesso (seppure in misura diversa) e che deve essere considerata sempre reversibile (mai, dunque, strutturale). Basandosi su un'ampia esperienza personale, il lavoro dell'autore si concentra successivamente sulle situazioni in cui la regressione a questo livello di funzionamento della mente si verifica in modo più chiaro e più drammatico: nell'infanzia dei bambini a rischio e nella vita infelice o sbagliata di quelli che a questo rischio soccombono. Proponendo quelli che sono, nell'intenzione dell'autore, dei veri e propri racconti di viaggio. Del tipo di quelli fatti un tempo da Marco Polo e da Ferdinando Magellano: senza pretesa di completezza, dunque, ma capaci di fornire osservazioni utili a chi vuole iniziare una mappatura di luoghi ancora poco conosciuti e un minimo di orientamento a chi quegli stessi luoghi vuole esplorare dopo di lui.
Evoluzione e ambiente, libertà di ricerca e responsabilità morale, naturale e artificiale, ruolo della medicina e regole della salute, principi ed eccessi di precauzione, ragione e religione: sulle sfide in cui si giocano i tratti di una società scientificamente matura e democraticamente aperta si confrontano un medico e un filosofo, entrambi convinti che l'impresa tecnico-scientifica sia cultura per eccellenza e che dalla sua crescita dipenda il benessere delle future generazioni. Senza paura di andar contro non pochi pregiudizi e di dissentire tra loro, Umberto Veronesi e Giulio Giorello incitano il lettore a prendere partito su questioni che riguardano donne e uomini di ogni fede e professione, accomunati, come scrive Chiara Tonelli, dal piacere di "comprendere e migliorare la libertà della vita".