I molteplici rapporti intercorrenti tra società e processi di vittimizzazione impongono oggi un'approfondita riflessione in ambito sociologico, rendendo la nozione di vittima e le sue implicazioni sociali e relazionali oggetto precipuo di studio della disciplina, dal quale procedere verso l'elaborazione di interventi di sostegno mirati. Tuttavia, quello fra sistema sociale e condizione di vittimalità è certamente un nesso complesso da indagare concernendo differenti contesti e riguardando, da un lato, le cause strutturali e le motivazioni di ordine culturale all'origine della condizione di vulnerabilità, così come, dall'altro lato, le reazioni poste in essere dalla collettività e dalle istituzioni nei confronti di chi ha patito abusi, ingiustizie, violazioni. Occorre però riconoscere come, non di rado, gli interventi sociali vengano più spesso pensati con riferimento all'immagine di una vittima "ideale" piuttosto che "reale"; ciò potendo contribuire alla costruzione di ruoli sociali funzionali al mantenimento di determinati equilibri - oltre che di etichette dannose e pregiudizievoli - implicando il parziale disconoscimento delle effettive richieste e dei bisogni di coloro che versano in stato di patimento. In questa prospettiva, il contributo della sociologia appare particolarmente rilevante, anche in ragione degli esiti complessi dei processi di globalizzazione e dei loro riflessi sulle dinamiche di vittimizzazione.
La fiducia genera futuro, amplia la realtà, trasforma l'inevitabile in imprevedibile, dà credito a una possibilità, è condizione di un bene condiviso.
Ma oggi vive sotto l'assedio del rischio, della paura, del sospetto e fatica a spalancare finestre sull'avvenire, sospesa tra accuse di ingenuità o di neutralità.
Una deriva senza uscita?
Un saggio a più mani, una piccola spilla per poter riannodare i legami, per investire ripartendo dalla fiducia.
Nel testo, frutto di un investimento convinto nel dialogo interdisciplinare, competenze ed esperienze sociologiche, economiche, giuridiche e filosofiche convergono nella costruzione di ragioni di speranza; così le voci di Baldassare Pastore, Monica Martinelli, Stefano e Vera Zamagni s'incontrano per aiutare a tessere reti di convivenza, responsabilità e apertura generativa verso il futuro attraverso quella corda invisibile e intangibile che è la fiducia.
Il volume propone la rilettura della grande questione politica, e quindi giuridica, della cittadinanza della donna con una visione d'insieme metodologicamente innovativa che intreccia storia giuridica del lavoro femminile, associazionismo femminile e condizione giuridica della donna tra Otto e Novecento. In tale prospettiva appare in una luce inedita, e in tutto il suo rilievo storico, il dibattito politico e giuridico sulla legge a tutela del lavoro delle donne e dei fanciulli del 1902: il primo intervento legislativo generale sulla condizione delle donne lavoratrici, la prima legge sociale frutto di una mediazione politica tra la linea governativa e il mondo operaio. Una mediazione ispirata e sollecitata da Anna Kuliscioff per iniziare il discorso sulla parità dei sessi, fondata sull'autosufficienza economica della donna, partendo dal riconoscimento giuridico del lavoro femminile. Fuori dalle ideologie novecentesche, il pensiero della Signora del socialismo riacquista elementi di attualità giuslavoristica intorno alla grande questione della maternità e della conciliazione famiglia-lavoro.
La crescente cultura dei diritti dell'infanzia ha sollecitato ad ampliare le possibilità di riconoscere, intervenire e trattare sia gli abusi manifesti, sia le violenze più velate, ugualmente pericolose nel determinare varie forme di disagio. Ciò impegna la nostra società ad investire le risorse professionali in progetti integrati di intervento. Non basta accertare i reati, perseguire il colpevole e difendere il bambino dalle minacce di un mondo esterno abusante, ma è necessario curarlo psicologicamente, proteggendolo da un mondo interno minaccioso, per prevenire che i bambini abusati diventino adulti psicopatologici, perversi e abusanti, perpetuando una catena transgenerazionale della violenza. Rivolto ai professionisti dell'infanzia e a chi vuole comprendere la complessa realtà degli abusi all'infanzia, questo libro: propone una rilettura clinica di un fenomeno considerato come una patologia, spesso cronica, espressa dalle diverse forme cliniche; ne esamina le radici storico-culturali, transgenerazionali, familiari e individuali, delineandone una lettura psicodinamica; individua i fattori di rischio e di protezione; definisce gli obiettivi dell'intervento clinico, di tutela e giudiziario; indica le strategie di un intervento efficace, le metodologie diagnostiche, i percorsi terapeutici, dando ampio spazio ai metodi psicoterapeutici, in particolare al "gioco della sabbia" (sand play therapy).
La pedagogia del benessere si regge sul convincimento che "imparare a star bene" possa essere insegnato affinché i soggetti acquistino la capacità di costruire da se stessi il proprio personale benessere favorendo particolari processi di comunicazione tesi a sviluppare l'autonomia delle persone coinvolte. Ciò costituisce l'ipotesi centrale del testo che si rivolge, in particolare, ad operatori di ambito socio-sanitario ed assistenziale e più in generale a tutti coloro che a vario titolo gestiscono relazioni di cura, sostegno, aiuto. L'ottica privilegiata del testo è naturalmente quella educativa secondo la quale "insegnare ad imparare a stare bene" e, di conseguenza, "imparare ad imparare a stare bene" risulta indispensabile per innescare un processo in cui lo "star bene" è essenzialmente un "sentirsi bene" vivendo, cioè, sempre di più e sempre con maggiore consapevolezza la dimensione soggettiva della propria vita. La formazione al benessere deve consistere, quindi, in una sensibilizzazione di tutti al benessere, basata sull'idea che tutti possiamo imparare a star meglio e che il benessere non è soltanto una questione di quantità di risorse ma soprattutto di qualità di scelte, individuali e sociali.
Il caso ha sempre attratto l'uomo che, non comprendendolo, l'ha inteso come un mezzo per interpretare il disegno di Dio e per assoggettarsi al Suo volere. E il caso, mescolandosi con il denaro, crea una miscela per molti affascinante e per taluni portatrice di rovina: il gioco d'azzardo. L'azzardo ci ha sempre accompagnato, ma la crescente e inarrestabile diffusione di stimoli e occasioni di gioco sta presentando crescenti problematicità. Sempre più persone si rivolgono a strutture pubbliche, private o a professionisti per problemi legati al gioco d'azzardo.
Come affrontare tali richieste di aiuto, quali strumenti, quali modelli organizzativi, quali riferimenti teorici, quali le esperienze consolidate e quali i risultati? È per rispondere a tali domande che è nato questo libro che intende porsi quale strumento di consultazione e di lavoro per operatori dei servizi sanitari, terapeuti liberi professionisti, e anche per gli operatori sociali impegnati nelle comunità terapeutiche, cooperative e associazioni di volontariato che si trovano a fronteggiare i vari problemi che il gioco d'azzardo può presentare.
La questione della diagnosi, l'assessment multidimensionale, la gestione della comorbilità, l'individuazione e la gestione del trattamento idoneo, il lavoro con le famiglie, i trattamenti residenziali, sono alcuni dei temi che vengono approfonditi avvalendosi del contributo di molti tra i maggiori esperti di differenti discipline, scuole teoriche e contesti di appartenenza. Vengono altresì discusse alcune specificità del gioco d'azzardo come per esempio il gioco al femminile, i giovani, gli intrecci con internet o con altre dipendenze.
Il Manuale non intende essere uno strumento "di scuola", bensì offrire al lettore le conoscenze necessarie per poter affiancare con competenza i giocatori e si propone come ideale prosecuzione del lavoro iniziato nel 2001 con l'ormai storico testo Il Gioco & l'Azzardo di Croce e Zerbetto che contribuì a creare una prima base di operatori sensibili ai problemi dei giocatori eccessivi.
La PMI è al centro di una vera e propria rivoluzione: sta cambiando il modo di fare business e bisogna rimanere aggiornati per competere con una concorrenza, spesso anche internazionale, sempre più agguerrita. Questo libro mette a nudo, con un linguaggio semplice e scorrevole, i concetti, le strategie e gli strumenti di marketing digitale più comuni di chi fa e-commerce. Manuale concreto, ricco di spunti, esempi ed interviste ai professionisti di settore, non si ferma ai tecnicismi, ma li supera con riflessioni più complete che renderanno il lettore in grado di essere portatore e protagonista in azienda di una nuova cultura digitale. Il consumatore omnicanale, le strategie di e-commerce, la web analytics, la user-experience risulteranno subito chiari; la SEO, il SEM, il Performance e l'email marketing, il Programmatic e i social non avranno più segreti.
Misurare i risultati della comunicazione è indispensabile per consolidarne l'importanza all'interno delle imprese. Misurare i risultati serve infatti a definire il contributo della comunicazione alla performance dell'organizzazione e presenta anche, e sempre di più, una finalità formativa che attiva circoli virtuosi di miglioramento e di apprendimento. Questo volume esplora le basi concettuali della misurazione e della valutazione dei risultati della comunicazione, partendo dall'analisi delle radici disciplinari legate alla ricerca valutativa, alla misurazione di performance e degli intangibili di comunicazione. Il lavoro di concettualizzazione contenuto nella prima parte del volume pone le basi del modello di Communication Performance Management (CCPM) nato anche dal confronto con professionisti e manager d'impresa. Il cuore del modello è rappresentato dal concetto di capitale comunicativo d'impresa e dagli indicatori per la sua misurazione. Il modello CCPM illustra i passi da seguire per costruire un efficace piano di misurazione, utile ai professionisti di comunicazione.
La digitalizzazione dei servizi finanziari (FinTech) promette grandi cambiamenti e ognuno di noi come cliente ha già sperimentato di persona come i servizi bancari e finanziari siano attraversati da profonde trasformazioni anche solo rispetto a pochi anni fa. Il presente è in continua e forte evoluzione e i tradizionali modelli di business vengono messi in discussione. Avverrà una digital disruption, come è già successo per altri settori? Le banche come noi le intendiamo oggi resisteranno e si evolveranno o cederanno il passo alle nuove startup del FinTech? Con uno sguardo internazionale e puntuali riferimenti nazionali, il libro traccia una panoramica concreta delle caratteristiche e dei trend dell'era del FinTech. La corsa tecnologica, l'evoluzione portata da internet, la disintermediazione, la customer experience e la mobilità toccano ormai tutti i servizi bancari e finanziari, dai pagamenti, ai trasferimenti economici, agli investimenti. Bitcoin, blockchain, crowdfunding, robo advisor, P2P lending, alternative finance sono termini che non solo arricchiscono il vocabolario dei servizi finanziari, ma portano con loro nuovi modelli di finance e nuovi protagonisti, anche non legati al mondo del banking.
Il volume si articola in due sezioni tematiche. La prima sezione, dopo una rassegna delle principali teorie sull'apprendimento, esplora nel dettaglio la teoria dell'Apprendimento Trasformativo (Mezirow, 1991; 2000) e le sue evoluzioni più recenti sino ad arrivare ai contributi applicativi attuali nello scenario nazionale e internazionale. La seconda sezione propone un insieme di tecniche e di pratiche riflessive finalizzate alla revisione del proprio agire educativo spontaneo e alla trasformazione delle prospettive epistemologiche, linguistiche e psicologiche nell'ottica della formazione continua nei contesti formali e informali. L'obiettivo del testo è quello di proporre la teoria dell'agire trasformativo come dispositivo pedagogico per mettere in discussione i modi di pensare e di agire e per creare le condizioni, attraverso percorsi laboratoriali di tipo esperienziale, per promuovere pensiero critico e apprendimento trasformativo. Correda il testo il quadernetto di valutazione delle competenze metacognitive acquisite.
Essenza e forme della simpatia (1923) di Max Scheler, proposto al lettore italiano in una nuova traduzione, è un testo centrale del pensiero fenomenologico, il cui influsso sul pensiero del '900 è rimasto in gran parte nell'ombra. Si tratta di un'opera che invita alla riscoperta dell'innovativo approccio scheleriano a questioni filosofiche e scientifiche oggi di stringente attualità. La simpatia, considerata fin dal '700 un "sentimento morale" e identificata con la compassione, quindi assurta con Darwin a origine della socialità umana e della morale, viene analizzata in maniera opposta alla tradizione. Per Scheler essa rappresenta uno dei nodi cruciali e oltremodo articolati dell'esperienza: infatti si costituisce attraverso l'apertura al mondo e ai suoi significati (natura, altri esseri umani, Dio), con un movimento di superamento dei confini dell'io e di ricezione, risposta, partecipazione e condivisione di ciò che è altro. La simpatia diventa così l'accesso primario al mondo, alle persone e alle cose. Il libro ne offre analisi ampie e differenziate che anticipano l'interesse, oggi molto vivo in ambito filosofico, nonché in importanti settori delle scienze cognitive, per le premesse intersoggettive del linguaggio e della conoscenza.