L'Italia sta diventando sempre meno cristiana, più secolarizzata, con una consistente presenza musulmana, e soprattutto più individualista: spesso anche chi crede lo fa a modo suo, senza curarsi dei dogmi della fede. Come reagisce il cardinale Ruini a una situazione del genere? Non facendo sconti sulle esigenze del cristianesimo ma dando dei motivi concreti per credere e vivere da cristiani. La Chiesa sembra spesso in ritirata, sul piano pastorale come su quello culturale e su quello politico. Ruini sottolinea i legami profondi che uniscono la fede alla cultura e la cultura alla politica, legami che la Chiesa non deve stancarsi di promuovere. Due grandi domande gli stanno particolarmente a cuore: anzitutto la domanda su Dio, non solo sulla sua esistenza ma sulla sua rilevanza per noi. In secondo luogo la vita oltre la morte, quella vita piena che ci è promessa nella risurrezione di Cristo. Il cardinale è realista, non si nasconde le difficoltà che stiamo attraversando. Crede però nella libertà. Perciò ritiene che il futuro sia sempre aperto. Le sue parole danno serenità e aprono alla speranza.
Credere o non credere in Dio? La fede dell'uomo si scontra con numerose e angoscianti "ragioni per non credere": lo scandalo del male, la schiacciante trascendenza di Dio, la natura illusoria di ogni verità, gli sviluppi della scienza, la storia della Chiesa. In Silenzio di Dio, pubblicato per la prima volta nel 1982, Sergio Quinzio cerca risposte al terribile enigma. E gli stessi dubbi che intaccano la fede diventano altrettante ragioni per credere. Paradossale profeta - troppo laico per i cattolici e troppo cattolico per i laici -, Quinzio rifugge le analisi lunghe e tortuose procedendo per intuizioni, sintesi, frammenti. Coinvolge il lettore in una singolare e attualissima apologia del cristianesimo travestita da antiapologia, che è stata oggetto delle feroci critiche dei teologi più istituzionali, e insiste in un dialogo sempre diretto e serrato con Dio; mai nega la sua esistenza, e rileva piuttosto la miseria dell'uomo nei suoi confronti. In queste pagine il lettore non scoprirà un autore, ma un uomo: un novecentesco Pascal, in cui le riflessioni teologiche si intrecciano inevitabilmente ai motivi di un disagio autobiografico. Dal dubbio trarrà una consapevolezza: il nostro travaglio contemporaneo deriva dal fallimento di quella speranza di perfetta redenzione dal male e dal dolore promessa da Gesù Cristo. Per questo "la disperazione del mondo è pensabile solo all'interno della fede". E se per il cristiano c'è ancora una speranza, questa non può che risiedere in Dio.
Da qualche tempo c'è inquietudine nella chiesa cattolica, un'inquietudine che si riflette anche nel campo della teologia. E il motivo è questo: non è stata ancora risolta la questione di cosa significhi il concetto di libertà. Detto in termini più forti: la chiesa può impegnarsi con una Modernità imperniata sull'idea del diritto all'autodeterminazione individuale? Il saggio di Magnus Striet, che reagisce con energia a uno scritto polemico di Karl-Heinz Menke (La verità rende liberi o la libertà rende veri?, Queriniana, Brescia 2020), risponde in maniera chiarissima: l'autonomia della libertà dev'essere riconosciuta teologicamente come principio. Sicché la chiesa cattolica, da parte sua, dovrebbe abbracciare finalmente la Modernità basata sulla libertà, per giungere a una nuova, necessaria e urgente comprensione di sé. Non ne va quindi di una controversia qualsiasi: ci sono in gioco questioni cruciali che intrecciano libertà, verità e autorità.
«Essere tenuti solo a dare, e a ricevere solo donando: in questo paradosso vita e morte sembrano quasi risolversi, come trasfigurate, l’una dall’altra» Hans Urs von Balthasar.
Descrizione
Anche se rientra a pieno titolo nel nostro orizzonte, la morte è al contempo quanto di più incomprensibile esista.
In tre profonde meditazioni von Balthasar indaga il mistero della morte. Interroga l’aspirazione che abita ogni essere umano: quella di voler produrre, nel tempo che scorre, qualcosa che sappia di eterno. Il teologo scende nelle profondità del mistero pasquale, medita sulla morte e risurrezione di Gesù, riflette sulla comunione dei santi. E mostra così quale risposta il cristianesimo offra al paradosso della morte, dischiudendone il significato per i battezzati di oggi.
«La morte calpesta e sparge al vengo quel po’ di senso che ha fatica siamo riusciti a racimolare in un’intera vita. Quando muore una persona amata, tutto il senso della sua vita viene messo tra parentesi. Ora: il cristianesimo, presentandosi come messaggio di salvezza, quale soluzione sa offrire a questa contraddizione in definitiva insopportabile?».
Descrizione dell'opera
La giustificazione per grazia mediante la fede è il tema simbolico del conflitto che ha separato cattolici e luterani al tempo della Riforma. Oggi è tornata a essere l'oggetto di un dialogo condotto in un clima di reciproca benevolenza ritrovata e coltivato nella speranza di una piena riconciliazione fra le Chiese. Il volume presenta il dossier di questa vicenda, che si estende su cinque secoli, e costituisce anche un contributo teologico, di teologia sistematica e di teologia ecumenica. Si tratta di uno strumento di lavoro assai documentato e insieme di un tentativo d'interpretazione, sia del passato sia della situazione attuale.
La sintesi e il bilancio offerti dall'autore - coinvolto da quattro decenni nel dialogo ecumenico - sono strettamente coerenti con la sua radice ecclesiale: un cattolico che propone il suo lavoro a cattolici e protestanti con l'intento di fornire una nuova occasione di dialogo.
Un testo rilevante per completezza e chiarezza, nonché per l'attualità che il tema assume nei rapporti tra le Chiese.
Sommario
Introduzione. I. IL CONFRONTO (1517-1580). 1. Lutero e l'articolo su cui la Chiesa si regge o cade. 2. Da Lutero a Trento: il tempo dei dibattiti e delle conferenze. La Confessione di Augsburg e il Libro di Ratisbona. 3. Il concilio di Trento: preparazione, metodo e interpretazione. 4.Il decreto della sessione VI del concilio di Trento. Commento dottrinale. II. VERSO LA RICONCILIAZIONE (1918-1999). 5. I primi dialoghi teologici sulla giustificazione. Karl Barth, Hans Urs von Balthasar, Louis Bouyer, Hans Küng e Henri Bouillard. 6. Il contributo dei dialoghi ecumenici dopo il concilio Vaticano II. 7. La dichiarazione luterano-cattolica di Augsburg (1999). 8. L'Evangelo della giustificazione oggi. Conclusione prospettica: quale sèguito per la «Dichiarazione comune»? Abbreviazioni. Indicazioni bibliografiche. Indice dei nomi citati.
Note sull'autore
BERNARD SESBOÜÉ, gesuita, è professore emerito del Centro Sèvres, la facoltà dei gesuiti di Parigi. È stato membro del Gruppo di Dombes dal 1967 al 1996, è consultore del Pontificio consiglio per la promozione dell'unità dei cristiani. La sua ricerca teologica è dedicata soprattutto alla cristologia e all'ecumenismo, con particolare interesse alla riespressione attuale della fede e dei ministeri nella Chiesa.Ha diretto una Storia dei dogmi in 4 voll. (1994-1996), ha scritto Hors de l'Église pas de salut (2004, ed. it. 2009), Invitation à croire II (2009, ed. it. 2010).
Chiesa latina XII secolo : primo periodo
Scritto subito dopo la seconda guerra mondiale e pubblicato per la prima volta dalla Libreria Editrice Fiorentina poco dopo il 1950, è il classico di La Pira sulla politica votata alla piena occupazione, secondo le idee dell'economista Keynes e in obbedienza agli imperativi della coscienza ispirata dal vangelo.
A quell’epoca, appena usciti da una guerra devastante, con la disoccupazione alle stelle, l'estremo bisogno di stipendi unito alla capitolazione dell'Italia agli alleati, ci aveva reso doppiamente fragili davanti all'opulenza americana e alla sua economia dei consumi. Ma intendere l'occupazione soprattutto come lavoro salariato, con gli anni ha penalizzato moltissime piccole attività contadine, artigianali e commerciali, tipiche del modo italiano di vivere, gravandole di sospetti, burocrazie e tasse, dando poi alla figura dell'imprenditore il monopolio del lavoro in quanto datore di stipendi.
Ma col solo lavoro salariato e senza moltiplicazione dei mestieri, la piena occupazione non è raggiungibile, percio.la povertà, la disoccupazione, insieme all'inquinamento dei beni comuni e delle nuove carenze alimentari hanno imboccato strade impreviste, soggiogate da capitalismi sempre più intensi con relativa divaricazione fra ricchi e poveri. L'enciclica Laudato si di papa Francesco ha manifestato le nuove forme di attesa della-povera gente per rispondere alle quali ritornano in parte attuali le idee di Keynes con il finanziamento pubblico della rinascita di libere attività agricole, artigianali e commerciali per la sovranità alimentare, l'abolizione degli sprechi e la rigenerazione dei beni comuni.
Con il commento del dott. Giuseppe De Rita, presidente del Censis.
Gli inquisitori possono essere stati martiri? I vichinghi che approdarono nel Nuovo Mondo erano cristiani? Davvero una famiglia araba era custode del Santo Sepolcro? E chi sospetterebbe mai che negli Stati Uniti protestanti (e fondatori di una religione civile) un gran numero di celebrità si convertì al cattolicesimo? Queste e altre storie controcorrente provenienti dal passato (spesso sconosciuto e vittima di calunnie) sono al centro di questo libro che approfondisce le nostre radici religiose e culturali: nel panorama odierno in cui l'unico orizzonte è il like facile e il successo social, è importante scoprire che una volta il modello a cui si guardava non era l'influencer ma il cavaliere e il santo.
Quest’opera di Arnaldo Vidigal Xavier da Silveira rappresenta un importante contributo alla teologia del XX secolo per il rigore intellettuale con cui affronta un tema difficile e mai adeguatamente approfondito: quello della possibilità di un Papa eretico. L’autore non si limita ad offrirci un quadro sintetico ed esaustivo delle diverse posizioni teologiche e canoniche emerse nel corso dei secoli, ma propone una equilibrata soluzione del problema, invitando i teologi a cercare una posizione condivisa. Lo studio venne pubblicato nel 1975 in lingua francese, ma ebbe diffusione solo tra gli specialisti. Oggi viene presentato per la prima volta al grande pubblico offrendo un contributo primario al dibattito, anche per il suo distacco dalla contingenza dell’ora presente.
Lo charme del Rabbì di Nazaret filtra da ogni pagina dei Vangeli, restando inafferrabile. Come accostarsi allora alla patina di luce che ovunque lo accompagna? Questa domanda dà l’avvio all’avventura di queste pagine: osare leggere il Vangelo «al rovescio», a partire cioè dalla prospettiva di coloro che lo hanno incontrato. Come sarà stato guardato Gesù da Giuseppe, Maria, il Battista, la peccatrice di Magdala, Giuda, Pietro, Caifa, Anna, Pilato ed Erode? Un racconto fra le righe dei Vangeli e sulla loro soglia, come un invito a entrare.
Sommario
Prefazione. Yosef, il sognatore. Miriam, la madre. Jochanan, il Battista. Miriam di Magdala, l’amante. Kèfa, la roccia. Yehûdāh, l’amico. Caipha, il religioso. Pilatus,
il diplomatico. Cleopha, l’entusiasta.
Note sull'autore
Gianluca De Candia insegna attualmente Teologia sistematica all’Università di Siegen ed è libero docente al Dipartimento di questioni filosofiche fondamentali della teologia della Westfälische Wilhelms-Universität di Münster.
A oltre vent'anni dalla scomparsa, la figura di Fabrizio De André continua a essere al centro di un'amplissima fioritura di iniziative, tanto da far pensare che il cantautore genovese sia riuscito a intercettare, soprattutto post-mortem, un grande bisogno di poesia e di legami sociali. Alla luce di una ricerca critica ormai cospicua, Brunetto Salvarani ripercorre le domande sulla religione e le tracce della Bibbia affioranti a più riprese nella produzione del Bob Dylan italiano, l'agnostico Faber, di cui racconta la vita corsara e i temi chiave, intrecciando strettamente biografia e scelte artistiche.
Questa la reazione di Karl Barth agli sconvolgimenti politici ed ecclesiali dei primi mesi della dittatura hitleriana. Un professore che si chiude nella sua accademica torre d'avorio? Così hanno pensato in molti, ma a torto. Teologia, qui, è un grido di battaglia e di libertà, un cammino di lotta che sfocerà nella Dichiarazione teologica di Barmen, uno dei documenti più luminosi del cristianesimo del Novecento.