Da qualche tempo, fisici, astronomi e cosmologi hanno iniziato a rendersi conto di quanto molti dei parametri fondamentali dell'universo - dalla velocità della luce, alle caratteristiche dell'atomo di carbonio - siano calibrate in modo apparentemente miracoloso per permettere l'esistenza della vita: spostamenti anche minimi nei valori di queste costanti porterebbero ad universi altrettanto fisicamente realistici del nostro, ma senza alcuna speranza di ospitare qualcosa di simile a uomini, piante e animali. Nel suo nuovo libro, il fisico Paul Davies esamina la possibilità che esistano infiniti universi paralleli al nostro, ipotesi presto scartata: secondo Davies, non esistono universi alternativi, ma solo questo, in cui le osservazioni che l'uomo compie oggi potrebbero contribuire a modellare la natura della realtà nel passato remoto. La vita e la coscienza umana non sarebbero casuali sottoprodotti dell'evoluzione cosmica, bensì i suoi attori decisivi.
Perché i beduini indossano abiti scuri? Come funzionano i metal detector degli aeroporti? Cosa sono i raggi T? Tornano con un nuovo volume due dei tre fisici autori di "Le leggi del mondo", invitando i lettori a condividere il loro incanto davanti ai fenomeni naturali, l'interesse per gli esperimenti fantasiosi e la curiosità per le scoperte di inventori e colleghi scienziati. La novità di questo libro consiste nel mostrare, senza formule e per mezzo di esempi concreti e divertenti, che tanto i fenomeni quotidiani quanto gli esperimenti più moderni condotti nei laboratori di ricerca sono regolati da un piccolo numero di concetti fisici e di leggi fondamentali, che vengono qui raccontati in modo chiaro e accessibile.
Il sistema di distribuzione dell'energia elettrica è la macchina più complessa che sia mai stata realizzata: si estende geograficamente su aree enormi (gran parte dell'Europa è connessa in un unico sistema) e arriva a servire capillarmente le singole stanze delle case. È anche un sistema molto costoso, da realizzare e da mantenere, e delicato: più grande diventa e più diventa vulnerabile, e bastano un errore o un guasto di poco conto per determinare cadute catastrofe, come testimoniano il blackout che ha colpito la rete italiana nel 2003, o quello del 2001 in India (che ha lasciato senza energia 226 milioni di persone). Capire bene come funziona, ripercorrendo la storia e le scelte che l'hanno portato a essere com'è oggi, è importante, in un momento in cui da un lato l'approvvigionamento di energia si sta facendo sempre più difficile mentre, dall'altro lato, la domanda di energia elettrica cresce costantemente. Questo è un libro dedicato al sistema di distribuzione dell'elettricità che ne spiega, in termini comprensibili a tutti, struttura e funzionamento, nonché il ruolo chiave per i sistemi economici, locali e globali (e le implicazioni politiche).
Secondo Lee Smolin, la teoria delle stringhe, che ha regnato incontrastata negli ultimi venti anni, è prossima alla fine. Più che una vera e propria teoria è una congettura, un'elaborazione matematica raffinata e imponente, ma che manca di ogni possibilità di sperimentazione, di verificabilità. Lee Smolin è convinto che i fisici stiano facendo l'errore di inseguire una teoria "bella" ed "elegante", invece di trovarne una che sia supportata dagli esperimenti. Il celebre scienziato americano, che agli inizi della carriera aveva aderito alle tesi unificanti della teoria delle stringhe, oggi critica la direzione che la fisica sembra aver intrapreso con troppa sicurezza, e sprona i colleghi a cercare strade alternative, sottolineando e descrivendo il lavoro particolarmente promettente di alcuni di loro.
Citando i passi più memorabili dei "Viaggi di Gulliver" e di "Alice nel Paese delle meraviglie", John Tyler Bonner, biologo statunitense, mostra le ragioni profonde che sottendono alle diverse dimensioni degli organismi viventi. Facendo ricorso a disegni che illustrano i nani e i giganti di cui è costellata la storia di uomini, animali e piante, Bonner spiega perché le dimensioni determinano così profondamente il comportamento individuale e l'evoluzione dei viventi. Esempio: dato che gli organismi più piccoli sono sottoposti principalmente a forze di coesione mentre quelli più grandi risentono della gravità, una mosca può arrampicarsi su un muro, mentre l'essere umano non riesce nemmeno a concepire di poter compiere una simile azione.
Di cosa si occupa la fisica? Il quesito è di quelli da far tremare le vene ai polsi, ma Carlo Bernardini non ha esitazioni nell'affermare che "la domanda è sempre una forma embrionale di ricerca e ne costituisce una buona premessa, e dunque i bravi docenti sono ben contenti di ricevere buone domande e temono, semmai, che di domande non ce ne siano abbastanza". Per capire la fisica, infatti, prerequisito essenziale è la disponibilità ad allontanarsi dal senso comune e a navigare in qualche oceano dell'astrazione, farsi venire delle curiosità, provare a formulare domande pertinenti e 'osare' chiedere spiegazioni. La fisica è una scienza sperimentale. Questo significa che al fisico è richiesta una forma tutta particolare di intuizione e l'intuizione ha un che di miracoloso: c'è una semplice domanda, "perché?", che ronza nella testa, impossibile da scacciare. Finché appare come un lampo la risposta e l'interrogativo, si placa. In sostanza, 'capire la fisica' vuol dire capire che è possibile usare forme razionali di pensiero per risolvere problemi sempre più generali della conoscenza del mondo. Si tratta di un vero e proprio allenamento della mente all'elasticità, il cui scopo unico è misurare il presunto contenitore che si chiama "universo".
Il libro introduce agli interrogativi suscitati dalla riflessione filosofica sulla scienza. In primo luogo, affronta il problema della giustificazione della conoscenza scientifica, di cosa renda, cioè, le correnti teorie scientifiche un sistema di credenze che dovremmo accettare e preferire ad altri sistemi di credenze alternativi. Successivamente, il volume sposta l'attenzione su una seconda questione fondamentale: di cosa parla la scienza, se davvero ci parla di qualcosa? Accettare una teoria comporta accettare le entità di cui quella teoria sembra parlarci? La principale risposta che resta sullo sfondo in tutto il resto del libro è quella del realista scientifico, secondo la quale le teorie scientifiche ci parlano delle entità inosservabili che popolano una realtà indipendente dalla mente. L'autore discute in modo dettagliato tale posizione, presentando con chiarezza i vari argomenti che sono stati portati in suo favore, o contro di essa, ed analizzando in modo aggiornato i dibattiti a cui ciascuno di tali argomenti ha dato origine.
Cos'erano le stelle per gli antichi? Grandi sassi infuocati o divinità splendenti nel firmamento? Che forma aveva la terra? Se era piatta, cosa c'era al di sotto? Il sole, poi, perché variava sempre il suo cammino segnando il tempo nel grande orologio dello Zodiaco? La luna, infine, l'astro più splendente del cielo, brillava di luce propria o rifletteva quella del sole? E i pianeti perché percorrevano delle orbite così imprevedibili, tornando addirittura indietro sui loro passi? Agli albori della storia sembrava quasi che non ci fosse altra spiegazione se non quella divina. I greci riportarono a un unico principio la natura dell'universo e applicarono ai moti degli astri raffinati modelli geometrici. Con essi nacque la sfera che si vede sulle spalle di Atlante. Rimase forte però il peso della tradizione, riemerso negli scritti di Platone, di Aristotele e nella fede astrologica di Claudio Tolomeo. Questi tre, insieme alla Bibbia, costituirono i punti di riferimento della cosmologia medievale immortalata da Dante e rappresentata nelle chiese nei cicli pittorici e musivi e dai primi grandi maestri del Rinascimento italiano. Attraverso immagini e visioni, l'autore ricostruisce le molte strade tentate per spiegare alcuni enigmi del cosmo che solo con Galileo e la rivoluzione scientifica cominciarono a trovare un'adeguata risposta. Una sintesi completa che ripercorre le mille credenze sull'universo e la sua natura e le spiegazioni che gli uomini si sono dati a cavallo dei secoli e delle civiltà.
Quello che si dice per la guerra, cioè che sia troppo seria per lasciarla fare ai generali, lo si può dire ormai anche della scienza: è troppo importante per lasciarla nelle mani degli scienziati. Il dibattito sulla scienza, e in particolare sulla biologia e la medicina, chiama sempre più spesso in causa le opinioni di politici e cittadini, sia per quanto riguarda le scelte personali di vita quotidiana, sia per le regole da applicare alla ricerca scientifica e all'uso di tecniche già esistenti. Attraverso le pagine di questo libro, il lettore incontrerà i princìpi base della biologia molecolare, analizzerà il panorama delle biotecnologie e darà uno sguardo ai possibili sviluppi scientifici che si profilano all'orizzonte. Il grande protagonista è il DNA, che viene presentato di volta in volta in coppia con processi ben noti a tutti, come la crescita, lo sviluppo e l'invecchiamento. All'interno di questa trama narrativa, vengono presentate le grandi sfide della scienza come la genomica e la proteomica, e questioni più spinose come la clonazione, l'ingegneria genetica, gli alimenti geneticamente modificati.
Ci sono eventi che incuriosiscono l'uomo fin dall'antichità e pongono quesiti ai quali studiosi e scienziati da sempre cercano di dare risposta. Andrea Frova, nella rubrica "L'occhio di Galileo" del mensile "Newton", illustra da anni i meccanismi che regolano i fenomeni della natura, prendendo spunto da episodi di vita quotidiana che si trovano davanti agli occhi ma passano inosservati. Si parla quindi dei grandi eventi terrestri e cosmologici, così come di quelli ultrapiccoli all'interno dell'atomo e della materia; si discute delle attività umane, dallo sport alla percezione delle immagini e della musica. Onde, luce, suono, energia, calore, fuoco, atomi, elettroni sono i principali attori di questo viaggio attraverso il pensare e il ragionare di stampo galileiano, rivolto a iniziati e non.