Il lavoro inedito di Michael Johannes Marmann (1937-2019), dal titolo Praeambula ad gratiam. Ideengeschichtliche Untersuchung über die Entstehung des Axioms gratia praesupponit naturam del 1974, viene scoperto da Simone Billeci durante gli anni del dottorato. Su suggerimento di Joseph Ratzinger, di cui Billeci è studioso, egli viene a conoscenza del suddetto lavoro. Si tratta, in sostanza, di una tesi dottorale di cui Marmann fu l'autore e Ratzinger il direttore di tesi, negli anni in cui esercitò la docenza presso l'Università di Regensburg. Pubblicato già nella sua versione originale in lingua tedesca nel 2018, con la Prefazione del Card. Gerhard Ludwig Müller, se ne offre oggi la traduzione in lingua italiana.
L'amore umano come dramma è al centro dell'opera di Paul Claudel. La sua attrattiva spalanca le porte al desiderio di pienezza e di compimento della persona, che si realizza solo nell'apertura dell'io al tu che promette di colmare un bisogno inesauribile. Ma la comunione dell'io e del tu è sempre segnata dal limite: l'altro non basta mai, rimanda a una attesa ancora più profonda, totale, che sta al di là di ogni nostro possesso e di ogni nostra misura. La ricerca non si può fermare: spalanca al respiro di un Assoluto che ci oltrepassa, a una risposta ultima e definitiva che ci introduce nel vortice di una salvezza dilatata fino ai confini estremi del cosmo. Hans Urs von Balthasar ha inserito questi temi nella sua visione appassionata dell'eterno intreccio dei rapporti tra Dio e la storia dell'uomo: si è lasciato affascinare dall'arte di Claudel, lo ha tradotto e studiato fin dagli anni della giovinezza, indicandolo come un maestro da seguire. Ora si offrono per la prima volta tradotti in lingua italiana gli scritti a lui dedicati.
Primo scopo di questo libro è capire Benedetto XVI ed esporre le sue principali idee. C'è però anche un secondo scopo, che viene espresso dal sottotitolo: il pensiero di Benedetto XVI può essere considerato l'ultimo grande tentativo di fare incontrare tradizione e modernità, che si sono date in lui un ultimo appuntamento. Con la sua statua teologica, Benedetto XVI è andato al fondamento di tutti i principali problemi della Chiesa nel mondo moderno, recuperando quanto della tradizione deve sempre essere recuperato e cercando di aprirsi con intelligenza al nuovo, con l'intento di stabilire una continuità teologicamente e filosoficamente fondata. Il libro espone il pensiero di Benedetto XVI sui principali snodi e nodi di questo rapporto, cercando di mostrare alcune brillanti acquisizioni, in contrasto con le tendenze moderniste della teologia a lui contemporanea, e promettenti importanti sviluppi positivi. Contemporaneamente il libro evidenzia come su alcuni temi fondamentali Benedetto XVI non sia riuscito a raggiungere la quadratura del cerchio e a chiudere la partita. La sua vicenda teologica, come del resto quella del suo pontificato, sono come un film interrotto prima di concludersi. Una teologia e un pontificato incompiuti.
«Vendi tutto e compra Marco!». È questo un detto molto diffuso tra gli antichi monaci: mostra l'importanza attribuita alle opere di Marco. Queste trattano praticamente il tutto della vita spirituale: dal battesimo come sacramento al fattivo impegno che ne consegue, dalla salvezza per fede alla necessità di mostrare la salvezza nelle opere; dal peccato al salutare pentimento; dal ricordo continuo di Dio alla preghiera. Marco esamina anche il rapporto tra la volontà di Dio e la libertà dell'uomo: Dio chiama l'uomo alla santità, ma perché non gli impedisce di peccare? Il primo volume si apre con un'ampia introduzione sulla personalità di Marco e sul suo ambiente. Contiene cinque opere: La legge spirituale; La giustificazione mediante le opere; La penitenza; Il battesimo; Il dialogo dell'intelletto con la propria anima. Le prime due opere adottano una forma letteraria che avrà un grandissimo successo nella letteratura spirituale, quella dei kephalaia, una sorta di raccolta di massime sintetiche, molto adatte ad essere memorizzate e meditate. È la prima edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte. Introduzione, Testo critico e Note di Georges-Matthieu de Durand.
«Vendi tutto e compra Marco!»: così gli antichi monaci suggerivano gli uni agli altri di leggere e meditare le sue Opere. Queste trattano praticamente il tutto della vita spirituale: dal Battesimo come sacramento all'impegno per la sua attuazione, dalla salvezza per fede alla necessità di mostrare la salvezza nelle opere; dal peccato al pentimento salutare; dal ricordo continuo di Dio alla preghiera. Esamina anche il rapporto tra la volontà di Dio e la libertà dell'uomo: Dio chiama l'uomo alla santità, ma perché non gli impedisce di peccare? Il secondo volume contiene cinque opere: Discussione con un avvocato; A Nicola; Il digiuno; Melchisedek; L'incarnazione. La prima è un dialogo che riflette sulle difficoltà nel conciliare le esigenze della vita spirituale con l'impegno sociale politico del cristiano. A Nicola è una lettera ricca di consigli sulla vita ascetica. Mentre Melchisedek e L'incarnazione trattano della verità centrale del cristianesimo, la relazione tra Dio e il corpo umano in Cristo, secondo una visione probabilmente anteriore al Concilio ecumenico di Efeso del 431. Inoltre Melchisedek è la prima opera in assoluto dedicata a questo "misterioso" personaggio di cui parla Genesi: a Melchisedek Abramo, il depositario delle promesse di Dio, dà le decime dei suoi frutti, e Melchisedek benedice Abramo e offre a Dio pane e vino. È la prima edizione italiana con testo critico greco e traduzione a fronte. Introduzione, Testo critico e Note di Georges-Matthieu de Durand.
Le vicende dello Studium di Santa Caterina in Pisa rappresentano un momento fondamentale non solo per la storia della cultura della città, ma anche per la storia dell'Ordine domenicano in Italia. Già nei primi anni del Trecento il convento, attivo con l'insegnamento di filosofia, di logica e delle arti, era rinomato per la dottrina dei suoi maestri e amanuensi, come ci attesta la Chronica antiqua. Sono sue creature Domenico Cavalca, il volgarizzato re delle Vitae Patrum, Giordano da Pisa, sermonum divinissimus seminator, Bartolomeo da san Concordia, definito arcula scientiae per la grande erudizione. Fra Simone da Cascina, ricordato dagli Annali del convento come scrittore fecondo di opere latine e volgari, fino a qualche decennio fa era noto soltanto come prosecutore della Chronica di santa Caterina dopo la morte di fra Domenico da Peccioli e autore del Colloquio spirituale, opera in volgare pisano. Si presenta ora per la prima volta l'edizione completa della sua opera autografa, gli Actus scolastici, individuati a metà del Novecento in un manoscritto della Biblioteca Vaticana. Composti dal domenicano tra il 1380 e il 1420 circa in forma di sermone secondo le tecniche dell'arte predicatoria medievale e da lui stesso declamati, sono documenti accademici ufficiali che offrono una testimonianza diretta della sua attività di magister theologie. Essi danno un quadro dettagliato dell'ordo studii degli Ordini Mendicanti facendo conoscere le varie tappe della carriera del frate nei conventi di Firenze, Siena, Perugia e Pisa e la prassi seguita nel conferimento delle licentie (odierne lauree) agli allievi del prestigioso convento di Santa Caterina di cui egli fu più volte priore. Emergono i nomi di frati non solo domenicani (Federico Frezzi, futuro vescovo di Foligno), ma anche francescani (Antonio da Massa, famosissimo predicatore), carmelitani e stranieri (Anglicus e Teutonicus) "licenziati" con cerimonia solenne «in pisana ecclesia katedrali». In tale genere di oratoria accademica costituiscono una novità le Vesperie, sermoni particolarmente pungenti, a cui il magister ricorre fantasticando sul comportamento degli allievi, ormai giunti alla sudata laurea, durante i lunghi anni di studio.
Tra i più autorevoli sociologi della religione del secondo dopoguerra, Peter L. Bergher (1929-2017) con i suoi scritti di sociologia della conoscenza e di sociologia della religione ha avuto ampia eco anche in Italia, ispirando numerose ricerche empiriche. Ciò che lo ha reso atipico tra gli scienziati sociali è l’aver sviluppato un parallelo interesse verso la teologia; con la pubblicazione di opere che si propongono di ridire la fede cristiana nella modernità, caratterizzata non tanto dalla secolarizzazione quanto da un sempre più diffuso pluralismo religioso e culturale che ha messo in discussione l’autorità di tutte le grandi tradizioni, per cui nessuna di esse vien più data per scontata. Nelle pagine di questo saggio si presentano e si discutono le sue tesi, elaborate in vari scritti e verificate nel commento analitico del Credo degli Apostoli, in vista del progetto di delineare i tratti di una “teologia scettica”, nella scia della tradizione del liberalismo protestante inaugurata da Friedrich Schleiermacher. Il suo ragionamento è scettico poiché «non presuppone la fede e non si sente vincolato da nessuna delle tradizionali autorità in materia di fede […] e prende sul serio le contingenze storiche che danno vita alle tradizioni religiose». E tuttavia il suo argomentare «sfocia in una professione di fede cristiana, per quanto eterodossa».
Moltissimi cristiani, persino cattolici praticanti, osano credere appena alla realtà della vita dopo la morte. Affermano di credervi, ma non ne sono certi e glissano velocemente sulle ultime parole del Credo: Credo la resurrezione della carne, la vita eterna... Dopo il grande successo del suo primo libro, Quando la mia anima uscì dal corpo, in cui presentava una serie di casi che aveva conosciuto per esperienza personale, in quanto medico incaricato dell'Ufficio di Lourdes che segue le pratiche di guarigione e su di esse si pronuncia, il dottor Patrick Theillier prosegue le sue ricerche su questi strani e affascinanti fenomeni che aprono speranza nell'aldilà. In questo volume egli affronta la domanda fondamentale che la morte pone in una società, come la nostra, che ha perso il contatto con il soprannaturale e con l'eternità, rintracciandolo ultimamente in maniera drammatica con l'esperienza della pandemia e delle bare esposte in modo quasi impudico sui media. Theillier, come medico e come credente, affronta anche le controverse questioni sul paranormale: il ruolo dei medium, lo spiritismo, la comunicazione coi morti, la possibilità dell'inferno... Molte testimonianze arricchiscono anche questo volume, che ci porta motivi per credere che ognuno dei nostri gesti ha una portata eterna. La maggioranza delle persone che hanno vissuto queste esperienze riporta di un incontro al di là di tutto ciò che si può immaginare e che ha trasformato la loro visione del mondo e la loro esistenza nel quotidiano. Ascoltiamole!
In questa opera sono raccolti saggi che appartengono a un periodo particolarmente creativo di B. Lonergan, che avvertiva chiaramente la necessità di accogliere le sfide dei cambiamenti culturali all'interno della Chiesa, per formare persone sempre più consapevoli sia dei problemi culturali e religiosi, vecchi e nuovi, sia delle risposte da cercare e dare alle nuove esigenze. L'approccio interdisciplinare è presente in tutto il volume. Le argomentazioni filosofiche accolgono le domande su Dio, sulla religione, sull'esperienza religiosa; le argomentazioni teologiche si avvalgono degli apporti filosofici, per giungere ad esprimere e a spiegare che cosa i cristiani credono sulla base della Parola di Dio e della parola dell'uomo nella Scrittura, nel Magistero, nella vita della Chiesa. Le une e le altre argomentazioni si aprono ulteriormente all'apporto di altri saperi, nella convinzione della fecondità del dialogo tra i cultori di ogni sapere e tra gli appartenenti a religioni differenti.
Alla ricca letteratura filosofica e teologica “provocata” dall’esperienza globalizzata dell’emergenza sanitaria del virus, appartiene a buon diritto il testo del teologo Andrés Torres Queiruga che si interroga sul tema. Se non esiste soluzione al mistero dell’esistenza del male, una risposta è, però, chiaramente priva di senso: quella che lo riconduce a Dio. Se non si vuole restare imprigionati nel paradosso di Epicuro - se Dio non vuole impedire il male, non è buono; se non può, non è onnipotente - bisogna necessariamente cambiare prospettiva. Quello che intende fare il testo di Queiruga. La domanda sollevata dalla “catastrofe vitale” interroga il futuro della riflessione teologica e forse anche la pertinenza culturale del cristianesimo in epoca post-moderna. Un mondo-senza-male è impossibile: da questa consapevolezza deve ripartire anche la teologia e quella branca del suo sapere chiamata tradizionalmente Teodicea. La domanda che essa pone, allora, deve cambiare e, secondo Queiruga, essa diventa: perché pur sapendo che il mondo è finito, cioè esposto al male, Dio lo crea nonostante tutto? Il testo vuole dare il suo contributo al dibattito circa il futuro del cristianesimo (e della religione in generale).
La pandemia come sfida pastorale per la Chiesa (G. Angelini), la pietà popolare come forma peculiare del vissuto della fede e dell'azione testimonial della Chiesa (P. Carrara), il rilievo sistematico della specifica relazionalità della famiglia (Botturi), costituiscono I temi principali dei saggi che aprono il fascicolo. Facendo seguito alle relazioni pubblicate sul numero precedente (Ri-dire Dio. Modelli di teologiafilosofica), vengono ora proposti alcuni interventi, a firma di C. De Florio, M. Epis, D. Albarello e D. Cornati, I quail proseguono il dibattito e aprono nuovi indirizzi di ricerca.