A fronte del processo invasivo delle strutture economico-finanziarie "ineque" (Evangelii Gaudium 202), il volume offre un insieme di informazioni e di argomenti in una sintesi convincente. Vi è svolta un'approfondita indagine sui valori morali della dimensione economica del vivere umano alla luce della Scrittura, della Tradizione, della riflessione teologica e della recente Dottrina sociale della Chiesa, ma anche alla luce delle conoscenze acquisite dalle scienze sociali ed economiche. Il rapporto dei cristiani con la ricchezza. La riflessione teologica in economia: un'indagine in munere non alieno. Gli attuali problemi economici e la proposta della Dottrina sociale della Chiesa.
TEMA MONOGRAFICO:
CORRUZIONE DILAGANTE
1. Il peccato va perdonato, la corruzione non è perdonabile (pag. 27)
2. Affrontare una corruzione onnipresente (pag. 31)
3. Corruzione nella tradizione politica. Mentalità coloniali e relazioni gerarchiche: uno sguardo a partire dall’America latina (pag. 44)
4. Grovigli legali. La saga della violenza sessuale in India (pag. 55)
5. Le risorse naturali africane e la corruzione (pag. 66)
6. Corruzione strutturale delle istituzioni sanitarie (pag. 77)
7. Corruzione nella Chiesa: esiste un’età costantiniana (pag. 91)
8. Dove sono le vittime? (pag. 105)
9. «La corruzione del meglio genera il peggio». Una questione cruciale per la Chiesa (pag. 114)
10. La validità della tradizione profetica e sapienziale contro la corruzione e il peccato strutturale (pag. 129)
11. Dio si lascia forse comprare? Una ricerca delle tracce (pag. 139)
FORUM TEOLOGICO
1. Senza Mandela cosa sarebbe mancato nella mia vita e nel mio lavoro? (pag. 153)
2. Libertà che si intersecano. Riflessioni sull’eredità di Mandela (pag. 158)
3. João Batista Libânio (19 febbraio 1932 – 30 gennaio 2014). In memoriam (pag. 163)
4. David Noel Power (14 dicembre 1932 – 19 giugno 2014). In memoriam (pag. 170)
"Se l'invidia fosse una malattia, il mondo sarebbe un ospedale". La sapienza popolare, facendo ricorso a proverbi e adagi, ha ripetutamente descritto, beffeggiato e condannato una passione torva e rancorosa che genera soprattutto maldicenze, diffamazioni e calunnie. Figlia della superbia, l'invidia impedisce di essere contenti di ciò che si ha, si rallegra per il male altrui, si angustia e si rattrista per ciò che gli altri possiedono. È un vizio che non procura vantaggio o piacere a chi lo coltiva, ma genera un'acuta e costante sofferenza. Anche se c'è chi la considera il "carburante che fa girare il mondo", perché attiverebbe energie altrimenti sopite incoraggiando l'emulazione, l'invidia è un sentimento triste e infelice che macera e tormenta interiormente, isola dalla realtà e falsifica le relazioni. Vasta è la galleria dei "grandi invidiosi", a partire da Iago nell'Otello di Shakespeare e da Uriah Heep nel David Copperfleld di Dickens. Anche la Bibbia non ne è esente: Caino invidia Abele, Esaù invidia Giacobbe, Saul invidia Davide. E persino gli dèi, narrano Erodoto, Eschilo e Pindaro, talvolta soffrono d'invidia per certi mortali troppo felici.
Un uovo con le zampe, un pollo arrosto, un maiale raffigurato con il coltello che lo sta affettando sono le delizie che si muovono, indisturbate e animate, nel Paese di cuccagna di Bruegel il Vecchio, un paradiso di polenta e di crostate, abitato da personaggi grassi e sguaiati. Se nutrirsi è un atto essenziale per la sopravvivenza, il desiderio eccessivo, disordinato e scomposto genera un vizio, quello della gola, nei confronti del quale si è di solito indulgenti, anche se i padri della Chiesa lo considerano la porta di tutti i pensieri malvagi e di tutte le passioni. Tenuto oggi sotto controllo da medici e dietisti, il piacere del cibo è considerato dalla saggezza biblica un dono di Dio e un segno della sua benedizione, purché gli eccessi della tavola non facciano dimenticare il dovere della carità nei confronti del prossimo, come ricorda la parabola evangelica del ricco epulone e del povero Lazzaro. Atto personale, ma anche sociale e politico, il mangiare, legato com'è all'oralità e al desiderio, investe pienamente la sfera affettiva. A tavola non si condividono solo le pietanze, ma si scambiano parole e discorsi, si nutrono le relazioni e si possono curare le ferite dell'anima che spesso si annidano proprio nel difficile rapporto con il cibo.
Il volume propone un approccio teologico-morale, e in dettaglio morale-sociale, al pensiero del teologo gesuita B.J.F. Lonergan, guardando soprattutto al trentennio 1945-1975: in questi anni l'intellettuale canadese entra in una fase di maturità culturale e teologica, proprio mentre vanno prendendo sempre più piede, in Europa e nel mondo, i temi dell'economia e della storia, frattanto divenuti molto importanti anche nel pensiero sociale della Chiesa o, come si dice, nella dottrina sociale cattolica.
Quest'anno il tema è stato declinato con l'approfondimento delle esigenze etiche della vita "in relazione", esaminate alla luce del comando biblico "Ama il prossimo tuo come te stesso". Interessante la "presenza" di Bonhoeffer nelle riflessioni. Relazione, responsabilità, interdisciplinarietà, visione "olistica" della persona umana sono le parole chiave ricorrenti nei contributi raccolti in questo volume, il terzo che il SAE ha dedicato ai problemi etici, che sollecitano a ricercare un modello di etica affrontando le questioni che le neuroscienze e la bioetica pongono continuamente agli uomini e alle donne di oggi: le nuove fragilità richiedono nuove abilità e maturità in chi se ne deve occupare. Inoltre vi sono possibilità tecnologiche formidabili che pongono, però, nuovi problemi. Le riflessioni bibliche ripropongono un'interpretazione dei testi che non vuole essere solo ermeneutica, ma chiede di sfociare in prassi di vita.
Interruzione volontaria della gravidanza, pratica eutanasica, uso delle biotecnologie, questioni di etica sessuale, trapianto d'organi: questi sono alcuni degli argomenti sui quali l'autore invita credenti, non credenti e diversamente credenti a entrare in dialogo, con l'obiettivo di evidenziare le vie che vengono seguite quando si pensa in ambito morale, le argomentazioni che vengono addotte, il ragionamento morale che sta a fondamento delle scelte. Sullo sfondo del rapporto tra fede e morale, l'interesse non è quello di far cambiare opinione al lettore, ma di mostrargli un metodo, attraverso casi diversi, per elaborare, sistematizzare e ripensare i fondamenti del ragionamento morale, fornendo, in ultima analisi, gli elementi grammaticali dell'agire morale. La convinzione profonda che anima l'autore è che sono il caso, le persone, la loro storia a dare contezza sulla ricerca del bene che, se vuole essere responsabile e rifuggire da risposte lapidarie e perentorie, deve tener conto delle possibilità concrete, del peso specifico delle circostanze, delle condizioni e delle conseguenze.
Il pensiero contemporaneo ha spesso confrontato - e talvolta contrapposto valori e virtù, che esigono di essere riscoperti e argomentati nel loro nesso, alla confluenza tra uno slancio ideale che deve salvaguardare la capacità profetica rispetto al presente e un "realismo delle circostanze" capace di assumersi la responsabilità di vivere ciò che è proclamato a parole. Quel nesso permette di enunciare alcune tesi: 1) I valori non mancano e non sono in crisi, ma è difficile trovare uomini virtuosi capaci di incarnarli a servizio del reale bene della persona e della società; 2) Nessun nuovo ordo amoris (ordine del cuore, ordine dei valori, ordine delle cose significative e prioritarie) può essere proposto solo per sé, perché qualsiasi scelta individuale propone con efficacia una specifica idea di uomo; 3) Ogni etica è un'etica di rilevanza pubblica, anzi una etica pubblica essa stessa. Solo il virtuoso incarna i valori e per loro mezzo consegue un bene oggettivo, per sé e per gli altri. Egli interseca la libertà di scelta alla libertà di adesione: raccoglie cioè la provocazione, tipica delle etiche dei valori, a eleggere specifici aspetti della realtà escludendone altri, eppure sa anche perseverare nel bene, senza retrocederne, nelle situazioni che valorialmente non approverebbe, ma con cui deve esistenzialmente apprendere a mediare.
"La vita in Cristo" è il titolo della sezione che il Catechismo della Chiesa Cattolica dedica alla vita morale del cristiano ed è la fonte alla quale l'autore attinge cento temi rispettando la successione logica e organica del testo. Il risultato è un'esposizione dell'insegnamento morale della Chiesa condotta in forma agile e vivace, senza pretese analitiche, documentarie o critiche. Puntando all'essenziale, essa si propone di favorire una lettura agevole e una comprensione aggiornata e immediata. Un vademecum per l'uomo di oggi - credente o no, praticante o meno - che s'interroga sulle questioni di vita morale e desidera conoscere il pensiero della Chiesa in merito.
Sotto il nome di Quaestiones de virtutibus rientra un gruppo di cinque quaestiones disputatele, nelle quali Tommaso affronta in maniera diretta e analitica il tema delle virtù, sia dal punto di vista filosofico sia da quello teologico. Composte nel periodo del secondo soggiorno parigino dell'Aquinate, tali questioni costituiscono un'opera matura, redatta parallelamente alla stesura delle sue grandi opere etiche, ovvero la Sententia Libri Ethicorum e la seconda parte della Summa Theologica, interamente dedicata allo studio della morale. Non particolarmente note né frequentate dalla critica, le Quaestiones de virtutibus rappresentano, pertanto, una delle chiavi per addentrarsi nell'affascinante e complesso impianto dell'etica tommasiana. Il particolare taglio prodotto dalla natura della quaestio, "monografica" di necessità, consente un affondo approfondito, ricco e dettagliato sul tema delle virtù isolato nella sua specificità. La presente traduzione di due di tali questioni, che riporta alla luce un testo così fondamentale e poco conosciuto, si inserisce nel contesto della riscoperta di Tommaso d'Aquino come uno degli autori di riferimento per la contemporanea etica delle virtù.
Il volume celebra i settant'anni del teologo morale redentorista Sabatino Majorano e i suoi oltre trent'anni di insegnamento e ricerca all'Accademia Alfonsiana. Attraverso dodici contributi, colleghi ed ex studenti, oggi in cattedra nelle Università statali, nelle Facoltà teologiche o in altri ambiti scolastici, rendono omaggio a una delle grandi figure della riflessione etica del post Concilio. Il testo è suddiviso in tre sezioni. La prima, intitolata "La 'viva memoria' dell'amore", indaga alcune prospettive bibliche e alfonsiane in ambito morale sviluppate da Majorano. La seconda affronta il tema della "Ricerca della verità morale" a partire dalla coscienza come percorso pastorale ed etico. La terza, infine, ha per titolo "Il dire morale oggi" e vaglia alcune piste di riflessione etiche per il tempo presente.
Il problema dell'origine del male, della scelta e della libertà del pensiero di Luigi Pareyson. Chi è il primo colpevole del male? Perchè il male morale e la sofferenza? Forse fa parte delal natura? Alle risposte seguono nuove domande ancora più intricate. Quanto più aumenta la luce sulla questione tanto più aumenta la complessità. Quando si cerca di tornare indietro per cercare il colpevole o il perchè dell'esistenza del male, scopriamo che è difficile se non impossibile farlo. Se i colpevoli del male morale sono l'uomo e il demoniaco (quest'ultimo sicuramente solo per chi crede) l'origine e la possibilità di esso trova invece spiegazione" solo se si arriva al Principio di tutto. Lì, in quel "Luogo Immemorabile", come lo chiama Luigi Pareyson, si è fatta una Scelta che, ancor prima della Libertà, Lì proprio in Dio, inteso come Luogo e ancor di più come Soggetto, si è prodotta un'ambiguità che può darci una certa intelligenza circa l'origine del male."