Attraverso un'ampia selezione di reperti, "Cina. Nascita di un Impero" racconta un millennio di storia e arte cinese, dalla dinastia Zhou (1045-221 a.C.) al Primo Impero (221 a.C.-23 d.C.), durante il quale si plasmò e consolidò un impero che ebbe continuità, con la sua raffinata cultura e la capillare struttura amministrativa, per oltre ventun secoli. Il periodo storico preso in esame, ovvero quello che va dall'ultima dinastia pre-imperiale dei Zhou (1045-221 a.C.) alle due dinastie imperiali dei Qin (221-206 a.C.) e degli Han Occidentali (206 a.C.-23 d.C.), fu caratterizzato dallo scontro tra culture diverse che, mirando all'egemonia, tendevano tanto a combattere le popolazioni vicine quanto ad assimilarne costumi e innovazioni, in un continuo processo di integrazione iniziato già in epoca neolitica. Curato da Lionello Lanciotti e Maurizio Scarpari e pubblicato in occasione della grande esposizione romana, il volume presenta una selezione di pezzi di grande raffinatezza e impatto, alcuni dei quali inediti, provenienti da quattordici musei cinesi.
C. W. Ceram si è proposto, in questo libro ormai divenuto un classico, "di mettere in luce il carattere appassionante, drammatico, profondamente umano" delle ricerche archeologiche. In sua compagnia assistiamo ai favolosi trionfi registrati nelle scoperte di civiltà scomparse, al seguito di archeologi, scavatori, ostinati studiosi come Schliemann o Thompson, di quanti hanno rivelato civiltà dimenticate di cinquemila anni or sono. Partendo dal primo teorico della nuova scienza, Winckelmann, e giungendo alle moderne esplorazioni americane nei territori dei Maya e degli Aztechi, Ceram traccia un'avventurosa storia dell'archeologia nei suoi principali teatri: il Mediterraneo, l'Egitto, la Mesopotamia, l'America.
Il panorama completo e aggiornato dei siti archeologici e delle raccolte museali d'Italia, in una trattazione organica e sistematica. Sulla base di fonti storiche autorevoli e degli esiti più aggiornati della ricerca, queste guide, articolate per aree geografiche e itinerari, raccontano le antiche civiltà che hanno abitato il nostro territorio e vi hanno lasciato traccia nell'intero arco della loro esistenza.
Il panorama completo e aggiornato dei siti archeologici e delle raccolte museali d'Italia, in una trattazione organica e sistematica. Sulla base di fonti storiche autorevoli e degli esiti più aggiornati della ricerca, queste guide, articolate per aree geografiche e itinerari, raccontano le antiche civiltà che hanno abitato il nostro territorio e vi hanno lasciato traccia nell'intero arco della loro esistenza.
L’arte di fondere campane, ancora oggi custodita da poche famiglie, ha origini antiche. La ricerca condotta da Elisabetta Neri si propone di mantenere la memoria di questa tradizione, nei suoi aspetti tecnici e socio-antropologici, tramite i nuovi dati forniti dall’archeologia.
L’interesse archeologico per il tema nasce negli anni Settanta, con i primi rinvenimenti di fornaci per campane e si rinnova negli anni Ottanta e Novanta, grazie ai numerosi scavi in edifici di culto che hanno restituito impianti produttivi, spesso di difficile interpretazione.
L’accurata rilettura dei trattati medievali e postmedievali e il riesame dei resti archeologici delle officine per la fusione di campane guidano a scoprire due tradizioni operative fissate nella scrittura a distanza di tempo, ma praticate fin dall’altomedioevo. L’esistenza di diverse tecniche antiche in un’arte così settoriale è probabilmente riconducibile al diverso retroterra etnogeografico e culturale in cui queste nascono e si sviluppano. Proprio per poter ricavare dai resti archeologici il riconoscimento della tecnica seguita e per favorire una registrazione degli indicatori viene proposto un modello di schedatura delle fornaci. I dati archeologici, infatti, se puntualmente raccolti, forniscono informazioni preziose sull’ambiente che ospitava l’attività e sugli attori di un processo che talvolta assumeva le sembianze di un rito allo stesso tempo religioso e sociale.
Elisabetta Neri (1979) è laureata in Lettere classiche, con una tesi in Archeologia Medievale, presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove frequenta la Scuola di Specializzazione in Archeologia e collabora con l’Istituto di Archeologia.
Ha studiato la produzione di campane nel medioevo e a questo tema ha dedicato interventi di scavo, relazioni a convegni e pubblicazioni.
L'archeologia orientale, dal Mediterraneo orientale all'Iran, è la disciplina che studia nella cultura materiale la nascita, la fioritura, la crisi delle prime civiltà urbane della storia umana: attraverso un itinerario tormentato per le continue interferenze politiche, anche oggi drammaticamente attuali, le grandi civiltà dell'Oriente antico sono risorte dall'oblio di secoli.
Il mito Ë un racconto sacro e esemplare che riferisce un avvenimento del tempo primordiale e che fornisce allíuomo un senso determinante per il suo comportamento.
Il presente lavoro, coordinato da Julien Ries, Ë una sintesi, riccamente illustrata e documentata, dei numerosissimi miti sulle origini dellíumanit‡, sulla condizione umana, sulla rigenerazione del tempo, sullíalternanza delle stagioni, sulle cerimonie di iniziazione, sulle catastrofi cosmiche e sul passato e il futuro dellíumanit‡.
A partire dallíarte rupestre fino ai miti studiati ancora nelle culture orali contemporanee, il volume, diretto ad un largo pubblico colto, vuole far comprendere e vedere, attraverso il ricco apparato iconografico, che dallíarte delle caverne ai nostri giorni i miti trasmettono, grazie al loro linguaggio simbolico, un messaggio veritiero concernente la condizione umana, il posto dellíuomo nellíuniverso e il mistero della vita e della morte.
Automi, orologi, armi tecnologiche, scenografie animate: i tratti distintivi dell'universo tecnologico moderno hanno radici antiche. I Greci avevano già inventato perfino la macchina a vapore. Un apparato del libro ricostruisce il percorso affascinante della tecnica antica: oggetti d'uso quotidiano come le stadere e i samovar, rarità come la Tazza farnese, l'astrolabio di Anticitera, l'organo idraulico ritrovato a Dion, modelli funzionanti di macchine e strumenti. Il volume è il catalogo della mostra di Napoli (Museo Archeologico Nazionale, 11 luglio 2005 - 9 gennaio 2006).
Completamente rivisto e aggiornato anche nel suo apparato iconografico, viene riproposto uno strumento pensato per lo studio dei fondamenti disciplinari dell'archeologia. Il volume illustra passo passo tutte le fasi dell'indagine archeologica e guida lo studente a cogliere tutte le problematiche metodologiche della disciplina.
In qualità di archeologo, specializzato in topografia romana, Carlo Pavia ha il compito di utilizzare tutte le fonti possibili per ricostruire l'aspetto di Roma antica: oltre alle fonti letterarie ha fatto spesso ricorso a quelle figurative. In questo libro in particolare spiega l'uso della fotografia stereoscopica in ambito archeologico: ripercorre la storia di questo peculiare tipo di fotografia, presenta le più importanti stereocamere, dall'epoca d'oro a oggi, infine presenta le diverse tecniche. Al libro è allegato uno stereoscopio da realizzare piegando un cartoncino e unendo le lenti che si trovano sulla copertina.