L'uso delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione e di internet nei processi di apprendimento comporta tre sfide per il sistema formativo. La prima è quella di fare il concetto e la pratica dell'apprendimento aperto e flessibile. La seconda riguarda il passaggio da un insegnamento basato sulle conoscenze curricolari a una didattica centrata sulla costruzione sociale delle 'competenze per la vita'. La terza consiste nel partecipare direttamente ai processi di produzione della cultura e non solo della sua trasmissione. Le innovazioni sollecitate dalle tecnologie possono operare cambiamenti nel sistema se gli insegnanti acquisiranno non solo abilità tecniche ma anche diverse competenze.
Gianluca Bocchi e Mauro Ceruti, fra i maggiori protagonisti del dibattito contemporaneo sul significato profondo delle rivoluzioni in atto nelle scienze biologiche e umane, e sulle loro conseguenze per la vita dell'uomo, offrono a tutti coloro che sono impegnati a vario titolo nei processi formativi, in particolare a insegnanti e studenti, una chiave per pensare la riforma della scuola nella nuova prospettiva creata dal fenomeno della globalizzazione.
Ai nuovi genitori spettano compiti difficili e apparentemente contraddittori: sintonizzarsi coi loro figli e le loro figlie senza per questo diventare infantili; rimuovere i detriti lasciati da vecchi e arcaici modelli educativi senza per questo rinunciare alla propria storia e alle proprie radici; liberare i figli dai disagi e dalle costrizioni inutili senza per questo volerli a tutti i costi preservare dalla naturale sofferenza che la vita e la crescita comportano. Nel mezzo di una profonda rivoluzione pedagogica queste difficoltà appaiono un necessario prezzo da pagare per approdare a un nuovo modo di intendere l'essere padri e madri.
La rappresentazione simbolica dell'infanzia diffusa dai mezzi di comunicazione ripete lo stesso inquietante messaggio: da una parte la società adulta cura amorevolmente il bambino, ne soddisfa i bisogni, dall'altra lo brutalizza, lo offende nei suoi diritti fondamentali. Quando l'intimità dell'infanzia viene negata, il senso di appartenenza ad un contesto umano, affettivo e culturale è compromesso e, in una società in cui il pubblico invade il privato, i bambini rischiano di diventare vittime passive di una cultura seduttiva che li fa consumatori di prodotti preconfezionati da adulti interessati e distratti: nel rumore del nostro tempo, occorre riscoprire la sensibilità, il godimento del gioco proprie dell'infanzia.