I mass media aumentano sempre più la loro rilevanza per conoscere ed interpretare la realtà, sollecitando in modo spesso ammaliante il coinvolgimento di tutti, per cui è necessaria un'adeguata preparazione che consenta di saper leggere, decodificare e valutare un'informazione web, un testo giornalistico, una proposta cinematografica, teatrale, radiofonica, televisiva. Famiglia, scuola, politica, comunità civile ed ecclesiale sono chiamate, pertanto, ad allearsi nel sostenere innanzi tutto un'antropologia rispettosa della dignità umana e capace di coniugare l'efficacia e l'estetica con l'etica: non si tratta solo di acquisire i codici semantici e l'abilità di 'smontare' criticamente le attività di social, giornali, televisione, radio, teatro e cinema, ma soprattutto di promuovere una concezione dignitosa dell'uomo, inserendosi proficuamente nella civiltà virtuale con le nuove tecnologie.
Come mai i linguaggi digitali hanno un così grande appeal nei giovani? È solo per i contenuti, per le opportunità che offrono? Non è forse la struttura stessa della comunicazione che vi si realizza a essere efficace? E tale struttura ha qualche cosa da dire all'azione pastorale?La questione da tempo interroga la missione evangelizzatrice della Chiesa. La situazione non è mutata nel tempo della pandemia, anzi le pratiche digitali sono state protagoniste in tutti i campi, con un notevole incremento per quanto riguarda i servizi religiosi.Il laboratorio teologico-pastorale da cui è nato questo libro rappresenta il tentativo di approfondire alcune dinamiche di fondo della comunicazione multimediale, per parlare di fede nello spazio digitale in modo adeguato a essere compreso dai giovani.
Il volume offre un’introduzione agli studi sulla comunicazione, in una prospettiva innovativa che tiene insieme l’analisi dei meccanismi fondamentali della comunicazione e le sue trasformazioni indotte dal digitale e dal web.
La trattazione fa ampio uso di esempi, dalle analisi dei quali i concetti vengono dedotti e illustrati.
Materiali didattici disponibili a breve sul nostro sito.
La rivoluzione digitale ha sconvolto i tradizionali punti di riferimento, e il pluriverso dell’infosfera sfida su più fronti la riflessione credente: come pensare l’impatto del digitale sulla natura umana? Quale rapporto esiste tra lo sviluppo dei media e l’attuale fase del capitalismo? Quali margini di libertà restano all’iniziativa umana e quali vie può percorrere la comunità cristiana? Un breve itinerario per orientarsi nel tempo della complessità. Testo agile e contenuto; in quanto non accademico né specialistico, si offre alla lettura di chiunque sia interessato all’argomento. Un linguaggio piano e accessibile ricostruisce il quadro complessivo della problematica toccando tanto l’ambito antropologico che quello sociologico e teologico.
La retorica è l'arte di convincere. Ma l'esperienza mostra che il mero dominio di questa tecnica può rivelarsi addirittura dannoso per l'oratore, che corre il rischio di vedersi sospettato di manipolazione. La retorica è un paradosso: quanto più la dominiamo, tanto più ci si rivolta contro. È vero? Dal punto di vista tecnico, sì; ma, fortunatamente, la retorica è più profonda: per convincere qualcuno bisogna prima entrare in contatto con lui, non soltanto col suo intelletto, ma anche - e fondamentalmente - con le sue emozioni, che ne rafforzano la libera decisione. Ma siccome il ricevente ha la sua sensibilità e non si lascia ingannare tanto facilmente, è fondamentale che l'emittente esamini le proprie intenzioni comunicative: quanto più esse sono sincere e rispettose, tanta più fiducia indurrà e, di conseguenza, tanto più efficace sarà la comunicazione. Nel presente libro si studia una retorica dei valori con un fondamento ecologico, basato sulla responsabilità e sulla solidarietà, in cui occupa un ruolo centrale la riflessione sulla qualità umana del relatore, perché soltanto una persona convincente saprà convincere con efficacia.
Le nostre vite sono fatte di relazioni con gli altri: in famiglia, al lavoro, al bar, in palestra. E quindi essenziale comunicare bene con chi ci sta attorno per capire e farsi capire. Ma come migliorare la qualità dei nostri rapporti con gli altri? Quali sono le trappole e i segreti della comunicazione nella vita di ogni giorno? Esistono delle ricette per instaurare dei buoni rapporti umani? Giuseppe Falco risponde a questi interrogativi e fornisce degli strumenti semplici e immediatamente applicabili nella vita quotidiana per migliorare la qualità delle relazioni.
La comunicazione è un'arte che assume anche le caratteristiche dell'artigianato. Non bastano il guizzo del genio o il talento per veicolare messaggi ed entrare in relazione. Occorrono la pazienza del cesello, la cura e la precisione dell'artigiano per smussare e limare, plasmare e incollare, modellare e rimontare. Nel suo Messaggio per la 48° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, papa Francesco cita la celebre parabola del buon samaritano: Chi comunica si fa prossimo. E il buon samaritano non solo si fa prossimo, ma si fa carico di quell'uomo che vede mezzo morto sul ciglio della strada. Gesù inverte la prospettiva: non si tratta di riconoscere l'altro come un mio simile, ma della mia capacità di farmi simile all'altro. Comunicare significa quindi prendere consapevolezza di essere umani, figli di Dio. Mi piace definire questo potere della comunicazione come "prossimità".
Le nuove tecnologie, la rivoluzione digitale, l'intelligenza artificiale hanno portato grandi cambiamenti, riducendo la penosità del lavoro, ma alimentando anche nuove e più sofisticate forme di discriminazione tra lavoratori. Di fronte a ciò, la dignità del lavoro e il rispetto dei diritti dei lavoratori richiedono nuovi strumenti di tutela. Anche la Chiesa, coerente con la sua dottrina sociale, sollecita gli imprenditori a fare impresa in modo etico.
Domenico Marino, economista, insegna Politica economica all'Universita Mediterranea di Reggio Calabria, dove dirige il Centro Studi per le Politiche economiche e territoriali.
E' stato consulente della Presidenza del Consiglio per il lavoro sommerso e ha fatto parte della task force per le applicazioni dell'intelligenza artificiale alla P.A. dell'AGID.
Dal 2016 è presidente dell'Organismo indipendente di valutazione del Consiglio regionale della Calabria.
Tommaso Marino, docente di Matematica e Fisica al liceo scientifico, è autore di testi di informatica per la scuola secondaria di secondo grado. In collaborazione con l'Università degli studi di Torino, si occupa di Didattica della fisica e di divulgazione scientifica. Ha ricoperto il ruolo di Presidente dell’Azione Cattolica di Torino e, dal 1997, è segretario nazionale del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica.
Se ogni identità è data e realizzata dalla qualità e dalla quantità di relazioni diventa evidente che i fattori della comunicazione, veicolati dai nuovi media e dalle relazioni che questi intessono, rappresentano un elemento fondante e determinante per la costruzione identitaria personale e sociale. Il volume intende analizzare, in una prima parte, le caratteristiche di queste tecnologie e le loro applicazioni nella quotidianità. Di fronte all'homo digitalis, assistiamo ad una trasformazione non solo tecnologica, ma anche culturale, psicologica e perfino filosofica. Cresce il rischio di subordinare la nostra identità al consenso "social": esistiamo solo nella misura in cui mostriamo la nostra privacy sulle piattaforme di condivisione. Esistiamo se condividiamo? Sì, ma è vera condivisione? Il volume, poi, propone una parte finale dove indagare la produzione e le conservazioni di immagini e ricordi in un mondo digitale, tanto più sapendo che a governare e gestire la nostra vita e quella della società ci sono gli algoritmi, padroni incontrastati della nostra privacy, capaci anche di anticipare i nostri desideri, perché ci conoscono più e meglio di quanto noi pensiamo e immaginiamo. Una volta indagato, con competenza e senza sconti, la costruzione identitaria ai tempi dei social media, l'autore è convinto che occorra ribadire con forza l'hic et nunc, il qui e ora, l'unicità della nostra identità primaria, contro ogni facile individualismo o nazionalismo, etnicismo, o una qualsiasi altra comoda etichetta identitaria, ma anche contro la sempre più forte tentazione di esistere grazie alla certificazione di un consenso misurato su like e follower.
La cultura e il pensiero di Internet come insegnamento teologico: prospettiva esperienziale. Rispetto alle consolidate discipline strutturanti il ciclo di studi teologici, il digitale ha una storia molto recente, ma i suoi effetti incisivi sono visibili a tutti e ciascuno ne avverte effetti e difetti. Le conseguenze che derivano dalla pervasività del digitale nella persona non solo sono evidenti, ma richiedono di essere prese in carico non tanto come una problematica da risolvere, ma come una inedita teologia che si sta strutturando nell’abitare la Rete di Internet 7/24 e nelle relazioni che in essa maturano. La teologia è il luogo per abitare il digitale come possibilità necessaria per evitare che la stessa teologia finisca per parlare solo a se stessa. Una teologia digitale che accompagni le mutazioni e le sappia valorizzare.
Breve saggio che ripercorre la storia del giornalismo e analizza l'importanza, oggi, del "dare forma" alle informazioni, senza cadere nella manipolazione.
Una riflessione sulla nostra società e sulla nostra cultura digitale cercando di non stare in superficie, ma di andare, in un certo senso, dietro le quinte di ciò che appare, per comprendere i meccanismi soggiacenti a molti fenomeni quotidiani legati al mondo digitale. Le tecnologie digitali della comunicazione sono uno spazio privilegiato di espressione e in un certo senso ci restituiscono ciò che siamo in termini di umanità e società. In questo senso l’educazione non si può risolvere in una mera educazione al giusto uso della tecnologia, quanto piuttosto deve aiutare a una visione più ampia della società, a una presa di coscienza critica, e anche una capacità politica per pensare un modello sociale ed economico che eviti la crescente disparità tra un mondo di pochi ricchi e di molti poveri.
Fabio Pasqualetti, docente ordinario di Teorie sociali della comunicazione della Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale dell’Università Pontificia Salesiana. Attualmente copre la carica di decano della Facoltà. Tra le sue ultime pubblicazioni: Pietro Barcellona. Narratore critico della modernità e custode dell’umano, Roma, LAS, 2020; Dall’intelligenza umana “artificiale” a quella dei computer. Alcune riflessioni critiche, in «Form@re Opern Journal per la comunicazione in rete», Vol 20, No 3 (2020); Il Direttorio per la Catechesi 2020 e la cultura digitale. Una lettura critica dei nn. 359 – 372, in «Salesianum», LXXXII, n.4, October-December, Roma, LAS, 2020.