La Fraternità di Spello è una delle comunità dei Piccoli Fratelli del Vangelo che nella Chiesa sono chiamati a vivere la spiritualità di Charles de Foucauld. Le meditazioni proposte nel libro offrono spunti di riflessione per nutrire il cammino di ogni persona credente, non necessariamente cristiana. Charles de Foucauld fu profondamente colpito dal comportamento di Gesù nel momento della Passione, dal suo abbandono fiducioso nelle mani del Padre. Dove l'abbandono non è un atteggiamento passivo ma un compiere la volontà del Padre: riconoscersi fratelli, combattere ogni forma di esclusione e di ingiustizia, confortare le persone sole... Dall'esempio di Gesù, venuto per "amorizzare" il mondo, traiamo nuova linfa vitale per vivere nel nostro tempo, per affrontare le sfide del presente (immigrazione, povertà...) e le difficoltà quotidiane, vivendo l'abbandono come un lavarsi,un ritrovarsi leggeri, un riposare tranquilli nella tenerezza di Dio. Come afferma padre Arturo Paoli: "Non è sempre gioia, sempre felicità, ma anche nell'oscurità sentite che questo amore di Dio vi accompagna, vi dà il senso del vivere, vi fa capire che cosa dovete fare nella vostra vita".
Una raccolta di commenti al libro di Isaia dei Padri della Chiesa che spaziano dal I all'VIII secolo d.C.
Pensiero giudaico ellenistico è un’espressione priva di confini ben definiti. Comprende la filosofia, ma si estende anche ad ambiti teorici compresi in opere di carattere letterario, scritti religiosi, apologetici o parenetici. Il termine stesso filosofia rinvia alle sue origini greche; in senso stretto, però, in periodo ellenistico, di filosofia ebraica si può parlare solamente a proposito di Filone di Alessandria, forse di Aristobulo, di quegli autori che sistematicamente hanno utilizzato categorie filosofiche per la loro elaborazione, in un dialogo serrato con platonismo, aristotelismo, stoicismo, epicureismo e altri indirizzi teorici. Autori che, non solamente scrivono in greco e sono formati alla cultura greca, ma a questa attingono come ambito categoriale di interpretazione della realtà e delle Scritture. Autori per i quali, parallelamente, la Torah costituisce punto di partenza ineludibile, testo di autorità, espressione della tradizione e dell’identità. In particolare Filone, vero e proprio iniziatore di un modo di fare filosofia, coniuga interpretazione della Bibbia e lettura del pensiero greco. Difficilmente definibili sono opere quali Il libro della Sapienza o Giuseppe e Aseneth o anche La Lettera di Aristea: se non possono essere dette filosofiche fanno parte, però, della storia del pensiero. Anche da un punto di vista geografico l’ambiente di provenienza è differenziato: il fulcro della produzione è Alessandria d’Egitto, ma il referente ideale costante è Gerusalemme, il polo cui guarda la diaspora, il luogo in cui ha sede il Tempio, il faro cui tutti gli ebrei si rivolgono.
In quest’ottica il termine stesso «ellenismo» ha più volti: se da un lato indica un periodo storico (il tempo che va dal regno di Alessandro Magno alla battaglia di Azio nel 31 a.C.), dall’altro significa una forma culturale e politica nuova, l’incontro tra popoli, conoscenze, culture differenti. È nella pluralità dei significati, e nell’evolversi dei concetti fra mondo greco e pensiero ebraico che si muove, pionieristicamente, questa storia.
COMMENTO: La prima storia del pensiero giudaico ellenistico, dai libri biblici fino a Filone di Alessandria, scritta da una delle maggiori studiose di filosofia antica.
FRANCESCA CALABI è docente di Storia della Filosofia tardo antica all’Università di Pavia. Tra le sue pubblicazioni: God’s Acting. Tradition and Philosophy in Philo of Alexandria; Lingua e legge di Dio: interpretazione e politica in Filone alessandrino. Ha tradotto opere di Filone di Alessandria, di Flavio Giuseppe e la Lettera di Aristea a Filocrate.
Scritto in forma di dialogo intorno al 387 d.C. a Cassiciaco, il De ordine segna l'inizio della riflessione dell'Ipponate sul problema del male. Il classico dilemma - può Dio essere insieme buono e onnipotente, nonostante il male? Quale il posto del male nel mondo? - viene prontamente messo da parte e si sottolinea l'incapacità dell'uomo ad afferrare l'ordine divino nella sua totalità. Solo distaccandosi dalla conoscenza delle cose materiali è possibile comprendere la vera bellezza dell'universo. La raccolta è preceduta da un'ampia introduzione.
Il terzo volume dell’Opera Omnia del primo Patriarca di Venezia, San Lorenzo Giustiniani.
Questo volume rappresenta il vertice della produzione mistica del Santo.
In quest’opera, l’essenza della sua personale esperienza di preghiera contemplativa, nel silenzio della vita monastica, mentre vi confluisce la ricchezza del vissuto monastico, fecondo di aspirazioni e spinte riformatrici.
L’opera si articola in venticinque capitoli preceduti da una breve introduzione, e si sviluppa intorno ad alcuni temi dominanti e ricorrenti, strutturandosi soprattutto sulla tensione tra l’assoluta perfezione di Dio e la miseria dell’uomo.
Edizione prestigiosa cartonata con scritte in oro.
Il libro è una monografia rigorosa e originale dedicata alla spiritualità di Santa Caterina da Siena. Il volume, corredato da un ricchissimo apparato di note e di richiami bibliografici in tre lingue, è un'utilissima introduzione al pensiero della Santa. Presentazione del Card. Carlo Caffarra.
Analizzando i comportamenti sessuali nell'area dell'antico Mediterraneo e del Vicino Oriente, e attraversando le grandi elaborazioni teoriche, tra gli altri, di Tertulliano, Valentino, Clemente Alessandrino, Origene, Costantino, i Padri del deserto, Gerolamo, Ambrogio e Agostino, Peter Brown traccia un quadro illuminante e suggestivo delle pratiche dell'astinenza perpetua, del celibato e della castità quali elementi fondamentali di affermazione della religione cristiana e decisivo motore di trasformazione dei rapporti tra uomini e donne.
Nell'ampia introduzione che accompagna la riedizione del volume a distanza di vent'anni dalla prima uscita, Peter Brown ricostruisce e discute le reazioni suscitate sulla comunità degli storici, degli storici del pensiero religioso e dei filosofi da un libro divenuto un classico della ricerca contemporanea.
La tradizione apostolica è l'opera di Ippolito di Roma che ha suscitato maggior interesse. Con la Didachè è la più importante e antica delle costituzioni della Chiesa dei primi secoli. Le prime due parti svolgono in modo unitario il tema della gerarchia ecclesiastica (scelta, ordinazione, funzione) e quello della iniziazione cristiana. La terza - riservata alle norme di vita cristiana - tocca vari argomenti senza giungere a una trattazione organica e completa, fatta eccezione forse per la preghiera quotidiana
Un trattato di edificazione spirituale dedicato alla giovane e pia Sancha Carrillo; in particolare, una meditazione sui versetti 11 e 12 del salmo 45: «Ascolta, figlia, guarda, porgi l’orecchio, dimentica il tuo popolo e la casa di tuo padre; al re piacerà la tua bellezza. Egli è il tuo Signore, prostrati a lui».
Oggetto di una traduzione accurata e rispettosa della sintassi cinquecentesca, ma smussata dalle ridondanze che ostacolerebbero il lettore moderno, questa edizione mantiene una spiccata fedeltà lessicale e conserva l’impronta di un’operazione scientifica destinata a un pubblico capace di cogliere l’afflato lirico della meditazione della passione, l’insistenza sull’amore di Dio e del prossimo, il bisogno di far vivere Cristo in noi.
destinatari
Religiosi, studenti, ricercatori.
l’autore
San Giovanni D’Ávila – nato ad Almodóvar del Campo il 6 gennaio 1499 (o 1500), morto a Montilla 1569 – è una delle grandi figure del cosiddetto «Secolo d’Oro» della Spagna. Ordinato sacerdote nel 1526, distribuì i suoi beni ai poveri e dedicò tutta la sua vita al ministero della predicazione e della carità. La radicalità della sua vita e del suo insegnamento gli procurò un processo da parte dell’Inquisizione, da cui uscì assolto, dopo un anno di prigione. Compose diverse opere: l’Audi, Filia, i Sermoni, i Trattati, i Memoriali per il Concilio di Trento, le Advertencias para el Concilio de Toledo. Fu canonizzato da PaoloVI il 31 maggio 1970.Attualmente a Roma, presso la Santa Sede, è in corso il processo per conferirgli il titolo di «dottore» della Chiesa universale.
Come Gesù divenne Dio con il suo titolo mira volutamente ad attirare l'attenzione, ma non intende offendere nessuno. Esprime un doppio senso che coglie due momenti salienti: la straordinarietà della venerazione molto precoce e nei termini più esaltati di Gesù di Nazaret nel movimento religioso a lui devoto, quello che ora chiamiamo «cristianesimo», e il fatto che i primi cristiani giunsero a considerare Gesù divino e a venerarlo in quanto tale. In quali termini storici Gesù è stato considerato divino ed è stato trattato come dio nelle prime cerchie cristiane? Lo studio di Larry Hurtado mostra come vi siano chiari indizi che la considerazione in cui fin da tempi remoti fu tenuto Gesù venne considerata equivalente a un «culto», e come ciò abbia suscitato lo sdegno e l'ostilità dei giudei correligionari dei primi cristiani. Una grande innovazione di questo tipo può trovare spiegazione in potenti esperienze religiose, che a coloro che le vissero si presentarono con la forza di nuove rivelazioni, ed è in simili esperienze religiose che si deve vedere un fattore primario dell'esplosione della venerazione di Gesù nel cristianesimo più antico.
Descrizione dell'opera
Pubblicato postumo e incompleto, il piccolo Trattato sul sacerdozio offre un profilo di prima mano del modello tridentino di sacerdote. Pur risentendo del linguaggio e della temperie culturale in cui è stato pensato e scritto, nella misura in cui si abbevera alla fonte biblica e ai Padri (abbondano le citazioni di Agostino, Ambrogio, Crisostomo, Gregorio Magno) riesce a trasmettere una visione spirituale intensa, a consegnare una parola di verità e uno stimolo serio al fine di ripensare la vita del prete anche oggi.
Il Maestro d'Avila nel Trattato non si limita a disegnare un ritratto ideale del prete ma, in risposta alle attese riformistiche che avevano trovato eco autorevole al concilio di Trento, si premura di dare indicazioni concrete per la formazione e la vita dei ministri. Innanzitutto - ed è questo il messaggio di fondo del libretto - il sacerdote è configurato a Cristo non solo quando amministra i sacramenti, ma attraverso l'intera sua esistenza. Il prete è sempre offerta gradita a Dio: quando svolge funzioni ministeriali e anche quando soffre, spera, gioisce, si ammala. Una tale dimensione esistenziale totalizzante, che senza l'aiuto della grazia non è immaginabile sostenere, deve essere quindi costantemente alimentata da quella grazia che si ricava da una intensa vita di preghiera, dallo studio delle Scritture e da una pratica della virtù dell'umiltà che comprende la povertà e la fuga da ogni carrierismo.
Sommario
Introduzione al "Trattato" (G. Forlai). Introduzione. I. Ragione d'essere del sacerdote ministro. II. Orazione, ministero sacerdotale. III. Sacrificio, farsi vittima con Cristo sacerdote. IV. Rinnovazione sacerdotale. V. I sacerdoti in cura d'anime. VI. I confessori. VII. I predicatori.
Note sull'autore
Giovanni d'Avila (1499-1569), semplicemente chiamato Maestro d'Avila, canonizzato da Paolo VI il 31 maggio 1970, fu il "Giovanni Battista" del siglo de oro spagnolo: formatore di preti e di laici, si dedicò alla predicazione e alla formazione delle coscienze, indicò senza mettersi in vista, formò senza la pretesa di proporsi come modello. Con la sua predicazione convertì Giovanni di Dio e Francesco Borgia, con il suo discernimento consigliò Teresa d'Avila, con la sua fraternità sostenne Ignazio di Loyola.