La grammatica non è una monarchia assoluta ma una confederazione di territori diversi, retti ciascuno da una costituzione propria. In alcune zone, la grammatica ci impone regole non negoziabili; in altri, ci offre vasti repertori di opzioni all'in - terno dei quali siamo liberi di fare scelte consapevoli. La struttura dei suoni, delle sillabe e delle parole risponde a regole rigide; all'estremo opposto, un testo è il risultato delle scelte del suo autore. Nella frase, che è il punto di arrivo della costruzione di strutture e il punto di partenza dell'avventura comunicativa, i due modi di funzionare si danno il cambio. Ogni frase contiene un nucleo di relazioni grammaticali formali indipendenti dai contenuti organizzati, circondato da strati di espressioni al servizio di relazioni concettuali indipendenti che motivano la loro struttura. Le regole e le scelte analizza le risorse grammaticali dell'italiano alla luce degli sviluppi della ricerca linguistica di punta, utilizzando strumenti concettuali e descrittivi differenziati per strutture differenziate. In due punti l'impianto della grammatica si discosta dallo schema tradizionale. La morfologia è spostata alla fine del volume, nella convinzione che lo studio delle classi di parole non possa che essere un bilancio del loro funzionamento nella frase e nel testo. L'analisi delle relazioni tra processi come la causa e la concessione, tradizionalmente confinata all'analisi del periodo, include le strategie testuali. In questo modo, la descrizione delle strutture portanti del testo non è un capitolo separato ma trova il suo posto nell'architettura della grammatica. Una grammatica che non si limita a esporre regole e strutture, ma si propone di promuovere nel lettore la consapevolezza delle risorse della lingua e del ruolo attivo del parlante.
Leo, tredici anni e un ciuffo ribelle, ha una cotta per Chiara, una Beatrice 2.0 che miete cuori sui social, prende ottimi voti e ha messo gli occhi su Federico lo Strafico, mentre Leo ha la brutta fama del ripetente, pessimi voti e un unico amico. Viola è una nuova compagna di classe: veste di nero e cambia spesso colore di capelli, mette a disagio tutti con le sue domande impertinenti e colleziona più note di Leo. Quando iniziano a collaborare per un progetto scolastico, Leo scopre che la nuova arrivata è simpatica e carina, ma pochi giorni più tardi Viola sparisce da scuola. Sui social circola una fotografia imbarazzante della ragazza, e un suo profilo nuovo, dove non risparmia insulti e offese ai compagni. Cos'è successo? Chi è veramente Viola? È da lei che viene quell'odio oppure c'è dietro qualcos'altro? Leo farà di tutto per avere le risposte, e scoprirà qualcosa di impensabile. Età di lettura: da 11 anni.
Sommario
3 Editoriale Lorenzo Bertocchi
6 In bacheca
7 Timonieri
8 Chiesa Matteo Matzuzzi
9 Mondo Benedetta Frigerio
10 «Curare le persone e non i bilanci» AA. VV. Abstract
18 Tornare al reale per ripartire Marco Respinti Abstract
21 Quando il trono fa pace con l’altare Andrea Zambrano Abstract
24 Mogli cattoliche 2.0 Giuseppe Signorin
26 Kattolico Rino Cammilleri
41 Una bolognese a Nashville Ermes Dovico
44 Smart working con Maria Costanza Miriano Abstract
46 La luce oltre la luce Sara Magister
49 La resistenza ucraina Luisella Scrosati
52 Matita Blu Mario A. Iannaccone
54 Parole proibite Andrea Zambrano
55 Filosofando Giacomo Samek Lodovici
58 Miracoli Saverio Gaeta
60 La riscoperta del sacro Andrea Zambrano
61 Schermi Cassandra Albani
62 La rosa del Timone Tommaso Scandroglio
63 Catt woman Raffaella Frullone
64 Biblioteca Vincenzo Sansonetti
65 Don Camillo sul crinale Lorenzo Bertocchi
Il tempo del nostro giudizio
01.05.2020
È stato un momento epocale, di quelli che entrano dritti nella memoria per non uscirne più. La piazza vuota, il buio che cala. La pioggia, via via più forte. E un uomo vestito di bianco che, davanti al Crocifisso, invoca Dio usando le parole dei discepoli: «Maestro, non t’importa che siamo perduti?». Non ti importa di me, di noi? Scene simili a quelle che avremmo visto pochi giorni dopo, in una Settimana Santa altrettanto inedita: la Messa in Coena Domini, la Via Crucis, la Pasqua… Tutti ridotti all’essenziale. Il Papa, pochi altri. E la presenza di Cristo.
Ma in quella preghiera di fine marzo, nel grido di Francesco in una piazza per la prima volta deserta, si è aperta anche una strada. Preziosissima, per chi sta provando a seguirla. Perché, come ha detto il Papa, questa situazione mai vista, capace di «smascherare la nostra vulnerabilità», di ribaltare le «false e superflue sicurezze con cui abbiamo costruito le nostre agende», di farci toccare con mano quanto abbiamo bisogno di Cristo Risorto, non è una condanna, uno squarcio di nulla entrato di colpo nelle nostre vite. È un’occasione, grande.
È «il tempo del nostro giudizio». Non «del tuo giudizio», ha insistito Francesco rivolgendosi a Dio con audacia, ma «del nostro giudizio: il tempo di scegliere che cosa conta e che cosa passa, di separare ciò che è necessario da ciò che non lo è». Il tempo della conversione. Dove a questa parola non corrisponde più nulla di moralistico, come se si trattasse di uno sforzo etico: ci viene chiesto uno sguardo. A chi guardare, cosa cercare. È un passo di conoscenza.
Lo hanno detto molti altri in tanti modi, nelle settimane successive, e anche nelle prossime pagine ne troverete degli esempi. Se questa emergenza così drammatica trascorresse senza una nostra presa di coscienza, senza scoprire qualcosa di più profondo di noi e della realtà, sarebbe una sciagura che si aggiunge al peso insopportabile della morte di tanti, del dolore, della paura. Anzi, di più: metterebbe un’altra pietra davanti al sepolcro della nostra umanità. Perché ci lascerebbe smarriti e vuoti, più di prima.
E invece questo «tempo vertiginoso» può essere altro. Può diventare l’occasione per un «risveglio dell’umano», come dice il titolo del libro uscito proprio mentre mandiamo in stampa Tracce. È un’intervista a Julián Carrón, il presidente della Fraternità di CL. Facendo i conti fino in fondo con «l’irruzione potente della realtà», che «ha fatto riemergere in tutta la sua portata quell’esigenza di capire che chiamiamo “ragione”», affronta le domande che ci stiamo ponendo tutti, senza sconti e scorciatoie. Perché è quasi inevitabile che affiorino, ma è una scelta nostra prenderle sul serio.
Così quel libro, in qualche modo, accompagna il tentativo che facciamo anche noi. Nelle pagine che state sfogliando troverete riflessioni, fatti e testimonianze che aiutino a fare dei passi, a sfruttare la circostanza unica che stiamo vivendo, a renderci conto di più di chi siamo e di cosa ha bisogno la nostra vita. Dell’essenziale.
Cinquecento anni fa, in Italia, ci fu una esplosione di creatività che cambiò il mondo nel nome della bellezza. Il suo profeta fu Raffaello, ritenuto dai suoi contemporanei un nuovo Cristo. In questo romanzo, attraverso la voce di Margherita Luti, la celebre "Fornarina", gli ultimi cinque anni di vita e la storia d'amore del grande pittore urbinate vengono raccontati come non era mai stato fatto prima, e ci vengono restituiti il suo ideale di bellezza e la sua figura artistica. Bellezza e amore nel Rinascimento sono assai più vicini all'idea che se ne ha oggi. Sesso e potere sono il motore della Roma di papa Leone X nella quale Raffaello è il principe dei pittori, amato da tutti e amante di tutte. Nella dolce vita della Roma del 1515-1520 ritroviamo molte storie di oggi, come quelle della divisione tra popolo ed élite, del rapporto tra sesso e potere, del #metoo, delle feste galanti, delle morti misteriose e delle nuove cortigiane. Ma la leggenda dell'amoroso Raffaello e della Fornarina testimonia la forza e il potere dell'amore e rivela chi è nascosto dietro ai volti delle Madonne dipinte dal pittore. La popolana Fornarina racconta la vita quotidiana del Rinascimento a fianco del grande pittore.
Lo sai che le coccole hanno poteri magici? Soprattutto se sono fatte a ritmo di musica. Scopri com'è bello passare del tempo con la mamma, leggendo una storia e cantando insieme una canzone tutta vostra. Età di lettura: da 3 anni.
«Può il costo di un farmaco aumentare da un giorno all'altro, senza nessuna ragione, del 1540 per cento? Perché il prezzo a cui lo Stato compra pillole e flaconi è più segreto del segreto di Fátima? È vero che ci sono in commercio 105 medicine più dannose che utili? È normale che l'Agenzia europea per il farmaco sia finanziata all'84 per cento dalle aziende che dovrebbe controllare? È giusto che Big Pharma versi ai medici 550 milioni di euro l'anno, cioè un milione e mezzo al giorno, cioè 1000 euro al minuto? È ammissibile che prendano soldi anche i medici che scrivono le linee guida per conto dello Stato? E anche le Asl e l'Istituto superiore di Sanità? È vero che l'eccesso di antibiotici uccide una persona ogni ora? È legittimo che i dati dei malati siano venduti alle multinazionali? C'è una grande partita che si sta giocando lontano dagli occhi di tutti. E si gioca sulla nostra pelle. Quello della salute, infatti, sarà il vero business dei prossimi anni, sul quale stanno puntando i colossi economici, la finanza, i giganti di internet, le assicurazioni. Il nostro Servizio sanitario è ancora un orgoglio nazionale, ma viene progressivamente e sistematicamente svuotato: in vent'anni sono stati sottratti 37 miliardi di euro. E c'è qualcuno che su questo declino ci guadagna. Viviamo uno strano paradosso. La medicina fa ogni giorno passi da gigante: ci sono sempre più possibilità di curarsi, ma sempre meno persone che possono curarsi. Si producono farmaci da 2 milioni di dollari, ma 6 milioni di italiani non hanno accesso nemmeno alle cure essenziali. L'Organizzazione mondiale della Sanità certifica che ogni anno 100 milioni di malati cadono in povertà a causa del prezzo delle medicine. È uno scenario tragico. E quanto mai vicino. Eppure nessuno ne parla. È vero: quando scoppiano le emergenze, come quella del coronavirus, di sanità si parla moltissimo. Tutti si improvvisano virologi ed esperti di contagi. Ma in realtà non c'è materia che sia così inesplorata come quella della salute. Ed è strano: la salute prima di tutto, diciamo sempre. Eppure, di chi la governa davvero sappiamo pochissimo. Quali sono i meccanismi? Chi se ne approfitta? "Sciacalli" è un viaggio che nessuno aveva osato prima dentro questo mondo: perché non possiamo lasciare che sia il circolo ristretto della Salute Spa a decidere quando tagliare i fili delle nostre esistenze, senza nemmeno avvertirci di quel che sta succedendo. In molti mi hanno sconsigliato di scriverlo. Ma ciò mi ha convinto ancora di più che questo libro era indispensabile. Per rivelare dati sconosciuti, numeri segreti, scandali misteriosamente occultati. Ed episodi inediti. Come quello accaduto nell'ufficio di un sottosegretario alla salute, a cui le aziende farmaceutiche hanno fatto una proposta indecente da 20 milioni di euro. Cominceremo da lì.» (Mario Giordano)
L'epidemia di Covid-19 si candida a essere l'emergenza sanitaria più importante della nostra epoca. Ci svela la complessità del mondo che abitiamo, delle sue logiche sociali, politiche, economiche, interpersonali e psichiche. Ciò che stiamo attraversando ha un carattere sovraidentitario e sovraculturale. Richiede uno sforzo di fantasia che in un regime normale non siamo abituati a compiere: vederci inestricabilmente connessi gli uni agli altri e tenere in conto la loro presenza nelle nostre scelte individuali. Nel contagio siamo un organismo unico, una comunità che comprende l'interezza degli esseri umani. Nel contagio la mancanza di solidarietà è prima di tutto un difetto d'immaginazione.
Mamme pasticcione, mamme perfettine, mamme apprensive, mamme avventurose, mamme casalinghe, mamme in carriera. Ma soprattutto mamme pronte a scherzare con i propri bambini e a coccolarli moltissimo. Un libro sul legame più importante. Età di lettura: da 3 anni.
In un'epoca in cui le donne non avevano voce Maria Antonia di San Giuseppe, Mama Antula, decise di non obbedire alle regole familiari e sociali dell'Argentina coloniale, trasgredì gli ordini delle massime autorità per mantenere viva l'opera dei padri gesuiti, espulsi violentemente dai territori del Sud America. In questa esaustiva e coinvolgente biografia le autrici raccontano, con rigore storico, la vita di una donna laica e intrepida che camminò scalza per 4000 km iniziando il suo viaggio dal nord del paese. Maria Antonia la più ribelle delle sante, la prima e unica santa Argentina.
Nei primi mesi dell'occupazione di Roma, dall'armistizio dell'8 settembre 1943 al drammatico omicidio di massa delle Fosse Ardeatine, si sono intrecciate le vicende di tanti uomini e tante donne che hanno dovuto affrontare uno dei momenti più dolorosi della Storia del nostro Paese. Irene Salvatori racconta la Resistenza come una pluralità di voci: militari, civili, gente comune. Nel narrare della Roma occupata, si sofferma sulla figura del maresciallo dei Carabinieri Francesco Pepicelli che, insieme ad altre 334 persone, venne ucciso nel massacro delle Fosse Ardeatine e insignito della Medaglia d'Oro al Valor Militare alla Memoria. La testimonianza del maresciallo, discreta ma presente, è affidata alle sue lettere e ai ricordi della famiglia ricomposti in chiave romanzata. Corredano il testo note e allegati in cui si possono leggere direttamente i documenti e le sentenze giuridiche dei protagonisti di quei mesi così terribili.