Posto che i vangeli sono stati scritti alcuni decenni dopo la sua morte, in che modo Gesù è stato ricordato in questo lasso di tempo? In quale misura, nella tradizione orale, i suoi insegnamenti, gli episodi della sua vita e i racconti della sua passione sono stati modificati e inventati? Unendo la conoscenza delle fonti con il piacere della narrazione, e grazie anche all'ausilio di discipline quali l'antropologia, la sociologia e la psicologia, Bart D. Ehrman affronta il ruolo cruciale giocato dalla memoria nel trasmettere, plasmare e, in qualche caso, inventare le storie sul Gesù storico, in questo libro destinato a cambiare il modo in cui leggiamo i vangeli.
Una montagna senza neve, in un luogo irraggiungibile, forse, dell'interiorità: Nives Meroi si prepara a scalare la cima del Sinai con una sacca e un bloc notes intonso. Il teologo Vito Mancuso si prepara per lo stesso viaggio: i suoi bagagli sono i libri del Pentateuco e i testi di archeologia, e le immagini che gli si compongono in mente prima di iniziare il cammino sono quelle del roveto ardente e delle tavole dei dieci comandamenti. L'alpinista ci racconta il fascino di quei 2285 metri, mentre «la luce cola sui profili delle montagne e le accende di colori». Lo studioso ci guida attraverso i significati religiosi del monte Sinai e alle altezze a cui aspira la nostra condizione umana.
Questo volume è un viaggio attraverso i manoscritti della Bibbia dal II secolo al Rinascimento, sia nelle forme della scrittura e delle decine di lingue in cui è stata tradotta, che nelle immagini, veri capolavori dell'arte della miniatura. I tesori conservati nella Biblioteca Apostolica Vaticana rappresentano la più vasta collezione di bibbie per varietà di stili e di culture, e i codici qui rappresentati, alcuni per la prima volta, sono un percorso fra Oriente e Occidente e un contributo alla storia dell'arte e del pensiero.
L'apporto di James Dunn alla ricerca biblica difficilmente potrebbe essere sovrastimato, in particolare per il contributo da lui fornito alla liberazione della chiesa e delle chiese da una concezione del vangelo predicato da Paolo inteso in chiave eminentemente antigiudaica. Questa nuova opera, rivolta a un pubblico più generale, tratta dell'autorità della Scrittura come parola viva, la parola di Dio come veniva ascoltata nel cristianesimo delle origini e la parola di cui si nutre oggi il credente mosso dalla fede. Dunn mostra come «fede» partecipi del linguaggio della relazione e come sue compagne siano la fiducia, il convincimento, la rassicurazione - pur nell'incertezza. In un contesto simile l'autorità della Scrittura non è da intendersi nel senso che «ciò che la Bibbia dice, lo dice Dio», come vorrebbe un'idea di inerranza che poco ha a che vedere con la Scrittura stessa, ma che per essere compresi in modo adeguato gli scritti biblici richiedono d'essere di volta in volta riferiti alla situazione storica originaria così come a quella di chi oggi li legge.
Con questo primo volume si inaugura la nuova edizione interamente rinnovata di un'introduzione sulla quale si sono formate generazioni di studenti e di cultori della Bibbia. Nella nuova versione l'autore della prima parte, riservata all'archeologia e alla geografia (Joaquín González Echegaray) è lo stesso della versione precedente, mentre le altre due parti sono state affidate ad autori nuovi (Francisco Varo si è fatto carico della storia, Ignacio Carbajosa è autore della sezione dedicata al testo e alla critica testuale). La parte che tratta dell'archeologia si arricchisce ora anche di utili carte geografiche; la parte storica espone la storia dell'Israele antico secondo i criteri interamente ripensati nella ricerca dell'ultimo ventennio, mentre la terza e ultima parte è opera di uno specialista del settore che illustra - anche con dovizia di esempi - la problematica e l'utilità dello studio critico dei testi e dei materiali originari per una lettura della Bibbia che miri a una consapevolezza libera da pregiudizi e al piacere del testo antico.
Personaggi del Nuovo Testamento
Paolo e Giacomo
Paolo e Giacomo: due modi di vivere la stessa chiesa
Paolo contro Giacomo: contendere, concordare o completare?
Contrasti e convergenze da Gerusalemme ad Antiochia
Il fratello giudice e il precursore perseguitato?
L'"apostolo delle genti" e il "Fratello del Signore"
Paolo e Giacomo nella storia della comunità cristiana
Il difficile esercizio di camminare insieme: la sinodali ieri e oggi
Singolare destino è quello della libertà. Massimo titolo d'onore del soggetto singolo, diritto perentoriamente rivendicato nello spazio pubblico, essa pare oggi invece dissolversi e perdere consistenza nell'esperienza personale. Sembra quasi che la si difenda tanto più rigidamente, quanto minori sono le convinzioni di poterne disporre. Libero davvero non è colui che può fare quel che gli pare. Libero è colui che può volere quello che fa, che può legarsi cioè alle proprie azioni e, mediante esse, disporre di se stesso. F. Nietzsche ebbe a dire che il male maggiore di cui soffre l'uomo contemporaneo è proprio l'incapacità di volere: un difetto di libertà. Non così, però, la libertà è stata pensata nella storia della filosofia occidentale (e della stessa teologia): è stata fondamentalmente pensata in termini politici, nella prospettiva cioè del rapporto del singolo con gli altri. Mai è stata pensata nella prospettiva più vera, quella del rapporto del soggetto con le proprie azioni. Appunto a questa prospettiva si riferisce il messaggio cristiano sulla libertà, che, nei fatti, è riuscito a plasmare una cultura e un costume. Oggi quel costume va dissolvendosi; di riflesso, diventa sempre più urgente pensare espressamente l'idea di libertà, «venuta nel mondo per opera del cristianesimo» (Hegel). È il tentativo fatto in questo libro, attraverso la recensione della storia delle idee e il ritorno ai testi della Bibbia. Un testo magistrale che incoraggia l'idea di libertà, esplorando la storia del pensiero occidentale e confrontandosi con la Scrittura.
Nella Bibbia i padri – e i padri dei padri – sono testimoni di un amore che non passa e che vogliono trasmettere ai figli e ai figli dei figli.
E' questo un piccolo libro dedicato ai nonni. Il biblista Bruno Maggioni, con la consueta chiarezza, mette in luce molti aspetti di quella ricca e stimolante visione dell'uomo che, nella Bibbia, illumina anche l'ultima stagione della vita.
Il volume raccoglie, fuse in un unico testo, le meditazioni tenute dal Cardinal Martini in due distinti corsi di esercizi spirituali sulla seconda lettera a Timoteo. La figura di Timoteo, il giovane e fedelissimo discepolo di Paolo, che vive il servizio di episcopo nella chiesa di Efeso, in una comunità non più gioiosa e conquistatrice come agli inizi, ma affaticata e alle prese con un ambiente difficile e confuso, appare a Martini la più indicata per riflettere su che cosa voglia dire oggi evangelizzare. Una lectio continua di una delle più importanti Lettere pastorali di Paolo, in cui il Card. Martini, dall'esperienza della vita e del messaggio dell'Apostolo, trae insegnamenti fondamentali per la Chiesa e per la società di oggi: l'orizzonte cristiano di senso, la necessità di custodire il «buon deposito», di proclamare il vangelo del primato della grazia sulla legge, dell'essenziale sul relativo, del mistero della croce e dell'eucaristia, il rapporto tra le Lettere pastorali e la "pastorale" del nostro tempo.
La Bibbia non è nata già fatta. Né l'Antico né il Nuovo Testamento hanno avuto una storia anche solo vagamente lineare. In effetti, tutta la vicenda di come la Bibbia è giunta a essere il testo che noi oggi conosciamo - fissato nel canone ebraico e in quello cristiano - è molto più affascinante di quanto ci si potrebbe aspettare. Quella che narra Michael Satlow è dunque la storia altamente romanzesca di un certo numero di testi, scritti in periodi storici differenti, da persone differenti, in lingue differenti e per scopi differenti, che per una serie di contingenze storiche alla fine sono diventati il primo libro dell'umanità. In maniera inaspettata e unica, questi testi dopo secoli di dibattiti e di intricate vicende, e dopo essere rimasti dormienti e impolverati negli archivi di un tempio periferico del Medio Oriente - sono stati infine riconosciuti come vera "parola di Dio" da ebrei e cristiani. Ma questo è avvenuto solo molto tempo dopo: almeno mille anni dopo le prime composizioni. I protagonisti di questa epopea sono molti e spesso oscuri e anonimi; ci sono gli scribi, i traduttori, gli stranieri e le guerre, i sacerdoti, i re e i profeti, i babilonesi, gli assiri, gli egizi, i greci e i romani. Finché, per motivi sostanzialmente politici, il partito dei sadducei decise di dare alle parole rinvenute nel Tempio di Gerusalemme un valore di legge, coinvolgendo in questo anche il neonato movimento cristiano, fino ad allora pressoché inconsapevole dell'esistenza delle Scritture.
C'è una strada che indirizza verso il segreto stupefacente di Dio e della sua misericordia, un'apertura attraverso cui si può accedere alla pienezza della vita. È l'ascolto meditato della Parola, dentro la cui ricchezza si rivela nitidamente l'itinerario che conduce al Verbo incarnato, vera "porta stretta" che dà accesso al mistero di Dio e, svelandone l'infinita misericordia, fa da guida e modello all'azione caritativa dei credenti. Pietro Bovati, una delle voci più autorevoli nel campo dell'esegesi biblica, propone qui una serie di riflessioni, spiegazioni e attualizzazioni del testo biblico, affinché l'ascolto della Paola diventi davvero una porta spalancata verso una vita di amore. Vengono analizzati in questa prospettiva sette brani della Scrittura: tre dell'Antico Testamento, che illustrano la misericordia eterna del Signore, la sua predilezione per gli umili e i più piccoli, la larghezza del suo perdono; quattro provenienti dal Nuovo Testamento, che aiutano a mettere a fuoco la pratica misericordiosa di Gesù, dal suo modo pieno di bontà e attenzione di insegnare al modello per eccellenza di cura dell'altro incarnato dal Buon Samaritano, dall'accoglienza amorevole dei piccoli alle indicazioni agli apostoli sul modo in cui devono porsi nei confronti dei più deboli e dei lontani. Un vero e proprio esercizio di preghiera meditativa, capace di far risuonare "la voce del silenzio celeste, più eloquente e consolante di tutte le sonorità della terra" e di suscitare il desiderio di rispondere all'infinita tenerezza di Dio facendo dell'agire buono lo stile della nostra vita.
Lo scopo del presente volume è di illustrare un quadro in cui la tipologia biblica, recentemente ripresa da diversi autori - fra i quali Leonhard Goppelt, Jean Daniélou e Paul Beauchamp - offre una visione nuova della Liturgia e del mondo sacramentale. Questa visione è nuova in quanto più antica. È un recupero dei fondamenti biblici e patristici, che tiene conto anche delle conclusioni maggiori dell'esegesi storico-critica e post-critica. La sintesi finale è basata sulle convergenze più evidenti delle linee veterotestamentarie, neotestamentarie e patristiche. Essa offre un orientamento della tipologia verso le realtà celebrate: il typos passa dal passato al futuro incarnandosi nell'hodie del rito-celebrazione dell'Alleanza, che nel mondo biblico è declinata in termini di nuzialità. L'Alleanza nuziale celebrata nella Liturgia della Chiesa, con i suoi fondamenti nella creazione e nella storia della salvezza, si estende verso il pieno compimento nelle nozze dell'Agnello. A questo mistero pasquale l'umanità è invitata a partecipare "oggi" nella Santa Liturgia: «Beati, qui ad cenam nuptiarum Agni vocati sunt!» (Ap 19,9).