IL LIBRO
Il 6 luglio 1935, da una famiglia di poveri contadini di Taktser, un villaggio nella regione dell’Amdo in Tibet, nasce un bambino di nome Lhamo Thondup.
Nel 1939, dopo aver superato varie prove, il giovanissimo Lhamo viene portato nel monastero di Kumbum e qui, oltre a essere riconosciuto come la reincarnazione del XIII Dalai Lama Thubten Gyatso, è proclamato Dalai Lama a sua volta e ribattezzato con il nome di Tenzin Gyatso, ovvero «Oceano di saggezza».
Inizia così la vicenda di un uomo fuori dal comune, che è allo stesso tempo una grande guida spirituale e la suprema autorità dei tibetani: dall’educazione a Lhasa dove gli viene conferito il titolo accademico più importante, il «Geshe Lharampa», all’assunzione anzitempo, nel 1950, della carica di capo di Stato del Tibet in seguito all’occupazione cinese delle regioni dell’Amdo e del Kham; dai difficili rapporti con Mao Zedong al fallimento della rivolta popolare contro gli invasori e alla conseguente fuga, nel 1959, a Dharamsala, in India, dove risiede tuttora con il governo tibetano in esilio.
Da quel momento, Tenzin Gyatso è diventato il primo Dalai Lama a viaggiare in ogni angolo del mondo, per promuovere la causa del suo popolo e soprattutto per far conoscere i principi del buddhismo.
I suoi appelli per una soluzione della questione del Tibet, sostenuti da una indomita forza morale e dall’insistito richiamo a una resistenza non armata, gli sono valsi, nel 1989, il premio Nobel per la Pace.
L'AUTORE
Sabine Löhr lavora come giornalista e sta conseguendo il dottorato in indologia. è una profonda conoscitrice del Tibet e del buddhismo tibetano.
Tulku Urgyen Rinpoche, nato nel Tibet orientale 1920, è stato un famoso maestro buddhista vajrayana del ventesimo secolo. Studioso e praticante delle scuole tibetane Kagyu e Nyungma, era il detentore di importanti insegnamenti dzogchen e di 'terma' risalenti al guru Padmasambhava. Si distingueva per le sue profonde realizzazioni meditative e per lo stile d'insegnamento chiaro e conciso, capace di condensare in parole semplici, di immediata rilevanza per lo stato d'animo presente dell'ascoltatore, le sottigliezze della filosofia buddhista.
Come spiegare ai cambogiani chi è Gesù se non mettendolo a confronto con la figura più alta della loro tradizione religiosa, ovvero Gautama Siddharta, venerato come Buddha?
L’autore del volume, di cui, per la sua storia personale, è ormai difficile dire se sia più francese od orientale, accosta la vita e gli insegnamenti dei due grandi “geni religiosi” per mostrarne prossimità e divergenze in tema di salvezza, uso dei beni, rapporto con il dolore, idea di libertà.
E chi meglio di lui potrebbe spiegare a un europeo chi è Buddha e che cos’è il veramente il buddhismo?
Le sue pagine, in parte nate con l’intento di far conoscere la religione cristiana ai buddhisti cambogiani, senza sincretismi ma anche senza previe chiusure, possono aiutare noi occidentali a meglio comprendere una religione che ormai conta molti adepti anche in Italia.
Sommario
Presentazione (F. Strazzari). 1. L’enigma della vita. 2. Gautama e Gesù. 3. Il Cristo e il Buddha.
4. La salvezza. 5. La Chiesa.
Note sull'autore
François Ponchaud (Sallanches [Alta Savoia - F] 1939), ordinato sacerdote della Società per le missioni estere di Parigi nel 1964, vive in Cambogia dal 1965. Espulso dai khmer rossi nel 1975, poco dopo pubblicò Cambodge année zero, la prima testimonianza sul regime di Pol Pot, tradotto anche in lingua italiana (Cambogia anno zero, Milano 1977). Rientrato nel 1993, scrisse La cathédrale de la Rizière per far conoscere al mondo la cultura khmer e la storia dell’evangelizzazione cristiana del paese. Docente di Sacra Scrittura, nel 1998 è stato nominato vicario generale della prefettura apostolica di Kompong-Cham. È noto per la sua instancabile opera di inculturazione: in lingua khmer ha tradotto lezionari e messali, nonché redatto numerosi testi di esegesi biblica.
Note sul curatore
Francesco Strazzari è presbitero della Chiesa di Vicenza. Giornalista, collabora con la rivista Il Regno, spesso in qualità di inviato. Con F. Ponchaud ha instaurato rapporti di amicizia e consuetudine. Per le EDB ha pubblicato: i saggi-intervista a E. Schillebeeckx, Sono un teologo felice (1993) e Cerco il tuo volto. Conversazioni su Dio (2005); Testimoni di speranza (2002) e, con A. Filippi, La cosa più importante per la Chiesa del 2000 (1999). Ha inoltre curato i volumi: Io donna prete (1994); Dal carcere di Londra… (1995); J. Loew, Madeleine Delbrêl. Dall’ateismo alla mistica. Con un ritratto di J. Loew (21998) e la pubblicazione dei testi di E. Zoghby, Fede senza paura (1997) e Il Credo dell’amore (1999), e di J.-M.R. Tillard, Credo nonostante… (2000) e Dialogare per non morire (2001).
Nel suo stile tipicamente amichevole, Sua Santità il Dalai Lama esamina in questo libro la natura della mente umana e sottolinea la necessità di trasformarla in profondità per vivere un'esistenza più consapevole e piena. Attraverso una serie di conversazioni che coprono un arco di nove anni, il Dalai Lama parla della sofferenza, della felicità, dell'amore e della verità, offrendo consigli di saggezza pratica su un arco di argomenti che spaziano dalla tolleranza religiosa all'economia mondiale.
Indagare su quale sia il nocciolo irrinunciabile di una religione, l’unica “cosa” che conta e che perciò costituisce il fulcro della trasmissione iniziatica, è un modo per porre a nudo quella stessa religione mostrandone i recessi più reconditi, e solo quelli. L’autore propone una incursione nell’intimo della tradizione Zen in un’opera di raffinazione dei significati e delle forme, distinguendo il falso dal vero per costituire un precedente, a tratti anche scandaloso e irriverente, che sia a cautela di chi pone o abbia già posto la propria vita in gioco all’interno di una linea iniziatica.
GLI AUTORI
Mauricio Y. Marassi, nato a Buenos Aires nel 1950, ordinato nel 1980 nel monastero di Antaiji, Giappone, vive a Fano. Partecipa, dalla fondazione, alla comunità Stella del Mattino. Annualmente tiene un seminario presso l'Università di Urbino.
Insieme con G.J. Forzani ha curato le seguenti opere di Eihei Doghen: Il cammino religioso (Bendowa) (Marietti 1990), Divenire l’essere (EDB 1997), La cucina scuola della via (EDB 1998).
Il fondatore della religione Buddhista, Siddharta nacque intorno al 556 a.C. A ventinove anni, turbato dallo spettacolo del dolore, della malattia e della morte, si dedica alla vita ascetica. Quando la luce della verità lo folgorò divenne il Buddha, l'"illuminato" e cominciò a predicare una dottrina che propugna la ricerca della liberazione dal dolore attraverso il superamento della volontà di sopravvivere alla morte, unica premessa al raggiungimento del nirvana che spezza l'avvicendarsi delle nascite e delle morti. Questi due volumi comprendono i testi del buddhismo antico e quelli tratti dalla tradizione più recente. Un'antologia dettagliata, riccamente commentata e provvista di indici analitici e dei testi.
L'autore G. Dennis mostra come si possa vivere oggi l'identità cristiana aprendosi al dialogo con le altre religioni, e in particolare con il buddhismo. Il confronto con una sapienza millenaria come quella buddhista induce a una profonda riflessione sulle proprie certezze: nel dialogo, il cristiano può comprendere meglio in che cosa consista l'essenziale della propria fede, cioè che cosa regga nel confronto con l'altro e che cosa sia invece dovuto a sovrastrutture culturali. Tuttavia, l'intera trattazione si fonda sulla convinzione che il dialogo non esclude la scelta, ma può al contrario rafforzarla. L'autore espone appunto le ragioni per le quali egli, pur essendo un profondo conoscitore della "Via del Buddha", abbia però scelto la "Croce di Cristo". La ragione principale è la centralità della relazione tra persone, peculiare - secondo Gira - del cristianesimo. In Gesù, infatti, l'uomo è pura relazione d'amore con Dio e al tempo stesso con gli altri esseri umani. Tale primato dell'amore personale non si ritrova nella tradizione buddhista, che per questo sembra rispondere meno adeguatamente del cristianesimo alle istanze più profonde dell'animo umano. Il testo si articola in 7 capitoli.
Quali risposte offre la tradizione di sapienza del buddhismo tibetano alle domande che angosciano l'uomo moderno? In che modo antiche immagini simboliche come la Ruota della Vita possono rivelarsi cariche di profondi significati spirituali anche per chi è stato educato secondo una mentalità occidentale? Un itinerario spirituale e umano che parte dai monasteri tibetani e dalle loro colorate immagini allegoriche per giungere, in modo sorprendente e naturale, alla nostra vita e fornirci, con gli insegnamenti e le pratiche spirituali, il centro, l'equilibrio che spesso cerchiamo con tanto affanno.
Comparso per la prima volta in Germania nella seconda metà dell'Ottocento, fu più volte ristampato e tradotto nei maggiori paesi europei. Misterioso è il suo autore, Subhadra Bhikshu (1852-1917), alias monaco Shubadra, che era forse un convertito di origine tedesca. Il suo libro si distingue per esposizione limpida e brevità: diviso in tre capitoli espone la vita di Buddha, i cardini della sua dottrina e la regola monastica. In Italia comparve per la prima volta nel 1897, fu ristampato più volte ed ebbe come curatore Giuseppe De Lorenzo, discepolo del celebre orientalista viennese Karl Eugen Neumann.
L'autore ci introduce alla psicologia buddista per la conoscenza della mente come veicolo per conoscere sé stessi e raggiungere la serenità. Introduzione del Dalai Lama.
Il buddhismo ha una storia millenaria ed estremamente complessa che si snoda attraverso molteplici scuole e correnti e che unisce i suoi protagonisti nel segno del "dharma", l'insieme delle verità rivelate dal Buddha e delle pratiche che ne derivano. Il volume descrive il contesto storico e sociale nel quale è nato il buddhismo antico, ne segue gli sviluppi indiani ed extraindiani, ne chiarisce i principi fondamentali e la loro influenza sulla società e sull'espressione artistica, illustrandone le pratiche medidative, il filo rosso che collega le forme più antiche e le più recenti di una tradizione spirituale che trae la sua forza dalla capacità di offrire una via di salvezza dalla sofferenza e dal dolore.
La presente edizione critica delle Upanishad è una guida alla meditazione verso una più ricca e più profonda esperienza dei contenuti di fede cristiani. L'interpretazione di questo testo come locus theologicus, come fonte cioè di conoscenza teologica e di rivelazione del sacro tout court, ha guidato la traduttrice nella scelta dei brani. Bettina Bäumer appartiene inoltre a quella categoria di studiose che credono che per comprendere alla lettera un testo non se ne debba uccidere lo spirito, ma neppure che, sopraffatti dalla sua bellezza, si debba rinunciare alla propria capacità di giudizio critico.