Attraverso tutto il pensiero occidentale dai dialoghi di Platone e dall'"Organon" di Aristotele fino alle opere più sovversive di Feyerabend, David Oldroyd analizza gli esponenti, le scuole, i temi che hanno caratterizzato la riflessione epistemologica. Viene così fornita un'introduzione alle principali idee sulla natura della conoscenza scientifica e sui modi in cui può essere acquisita. Grazie a un simile approccio storico ed espositivo a quella che può definirsi metascienza, il lettore e lo studioso potranno conoscere gli strumenti interpretativi del mondo che la civiltà occidentale ha sviluppato dalle origini ai giorni nostri.
Il modello tecnocratico (incremento della produzione col minimo costo economico) domina la scena. Lo accompagnano l'aumento delle disuguaglianze sociali, la depauperazione del Terzo e Quarto Mondo, il degrado ambientale, il pericolo di un olocausto nucleare, la marginalizzazione e l'emigrazione. A queste sfide non può rispondere la cultura light, la «postmodernità come decadenza», che è riduzione della realtà all'effimero. Può farlo la «postmodernità come resistenza», che alla possibile distruzione dell'uomo contrappone il rispetto per quanto vi è di inalienabile nella persona e nella natura. Da qui la lotta in favore della pace contro i blocchi militari, della frugalità ecologica contro lo sperpero consumistico, della solidarietà ecumenica contro l'indifferenza individualistica. L'Autore insegna Filosofia del diritto e Filosofia politica nell'Università di Valencia (pp. 176).
Jullien rivisita Confucio e gli altri grandi pensatori taoisti: il saggio è senza idee perché non ne ha di preconcette, è aperto a ogni possibilità. Nella sua ricerca Jullien s'inoltra su sentieri cinesi a braccetto con Eraclito, Montaigne e Heidegger, dando al lettore l'idea che la saggezza permetta a un filosofo europeo di andare un po' più in là rispetto a dove arrivano tutti gli altri.