Quale sarà il volto estremo dell'uomo? Alla fine della storia ritroveremo l'animale, come prospettano, in singolare e discorde consonanza, sia gli ultimi dialettici sia gli antichi messianici? Animalità antropomorfa e umanità teromorfa costituiranno il nostro mobile orizzonte post-storico? Più che dalle filosofie della congiunzione uomo-animale, Agamben parte dal ripensamento del 'mistero pratico-politico' della loro separazione.
Non si può comprendere a fondo Platone senza considerare la sua peculiare concezione della poesia, e quindi anche della musica, che nella cultura greca alla poesia era intimamente connessa. La funzione della poesia nel mondo antico era essenzialmente educativa e formativa, lontana dal risolversi in un divertimento spirituale di carattere prevalentemente estetico. Per questa ragione, al contrario di quanto comunemente si crede, Platone accorda alla poesia un ruolo importante, mantenendola nello Stato ideale, sia pure con una riforma strutturale. Se infatti la poesia e la musica non possono essere sottostimate a causa del loro potere di interpellare e influenzare la parte non razionale dell'anima umana, tale potere deve essere sottratto a ogni occasione di abuso e reso un immancabile strumento di formazione. Agli occhi di Platone, la musica è autentica bellezza solo nel momento in cui persegue ciò che è meglio per l'uomo, ovvero la verità. In questo saggio Moutsopoulos ripercorre la teoria platonica sulla musica in un quadro che delinea le coordinate spirituali dell'essenza stessa della grecità, nella quale la musica trova il suo coronamento nell'amore del bello, dove si manifestano il bene e la verità.
Senza perdere la fede in una società migliore, in un'utopia ragionevole di un mondo più giusto, e senza dimenticare che bisogna prendere sul serio il mondo come è, le dieci lezioni qui raccolte accettano la sfida che il processo dilagante della globalizzazione lancia anche nell'ambito apparentemente astratto della filosofia politica, imponendole un ripensamento dei propri criteri di base e delle proprie nozioni. Il contributo di Veca al dibattito teorico internazionale sul tema della possibilità di una teoria della giustizia senza frontiere pone anche questioni che riguardano le sorti dell'agire politico, in particolare le sorti della tradizione di sinistra di cui si riconosce erede.
Il paradigma di "immunizzazione" consiste nell'esigenza sempre più pressante di salvaguardare la vita nel suo nudo significato biologico. Come il corpo individuale, così anche quello sociale può essere immunizzato dal male che lo minaccia soltanto attraverso la sua immissione preventiva. Per sfuggire alla presa della morte, la vita è costretta a incorporarne il principio. Alla fine dell'epoca moderna, tuttavia, questo meccanismo immunitario sembra giunto al limite. E oltre questo limite si dischiude la drammatica scelta fra un esito autodistruttivo e il suo rovesciamento in una possibilità ancora inedita. "Immunitas" intreccia il linguaggio giuridico a quello teologico e antropologico, la prospettiva politica a quella biologica.
Perché istintivamente quando pensiamo alla filosofia, ci riferiamo alla filosofia classica, quella sviluppatasi nella "polis" ateniese dimenticandoci la successiva, lunga e prolifica stagione della filosofia ellenistica? Forse una spiegazione sta nell'esiguità degli scritti che di questi autori si sono conservati. Eppure lo scetticismo, l'epicureismo e lo stoicismo hanno conosciuto una decisiva rivalutazione e l'immagine complessiva della filosofia ellenistica si è andata rinnovando. Il testo di Lévy analizza che cosa s'intende per filosofia ellenistica ed esplora le sue espressioni più note e rilevanti (scetticismo, epicureismo e stoicismo).