Un piccolo volume che sintetizza in modo chiaro, con l'aiuto di tabelle e grafici, un'imponente mole di informazioni sullo stato di salute dell'Italia. L'edizione del 2001 concentra l'attenzione sull'evoluzione del settore terziario. In tutte le società avanzate, tale settore condiziona in modo determinante le dinamiche dell'occupazione e della crescita, e costituisce un rivelatore sensibile delle trasformazioni socio-economiche in atto.
La storia della lira inizia dalla libbra romana, una misura di peso equivalente a circa 325 grammi. Fu la riforma di Carlo Magno a trasformarla in unità del sistema monetale. La moneta di quel sistema era il denaro; le zecche ricevevano una libbra d'argento e dovevano cavarne 240 denari. La lira inizia la sua vita come unità virtuale, cui non corrisponde una moneta, e tale resterà per la maggior parte della sua storia, moneta fantasma, multiplo delle piccole monete che circolavano negli stati italiani, in rapporti variabili a seconda dei periodi di crisi o di prosperità. Seguendo di città in città, di moneta in moneta, "le avventure della lira", Cipolla compone così una piccola storia monetaria d'Italia, dal Medioevo all'inizio dell'Italia unitaria.
Una testimonianza biografica che vale come un atto d'accusa. Alla sbarra sono i ritardi della cultura italiana e l'orgoglio degli economisti. Ma anche un "breviario civile" che consente di comprendere le ragioni della crisi italiana e che indica nell'etica la via d'uscita per un paese ancora a "civiltà limitata".
Il passaggio dalla lira all'euro non equivale a un semplice cambiamento della scala di misura come quando, all'estero, facciamo il pieno di benzina in galloni invece che in litri. Va a toccare rappresentazioni consolidate, scelte e modi di vita che si intrecciano con i nostri conti e calcoli quotidiani. Questo libro ci guida in un viaggio nella mente delle persone alle prese con un evento economico senza precedenti nella storia moderna, ma che può essere visto come un grande esperimento naturale che permette di saggiare le nostre illusioni cognitive e i curiosi effetti che esse producono sui nostri comportamenti.
In questo libro l'economista e collaboratore del "New Yorker", del "New York Times", del "Wall Street Journal" e infine Ministro del Lavoro per il governo Clinton, illustra in modo chiaro e sintetico le forze economiche e sociali alla base di una società ormai frenetica. Le persone lavorano più di quanto non abbiano mai fatto in passato. Più il tenore di vita aumenta, più gli imprenditori, i lavoratori e i professionisti si mostrano disposti a sacrificare il proprio tempo libero. Senza mai ricorrere a toni pedanti o didascalici, il volume spiega quali siano i modelli sociali emergenti che stanno mettendo in crisi il concetto di famiglia e di comunità.
Lo sviluppo, sostiene Amartya Sen, premio Nobel 1998 per l'economia, deve essere inteso come un processo di espansione delle libertà reali di cui godono gli esseri umani, nella sfera privata come in quella sociale e politica. Di conseguenza la sfida dello sviluppo consiste nell'eliminare i vari tipi di "illibertà", tra cui la fame e la miseria, la tirannia, l'intolleranza e la repressione, l'analfabetismo, la mancanza di assistenza sanitaria e di tutela ambientale, la libertà di espressione, che limitano all'individuo, uomo o donna, l'opportunità e la capacità di agire secondo ragione e di costruire la vita che preferisce. Per provare la sua tesi Sen non attinge solo alla scienza economica ma delinea anche una mappa di esempi tratti dalla storia.
Sono ancora rare le aziende che considerano le proprie persone chiave come un capitale composto da conoscenze e capacità da tutelare e da sviluppare per garantirsi successo nel mercato. Ma la ragione di questa miopia non è ascrivibile solo ai gestori d'impresa: è sostanzialmente la conseguenza di una mancata definizione di metodi e strumenti di mappatura, verifica, miglioramento e costante monitoraggio delle competenze individuali. Metodi e strumenti che sono, peraltro, molto ben sviluppati nella gestione dei fenomeni produttivi, finanziari, logistici e commerciali. Scopo di questo libro è consentire il superamento di questa lacuna, presentando non solo criteri e metodi per la gestione del capitale umano, ma anche strumenti applicativi.