A 16 anni una malattia misteriosa la riduce alla paralisi. Può muovere soltanto le mani e per passare il tempo ricama. A partire dal 1928 è totalmente paralizzata, non può muovere neppure le mani e non può deglutire. Per più di 50 anni non si nutrirà che dell'ostia consacrata. Nel 1930 riceve le stigmate e da quel giorno rivivrà ogni venerdì la passione di Cristo.
Con rigore scientifico il testo ripercorre l'itinerario religioso, civile e umano di don Costa, con il contributo di qualificati studiosi particolarmente sensibili ai problemi e alle vicende del movimento cattolico e della storia della Chiesa nell'età contemporanea.
Arricchiscono il volume le testimonianze di coloro che avevano avuto, a diversi livelli, rapporti di amicizia o di collaborazione con il sacerdote ligure.
Sulla base di queste diverse chiavi di lettura, si colgono i momenti e gli aspetti della ricca personalità di don Costa: dalla militanza giovanile nel Partito Popolare di don Sturzo, alla presenza attiva e vivace nella Fuci - Federazione universitaria cattolica italiana, al suo convinto antifascismo, testimoniato dall'adesione alla Resistenza e dal suo impegno morale e civile nel secondo dopoguerra nell'Azione Cattolica, nel rapporto diretto con i giovani.
Tilde Manzotti (1915-1939) era una ragazza innamorata della vita desiderosa di studiare, fare l'università e dedicarsi all'insegnamento. La tubercolosi stroncò questo sogno ma l'incontro con alcuni padri domenicani le aprirono la mente e il cuore a un'altra vocazione: iniziò così un cammino spirituale che la portò ai vertici della contemplazione e della comunione con Dio attraverso la malattia e la morte, come ricostruisce sapientemente Elena Cammarata.