L'ambiguità, la ferocia, la banalità, il dolore, la solitudine. Il teatro di Vitaliano Trevisan dà voce a personaggi forse perversi, talvolta paranoici, ossessionati da una presenza che scompagina la vita (come quella del figlio non voluto in "Oscillazioni") oppure soggiogati da un'assenza traumatica (come quella del compagno suicida in "Solo RPT"). Ma in gioco, in definitiva, ci sono la presenza e l'assenza di sé, il ritrovarsi o il perdersi nelle proprie autorappresentazioni, consolatorie o masochiste che siano. La vena dell'autore è intimamente tragica, ma di un tragico scarnificato, essenziale, senza alcuna enfasi. Con dei finali sospesi, in entrambi i casi, che lasciano aperte delle porte, anzi delle finestre, da cui i personaggi (e gli spettatori metaforicamente) si possono buttare oppure no.
Medea ordisce una vendetta tremenda contro il marito che l'ha abbandonata, uccidendo i propri figli e negandogli così l'autorità paterna istituzionalmente riconosciuta. Il genio di Euripide ci presenta un'eroina tragica totalmente nuova per la cultura greca del tempo, una donna appassionata e lucida, in cui l'impulso emotivo si unisce a un estremo controllo intellettuale.
Resurrexi è un esempio nuovo e sorprendente del teatro di Roberto Mussapi, un poeta che affianca ai libri di liriche e ai poemi una ricca produzione drammatica in versi e in prosa.
Per la prima volta si pubblica un suo testo su un argomento sacro, in questo caso l’evento centrale dell’esperienza cristiana, la Resurrezione. Una versificazione alta e diretta, trasparente e metafisica, rappresenta in poesia la morte e la Resurrezione di Cristo. Parlano il Figlio, un angelo, due Cori, due uomini diretti a Emmaus e Maddalena. Il Padre, in ossequio al modello dantesco, non parla, la sua lingua è intraducibile in suoni umani. Maria è presente, piena di luce, gli altri parlano a lei e di lei, che immaginiamo comunicare con gli occhi.
Qui, come e forse più che in precedenza nel teatro di Mussapi, poesia e dramma si fondono in un’unità inscindibile, riportando il dettato del poeta all’antico ruolo recitante inscritto nella sfera rituale del sacro.
Il testo ha una sua autonomia assoluta, ma non nasce isolatamente, bensì come libro di un oratorio sacro in cinque quadri per voce recitante (uno straordinario Massimo Popolizio), cinque solisti, doppio coro di voci bianche, coro misto e orchestra sinfonica, realizzato in prima a Verona con orchestra e coro dell’Arena.
Nel 2006 la Conferenza Episcopale Italiana e la Fondazione Arena di Verona commissionavano un’opera in occasione del quarto Convegno Ecclesiale Nazionale svoltosi a Verona, ispirata alla Resurrezione. Nacque così Resurrexi, testo di Roberto Mussapi con musiche di Alberto Colla, realizzato poi, dopo il debutto veronese, a San Marco in Milano e alla presenza del Pontefice Benedetto XVI in Vaticano.
Questa edizione riporta la presentazione originale del libretto di scena scritta da Bruno Forte ed è arricchita dalle incisioni su linoleum realizzate appositamente dall’artista Teresa Maresca e qui riprodotte su carta marcata della cartiera Fedrigoni.
In occasione dell'anniversario goldoniano (trecento anni dalla nascita), la riproposta di tre delle commedie più famose e amate. Lelio, Mirandolina, Arlecchino (Truffaldino): tre protagonisti esemplari, tre personaggi tra i migliori del primo teatro di Carlo Goldoni (1707-1793), eppure figli "difficili" della riforma teatrale che egli propugnava. Un bugiardo, una seduttrice e una candida canaglia stanno a smentire quella parvenza di sanità che, nella sua opera, è rappresentata dalle leziose putte onorate o dai fin troppo saggi Pantaloni. Su tutti spicca l'unico servo maschile protagonista nel suo teatro, che è anche il fantasma festoso e multiforme di una tradizione recitativa secolare, quale la Commedia dell'Arte, che Goldoni non rinnegò mai, come testimonia nella postfazione l'attore Ferruccio Soleri, il grande interprete di Arlecchino.
"La prima Repubblica muore affogata nelle tangenti, la seconda esce dal sangue delle stragi, ma nessuno ricorda più nulla. La storia è maestra, ma nessuno impara mai niente". Nel racconto di Travaglio sfilano i fatti che abbiamo visto scorrere sotto i nostri occhi e spesso sulla nostra pelle, negli ultimi 15 anni. Da Tangentopoli alle stragi di mafia, alla lunga "pax mafiosa" che dura a tutt'oggi, al prezzo di una interminabile normalizzazione fondata sui ricatti incrociati, sull'impunità e sul costante attacco alla costituzione da parte di un fronte politico sempre più trasversale e refrattario alle persone e alle voci libere. Il DVD "Promemoria. 15 anni di storia d'Italia ai confini della realtà" - con musiche dal vivo C-Project per la regia teatrale di Ruggero Cara e le musiche di Valentino Corvino - è il tentatvo di coniugare l'impegno giornalistico di Travaglio con il teatro in uno spettacolo che vede l'autore nel ruolo di narratore di un viaggio nella politica italiana.
La tragedia del denaro: una variante mirata sulla struttura economica e finanziaria, del dramma borghese.
Opera drammatica in tre Atti. Il libro presenta in forma di dramma la storia dell'anima umana alla perenne ricerca di amore e di verità, dilaniata dall'eterna lotta tra bene e male.
La presente edizione di tutto il teatro di Shakespeare include nei suoi otto volumi, oltre ai trentasei drammi raccolti nel 1623 dagli attori Heminge e Condell, anche quelle opere in cui la critica più recente è concorde nel riconoscere la mano dell'autore. Oltre al "Pericle", del quale non era mai stata posta seriamente in dubbio l'autenticità, e ai "Due nobili congiunti", scritto in collaborazione con John Fletcher, anche i drammi storici anonimi "Edoardo III", del quale SHakespeare scrisse almeno un atto e mezzo, e "Sir Tommaso Moro", rimasto in manoscritto fino a un secolo e mezzo fa. I testi sono presentati al lettore secondo sequenza cronologica.
Direttore d'orchestra e regista dialogano sul tema controverso dell'"interpretazione" a partire dal Tristano e Jsotta, opera capitale di Richard Wagner e del teatro d'opera moderno. Un'occasione unica per spiare il lavoro che cuce insieme parola e musica, recitazione e canto. I lettori - e non solo i melomani di stretta osservanza - sono chiamati a partecipare a un rito eccezionale, che è per l'appunto quello della costruzione del suono e dello spettacolo di un capolavoro chiave nello sviluppo storico della musica moderna: Wagner e il suo Tristano (così profondamente ambiguo e ricco di futuro) offrono il destro per una appassionante meditazione sulla "realizzazione" di un'opera. Un'occasione unica per svegliare l'intelligenza dell'ascolto e della lettura dell'azione teatrale. Mai si è misurata tanta passione nel condividere le ragioni della creazione di uno spettacolo. Uno spettacolo che rimanda ad altri spettacoli e definisce una forma di "fare" teatro d'opera che ha lasciato una traccia profonda nella cultura contemporanea.
Nella stagione 1977-78 il Piccolo Teatro di Milano allestisce "La Tempesta" di Shakespeare. La regia è di Giorgio Strehler, che commissiona appositamente una nuova traduzione dell'opera ad Agostino Lombardo. Il grande studioso si mette al lavoro, ma quando il testo arriva nelle mani del regista, si accumulano sulle pagine chiose, varianti, proposte di modifica. Ed ecco che entrambi si esaltano in un corpo a corpo sulla traduzione teatrale di quel testo, che li vede interloquire intensamente, alla ricerca delle soluzioni più efficaci. Alla fine, Lombardo mette a punto una traduzione profondamente rinnovata, tanto da apparire come un altro testo, rispetto a quello iniziale. Intanto, Strehler crea una macchina scenica strepitosa, inventa una conduzione degli attori magistrale. La messa in scena segna una pietra miliare nella storia del teatro italiano. Tanto che la Rai decide di riprenderla integralmente e di mandarla in onda nel dicembre del 1981. Dopo trent'anni, a distanza di dieci anni dalla morte di Strehler e di due da quella di Lombardo, il carteggio fra il professore e il regista esce da un cassetto, insieme con i manoscritti delle due traduzioni di Lombardo: quella originaria e quella successiva alla lunga discussione con Strehler. Un materiale che consente di ricostruire il loro lavoro sulla "Tempesta", dal testo alla scena. Il DVD allegato al volume, riproduce la registrazione integrale dell'opera trasmessa dalla Rai.
Campione di una visione nichilistica, Samuel Beckett forse lascia intravedere anche un messaggio diverso, che dice di un senso dell'esistenza. E' la tesi di Guido Gatti che, per far emergere questa prospettiva, fa uso di una lettura sapienziale del testo beckettiano.