Settembre 1914. Mentre l'Europa sta precipitando nel baratro di quella che diventerà la Prima guerra mondiale, la Santa Sede fa i conti con un delicato passaggio di pontificato. A papa Giuseppe Sarto (Pio X), morto il 20 agosto, succede il 3 settembre il cardinale Giacomo Della Chiesa, con il nome di Benedetto XV. La Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, preposta alla gestione dei rapporti tra la Santa Sede e gli Stati, viene incaricata di redigere un dettagliato report dell'attività svolta dalla diplomazia pontificia durante il pontificato appena concluso, in diversi Paesi dell'Europa continentale e dell'America Latina. Frutto del lavoro della Congregazione, coordinato dal Segretario mons. Eugenio Pacelli (a sua volta destinato a salire sul soglio di Pietro), sono le «Relazioni presentate al S.P. Benedetto XV sulla situazione delle Nazioni». Il documento, conservato presso l'Archivio Storico della Sezione per i Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato e qui pubblicato integralmente, rappresenta una fonte preziosa per meglio comprendere direttrici, obiettivi e priorità della diplomazia pontificia all'inizio del XX secolo.
Con l'Esortazione apostolica Redemptoris Custos, san Giovanni Paolo II mette in evidenza il ruolo di san Giuseppe nel piano dell'incarnazione in ordine alla redenzione che gli è congiunta: custode del Redentore, appunto. Unito a Maria con il vincolo coniugale, Giuseppe è "insieme con lei" il primo depositario del mistero divino, che egli serve con il dono totale di sé, della sua vita e del suo lavoro. Scelto da Dio per essere l'"ordinatore della nascita del Signore", Giuseppe ha l'incarico di provvedere all'inserimento "ordinato" del Figlio di Dio nel mondo, nel rispetto delle disposizioni divine e delle leggi umane. Insomma, Giuseppe ha servito fedelmente tutti i misteri della vita nascosta di Gesù, meritando il titolo di "ministro della salvezza". Egli è veramente "l'uomo giusto, di cui il Vangelo tesse l'elogio", come afferma san Bernardo. L'esortazione apostolica Redemptoris Custos del Santo Padre Giovanni Paolo II, sulla figura e la missione di san Giuseppe nella vita di Cristo e della Chiesa, è sicuramente una valida guida per la tua vita. Cogli questa occasione propizia... confrontati con le parole del Papa santo! Egli ha voluto proporci lo Sposo della Vergine Maria, modello di amore, fedeltà e dedizione.
Ricordi di piccoli fatti di cronaca, piccoli gesti, battute anche umoristiche, aiutano a conoscere la personalità di Paolo VI. La sua grandezza si rivela anche in questa "storia minima", che mostra lati inediti di semplicità in un Papa dei segni profetici, che ci insegna anche la necessità di ritrovare il gusto delle cose umili e vere.
Dei Papi che hanno guidato la chiesa negli ultimi cento anni si conosce quasi tutto. Non così, invece, del loro carattere. In questo libro, nato dalla collaborazione tra un vaticanista e un’esperta grafologa, ci viene presentato per la prima volta un ritratto originale e curioso dei Ponteci a partire dal 1900 ad oggi. Molti gli aneddoti, le lettere autografe e i segni grafici che rivelano lati inaspettati e meno conosciuti di questi Papi, da Leone XIII fino a Papa Francesco. E non mancano le sorprese...
23 marzo 1975, domenica delle Palme. Dopo aver "personalmente pregato in silenzio", Paolo VI invita i giovani del mondo a ritrovarsi in Piazza San Pietro per esprimere e testimoniare "fede e gioia", e per celebrare "Cristo amico della nostra vita". A ragione si può credere che quel primo incontro di giovani con il Papa, nell'Anno Santo del 1975, ha portato poi Giovanni Paolo II ad istituire la Giornata mondiale della gioventù che, da un altro Anno Santo, quello del 1985, si celebra nella domenica delle Palme. Paolo VI ha amato i giovani. E certamente è stato il primo Papa a parlare in numerosi interventi al loro cuore; ad incontrarli; ad invitarli ad uscire dalla mediocrità, per fare della vita qualcosa di grande. In vista del Sinodo dei Vescovi, che nell'autunno del 2018 Papa Francesco ha voluto dedicare ai giovani, abbiamo voluto estrarre dai numerosi discorsi di Paolo VI ai giovani, 137 pensieri più significativi, per aiutare la riflessione e la preparazione del Sinodo.
Il card. Tarcisio Bertone ha vissuto i momenti salienti della storia contemporanea del Vaticano ed è, ancora oggi, testimone del cuore della cattolicità. Questo volume racconta un percorso che comprende sette "incontri" con i sette grandi Pontefici che hanno costruito, negli ultimi settant’anni, la Chiesa che oggi viviamo. Prefazione del card. Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura.
Il sempre più spinto laicismo dell’Occidente, affonda le radici in un secolare processo storico riattualizzato in età tardo medievale dallo scontro tra Papato e poteri secolari.Culmine ne fu il conflitto tra Gregorio IX e Federico II. Pomo della discordia si rivelò la Costituzione che Federico promulgò per il regno di Sicilia. Il papa reagì duramente pretendendo di essere giudice del rispetto del diritto naturale-divino negli ordinamenti secolari, nonché difensore dei privilegi in essi riconosciuti da tempo alla chiesa. Il testo della Costituzione e il carteggio tra i due, consentono di penetrare nella ragioni, anche recondite, del conflitto culminato nella scomunica papale e nella rabbiosa reazione di Federico.
Perché i papi da un certo momento hanno scritto encicliche sociali? Prima di allora, la Chiesa non aveva un insegnamento in materia? È la società che rende cattivo l'uomo o viceversa? Per rispondere a queste domande occorre seguire, enciclica dopo enciclica e senza trascurare il Concilio Vaticano II, il tragitto del magistero pontificio rispetto alle problematiche sociali degli ultimi due secoli. Ne emerge un pensiero sempre attuale, capace di interpretare i singoli momenti storici e di proporre risposte che hanno spesso anticipato le migliori acquisizioni della cultura contemporanea. La fraternità e la solidarietà tra i singoli e tra i popoli, la pace come frutto della giustizia, i diritti dell'uomo che precedono gli ordinamenti degli stati, l'equità come fondamento della giustizia e della legalità, il valore del lavoro come occasione per la realizzazione personale e sociale di sé, la sussidiarietà come condizione di una soggettività sociale più ricca, il bene comune invece degli interessi di parte, i diritti educativi della famiglia di fronte allo stato e l'impegno delle religioni a favore della pace perché «solo la pace è santa e nessuna violenza può essere perpetrata in nome di Dio, perché profanerebbe il suo Nome» (Francesco), anche grazie al magistero sociale cattolico, sono ideali ormai acquisiti da larga parte dell'umanità, spesso sanciti nelle convenzioni internazionali.
Due papi medievali, Silvestro II e Giovanni XXI, siedono entrambi brevemente sul soglio di Pietro. Sono legati da un’affinità: la tradizione li definisce entrambi medici e al tempo stesso maghi. Nei tre secoli che li separano, infatti, non esiste ancora la figura dell’archiatra pontificio, cioè del ‘medico di palazzo’. Solo nei secoli successivi essa diventerà il fulcro e il mediatore del rapporto tra medicina e papato.
Giorgio Cosmacini esplora tale rapporto dall’anno Mille sino a Ratzinger e Bergoglio, attraverso l’esame di bolle ed encicliche, delle figure di alcuni archiatri con i loro interventi curativi e delle patologie relative al corpo del papa. Un corpo da intendersi nel doppio senso di corporeità fisica e corporeità metaforica legata alla natura della funzione pontificia. Particolare attenzione viene dedicata all’intervento dei pontefici sulle questioni di vita e di morte, con le loro attinenze medico-sanitarie coeve.
"Le parole usate dai papi sono importanti; tanto più in quanto il loro modo di parlare non è sempre lo stesso. Il linguaggio con cui il pastore della Chiesa di Roma si rivolge all'umanità nei momenti difficili è sempre stato espressione non solo della sua personalità individuale, ma del posto che la parola della Chiesa occupava nel mondo in quella data epoca; ed è un indizio estremamente rivelatore delle diverse modalità, e della diversa autorevolezza con cui di volta in volta i papi si sono proposti come leader mondiali. In queste pagine faremo un viaggio attraverso le parole usate dai papi nei secoli. Ovviamente la Chiesa esiste da duemila anni e nel corso di questi due millenni ha prodotto innumerevoli parole; non si tratta di renderne conto in modo esaustivo o anche solo sistematico, ma piuttosto di proporre uno dei tanti viaggi possibili, cominciando dal Medioevo per arrivare fino alla soglia della nostra epoca."