"Non dimenticate i nostri assassini": fu questa la preghiera di 11 milioni di vittime dell'Olocausto che spinse Simon Wiesenthal, ebreo sopravvissuto ai campi di sterminio del Terzo Reich, a dedicare la propria vita alla caccia dei criminali nazisti sfuggiti al tribunale di Norimberga. Grazie a un infaticabile lavoro di indagine, e alla fitta rete di relazioni da lui intrecciate con istituzioni e governi di tutto il mondo, identificò e consegnò alla giustizia 1100 responsabili dell'attuazione del diabolico progetto hitlenano di "Soluzione finale". Se, fra le prede di Wiesenthal, il posto d'onore spetta senz'altro a Adolf Eichmann, catturato in Argentina dove viveva dal 1950 sotto falso nome, e poi processato e giustiziato a Gerusalemme, altrettanto rilevante è il lungo elenco di personaggi meno famosi, ma i cui nomi erano ben noti ai sopravvissuti. Come quello di Hermann Stangì, comandante dei lager di Sobibòr e Treblinka, che quando morì, sei mesi dopo la condanna all'ergastolo, aveva scontato solo 18 secondi di prigione per ognuno dei suoi 900.000 omicidi. O del suo vice Gustav Wagner, insignito personalmente da Heinrich Himmler della Croce di ferro per l'"abilità nello sterminio", suicidatosi in Brasile mentre, a conclusione di un'estenuante battaglia burocratica, stava per essere estradato in Germania.
Il gesuita Matteo Ricci arrivò a Macao nel 1582 e, dopo aver soggiornato in varie città, si trasferì a Pechino, dove visse dal 1601 al 1610 alla corte dell'imperatore Wanli della dinastia Ming. Fu Ricci a scoprire che la Cina coincideva con il Catai descritto da Marco Polo e a farne conoscere per primo, attraverso le sue lettere e i suoi scritti, la cultura e le tradizioni. La vita del gesuita è qui raccontata dalla giornalista Michela Fontana che a Pechino ha vissuto a lungo.
Anna di Cipro giunge in Savoia circondata da una fama fiabesca e preoccupante insieme: viene dal Levante, da un paese rimasto nonostante tutto affascinante ma misterioso, luogo di infinite ricchezze ma anche di pericoli. La casata di Anna, Lusignan, trae la sua origine leggendaria da una fata, anzi da una donna-serpente, dotata di virtù magiche ma impossibilitata a difendersi dalle cattiverie degli uomini. Bellissima e amatissima dal marito, la "donna che non sapeva ubbidire" vive, nella Savoia della prima metà del XV secolo, il tramonto del medioevo e dell'età dei grandi marchesati: le colpe e i drammi di un'età storica spietata vengono addossati per intero a lei, la straniera, mentre ella cerca di difendere un mondo votato alla fine. Odiata dai nobili savoiardi, invidiata e calunniata, Anna ha un sogno: negli anni della presa di Costantinopoli da parte dei Turchi, salvare Cipro, antica roccaforte franca e cristiana. Non ci riuscirà, ma da lei discenderà più tardi a casa Savoia il titolo regale, con i predicati ben noti di Cipro, Armenia e Gerusalemme. Nessuno gliene sarà grato. Nei testi degli storici filosabaudi è ignorata o criticata: ma Anna traversa la storia del Piemonte e della Savoia, come la sua ava Melusina la fata, portando valori culturali, sogni, credenze e ricchezze del suo paese.
Jimi Hendrix (Seattle 1942-Londra 1970) è apparso come una meteora ma, pur essendo scomparso da tempo, la sua musica e il suo spirito sono ancora ben vivi nei fan di tutto il mondo. Charles R. Cross in questo libro ne racconta la storia, dalla difficile infanzia e adolescenza a Seattle all'incredibile ascesa alla celebrità nella swinging London degli anni Sessanta, fino a Woodstock e agli ultimi giorni. È la storia di una parabola breve quanto significativa, che ha lasciato un segno indelebile nella storia del rock e della chitarra elettrica, la storia di una vita leggendaria, ricca di eccessi, ma anche la storia di una resistenza ad accettare il proprio ruolo di idolo, nella nostalgia di un'esistenza normale. Cross parla della vita privata e di quella pubblica, della famiglia, degli amori, degli amici, della musica e dei concerti. Ricostruendo il percorso artistico del chitarrista mancino mette in evidenza anche gli aspetti complessi e contraddittori del divo. Basandosi su documenti spesso inediti, su lettere private e sulle interviste a quanti lo conobbero bene, scrive una biografia su una delle più longeve leggende musicali. In appendice le foto dell'archivio privato della famiglia Hendrix.
"In Italia Garibaldi e Dante hanno sempre ragione: di loro non si può parlar mai male; e almeno per il primo dei due, ciò è passato in proverbio. Neppure noi qui parleremo male di Dante. Non accrediteremo però su di lui pie leggende: ciò è dovuto alla verità e alla storia". Il Dante di Corni, che tiene conto di una eccezionale mole di fonti, scioglie miti consolidati da secoli di tradizione. Basti pensare all'esilio, che ha suscitato tanta solidale simpatia ma di cui sono state trascurate le ragioni intrinseche e storiche. O il mito dantesco dell'Impero, sostenuto al di là di ogni conveniente ragione pratica. La stessa Beatrice, ben lungi dall'essere l'oggetto purissimo di un amore preraffaelita, è uno strano miscuglio di passione fisica e trasposizione teologica privata.
Il volume unisce all'interesse di ricerca scientifica su una figura molto discussa e documentata - quella dell'imperatore romano Costantino il Grande (274-337) - l'esigenza di una revisione della memoria storica del cristianesimo su tematiche di fondamentale interesse. Parlare di Costantino nel passaggio dall'età medievale a quella moderna significa infatti riconsiderare il "battesimo di Silvestro", la fondazione di Costantinopoli, la "translatio imperii" e la "Donazione di Costantino" non tanto per mettere in campo le indagini - e le polemiche - sulla formazione di una serie di falsi" storici, ma per indagare sull'impiego che l'età moderna ha fatto e fa dei vari "miti" concernenti questo imperatore. Un'attenzione particolare viene rivolta all'iconografia relativa a Costantino, che ha esercitato una funzione fondamentale per diffondere e fissare a tutti i livelli l'immagine "ufficiale" dei momenti salienti della sua storia. La trattatistica politica di quei secoli viene inoltre riesaminata sotto il duplice versante della contestualizzazione storica e dell'elaborazione della tradizione, non senza qualche approfondimento su aspetti specifici, come quello della presenza della figura del primo imperatore cristiano nella Russia moderna o nella cultura del ducato di Savoia.
Andy Warhol è stato pittore, scultore, fotografo, regista, attore, produttore di musica, uomo di televisione, modello, testimonial pubblicitario. Ed è stato il fulcro di tutto quello che di più innovativo e radicale è stato sperimentato negli anni ’60, al tempo della Pop Art e del cinema underground, e negli anni ’70 e ’80 quando il postmoderno era agli inizi.
La Factory, dove presero forma la sua pittura e successivamente anche i suoi film, era la sua Hollywood privata, una fucina di sogni e un crocevia dove si incontravano mascalzoni, prostitute, artisti e importanti galleristi. Era il luogo dove droga e sesso si praticavano liberamente, dove la rivoluzione dei costumi era all’avanguardia, dove tutto poteva succedere e succedeva.
Artista straordinariamente esigente e complesso, sempre in bilico tra candore ed esibizionismo, provocazione e reticenza, Warhol fu geniale al tempo dei barattoli di zuppa Campbell, dei ritratti di Marilyn Monroe e Che Guevara, delle Electric Chairs, del disco The Velvet Underground & Nico, di pellicole quali The Chelsea Girls e Lonesome Cowboys, ma anche alla fine della sua vita quando dipinse gli straordinari Camouflages e le vertiginose variazioni dell’Ultima cena di Leonardo da Vinci, tra le sue opere più vitali.
Dopo la morte vennero scoperti molti lati nascosti della sua esistenza e la maschera andò in frantumi. Ciò che solo gli amici più intimi conoscevano divenne di dominio pubblico: in primis, la sua sorprendente fede cattolica.
In questa biografia «definitiva», Michel Nuridsany è andato oltre i luoghi comuni che circondano l’icona di Warhol. Ha incontrato i suoi amici e i tanti artisti che hanno fatto riferimento a lui, ha ricostruito passo per passo il suo percorso, ha ricercato immagini, suoni, gesti e parole di un’epoca vicina ma perduta, si è imbevuto dello spirito e delle atmosfere di New York, per capire chi è stato davvero l’artista che ha cambiato l’arte contemporanea.
Un testo su Cesare Guasti (Prato 1822- Firenze 1889), archivista e letterato. Cattolico moderato influenzato da pensatori francesi come Montalambert, Lacordaire e Ozanam.
Un testo su uno scienziato e medico di fama internazionale, scopritore della trisomia 21, Jerome Lejeune, che puo' essere considerato il padre della genetica moderna.
L'Autrice lascia riaffiorare i ricordi e ripercorre la vita di suo padre, Jerome, un medico di fama internazionale, scopritore della trisomia 21.
La vita, le opere e i capolavori di Gabriele d'Annunzio raccontate con competenza e passione per portare il lettore nel mondo dell'Imaginifico. Un saggio divulgativo corredato con una sezione dedicata alle immagini che ripercorrono le tappe piu' significative della storia del Vate.