Con la formula della domanda e risposta sono spiegate in modo facile e sintetico tutte le principali verità della fede cattolica che spesso sono poco comprese se non addirittura dimenticate nella società di oggi. In modo divulgativo e con un linguaggio attuale le risposte facilitano la comprensione anche a chi ha una vaga conoscenza della fede e della Chiesa.
L'autore racconta che una fedele, prestando forse per la prima volta attenzione alle parole recitate nel Credo, era giunta alla conclusione che non credeva veramente neppure alla metà degli articoli di fede. «Non è difficile immaginare quelli che la inquietavano: "Credo in Dio Padre onnipotente" e allora Auschwitz e Hiroshima? "Creatore del cielo e della terra" e il Big Bang e l'evoluzionismo?». I destinatari del libro, che affronta uno ad uno in maniera agile tutti gli articoli di fede, sono i molti a cui accadrebbe la stessa cosa se smettessero di recitare il Credo "con il pilota automatico". Tutti i credenti, quindi, perché chi non è almeno un po' scettico coi tempi che corrono?
Sommario
Prologo. Introduzione. Il Credo. I. CREDO IN DIO PADRE E LA SUA OPERA CREATRICE. 1. Credo in Dio Padre onnipotente. 2. Creatore del cielo e della terra. II. CREDO IN GESÙ CRISTO E NELLA SUA OPERA REDENTRICE. 3. Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore. 4. Concepito per opera e per grazia dello Spirito Santo è nato da santa Maria Vergine. 5. Patì sotto Ponzio Pilato. 6. Fu crocifisso, morì e fu sepolto. 7. Discese agli inferi. 8. Il terzo giorno risuscitò da morte. 9. Salì al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente. 10. Di là verrà a giudicare i vivi e i morti. III. CREDO NELLO SPIRITO SANTO E LA SUA OPERA DI SANTIFCAZIONE. 11. Credo nello Spirito Santo. 12. La santa Chiesa cattolica. 13. La comunione dei santi. 14. Il perdono dei peccati. 15. La risurrezione della carne. 16. La vita eterna. Epilogo. Bibliografia.
Luis González-Carvajal Santabárbara, dottorato in Teologia all'Università Pontificia di Salamanca, è stato parroco a Madrid, segretario generale della Caritas spagnola e professore alla Facoltà di Teologia dell'Università Pontificia Comillas e direttore del Dipartimento di Teologia morale. È autore di numerose pubblicazioni in campo teologico e pastorale.
La peculiarità del De fide rerum quae non videntur è la sua prospettiva apologetica intesa in maniera straordinariamente attuale. Questo contributo, quindi, non solo costituisce un invito ad accostarsi alla teologia di S. Agostino, ma si propone di riscoprire la fecondità e l'attualità dell'apologetica, che fonda credibilità e ragionevolezza della Rivelazione. S. Agostino, peraltro, offre un tesoro inesauribile di spunti dottrinali, di cui ha sempre fatto tesoro il Magistero della Chiesa. Dopo un'introduzione generale alla dottrina agostiniana, viene offerta una presentazione storico-critica al De fide rerum quae non videntur, cui segue una moderna traduzione italiana. In appendice viene offerta, infine, una sintetica trattazione dell'apologetica, focalizzandone utilità ed attualità alla luce dell'humus agostiniano. La fede, pur nascendo dall'auditus Verbi, non esclude l'apporto della ragione e la sua credibilitas sta anche nell'esclusione di presunte irrazionalità o assurdità totalmente estranee alla Divina Rivelazione. Il fine, infatti, è apportare ragioni per credere e per confermare la scelta di fede, libera, coerente e possibile. Del resto, insegna San Pietro che il cristiano deve saper "rendere ragione della speranza che è in noi" (1Pt 3,15). Questo vale soprattutto oggi, nella prospettiva della "nuova evangelizzazione", situata nel "post-moderno", in cui occorre avere la capacità di parlare non solo al cuore dell'uomo, ma anche alla sua intelligenza, come ebbe a scrivere André Manaranche: "Noi non crediamo per delle ragioni, ma abbiamo delle ragioni per credere".
Collezione in cinque volumi di definizioni dottrinali dei Padri della Chiesa organizzate intorno alle frasi-chiave del Credo Niceno-Costantinopolitano. Il secondo volume della collana raccoglie testi che fungono da commento alle proposizioni della prima sezione cristologica del Credo niceno-costantinopolitano, dalla definizione della natura del Figlio e del suo rapporto con il Padre, alla sua funzione cosmogonica, fino all'incarnazione. I testi sono corredati da note e introduzioni sul contesto storicoteologico.
La speranza, in genere, è l’attesa fiduciosa di qualcosa di bello, di buono, di lieto che si desidera.
Essa è tipica dell’essere umano che, coscientemente o incoscientemente, si sente imperfetto, insicuro, e lo accompagna in tutte le dimensioni della sua esistenza: materiale, spirituale, sociale, temporale, religiosa.
La virtù della speranza viene considerata:
- nella esperienza personale;
- nella Bibbia;
- nella riflessione teologica.
In un ultimo capitolo vengono presentati:
- i doveri verso la speranza cristiana
- i peccati contro la speranza cristiana.
Questo libro di Gerhard Lohfink introduce i non cristiani alla fede cristiana. E, allo stesso tempo, vuol essere un aiuto per i cristiani che tornano a interrogarsi sulla propria fede. Gli elementi importanti della fede in Cristo sono esposti, in uno stile divulgativo, sotto forma di un insieme di lettere. Chi scrive si rivolge a una coppia di coniugi che vorrebbero capire che cosa significa veramente essere cristiani e in che cosa consiste la pratica effettiva della fede. Lo scambio epistolare cerca di rispondere alle molte domande e ai tanti dubbi che man mano sorgono.
«La chiesa è quello che è oggi soltanto perché ha saputo legare insieme continuità e discontinuità: ha saputo svilupparsi, per portare in modo sempre nuovo il vangelo nel suo presente. È questo il fine per il quale essa è inviata» Michael Seewald.
«Tracciando la storia della teoria sullo sviluppo dei dogmi, Seewald illustra sia la mutevolezza delle espressioni dogmatiche sia i diversi sforzi compiuti per comprenderle. La determinatezza del contenuto del dogma è qualcosa che continua a provocarci e indubbiamente richiede sempre nuove determinazioni, ma in definitiva corrisponde al fatto che il Dio di Gesù Cristo si è voluto determinare facendosi umano. E vale la pena rifletterci, proprio in un tempo stanco dei dogmi come quello che abitiamo» (Jan-Heiner Tück, Christ in der Gegenwart).
Descrizione
Indicando dei punti fermi, i dogmi hanno il compito di assicurare la trasmissione inalterata della fede nel corso del tempo. Ora, che il rapporto esiste fra vangelo e dogma? Anzi, che cosa s’intende per “dogma”: una dottrina fissa, definita una volta per sempre? Oppure un insegnamento vivo, realmente aperto allo sviluppo?
Nella storia del cristianesimo forse mai quanto oggi si è discusso di cambiamento. Di rado, però, si riflette su ciò che significa esattamente in senso teologico “sviluppo” – e sviluppo del dogma, in particolare. Eppure la chiesa è stata fin dal principio una comunità dinamica che ha cercato di annunciare il vangelo, nel mutare dei tempi e delle culture, in modo comprensibile. Altrettanto ricca è la tradizione, spesso dimenticata, di teorie dello sviluppo in campo dogmatico. Vale la pena, allora, disseppellire questi approcci e dar loro criticamente nuova vita.
La chiesa in passato è stata assai più capace di cambiare di quanto molti non siano disposti a concedere. Perché non dovrebbe essere capace di farlo anche in futuro?
Una esposizione succinta, ordinata, chiara, della fede cattolica; ecco il proposito di questo libro. Senza soffermarsi sulle diverse condizioni di età, di linguaggio, di cultura dei destinatari (come è consuetudine felicemente acquisita e riconosciuto dovere dei moderni testi di catechesi), esso si preoccupa di garantire la compiutezza della dottrina e la sua interiore organicità. La proposta viene fatta a tre diversi livelli: presentazione essenziale dell'annuncio, ricavata dalle formule del Nuovo Testamento; analisi degli articoli del Credo, alla luce dell'insegnamento perenne del Magistero ecclesiale; sintesi sistematica dei contenuti della fede elaborata con l'ausilio di una precisa e originale visione teologica. È un piccolo contributo all'impresa, da più parti invocata, di uscire dalle nebbie della confusione al sole delle certezze.
C'è un senso alla storia? I fatti hanno un senso e rispondono a un disegno provvidenziale? Se molti pensano che tutto sia frutto del caso o che la storia sia il grande palcoscenico sul quale si realizza l'opera dell'uomo, il cristiano è invece invitato a pensare diversamente. Infatti, tutto quello che accade è la realizzazione di un progetto divino, al cui centro sta l'avvenimento più grande che l'umanità conosca: l'Incarnazione del Verbo, la venuta del Figlio di Dio, il Cristo. La storia si realizza quindi attraverso personaggi che testimoniano le insidie del diavolo (le eresie e le aberrazioni) e la sollecitudine divina (i santi e i miracoli). Compito dello storico cristiano è quello di illuminare i credenti sulla corretta interpretazione senza cedimenti o concessioni, in nome della verità.
San Paolo VI è un grande profeta del nostro tempo. I meriti di questa eccezionale personalità sono molteplici. Questo libro ne focalizza uno in particolare, che riguarda la difesa che Papa Montini ha fatto, con lucidità e coraggio, della fede cattolica. Il suo grande merito fu quello di aver compreso che il problema di fondo della Chiesa, nella temperie della modernità, era quello di preservare il deposito della divina Rivelazione ad essa affidato.
Pur in mezzo a contestazioni e ad attacchi da parte di élites intellettuali che avrebbero dovuto sostenerlo, San Paolo VI combatté coraggiosamente la sua battaglia in difesa della fede e una delle sue iniziative più efficaci fu la solenne Professione di fede pronunciata nella basilica di San Pietro il 30 giugno 1968. A chi negava la verità rivelata e subdolamente operava per un pantheon religioso universale, il Pontefice opponeva il Credo cattolico, approfondito in tutti quei passaggi dottrinali che venivano messi in discussione.
Nell’attuale clima di «autodissoluzione della fede» e di «apostasia silenziosa», il Credo di Paolo VI, arricchito dagli insegnamenti del Catechismo della Chiesa cattolica, rappresenta una guida necessaria per non smarrire il cammino della verità e tenere accesa la lampada della fede mentre si estendono sempre di più le tenebre della menzogna.
È possibile conoscere Dio con la sola ragione? Quale tipo di ragione? E quale Dio ci fa conoscere? A simili domande si propone di rispondere questo libro, attraverso un percorso intellettuale che muove dall'attualità del problema-Dio, ne affronta le risposte negative o inadeguate, le illumina positivamente con la filosofia tomista tradizionale, per arrivare all'effettivo rivelarsi di Dio nella storia della salvezza. Gli apporti presentati dal grande teologo domenicano Garrigou-Lagrange rivelano ancora oggi tutta la loro grandiosità, nella misura in cui sono ancora in grado, dopo più? di mezzo secolo, di guidare l'uomo sulle strade della ricerca di Dio.
Molti sono convinti che la carità sia il fare l’elemosina, oppure consista nell’altruismo o nella solidarietà.
Per sapere davvero cos’è la carità, occorre andare alle fonti: alla rivelazione biblica. Scopriamo così che essa è anzitutto l’identità stessa di Dio: Dio è amore (1 Gv 4,8), letteralmente agape. Essa è poi l’amore con cui Dio ci ama e che rende noi capaci di amare lui e il prossimo: Poiché io ho amato voi, anche voi amatevi gli uni gli altri (Gv 15,12). Donando a noi la carità, Dio ci fa partecipi della sua stessa potenza di amore, elevando la nostra volontà e rendendo noi capaci di amare realmente nel modo in cui lui ama.
Vivere questa virtù teologale, con le sue manifestazioni di gioia, benevolenza, elemosina, servizio e apostolato, sembra quindi l’unico modo ragionevole di corrispondere a quell’amore così grande che abbiamo ricevuto.
L’aspetto originale di queste pagine è tentare di fondare la teologia morale sulla teologia dogmatica: la virtù della carità sulla teologia trinitaria e delle missioni divine, e presentare la sequela di Cristo come divinizzazione della persona umana.