I primi cristiani, perseguitati e costretti alla clandestinità, facevano spesso ricorso ad una comunicazione simbolica che, proprio in quanto tale, consentiva la comprensione solo agli iniziati. L'adozione di simboli si estese anche alle figurazioni presenti nelle loro sepolture, contemplando anche l'uso di temi iconografici tratti dal repertorio pagano. Questo libro riporta alla luce i significati delle figurazioni simboliche paleocristiane cercando di collegarli alle fonti dalle quali scaturirono e al contesto storico nel quale si svilupparono. Vengono richiamati anche quei simboli che rimasero nell'ambito della simbolica letteraria, e i temi ricorrenti nella fase tarda dell'arte paleocristiana, dove la figurazione diventa "racconto".
La dimensione simbolica degli animali, un tempo corrente e universalmente accettata, ha lasciato traccia nel mondo moderno. Man mano che la fauna selvatica sparisce dal nostro habitat, sembra quasi che gli animali simbolici tornino sempre più a popolarlo: la colomba rappresenta i movimenti pacifisti, il cavallino rampante è l’emblema di una casa automobilistica orgoglio degli italiani, leoni leopardi lupi e aquile sono adottati dalle più agguerrite squadre di calcio. Ancora oggi additiamo negli animali lo stereotipo di vizi e virtù umani: il coraggioso è un leone, il vigliacco è un coniglio; la ragazza intraprendente fa la civetta e il maestro chiama asini gli studenti.
Alla ricerca delle radici remote da cui ha tratto alimento il simbolismo animale, scopriamo il ruolo centrale dell’esegesi biblica: non può sfuggire come, dalla Genesi all’Apocalisse, dal serpente al drago, la Bibbia si apra e si chiuda con una bestia-simbolo.
L’opera tratta degli animali menzionati nella Bibbia, che hanno quindi goduto dell’attenzione degli antichi esegeti. Il secondo volume ospita in ordine alfabetico gli animali dalla L alla Z. La curatrice, di cui è nota la sicura competenza in quest’ambito, propone una ricchissima e accurata antologia. Due i possibili livelli di lettura: per informazione e per consultazione. I capitoli possono essere letti l’uno di seguito all’altro o consultati come voci di un’enciclopedia; si può inoltre andare direttamente agli indici, alla ricerca di un autore o una citazione specifica.
Ogni capitolo ha la medesima struttura tripartita: un’introduzione traccia brevemente la storia del simbolo animale, seguono i passi antologici suddivisi per simbologie, il corredo di note accorpate a fine capitolo fornisce il necessario complemento di passi paralleli e le spiegazioni più essenziali.
Il rigore scientifico che contraddistingue il volume e il prestigio della collana che lo accoglie non traggano in inganno: scritto con uno stile agile e accessibile a tutti, corredato sempre di traduzione per quanti non conoscono (o più non ricordano) il greco e il latino, il testo è veramente “godibile” dal più ampio pubblico.
Sommario
23. Leone. 24. Lepre. 25. Locusta. 26. Lupo. 27. Mosca. 28. Pantera/leopardo. 29. Passero. 30. Pecora. 31. Pellicano. 32. Pernice. 33. Pesce. 34. Porco/cinghiale. 35. Riccio. 36. Serpente. 37. Toro (e altri bovini). 38. Tortora. 39. Unicorno/rinoceronte. 40. Verme. 41. Vipera. 42. Volpe. 43. Zanzara. Al lettore. Bibliografia. Indici.
Note sulla curatrice
Maria Pia Ciccarese è professore ordinario di letteratura cristiana antica nella Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma, dove dirige il Dipartimento di studi storico-religiosi; dal 1998 al 2004 è stata presidente della Consulta universitaria di letteratura cristiana antica. Si occupa di esegesi biblica, di escatologia e visioni dell’aldilà, di edizioni critiche di testi cristiani; da oltre dieci anni pubblica contributi sul simbolismo cristiano degli animali. Ha curato i volumi: Il «Contra adversarium legis et prophetarum» di Agostino, Atti dell’Accademia Nazionale dei Lincei, Roma 1981; Visioni dell’aldilà in Occidente. Fonti modelli testi, Biblioteca patristica n. 8, Firenze 1987; La Letteratura cristiana antica nell’Università italiana, Letture patristiche n. 5, Fiesole 1998; presso le EDB ha curato Animali simbolici. Alle origini del Bestiario cristiano. I (Agnello - Gufo), Biblioteca patristica n. 39, 2005.
Descrizione dell'opera
Il volume si propone di aiutare il lettore a godere della visione di una icona non semplicemente a livello estetico, ma soprattutto a livello spirituale: per questo esso unisce pagine scritte con stile più tecnico, miranti a far conoscere storia, aspetti compositivi e dettagli dell’immagine, ad altre che più direttamente costituiscono un invito a incontrare il Signore attraverso l’icona.
La prima parte del testo riporta le informazioni fondamentali sulla Vergine di Vladimir e una sua descrizione generale e particolare per coglierne tutta la ricchezza tecnica ed espressiva. La seconda parte offre spunti di riflessione e materiali per pregare davanti all’icona, al fine di coglierne sia il legame con la Sacra Scrittura e la Tradizione, sia la ricaduta nello sforzo quotidiano di incarnare la fede.
In chiusura è proposta un’intervista alla coppia dei due coautori iconografi, nella quale essi esprimono il senso spirituale e umano del loro lavoro.
Sommario
Introduzione. Un disegno di bellezza (G. Babini - G. Raffa - L. Renzi). I. Lo splendore di grazia di una icona (G. Raffa). 1. La Vergine di Vladimir. Origine di un’immagine della Madre di Dio. 2. «De-scrittura» dell’icona. 3. I volti. 4. Le mani. 5. Il viaggio dell’icona nel tempo e nello spazio. II. Prima e oltre l’immagine: per riflettere e pregare con l’icona della Vergine di Vladimir (G. Babini). 1. Risonanze di testi biblici. 2. Oltre lo sguardo. 3. Vergine Madre: armonia e tenerezza. 4. Pregare con l’icona. Conclusione. Un’esperienza di vita: intervista di Giuliana a Giovanni a Laura, sposi e iconografi.
Note sugli autori
Giovanni Raffa e Laura Renzi, iconografi, hanno unito le loro vite in una famiglia ancora in crescita e sovente lavorano insieme; sono allievi del maestro di Pietroburgo Alexander Stalnov e del maestro di Paskov Andrej Davidov. Le loro opere sono presenti in numerosi luoghi, dalla Calabria al Nord Italia; tengono inoltre corsi in diverse località.
Giuliana Babini è da anni impegnata nella catechesi biblica (incontri, ritiri, articoli, libri); si è appassionata alle icone nelle aree di rito greco-cattolico della Calabria e ne approfondisce ora la ricchezza spirituale assieme a Giovanni e Laura.
Irène Mainguy, autrice della "Simbolica Massonica del terzo millennio", prosegue nello stesso spirito la sua ricerca sui complementi del grado di Maestro rappresentati dai gradi di Perfezionamento del Rito Scozzese Antico e Accettato e i due primi Ordini di Saggezza del Rito Francese. Basandosi su un ampio ventaglio di documenti e di rituali, l'autrice studia ogni grado sotto tutti i suoi aspetti e, attraverso un'analisi comparativa dei testi originari, fa scoprire i punti di contatto che esistono tra i due riti, mettendo in evidenza il comune corpus massonico ad essi sotteso. Quest'opera apre numerose piste di ricerca che aiuteranno ogni maestro massone a progredire nella propria indagine e a proseguire il cammino iniziatico verso un ideale di universalità.
A seguito di una lettura, in occasione della visita a un museo o a una chiesa, dopo aver assistito a uno spettacolo e in numerose altre circostanze legate allo studio o allo svago, simboli concernenti il Cristianesimo si presentano allo sguardo e allo spirito. Questi segni hanno segnato profondamente la cultura mediterranea e occidentale. La loro comprensione è indispensabile per apprezzare appieno il nostro patrimonio artistico, intellettuale e spirituale, nonché per apprendere i valori filosofici e morali sui quali si fonda la società laica. Questo lessico raccoglie oltre 500 simboli d'origine evangelica e, più in generale, biblica. Spesso condivisi con altre civiltà, essi sono stati progressivamente sviluppati e arricchiti in modo specifico dalla tradizione paleocristiana, da quella medioevale, poi da quella moderna. Alcuni di questi simboli sono ancora in uso nelle Chiese. Altri, appartenenti alla storia, sono stati in parte dimenticati, anche se restano incisi nella pietra delle cattedrali, si ritrovano sui muri affrescati, sulle pergamene degli antifonari o nelle pagine dei libri, per esprimere un messaggio sui Misteri cristiani. Il volume guida alla comprensione del linguaggio simbolico, a volte complesso e contraddittorio, altre volte di un'assoluta limpidezza.
È nuovo questo ciclo iconografico dipinto dai coniugi Paola e David La Fede per la chiesa parrocchiale di Sant'Antonio Abate a Corti di Costa Volpino (provincia di Bergamo e diocesi di Brescia); nuovo e a servizio della nuova evangelizzazione.Si tratta praticamente di sette icone (Natività, Battesimo, Crocifissione, Pantocratore, Risurrezione, Apparizione sul lago di Tiberiade, Pentecoste) che costituiscono la corona misterica sull'architrave del presbiterio della suddetta chiesa. Queste sette icone, presentate nel libro, sono completamente libere da ogni forma di archeologismo, non vengono da alcuna "moda iconografica", non copiano schemi che poi devono essere spiegati, ma nascono dal basso, cioè dal cammino di fede, dalla lettura attenta della Scrittura e dalla celebrazione comunitaria della stessa, dalla gioia di essere cristiani oggi. Sono icone nuove, nate dalla Chiesa che cammina sulla via indicata dal Concilio Vaticano II, icone per la nuova evangelizzazione. È importante, infatti, per la nuova evangelizzazione, che la comunità cristiana sia visibile, sappia manifestare in ogni ambito dell'esistenza la bellezza e lo splendore della vita in Cristo.
Lo scopo principale di questo libro è quello di velare e rivalutare il senso perduto dei numeri e delle lettere, delle figure e dei corpi geometrici, risalendo, attraverso la scoperta delle loro misteriose origini e dei loro reconditi significati, a quando, nella notte dei tempi, la divina potenza creatrice ne fece dono all'uomo. L'esame dell'autore, da molti decenni studioso della materia, si basa su una vasta conoscenza di tutti i prodotti culturali delle civiltà antiche, e ha il preciso scopo di ricondurre ad una sintesi di pensiero e a un linguaggio di tipo universale, base del progresso e dell'evoluzione dell'umanità.
Un classico insuperato di uno dei grandi maestri di arte medievale russa
Le icone russe sono una scoperta del Ventesimo secolo. È infatti soltanto dopo un’importante stagione di restauri che queste opere, pulite dagli scuri strati di vernice e dalle successive mani di pittura, hanno svelato a studiosi e appassionati d’arte il loro intrinseco valore. Fu questo un periodo di straordinario impulso nello studio di questa tradizione artistica e successivamente di scoperta da parte del pubblico, che imparò progressivamente a conoscerne la bellezza, le armoniche composizioni, le figure eccezionalmente eloquenti.
L’opera di Viktor Lazarev è un classico insuperato, impreziosito in questa edizione italiana da una ricchissima sezione di tavole a colori. La trattazione è dedicata alla storia delle icone russe dalle origini sino agli inizi del sedicesimo secolo con deliberata scelta di concentrarsi sull’“età d’oro” di quest’arte. Scritto con stile chiaro ed eloquente, il lavoro di Lazarev descrive la nascita della pittura su tavola in Russia; la tecnica e l’estetica delle icone russe; le principali scuole di produzione di icone; introduce il lettore agli artisti più importanti di questa tradizione e alle loro opere.
Le tavole a colori sono descritte da apposite schede negli apparati final.
Sant'Agostino nel 400, a proposito del tempo, scriveva che esso era stato costituito dalla divina provvidenza per la nostra salvezza. L'affermazione che la vita umana del suo svolgersi e la storia fossero inserite nell'economia (dispensatio) di salvezza gettava le basi per una visione escatologica del passare del tempo e della sua stessa esistenza. Un'operazione analoga è stata compiuta dai Padri della Chiesa riconoscendo una economia salvifica alle forme artistiche che raffiguravano l'invisibile. A seguito della crisi dell'iconoclasmo bizantino dell'VIII e IX secolo, l'affermazione dell'economia salvifica della rappresentazione artistica ha consentito all'immagine di farsi icona, consegnando alla Chiesa uno strumento pedagogico.
Una ragazza, una citta grande e deserta per il caldo estivo, un corso di iconografia, che decide di frequentare per arrrotondare" i suoi guadagni. Con questo racconto Claudia Rapetti condivide con i lettori il suo incontro con l'iconografia. "
I simboli, come spiega l'etimologia (syn-ballein = "mettere insieme"), uniscono coloro che in essi si riconoscono. Al contempo, però, gli individui uniti da certi simboli si separano da chiunque non riconosca in quei simboli la propria identità (ciò che è simbolico può essere allora anche diabolico: dia-ballein "separare"). Simili dinamiche sono ben visibili in alcune note vicende legislative e giudiziarie che mettono alla prova nelle società occidentali l'idea di laicità, come quelle che concernono il crocifisso e il velo islamico negli spazi pubblici. I saggi raccolti in questo volume intendono offrire un contributo al dibattito su tali argomenti.
"In queste pagine l'iconografo non ha proposto solo le 25 icone, che accompagnano le principali feste dell'anno liturgico, ma per ogni icona propone un brano della Scrittura, una meditazione e preghiere tratte dalla Liturgia bizantina. Il volume si propone più come itinerario personale e familiare che come percorso ecclesiale e intende educare alla contemplazione della bellezza, ricordandoci che non ogni immagine porta alla vita spirituale e orienta la fede" (M. I. Rupnik).