La digitalizzazione della nostra vita quotidiana progredisce a ritmi vertiginosi e non sempre questo costituisce un vantaggio. Se per rispondere a qualunque domanda ormai attingiamo al nostro smartphone, indifferenti che le nostre tracce siano registrate, memorizzate e analizzate nelle banche dati per poi essere interpretate, vendute e usate indebitamente, vuol dire che non riusciamo più a fare a meno delle tecnologie digitali, che ne siamo dipendenti. Sono però note a tutti le patologie "cibernetiche" e le conseguenze sulla salute nostra e dei nostri figli dovute all'uso sempre più intensivo di computer, social e giochi elettronici. Non si tratta di ostilità nei confronti della tecnologia, ma di veri e propri effetti collaterali indesiderati come stress, perdita di empatia, depressione, disturbi del sonno e dell'attenzione, incapacità di concentrarsi e di riflettere, mancanza di autocontrollo e di forza di volontà. I bambini, in particolare quelli che non sanno ancora leggere e scrivere, sono danneggiati nelle loro capacità sensoriali, e bullismo e criminalità informatica completano il quadro di una situazione che ci sta sempre più sfuggendo di mano. L'appello che Manfred Spitzer lancia in questo libro è di reagire per non lasciare che le nostre vite siano dominate dalle lobby del settore che ogni giorno ci bombardano con messaggi su quanto siano importanti e utili i media digitali.
Il 6 agosto 1991 fu lanciata la prima pagina virtuale a opera di un informatico inglese, Tim Berners-Lee. Oggi, dopo venticinque anni, sembra che attraverso internet si stia materializzando un nuovo Medioevo. Arcangeli riflette sui segnali che prefigurano questo scenario: il ritorno di fiamma di una oralità che si insinua sempre più decisamente nella scrittura elettronica; la propagazione incontrollata via rete di falsi giornalistici e leggende metropolitane; l'ibridazione dei saperi e l'indebolimento dei loro contenitori disciplinari; la sostituzione di una lettura lineare con le forme di una lettura reticolare o "stellare", e l'interruzione della linearità del testo scritto tramite l'inserzione massiccia o pervasiva delle immagini.
Nei due anni trascorsi dalla pubblicazione della prima edizione di "Strategia digitale" sono successe molte cose. L'agenda del mondo è cambiata, si sono imposte nuove abitudini di consumo, i social hanno modificato i loro modelli di business. Su tutto questo è importante fare un punto. Perché sono sempre più lontani i giorni in cui potevamo dire, semplicemente: "Apriamo una pagina Facebook" o "Chiamiamo l'esperto di SEO". Questa seconda edizione è arricchita e aggiornata, alla luce appunto di un nuovo quadro di riferimento. La definizione "digitale" è sempre più superflua, perché la comunicazione e il marketing devono muoversi in un universo multicanale, ma è ancora necessario fornire gli strumenti per la costruzione della presenza del brand che sappiano essere un'efficace "messa a terra" di tutte le teorie: ed ecco che ritorniamo alla necessità di un approccio organico e competente sul digitale. In virtù di questo nuovo angolo di visione, sono stati aggiornati anche gli esempi, le risorse consigliate e i casi analizzati. Il manuale illustra come creare una strategia digitale sia dal punto di vista dell'azienda sia da quello dell'agenzia, attraverso casi di successo e simulazioni, esempi, idee, check list. I meno esperti troveranno una guida che spiega, attraverso una metodologia facile da comprendere e da seguire, come progettare e realizzare le attività di comunicazione digitale pianificandole strategicamente.
Con questo libro gli autori hanno inteso dare un contributo di conoscenza pratica all'argomento della gestione della comunicazione tra le persone all'interno delle aziende, perché le persone hanno una sola antropologia, che si declina in infiniti tratti di personalità, tanti quanti sono gli esseri umani, ognuno diverso dall'altro.
"La deontologia professionale sta racchiusa in gran parte, se non per intero, in questa semplice e difficile parola: onestà. È una parola che non evita gli errori: essi fanno parte del nostro lavoro, Perché è un lavoro che nasce dall'immediato e che dà i suoi risultati a tambur battente. Ma evita le distorsioni maliziose quando non addirittura malvage, le furbe strumentalizzazioni, gli asservimenti e le discipline di fazione o di clan di partito. Gli onesti sono refrattari alle opinioni di schieramento - che prescindono da ogni valutazione personale - alle pressioni autorevoli, alle mobilitazioni ideologiche. Non è che siano indifferenti all'ideologia, e insensibili alla necessità, in determinati momenti, di scegliere con chi e contro chi stare. Ma queste considerazioni non prevalgono mai sulla propria autonomia di giudizio. Un giornalista che si attenga a questa regoletta in apparenza facile facile potrà senza dubbio sbagliare.ma da galantuomo. Gli sbagli generosi devono essere riparati, ma non macchiano chi li ha compiuti. Sono gli altri, gli sbagli del servilismo e del carrierismo - che poi sbagli non sono, ma intenzionali stilettate - quelli che sporcano". (Indro Montanelli)
È facile dimenticare quanto è cambiato il mondo negli ultimi decenni, perché viviamo immersi nel presente. Ed è ancora più facile non pensare a quanto cambierà il mondo nei prossimi anni, perché spesso la trasformazione è imprevedibile, inarrestabile - e rischiosa. Alec Ross, consigliere dell'amministrazione Obama per l'Innovazione e docente alla Columbia University, ha lavorato per anni alla frontiera del cambiamento, viaggiando in tutto il mondo, dal Kenya delle start-up alla Corea del Sud dei fantascientifici laboratori di ricerca, per cogliere gli sviluppi tecnologici in tempo reale. Vero e proprio "futurologo", Ross ha scritto questo libro con uno scopo ben preciso: raccontare a tutti il futuro che ci aspetta, per aiutarci a trovare il nostro posto nel nuovo mondo: "Vent'anni fa avrei voluto leggere un libro capace di prevedere la rivoluzione di internet. Oggi ho provato a scriverlo io: dal codice informatico al codice genetico". Passando dalle analisi economiche più dettagliate al racconto appassionante di storie concrete dai quattro angoli del pianeta, Ross affronta tutti i temi più caldi dell'innovazione - dalla ricerca genetica alla cybersicurezza alla rivoluzione dei Big Data - evidenziando le sue ricadute sulle decisioni che ognuno di noi dovrà prendere nei prossimi vent'anni: cosa studiare (e cosa far studiare ai nostri figli)? Che lavoro scegliere? Come investire i nostri risparmi?
La comunicazione di papa Francesco arriva proprio a tutti, grazie alla notevole consapevolezza e raffinatezza nella gestione dei codici linguistici e culturali. Spesso assistiamo a papa Bergoglio che, con la sua capacità relazionale, abbandona i testi scritti per comunicare a braccio, ricorrendo all'apologo, alla metafora o all'aneddoto come ancoraggio con la vita quotidiana. Francesco è un papa che non segue la televisione e i media in generale, pur essendo capace di dominarli con straordinaria disinvoltura. Come ci riesce? Attraverso quali costruzioni simboliche passa la sua comunicazione? Analizzando diversi aspetti della "rappresentazione pubblica" del pontificato di Francesco - dal saluto dalla Loggia di San Pietro ai viaggi apostolici, dalle omelie alle encicliche - Vigano mostra i percorsi attraverso i quali il messaggio di Bergoglio arriva fino a noi.
Le nostre identità digitali sono composte da sentimenti e informazioni sempre più strettamente intrecciati tra loro. Quando condividiamo via web ci sentiamo al contempo più gratificati e più informati. Sempre presenti e al contempo proiettati in un altrove, siamo come anime elettriche in estasi permanente. Perché nella ribalta mediatica dei servizi gratuiti, dove ci esercitiamo nella disciplina della pornografia emotiva, si disegna una diversa unità tra mente e corpo. Ci troviamo in uno spazio continuo di sollecitazioni e senza accorgerci siamo alla mercé di un potere dopante e manipolatorio. Ma la partita è tutta da giocare. Con uno sguardo antiproibizionista Ippolita fa un nuovo giro dietro le quinte della società del controllo, alla ricerca di vie di fuga e strategie di autodifesa.
Il matrimonio tra giornalismo e marketing, ancor più che tra Montecchi e Capuleti, è sempre stato impossibile da celebrare. Ma i tempi cambiano e quello che prima suonava come un'onta giornalistica oggi, sotto certi aspetti, non solo è ammesso ma sta rappresentando un nuovo importante settore per il giornalismo. Grazie al web (blog, Facebook, Twitter, YouTube, ecc.) le aziende decidono da sole dove, quando e soprattutto cosa e per chi pubblicare una notizia. Il brand journalism, che ha avuto notevole impulso dal 2004 negli Usa, si occupa di comunicare tutto ciò che ruota attorno a un marchio (brand) con lo scopo di informare i lettori sulla storia dell'azienda. Lo fa con gli strumenti e le regole proprie del giornalista. Il brand journalist, non inganna il lettore, non gli deve vendere nulla, ma gli mette a disposizione ciò che gli occorre per approfondire la conoscenza del marchio di cui è, o potrebbe, diventare cliente. Questo manuale di brand journalism, primo in Italia, fornisce caratteristiche, strumenti, tecniche e regole di quello che rappresenta una nuova grande opportunità per i professionisti dell'informazione. Prefazione di Daniele Chieffi.
Come si fa giornalismo nell'era digitale? Come sfruttare tutte le potenzialità degli strumenti social? Come si è trasformata e come è diventata oggi l'informazione sul web? Questo testo risponde a chi si chiede come e quanto debba cambiare il modo di scrivere e diffondere oggi le notizie, attraverso Internet. Al centro del volume l'analisi approfondita delle nuove dinamiche del giornalismo online e le buone pratiche per sfruttare al meglio le potenzialità dei social media, della crossmedialità e dei motori di ricerca, i tre pilastri del nuovo sistema dell'informazione. Un testo agile, ricco di consigli e di contenuti trasversali. Da freelance o in redazione, tutte le tecniche per conoscere i segreti della 'nuova' informazione, per un uso efficace dei social network e per un buon utilizzo dei blog.
Nella società digitale, le parole sono i nostri emissari: raccontano al mondo chi siamo. Il modo in cui scriviamo può farci apparire intelligenti o stupidi. Ma può anche farci passare per persone confuse, sciocche o noiose. Una norma, questa, valida per buttare giù un listicle, per usare SlideShare e persino per maneggiare i termini che stiamo utilizzando in questo preciso momento. Ciò vuol dire che occorre scegliere le parole con cura, usare uno stile gradevole e parsimonioso, ricorrere a un'empatia sincera nei confronti del lettore. Ma significa anche prestare attenzione alla capacità, spesso trascurata, di fare marketing dei contenuti: saper scrivere e raccontare bene (ma davvero bene!) una storia vera. Essere in grado di comunicare nella scrittura è anche il fondamento del content marketing. In questo libro Ann Handley mette al servizio tutta la sua esperienza per guidarci nel processo e nelle strategie di creazione, produzione e pubblicazione dei contenuti, con consigli pratici pensati per ottenere risultati sicuri. Le lezioni e le regole di cui l'autrice ci fa dono possono applicarsi facilmente a tutti i contenuti online: pagine web, homepage, landing page, email, marketing, blog, post su Facebook, Twitter, LinkedIn e tutti gli altri social media. Le nuove regole della scrittura è una guida pratica alla creazione e pubblicazione di qualsiasi tipo di contenuto online, destinata a chi lavora per un grande brand o per una piccola azienda, o anche solo per se stesso.
La maggior parte dei manuali che trattano di radio e di TV offrono una ricostruzione del passato in cui i cambiamenti del presente sono ridotti a poco più di un'appendice. Ma questa impostazione non ha più senso, perché radio e tv non sono più le stesse dopo il passaggio definitivo al digitale e a causa dell'intreccio con la rete e con i social network. Pur non tralasciando i riferimenti alla televisione del passato i cui prodotti ancora consumiamo, il testo offre uno sguardo tutto orientato al presente su programmi, format, palinsesti, audience, rapporti con la società, pubblicità, strategie di produzione e di distribuzione. Alla radio, grazie alle specifiche competenze dell'autore, è dedicato uno spazio ampio, e non una sintetica aggiunta alla trattazione televisiva. Il libro è frutto di una lunga esperienza professionale e didattica dell'autore.