L'islam contemporaneo affronta sfide su più fronti, stimolate da sollecitazioni interne ed esterne, l'esito delle quali è spesso difficilmente interpretabile in un quadro unitario. Utilizzando strumenti dell'analisi storica e sociologica, Valentina Fedele propone una peculiare categoria interpretativa, la protestantizzazione, per interrogare i movimenti musulmani in Europa e in Nord-Africa: il risultato è uno studio innovativo sull'islam mediterraneo, che ne illumina aspetti spesso tralasciati, ne ricompone la frammentarietà delle espressioni, suggerendo nuove possibilità di approfondimento.
Come ha fatto l'Islam ad emergere dall'oscurità dell'Arabia del VII secolo fino a raggiungere la ribalta mediatica del XXI? Perché le società musulmane e quelle occidentali siedono spesso agli estremi opposti del tavolo delle trattative? In questo breve saggio, Adam J. Silverstein ripercorre la nascita e l'espansione dell'Islam, mostrando come quella che era originariamente una ristretta e circoscritta comunità di credenti abbia dato vita a una religione con oltre un miliardo di fedeli in tutto il mondo e analizza il ruolo che la storia dell'Islam svolge sia nel contesto religioso che in quello politico, soffermandosi sulle controversie che ne accompagnano lo studio e sull'importanza che questa storia riveste tanto per i musulmani quanto per i non musulmani.
Non vi è dubbio che l'Islam non sia facilmente conciliabile con il relativismo dei valori che sta alla base dello stato democratico, liberale e laico come lo conosciamo storicamente in quanto non contempla la separazione tra Stato e religione, dalla quale, anzi, il primo nasce e a cui è sottoposto. Tuttavia oggi - soprattutto in Occidente - non esiste un unico Islam, così come da secoli non c'è più un solo cristianesimo. Oltre a un Islam fondamentalista e integralista, esiste infatti un Islam liberale, o potenzialmente liberale, secondo cui il Corano va liberato da incrostazioni e derive veicolate dalla tradizione: un'operazione culturale non semplice né breve che tuttavia porta alla luce ordini di pensiero destinati a scompaginare molte categorie.
Quali sono le specificità della religione islamica? Domanda alla quale il libro risponde ricostruendo i fondamenti dell'Islam da più punti di vista (teologico, normativo, spirituale) e sulla base delle sue due chiavi di accesso principale (il concetto di unicità di Dio e quello di rivelazione scritturale), senza dimenticare le vicende legate alla vita del profeta Muhammad e alla sua successione. Senza venire meno al rigore scientifico, l'autore ci mostra come l'Islam vede se stesso, non dimenticando di evidenziarne anche le difficoltà e le contraddizioni: lo scopo è quello di favorire una conoscenza di questa religione e delle sue idee dall'interno, anche grazie al continuo contatto e riferimento al Corano, e di offrirne un'immagine equilibrata, al di là dell'agiografia così come della condanna pregiudiziale.
Nella lunga e complessa trama storica delle tradizioni costituzionali è determinante l'incontro con le tradizioni religiose. Se è noto il percorso che, durante duemila anni, si è sviluppato fra cristianesimo, nelle sue varie denominazioni, e costituzionalismo occidentale, sicuramente meno conosciuta, se non attraverso stereotipi che contribuiscono a renderla oscura, è la storia che si impone da quasi 1400 anni nel contesto culturale islamico. Il volume, che apre la Serie "Religioni e Costituzioni", mette in luce come in realtà i due itinerari si siano intrecciati in modo complesso, con accelerazioni e ritorni, contrasti ma anche reciproche influenze: essi si sono affermati attraverso una storia reale, primariamente ed eminentemente relazionale. Ripercorrerli, nella prospettiva di creare ponti, può portare a scoperte e a sorprendenti analogie che, superando antichi e duraturi stereotipi, possono favorire il dialogo fra queste due grandi aree geopolitiche.
Esiste un conflitto tra le religioni? Tra le civiltà? E se esiste, può essere giustificato dall'antagonismo tra un Occidente ancorato alla modernità e alla laicità, e un islam congelato nella fede e nella tradizione? A partire dagli attentati dell'11 settembre, il testo analizza la natura profonda dei loro autori e la complessità dei loro rapporti con l'Occidente. Invitando il lettore a fare un'opportuna distinzione tra islam e islamismo, e mettendo l'accento sulla grande disomogeneità dell'islam contemporaneo, l'autrice analizza il problema prendendo ad esempio la Turchia dei nostri giorni".
Abù Hàmid al-Ghazâlî (1058-1111) nacque a Tus (Persia). Studiò a fondo la religione islamica e divenne docente a Baghdad. In seguito a una profonda crisi spirituale abbandonò l'insegnamento per dedicarsi alla ricerca di Dio nell'approfondimento della mistica islamica. Viaggiò tra La Mecca, Damasco e Gerusalemme, per tornare infine nella sua città natale e dedicarsi alla scrittura delle sue opere. Il suo pensiero illumina la storia dell'Islam. La conoscenza intellettuale e l'esperienza della fede, unite insieme, guidarono al-Ghazâlî nella ricerca di ciò che stava al di là della realtà apparente e dell'effimero. Esperienza questa che egli descrisse nella sua opera più significativa, "Il ravvivamento delle scienze religiose". La sete spirituale del divino e del suo amore per la creatura; l'obbedienza alle pratiche cultuali e religiose; la ricerca filosofica, teologica e giuridica; l'interesse per l'ordine sociale e politico dello Stato islamico divennero in al-Ghazâlî i campi di ricerca nel tentativo di riportare la filosofia e la mistica nel solco della tradizione islamica. Parliamo quindi di un riformatore del pensiero musulmano, sempre attento ad armonizzare la speculazione scientifica con l'esperienza di Dio, la ragione con la fede. Qui sta, infatti, l'attualità del genio intellettuale e spirituale di al-Ghazâlî, che ancora oggi può lanciare un messaggio positivo al mondo intellettuale e religioso dell'Islam. Prefazione di Maurice Borrmans.
Una traduzione letterale del testo arabo. Un commento originale che apre il Corano oltre i confini dell’Islàm. Un saggio che indaga le radici degli stereotipi occidentali sul Profeta Maometto e sul mondo islamico.
Questa edizione antologica del libro sacro dell’Islàm propone una chiave di lettura lontana dagli schemi dogmatici e dottrinali, tesa piuttosto a mettere in risalto gli aspetti profondi e la vitalità universale del suo messaggio. Racchiude una selezione di oltre duecento brani suddivisi in nove capitoli tematici e poi riproposti nella successione tradizionale delle “sure” coraniche.
La traduzione, spogliata il più possibile dalle “infrastrutture” interpretative culturali e religiose, è caratterizzata da una rigorosa adesione alla lettera del testo arabo; rinuncia così sia alla fascinazione di una versione “poetica”, sia alla tentazione di una versione “interpretativa”, pur cercando sempre di evitare l’aridità letteraria.
Le note a commento, oltre alle informazioni necessarie per collocare temporalmente e culturalmente il testo, allargano il discorso in una direzione innovativa, che mira a cogliere le contaminazioni e i reciproci arricchimenti intercorsi tra Islàm e Occidente. Offre così gli spunti per una riflessione “ecumenica” o interculturale, che abbraccia molteplici ambiti storici e spirituali del mondo orientale e occidentale: dal pensiero cristiano alla filosofia moderna, dalla mistica sufi alle idee della scienza contemporanea, con riferimenti a Sant’Agostino, Kierkegaard o Albert Einstein.
Chiude il volume un saggio illuminante che ricostruisce le origini storiche e culturali delle false convinzioni maturate in Occidente sull’Islàm e il Profeta Maometto, ancora oggi alla base di tensioni e conflitti di stretta attualità.
Massimo Jevolella studia da oltre trent’anni la cultura islamica medievale. Ha tradotto dall’arabo e curato Il libro dei cerchi di Ibn as-Sid (1984) e l’Alchimia della felicità di Ibn ‘Arabı (1996). È autore di numerosi saggi, tra i quali ricordiamo Non nominare il nome di Allah invano (2004), Le radici islamiche dell’Europa (2005), Saladino, eroe dell’Islàm (2006), e Rawa (2008). Per Urra ha tradotto dall’arabo e curato Il collare della colomba di Ibn H.azm (2010).
"Avresti creduto che fossero svegli e invece dormivano. Li giravamo sul lato destro e su quello sinistro, mentre il loro cane era sulla soglia, le zampe distese. Se li avessi scorti saresti certamente fuggito volgendo le spalle e certo saresti stato preso dal terrore vedendoli." La Sura XVIII, - Ahl al-kahf, "I Sette Dormienti della Caverna" - occupa un posto unico nella religiosità musulmana. In ogni moschea, il venerdì, davanti all'assemblea dei fedeli, un recitante la declama. Sempre più con trascuratezza - lamenta il grande studioso Massignon - come si trattasse di un rituale e di una liturgia scivolate nell'oblio. Eppure il Profeta disse che solo chi ne impara a memoria i primi dieci versetti può essere "al sicuro dal Dajjal" - la versione musulmana dell'Anticristo. Vi si narra di un mito antico, di origine cristiana: sette giovani, minacciati dagli empi, cercano rifugio in una caverna e si addormentano. Il sonno e il futuro risveglio assumono un misterioso significato, racchiudono indicazioni escatologiche insondabili che hanno affascinato e inquietato i più grandi mistici dell'Islam. I contributi di Louis Massignon (1883-1962) - dalla monumentale opera sul mistico al-Mansur al-Hallàj fino ad articoli decisivi e concentrati in poche pagine - sono stati fondamentali per la comprensione occidentale dell'Islam. Ha avuto anche un ruolo determinante per la teologia cattolica, influenzando importanti documenti del Concilio Vaticano II.
Paura dell’Islam propone un’articolata riflessione sulla natura più profonda di quella religione in rapporto alle altre fedi monoteistiche e sulle strumentalizzazioni che le organizzazioni terroristiche cercano di farne. Il testo analizza da una parte la strategia con la quale l’odio per l’Occidente cerca di darsi una dignità ideologica, dall’altra i nostri pregiudizi che ci portano a vedere in ogni musulmano un potenziale terrorista, per approdare all’esigenza del dialogo interreligioso, culturale e politico.
Informazioni sull'autore
Roberto Rapaccini è stato funzionario del Ministero dell’Interno occupandosi prevalentemente di problematiche comunitarie. Dal 2000 al 2002 ha lavorato a Bruxelles presso la Commissione Europea come esperto nazionale distaccato per gli aspetti della cooperazione di polizia relativi alla lotta al terrorismo e al traffico illecito di armi e per le questioni inerenti alla sicurezza e all’ordine pubblico.
"Ogni anno, quando si avvicina il solstizio d'inverno e comincia l'attesa natalizia, mi assale il ricordo di quando, circa vent'anni fa, mi trovavo a vagare per le montagne a nord di Tajrish, sulle soglie del Mazanderàn, all'estremo nord della Persia. Erano ore ed ore, così almeno mi sembrava, che marciavo nel bianco senza fine con la neve sino ai polpacci. 'Abbàs, un curdo alto e robusto come tutti quelli della sua gente, e Javànshir, un caucasiano chiarissimo e sottile, mi precedevano sulla pista invisibile. La nostra meta era un santuario, un cosiddetto "Imam-zadeh", sepoltura di un presunto discendente di 'Ali, il cugino di Maometto, più probabilmente un antico sacello zoroastriano del Fuoco riconsacrato all'Islam." Prefazione di Seyyed Hossein Nasr.