Il Novecento è stato per la musica un secolo di vertiginosa creatività nel quale si sono succeduti molteplici stili, tendenze e sensibilità. Molti sono i compositori che ne hanno più volte ridisegnato i confini sonori: da Debussy e Stravinskij a Schònberg e Webern, da Cage e Stockhausen a Nono e Boulez, da Bartók a Xenakis e Ligeti, da Sostakovic a Pàrt, da Ives a Glass; per giungere fino alle prospettive aperte dai compositori nostri contemporanei, che sempre più dialogano non solo con la tradizione ma anche con le diversissime musiche del presente. Leggere queste pagine ci permette di ascoltare il suono infinito che attraversa il secolo guidati da uno dei pochi critici musicali contemporanei in grado di dare un senso complessivo a questa gigantesca e variegata partitura di esperienze musicali, nella quale forma, melodie, timbri, ritmi e silenzi si sono costantemente trasformati tra analogie e differenze. L'ultima parte del volume individua e analizza un canone di cento opere rappresentative, utile per avvicinare una musica che troppo spesso viene considerata difficile e che invece non di rado colpisce per la sua immediatezza e potenza creativa.
"La vita non è in rima" vuol dire da un lato che i conti non sempre tornano. Dall'altro che, per fortuna, non siamo costretti a vivere secondo uno schema precostituito. E anche questo libro ha uno schema libero. Al centro c'è la scrittura di Ligabue, in tutte le sue forme. Si parte dalle parole - delle sue canzoni, dei suoi libri, dei suoi film - e si arriva a parlare del suo modo di vedere il mondo. La lingua e il dialetto, la famiglia e la politica, il dolore, la speranza, l'arte, il calcio, il sesso, l'amore, l'amicizia, la memoria, la felicità di riuscire a sentirsi - anche solo per un momento - "leggero, nel vestito migliore, nella testa un po' di sole ed in bocca una canzone". Dentro la scrittura di Ligabue c'è una scelta delle parole che rappresenta un punto di vista sulla vita. Ma soprattutto c'è tanta musica, che trasforma e amplifica il senso di ogni parola. Perché per ogni cosa detta c'è sempre un motivo e quel motivo è spesso il modo in cui la canzone ci entra nelle vene, diventa parte di noi. Un libro pieno di spunti sorprendenti - di acume, di dolcezza, di ironia - che farà scoprire Luciano Ligabue a chi ancora non lo conosce bene, ma stupirà anche chi (come ognuno dei suoi tantissimi fan) pensa di sapere già tutto di lui.
Possono dei capolavori settecenteschi illuminare il presente, delineando una mappa di sentimenti ed eros tuttora attuale? Attraverso la trilogia di opere creata col librettista Lorenzo Da Ponte, Wolfgang Amadeus Mozart ha dimostrato di sì. In quel corpus miracoloso costituito da "Nozze di Figaro", "Don Giovanni" e "Così fan tutte", il compositore ha scandagliato profeticamente ogni aspetto dell'amore, affrontando problemi come la violenza sulla popolazione femminile e la trappola in cui cadono le "donne che amano troppo". Ha prospettato temi avveniristici come la possibilità di amare più persone, il sesso in adolescenza e nella quarta età, la scelta di essere single, la propensione alla bisessualità. Le autrici esplorano, con rigore scientifico e prosa leggera e acuminata, questo perfetto congegno musicale tripartito: ne legano i contenuti politici e sociali alla vita di Mozart (ai suoi rapporti, alle sue frequentazioni, alle sue letture), mettono a fuoco l'anticonformismo e la preveggenza delle figure femminili, seguono le indicazioni sull'innocenza dell'adulterio dettate dallo scambio di coppie in "Così fan tutte", mostrano i falsi miti del dongiovannismo. Ne deriva un universo che parla agli eterosessuali e agli omosessuali, a chi ha conquistato un'estasi monogamica non obbligata, ai poliamoristi in guerra con l'ipocrisia e agli amanti clandestini refrattari alla mistica della trasparenza.
"Il tachimetro segna centoventi chilometri all'ora. Sterzo verso destra, ma il volante è di burro: in un attimo sono nella corsia di emergenza. Ho forse meno di un secondo per rendermi conto che da questo lato non c'è alcuna protezione. Abbastanza per pensare: 'Rischio di finire nel fosso e, se ci finisco dentro, non arriverò mai a Salerno'. Controsterzo a sinistra. Se vado a sbattere da questa parte, infatti, è meglio, perché ammaccherò la macchina contro il guardrail, ma almeno potrò continuare il viaggio. No ABS, no airbag, no cintura di sicurezza. La macchina sta rallentando: sono sicura di fermarmi non appena tocco la barriera. Chiudo gli occhi. Una randellata all'altezza del sopracciglio destro, lo schianto del cofano che si accartoccia, il fracasso del parabrezza che si frantuma. Tengo le mani fisse sul volante: sono magra, mi sento fisicamente in grado di sopportare le botte e assecondare ogni movimento dell'auto. Prendo un sacco di colpi in ogni parte del corpo, ma sono invincibile. Lo stridio continuo del metallo che ha agganciato la fiancata mi assorda. Non so quanto tempo duri. Il rumore del botto scema. L'auto adesso è ferma. Dio, sento caldo. Sento freddo. Sento zampilli di sangue scorrere sul mio viso, continui e regolari. Mi sembra di essere una doccia da cui esce acqua. La bocca è piena di detriti: 'Cazzo, i denti'. Passo la lingua sulle due arcate, ma per fortuna li ritrovo tutti al loro posto. Ho la bocca piena di vetri. No non sta succedendo a me. Io sto solo assistendo a una tragedia."
Da uno dei massimi musicologi, un'esauriente sintesi della storia dell'arte musicale in Occidente. Pubblicata per la prima volta nel 1960, successivamente riveduta e aggiornata, l'opera ha riscosso grandi consensi ed è destinata a restare a lungo insuperata quale introduzione ideale alla storia della musica e panorama complessivo capace di soddisfare il lettore più esigente. La storia della musica, pure intrecciata e compresa nel più ampio contesto storico e culturale, dev'essere per l'autore anzitutto storia dello stile musicale. Particolare attenzione viene dedicata ad aspetti spesso trascurati e tuttavia essenziali per penetrare la specificità dell'arte musicale: le forme, i generi, la notazione, le tecniche d'esecuzione. Il volume è corredato di numerosissimi esempi musicali e illustrazioni, e comprende una serie di apparati: un glossario dei termini tecnici, un'ampia bibliografia, una cronologia essenziale e un ben articolato e completo indice analitico.
Questo saggio, del filosofo britannico Roger Scruton dedicato alla musica, prende in esame tutti gli aspetti relativi alla funzione che essa svolge nella cultura fin dai tempi remoti in cui essa ha fatto la sua comparsa. La musica imita gli stati umani, o i gesti del corpo, o qualsiasi altra cosa che ha a che fare con l'uomo? o essa ha solo una valenza naturale e fisica completamente disarticolata dalla sua funzione di trasmettere sensazioni e impressioni attraverso un linguaggio non convenzionale? Nella musica si esprime metaforicamente, come nella poesia o nell'arte pittorica, uno stato d'animo o una percezione fisica o spirituale? La materia prima della musica è il suono, e la musica è un'arte del suono. Ci sono altre arti del suono, come la poesia (l'arte del suono fonetico) e l'arte del paesaggio sonoro (parte della progettazione di giardini e fontane). La poesia dipende da come è stato preventivamente organizzato il suono come linguaggio; le fontane dipendono dal rapporto tra il suono e il suo contesto fisico. La musica non fa affidamento né sull'ordine linguistico, né sul contesto fisico, ma sull'organizzazione e l'armonia che si percepisce nel suono stesso.
A partire dal restauro recentemente portato a termine dal testamento e dell'inventario di Arcangelo Corelli, e sulla base di un rigoroso studio delle fonti documentarie e iconografiche, il volume introduce, nell'ambito delle celebrazioni del terzo centenario della morte di Corelli, alla figura di questo eccelso violinista e compositore tra i maggiori del suo tempo.
All'età di un anno Roberto contrae la poliomielite, che gli provocherà gravi difficoltà motorie obbligandolo a terapie continue e alle stampelle. Dopo un'infanzia difficile e il collegio, comincia a suonare musica rock ancora adolescente. Sono gli anni della Beat Generation, dei "figli dei fiori" e il giovane musicista conduce una vita di mille espedienti. Pur passando per il carcere, l'emarginazione sociale e la devianza nella periferia milanese, non smette mai di comporre e suonare. La sua passione per la musica lo porta a lavorare in ambienti musicali importanti. Conosce Fabrizio De André, Alberto Fortis, Loredana Berte, viene invitato a fare da spalla a molti big della canzone fra cui Roberto Vecchioni. Incide i primi dischi e ottiene successi, ma la disabilità entra con prepotenza nella sua carriera e diventa un ostacolo alla sua ascesa. È un tortuoso percorso personale che giunge al 1984, quando Roberto - folgorato dal "mistero Medjugorje" - decide di scommettere su se stesso e di giocare il proprio talento artistico puntando tutto sulla Christian music. Ed ecco la svolta: un'ascesa irresistibile. Roberto Bignoli che in questo libro racconta la sua storia - è oggi un artista di fama internazionale, oltre a essere padre e marito felice. Tiene concerti in tutto il mondo, ha pubblicato dodici album e cinque singoli e la sua Ballata per Maria è la sigla mondiale di Radio Maria. Nella sua carriera, ha vinto cinque Unity Award, il Grammy USA della musica cristiana internazionale.
Richard Wagner dichiarò di essere in debito con il mondo. Il debito era Tannhäuser, opera impossibile, mai ultimata davvero; un "Musikdrama" che, malgrado l'immenso favore del pubblico, non ha pace, esige un compimento, e non trovandolo vaga come un'anima in pena, come il fantasma di un ucciso insepolto. Tre, forse quattro versioni: oggi, i sovrintendenti, i direttori artistici, i registi, i direttori d'orchestra non sanno bene "quale" Tannhäuser essi mettano in scena. Tannhäuser è come un bell'adolescente che, in fase di formazione, si senta scontento della propria immagine allo specchio. Ma in tutto il suo tessuto, Tannhäuser, quinta opera compiuta di Wagner, manifesta inquietudine e insofferenza. C'è in Tannhäuser il presentimento della rivoluzione, della condanna a morte inflitta a Wagner in contumacia, della fuga, di quindici anni di esilio, povertà, minorità sociale... fino al miracolo e alla glorificazione, tuttavia soggetti a tempeste dell'intelletto, dell'eros, della psiche, i cui nomi sono Schopenhauer, Cosima, Bùlow, Nietzsche. Questo libro non è una guida all'ascolto, guidare all'ascolto presuppone un "saperne di più". Qui invece si vuole dare a chi legge il maggior numero possibile di strumenti affinché la lettrice o il lettore possano costruirsi un giudizio. Con queste pagine viene soltanto aperta la porta della sala d'audizione. Il resto è un compito che tocca a chi voglia fruire di ciò che qui viene offerto.
Daniel Barenboim torna a riflettere sulla musica. Sulla musica che si fa, che si legge, sulla musica che si interpreta, sulla musica che si ascolta. Sulla musica che interconnette, che stringe relazioni e le riempie di senso. Daniel Barenboim ha a cuore una visione della musica in cui etica ed estetica dialoghino continuamente e a livelli diversi. Se l'essenza della musica è il contrappunto, ecco che l'idea di un tutto non scomponibile nei suoi elementi domina, come un'ossessione, l'opera e il lavoro del grande Maestro. Eseguire bene un pezzo implica una scelta, è di per sé una sequenza di scelte. Non è diverso - dice Barenboim - da ciò che deve fare un politico. La scelta giusta. E il giusto qui produce bellezza. Ma produce bellezza se si impone quel formidabile equilibrio che da una parte guarda alla partitura e al compositore, dall'altra al nesso profondo fra gli esecutori, e dall'altra ancora al pubblico, ai luoghi dell'ascolto, a chi governa le sale, a chi governa tout court. Diviso in tre sezioni (Occasioni, Conversazioni e un Epilogo), questo libro entra con severità e leggerezza di spirito nei temi che sono centrali per la cultura musicale contemporanea, non senza toccare la complessità di compositori che hanno segnato la carriera del Maestro, Mozart e Wagner; in chiusura, una riflessione su Giuseppe Verdi.
Questo libro si propone di analizzare due tipologie di ritualità musicali giovanili: il concerto e la danza, quest'ultima intesa nella forma del ballo fatto in luoghi come le discoteche o in eventi come i rave party. Il fascino della musica sull'uomo, il suono e le sue funzioni comunicative, la sua capacità di generare sensazioni e immagini all'interno dell'esperienza del concerto rock, il significato e il ruolo sociale della danza nella vita umana, l'esperienza delle nuove tribù globali: questi e altri ancora i temi approfonditi. Uno studio appassionato e attento, alimentato dalla "tenace volontà di smontare la rappresentazione negativa, ormai stereotipata, sulla realtà musicale giovanile, richiamando gli adulti a un maggior impegno di comprensione e di responsabilità e inquadrando la trasgressione giovanile in quel tentativo di sperimentazione del sé, fisiologica nel processo di differenziazione". (Claudia Caneva)
Una piccola enciclopedia mariana che presenta una approfondita storia della devozione musicale mariana dalle origini, riscoprendone le fonti bibliche e patristiche e l'immensa produzione innografica. La devozione alla Madonna si ritrova in un enorme repertorio mariano maturato in due millenni di cristianesimo con testi di incomparabile bellezza che, dai primi cantori d'Oriente e d'Occidente, arriva ai nostri giorni passando attraverso nomi sommi della letteratura italiana, laudi popolari e canzoncine religiose di rispetto, fino a nuove composizioni soprattutto nei santuari, oasi di spiritualità e devozione mariana. L'autore si è cimentato nella ricerca dei primi componimenti musicali a Maria nella Chiesa d'Oriente e d'Occidente attraverso un taglio storico ed estetico che può illuminare la ricchezza di questo mosaico di cultura poetica, teologica e di forme musicali, molte delle quali ancora oggi in uso. La prefazione è di Gregorios III, Patriarca di Antiochia e tutto l'Oriente, di Alessandria e di Gerusalemme.