In questo volume a più voci le categorie dell'architettura sono poste in relazione con la letteratura per cogliere lo spirito delle diverse epoche, delle diverse situazioni e dei diversi autori affrontati. L'opera si è proposta un paragone fra il punto di vista di chi edifica la città e i suoi monumenti e quello di chi costruisce l'opera letteraria e i suoi presupposti.
L'autore narra la poetica e i progetti che il grande maestro del Razionalismo ha ideato, e in parte realizzato, ricorrendo non più ad aforismi, alle dicerie e al mito di Mies, ma rifacendosi di prima mano ai commenti, diretti o indiretti, che l'artista fece del suo lavoro. Come in una autobiografia, possiamo così seguire Mies van der Rohe dai primi lavori ispirati a Schinkel, attraverso le scelte del Razionalismo e l'esperienza pedagogica di direttore del Bauhaus. Ed ancora, nella sua emigrazione in America, che culminò con le torri Lafayette a Detroit, il Seagram Building a New York, la nuova Galleria nazionale a Berlino, terminata appena prima della morte.
Il volume è una biografia critica, che riassume in un discorso unitario, insieme al lavoro dell'architetto Giuseppe Terragni (1904-1943), l'analisi della sua formazione culturale, dell'impegno intellettuale e politico e il rilievo tragico assunto dalla sua vita negli ultimi anni.