«La comunità che sarete chiamati a fare non sarà quella che sognate, ma nemmeno quella che temete! È altro da quello che voi sognate o temete: sarà semplicemente un’altra cosa. Ci sarà un po’ del sogno che vi fa vibrare di gioia e un po’ di quella fatica che ora vi spaventa» Danila e Massimo Nicolai. «L’amore unisce i diversi. Questa è l’azione divina che dà felicità all’uomo, perché lo realizza: ognuno diventa se stesso in relazione all’altro» Silvano Fausti. «Una vita comune riuscita, quale che ne sia la forma, non dipende mai dalla somma delle ricchezze e delle forze, delle competenze e della abilità di ciascuno, ma piuttosto dalla condivisione delle debolezze e delle fragilità, della povertà e dei limiti di ognuno» Luciano Manicardi.
La Miniguida sulla comunità raccoglie tre testimonianze di vita che hanno segnato e continuano a interrogare il cammino del Mondo di Comunità e Famiglia. L’omonima associazione (MCF), nata nel 2003, trae origine dall’esperienza della comunità di Villapizzone, fondata a Milano nel 1978 da Bruno ed Enrica Volpi insieme a Massimo e Danila Nicolai e ad un gruppo di padri gesuiti. Motore ed essenza di MCF è la convinzione che le persone e le famiglie, valorizzando la loro diversità, possano sperimentare un altro modo di vivere, giocando le proprie relazioni in un contesto di fiducia, accoglienza, sobrietà, solidarietà, condivisione e responsabilità, attraverso cammini di vita comunitaria o dando vita a esperienze che promuovano occasioni di incontro e di confronto. Degli scritti raccolti, due, quello di Massimo e Danila Nicolai e quello di padre Silvano Fausti, raccontano Villapizzone a partire dal vissuto delle due “anime” della comunità: un gruppo di famiglie e una comunità di religiosi. Il terzo intervento di Luciano Manicardi, monaco della comunità di Bose, testimonia il desiderio e il bisogno di aprire l’orizzonte su un confronto con altre realtà di vita comune, nella ricerca delle ragioni e delle radici del vivere insieme da fratelli. A chi è destinato questo libretto? Certamente a chi sogna, per il proprio cammino di persona e di famiglia, l’esperienza della vita comunitaria, ma anche a tutti coloro che credono sia possibile vivere più profondamente la propria umanità nell’incontro vero con l’altro e che da qui passi la strada per una più piena realizzazione della propria vocazione.
Due questioni di scottante attualità, quella della laicità e quella del laicato, spesso, però, trattate in maniera distinta, come se riguardassero una solo il rapporto Stato/Chiesa e l'altra solo dinamiche intraecclesiali. La sfida del libro è tenerle insieme, in un dittico che presenta una parte strettamente filosofica e una di carattere maggiormente teologico. Emerge una metafora: i laici come uomini del "ponte", del dialogo, della relazione. "Laico" è chi lascia emergere ciò che unisce, più che ciò che divide. Da un lato, allora, l'obiettivo diventa la ricerca di un ethos comune (una possibile etica sociale della laicità). Dall'altro lato, invece, si profila la necessità di ripensare "modelli" e "strutture", per consentire alla molteplicità propria del postsecolarismo di fecondare il mosaico dell'iride ecclesiale e sprigionare la logica profetica delle pietre di scarto.
Sacerdote deriva dal latino sacra dare: dare, fornire, celebrare l'azione sacra. Per cui il sacerdozio è la funzione religiosa-sociale che un uomo esercita come intermediario tra una comunità umana e la relativa divinità. Una tale funzione è sempre esistita sin dai primordi dell'umanità in tutte le civiltà. Si richiede perciò una trattazione distinta: 1) il sacerdozio nelle altre religioni; 2) il sacerdozio nella religione rivelata prima di Gesù Cristo: quella ebraica; 3) il sacerdozio nella religione rivelata e definitiva: quella di Gesù Cristo, ossia nel cristianesimo. In questo breve ma intenso trattato vengono affrontati temi quali il sacerdozio nelle religioni non bibliche e nell'islam; sacerdozio e sacrifici nella religione rivelata dell'antica alleanza; Gesù Cristo: sacerdote, vittima ed altare della nuova alleanza. Al fine di fornire al lettore gli strumenti necessari per comprendere il ruolo fondamentale e oggi quanto mai importante della Chiesa cattolica nel mondo. Inoltre, vengono analizzate con parole semplici e chiare i ruoli delle varie figure carismatiche all?interno della Chiesa: i preti autentici, santi e dotti; i vescovi, intrepidi annunciatori del vangelo e coraggiosi pastori del gregge del Signore; i diaconi, occhio, orecchio, mano e cuore del vescovo; i laici nella chiesa, preparati per rendere più umana e cristiana la società.
Il volume raccoglie le cinque Lettere pastorali che hanno scandito il cammino degli ultimi undici anni della Diocesi di Terni-Narni-Amelia: l'Eucaristia, la Parola di Dio, la Carità, la Chiesa e la Città, l'Iniziazione cristiana. Nella prima Lettera, in verità, vi è già tutto: l'Eucaristia, come insegna il Vaticano II, è "fonte e culmine" della vita della Chiesa. La centralità della Eucaristia domenicale è posta a fondamento delle indicazioni che presentano le altre Lettere. Ciascuna di esse sviluppa le conseguenze spirituali e pastorali per la comunità cristiana. Un orizzonte però fa da sfondo a tutte: il rapporto tra la Chiesa e la Città. Un rapporto dinamico che lega in maniera profonda le due realtà. L'Eucaristia spinge la Chiesa a legarsi alla Città, sino ad esserne come l'anima.
Da anni la Società italiana per la ricerca teologica (SIRT) concentra i propri interessi di studio attorno al Credo. Al tema ha già dedicato i testi curati da: C. Dotolo, Il Credo oggi. Percorsi interdisciplinari (2001); G. Giorgio, Dio Padre Creatore. L'inizio della fede (2003); V. Battaglia e C. Dotolo, Gesù Cristo Figlio di Dio e Signore (2004); C. Dotolo e C. Militello, Concepito di Spirito Santo, nato dalla Vergine Maria (2006); F. Bosin e C. Dotolo, Patì sotto Ponzio Pilato... (2007) ); C. Caltagirone e G. Giorgio, Salì al cielo... verrà a giudicare i vivi e i morti (2007); G. Giorgio e M. Melone, Credo nello Spirito Santo (2009).
I saggi raccolti nel volume rappresentano i contributi offerti al XII Simposio della SIRT in collaborazione con il Servizio nazionale per il progetto culturale della CEI: essi vertono attorno al nono articolo del simbolo apostolico «Credo la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi», dato essenziale della fede cristiana oggi fortemente messo in questione, entrato pur esso nelle dinamiche disgregatrici della società "liquida". Lo sforzo di tutti gli studiosi è quello di "ridire" Dio nel contesto spazio-temporale in cui oggi si vive, affinché la professione di fede possa ancora essere reale strumento di trasmissione della medesima nel mutato contesto culturale.
Nota dei curatori. 1. Credo la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi (C. Valenziano). 2. «Dire» la Chiesa: status quaestionis (C. Caltagirone). I. CHE SENSO HA LA CHIESA? 3. La Chiesa tra domanda di senso ed elaborazione di modelli. Che senso ha la Chiesa? Istanze dall'ecclesiologia (S. Dianich). 4. La forma missionaria della Chiesa. Istanze dalla prassi pastorale (L. Meddi). II. QUALE CHIESA? ALLA RICERCA DI UN MODELLO. 5. La Chiesa: da carisma a istituzione (C. Militello). 6. Quale modello di Chiesa? Da istituzione a carisma (D. Mogavero). III. CHIESA DI CHIESE. 7. Quale cattolicità? Una prospettiva cattolica (G. Cereti). 8. Credo unam sanctam catholicam et apostolicam ecclesiam (P. Ricca). 9. La prospettiva ortodossa sulla cattolicità della Chiesa (A. Vassiliadou). IV. LA COMUNIONE DEI SANTI. 10. La communio sanctorum nel dialogo ecclesiologico tra le tradizioni cristiane (A. Maffeis). 11. Chiesa locale e prospettive psicosociali (L.M. Pinkus).
Note sui curatori
CLARA G. AIOSA ha compiuto gli studi teologici dapprima alla Facoltà Teologica di Sicilia "San Giovanni Evangelista" (licenza in teologia) e poi alla Facoltà Teologica Marianum di Roma (dottorato). Dal 1991 ad oggi ha insegnato metodologia, introduzione alla teologia, ecclesiologia, mariologia, mistero di Dio presso l'Istituto di scienze religiose "Mons. Mariano Campo" di Cefalù. Ha pubblicato Maria di Nazareth mulier sapiens. Una ricognizione su Lc 2,19-51b, Roma 2005. Collabora stabilmente alla rivista Ricerche Teologiche.
GIOVANNI GIORGIO è docente di filosofia teoretica nella facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Lateranense ed è preside nell'Istituto teologico abruzzese-molisano di Chieti, affiliato alla suddetta università. Tra le sue pubblicazioni: Il Dio ultimo come origine della verità, Roma 1998; Il pensiero di Gianni Vattimo, Milano 2006. Ha curato i volumi: Planus 2006. Quaderno di studi dell'Istituto teologico abruzzese-molisano, Pescara 2006; Speranza: una sfida al presente, Pescara 2006; Fede e ragione. Un confronto fra Cristianesimo e Islam, Chieti 2007. Per le EDB ha curato: Dio Padre Creatore. L'inizio della fede (2003); con C. Caltagirone, Salì al cielo… verrà a giudicare i vivi e i morti (2007); con M. Melone, Credo nello Spirito Santo (2009); con C. Dotolo, Interviste teologiche (2009).
Questa fortunata opera di Severino Dianich è stata ripubblicata più volte dal 1975 ad oggi.
Per questa nuova edizione l'autore l'ha completamente rivisitata e riscritta, giudicando che l'idea originaria oggi poteva risultare ancor più interessante, a partire dai suoi studi degli ultimi anni, che sono venuti a confermarla ed arricchirla di nuove e positive conseguenze.
è l'idea che tutta la struttura della chiesa trovi la sua ragion d'essere nel semplice avento che le dà origine: il credente, grazie al dono divino della comunione, comunica la sua fede ad un interlocutore che lo accoglie, dando così vita ad una relazionalità nuova, fondata sulla fede.
L'opera fu giudicata a suo tempo "uno strumento prezioso" per le scuole di teologia e per la catechesi di alto livello: "Il suo valore non è tanto nella mole delle pagine-scriveva Tullio Citrini - bensì nell'intelligente intreccio dei temi", per cui è "degna di essere definita geniale".
Affrontando il tema della parrocchia, l'autore propone un saggio di ermeneutica del concilio non solo metodologicamente corretto ma anche pastoralmente fecondo. Pur restando la parrocchia un interesse laterale del Vaticano II, grazie all'impulso di questo essa è venuta trasformandosi da istituzione amministrativa a figura pastorale, soggetto missionario attivo, non con un formale ripensamento della sua presenza e della sua azione, ma piuttosto mediante la ridefinizione dei suoi elementi vitali e della fisionomia dei suoi protagonisti.
A cinquant'anni dall'indizione del concilio la parrocchia appare ancora un soggetto debole, segnato da un deficit di riflessione teologica non compensato dalla recente attenzione pratica, dovuta alla ristrutturazione della presenza ecclesiale sul territorio. Ma questa identità debole potrebbe oggi costituire uno dei suoi punti di forza, a patto che la logica amministrativa sia abbandonata a favore dello spazio di esercizio della comunione. Concepite per coloro che si riconoscevano dentro la Chiesa, ora le parrocchie sono chiamate a ripensarsi missionariamente e a ritrovare la capacità di trasmettere la fede anche a chi si trova nelle regioni del dubbio e della lontananza.
Sommario
Prefazione (F.G. Brambilla). Abbreviazioni. INTRODUZIONE. 1. Un nuovo orizzonte. 2. La parrocchia è cambiata? 3. Ritornare al Concilio. 4. Il cammino della Chiesa italiana. 5. Il percorso della ricerca. I. FARE TEOLOGIA SUL VATICANO II. LA QUESTIONE DELLE FONTI STORICHE. 1. Il concilio e il problema storiografico. 2. La storia della Chiesa come disciplina teologica. 3. L'evento conciliare e le sue ricostruzioni. II. LA PARROCCHIA ALLA VIGILIA DEL CONCILIO. I VOTA DELL'ANTEPREPARATORIA. 1. Papa Giovanni, Roma e il mondo. 2. I vota della fase antepreparatoria. 3. Lettura conclusiva. III. LA PARROCCHIA DURANTE IL CONCILIO. GESTI E TESTI CONCILIARI. 1. La fase preparatoria. 2. Il primo periodo (1962-63). 3. Il secondo periodo (1963-64). 4. Il terzo periodo (1964). 5. Il quarto periodo (1965). 6. I testi approvati. IV. UNA CHIESA IN FORMA DI POPOLO. 1. Un ritratto implicito. 2. «Popolo di Dio»: un concetto abbandonato? 3. Lo spostamento verso la communio. 4. Cambiamenti nella prassi e nella teoria. Conclusione. Bibliografia. Indici.
Note sull'autore
GIAMPIETRO ZIVIANI, sacerdote della diocesi di Adria-Rovigo, è nato a Ostiglia (MN) nel 1963. Ha studiato teologia a Padova e a Roma, presso la Pontificia Università Gregoriana, dove si è laureato nel 1999 con una tesi su La Chiesa madre nel Concilio Vaticano II (Premio Bellarmino 2000). Insegna ecclesiologia nella Facoltà teologica del Triveneto (Padova) e teologia dogmatica nel biennio di licenza in teologia pastorale. Ha al suo attivo pubblicazioni di carattere scientifico. È direttore dell'Ufficio catechistico diocesano di Adria-Rovigo.
I Movimenti e le comunità ecclesiali costituiscono oggi una realtà nuova e significativa della Chiesa. La loro presenza invita a ripensare l'identità del laicoe contemporaneamente in relazione ad essa il carattere distintivo della vocazione sacerdotale. Illuminante il ricco insegnamento di Balthasar sugli stati di vita ecclesiali per averne evidenziato le rispettive specificità in tutte le loro sfumature e particolarità.
Communio numero 226, ottobre-novembre-dicembre 2010
Contributi di: L. Accattoli, E. Castellucci, A. Cazzago, M.A. Crippa, H. Norona Galvao, C. Dagens, B.-D. de la Soujeole, G. Gili, L. Giussani, D. Pompili, A. Scola, W. Shomali, A.M. Sicari
"Se vuoi conoscere la Chiesa, non ignorare la Tradizione. Se ignori la Tradizione, non parlar mai della Chiesa." Alla domanda quale Tradizione?, questo libro risponde: non la Tradizione che raccatta strada facendo, specie dall'Illuminismo ad oggi, ogni novità, anche la più eversiva della sua identità, per potersi dire à la page e Tradizione vivente, ma la Tradizione che vive in quanto veicolata da Cristo e dagli Apostoli alla Chiesa perché essa l'accolga, custodisca, interpreti e trasmetta nei secoli fedelmente e integralmente, quale viene attinta alla sua duplice fonte orale e scritta, testimoniata dai Padri della Chiesa, insegnata dai grandi Concili, in special modo dal Tridentino e dal VaticanoI, e determinata dalla scienza teologica in armonia con gli sviluppi della Parola viva, eodem sensu eademque sententia.
Il saggio consente di verificare e valutare, in modo documentato, le ragioni per cui la riflessione sul metodo in ecclesiologia è stata, e resta tuttora, un capitolo importante della Storia della Teologia Contemporanea, a partire dalla svolta impressa dal Concilio Vaticano II.