Il libro prende in esame il pensiero politico italiano del Novecento, nelle sue correnti più importanti e nei suoi esponenti più significativi, in stretta connessione con gli avvenimenti politici e sociali. La ricostruzione inizia dall'età giolittiana; illustra le posizioni prevalenti di appoggio o rifiuto dell'intervento nella prima guerra mondiale e i complessi fermenti ideali del primo dopo guerra; dà ampio spazio al pensiero politico italiano durante il ventennio fascista, giungendo ad esaminare gli anni della repubblica fino ai protagonisti intellettuali dei nostri ultimi anni.
Paolo Emilio Taviani è morto, nel giugno scorso, avendo sul tavolo la copia definitiva delle sue memorie, da consegnare al Mulino. Ci aveva lavorato fino a quindici giorni prima. Sull'onda emotiva della sua scomparsa, la pressione dei media a prendere visione di queste memorie è stata fortissima, Il Mulino ha ritenuto di non derogare al proprio stile editoriale e pubblicandolo oggi ha rifiutato di trasformare in "istant book" un libro cui Taviani aveva lavorato anni. La narrazione prende le mosse dai primi ricordi "politici" per portarsi subito sul precoce impegno politico di Taviani, poi sul suo ruolo nella resistenza, infine sui diversi aspetti della sua carriera politica: dalla Costituente al governo Berlusconi, passando per gli anni d'oro della DC.
Una nuova anima per l'Europa è quanto auspica il Presidente della Commissione Europea, Romano Prodi. Esaurito lo slancio che ha portato alla moneta unica occorre recuperare l'orizzonte delle grandi scelte. La nuova Costituzione europea e l'allargamento dei confini sono l'attualizzazione degli ideali e dei metodi che hanno condotto alla costruzione della Comunità. Quali sono le prospettive per il vecchio continente, quanto sapranno cedere gli Stati membri a favore dell'Europa? C'è il rischio di fermarsi all'integrazione monetaria o esiste qualche spiraglio per l'integrazione politica e la costruzione di un'Europa sociale? Occorre definire una nuova identità comune, occorre operare per una sintesi creativa capace di aprire un orizzonte, la costruzione di una futura Europa. L'intervista affronta le tematiche più urgenti di valore etico e sociale: l'impatto ambientale, la questione nucleare, la tutela dei consumatori europei, i cibi transgenici, le nuove biotecnologie.
L'opera ormai più che trentennale di Alain de Benoist, capofila della cosiddetta "Nuova destra", affronta i problemi della modernità al di fuori e contro l'egualitarismo e l'universalismo da lui considerati caratteristici di una sinistra tutta interna alla tradizione giudeo-cristiana. Il volume è uno studio del più importante tentativo di rinnovare la cultura di destra del nostro tempo, non riducibile come spesso si è fatto soprattutto in Italia a un generico fascismo, e in grado invece di fornire una critica della modernità sui temi dell'economia, dell'ambiente e delle differenze culturali.
Il testo del Capitale è giunto nella sua forma bruta, così com'era uscito dalla penna di Marx nel tormentato percorso della gestazione del "Capitale", ed è in questa forma che è stato pubblicato dagli editori sovietici e che appare in questa edizione italiana.
Serve ancora la sinistra nel nuovo mondo globalizzato? E' la domanda che fa da filo conduttore a questo libro di Giuliano Amato. In questi anni tutto è cambiato, ma soprattutto sono entrate in crisi le istituzioni fondamentali, come gli Stati nazionali, i partiti, i sindacati. Ciò che conta è tenere il bandolo del cambiamento, saper governare il nuovo mondo globalizzato. Ecco allora che la sinistra ha davanti a sé un grande compito: quello di scendere in campo aperto e affrontare con coraggio la sfida di costruire le strutture portanti del nuovo mondo.
Il popolo, i cittadini, gli stranieri, le nazioni, la laicità, i diritti dell'uomo, l'universale... Che cosa significano veramente queste parole troppo usate, incessantemente evocate e raramente definite? Di che cosa stiamo parlando in effetti? Questioni elementari, dunque fondamentali. Una giovane che presto voterà ha il diritto di chiedere. Un adulto attento prova a risponderle, in termini semplici, accessibili a tutti.
Tre interventi nel vivo della politica mondiale: la globalizzazione pone ai politici il compito di riorganizzare i rapporti tra stati secondo una prospettiva cosmopolitica. Ma tale riorganizzazione per Habermas, deve essere concepita come una "rete" in grado di far interagire politiche regionali, nazionali e sovranazionali, senza chiedere ai cittadini di rinunciare a pratiche, forme di vita e valori materiali specifici.
"Dahl ci dà una "guida" in grado di spiegare il tasso di democraticità delle singole società e indicarne le possibili evoluzioni." (Antonio Calabrò) Robert A. Dahl, uno dei massimi scienziati della politica, è professore emerito all'Università di Yale. Autore di numerosi testi fondamentali, molti dei quali tradotti in Italia, ha pubblicato, tra l'altro, "Politica e virtù. La teoria democratica nel nuovo secolo" (2001), "Intervista sul pluralismo" e "Quanto è democratica la Costituzione americana?".
Le degenerazioni della democrazia di massa, i processi di burocratizzazione, l'emergenza demagogica di capi carismatici, la selezione delle classi dirigenti. Weber utilizza le più mature categorie del suo pensiero per cogliere la transizione politico-istituzionale che dal Reich guglielmino conduce alla repubblica di Weimar. E le sue intuizioni fanno discutere ancora oggi chiunque voglia seriamente con i nodi più profondi della crisi attuale. Max Weber (Erfurt, 1864- Monaco, 1920) insegnò nelle università di Friburgo, Heidelberg e Vienna.