Descrizione dell'opera
Il pluralismo religioso e l’interdipendenza delle opzioni religiose sono ormai destinati a caratterizzare in maniera durevole le società occidentali. L’intento del volume è quello di contribuire a tracciare le basi e i presupposti di un incontro fra donne e uomini di fede cristiana con donne e uomini di fede “altra”, sulla linea di filoni ben presenti nella rivelazione biblica, nella storia delle Chiese cristiane e nei documenti del magistero.
A cinque anni dalla prima fortunata edizione, l’autore rimette mano alla materia al fine di documentarne l’evoluzione dopo la ‘stagione’ di Giovanni Paolo II.
Alla luce del pontificato di Benedetto XVI e di un’epoca in cui gli identitarismi tendono a esplicitarsi ulteriormente, qual è la nuova fase del dialogo interreligioso? Dopo gli echi suscitati dalla lezione del papa all’Università di Ratisbona, ma anche dal viaggio in Turchia dove il pontefice ha pregato nella Moschea Blu, dopo la lettera aperta ai responsabili delle confessioni e Chiese cristiane sottoscritta da 138 guide religiose musulmane, cui ha fatto seguito una risposta del papa, come interpretare il momento presente?
A un’analisi dell’attuale scenario sul fronte ecumenico e interreligioso, il testo fa seguire un agile “alfabeto del dialogo” per l’oggi. Il percorso si chiude con un capitolo sul nostro Paese che si va scoprendo multireligioso. Il tutto in funzione di un’auspicabile “pedagogia del dialogo”.
Sommario
Premessa. L’eredità del concilio: una medicina di misericordia. 1. Perché dialogare nella stagione del ritorno di Dio? 2. Le sette parole del dialogo. Identità/Differenza. Empatia/Passione. Ascolto. Conoscenza. Decentramento. Accoglienza/Mitezza. Racconto. 3. Incontrare l’altro nel tempo della sapienza.
Note sull'autore
Brunetto Salvarani da tempo si occupa di dialogo ecumenico e interreligioso, avendo fondato nel 1985 la rivista di studi ebraico-cristiani Qol. È vicepresidente dell’Associazione italiana degli «Amici di Nevè Shalom-Waahat as-Salaam», direttore della rivista Cem Mondialità e docente presso la Facoltà Teologica dell’Emilia-Romagna.
Il volume si propone quale guida per chi vuole confrontare le diverse proposte teologiche oggi esistenti sul rapporto tra il cristianesimo e le altre religioni. Dopo il concilio Vaticano II, la questione infatti non è più se e come si possano salvare singoli individui non cristiani, ma quale valore rivelativo e salvifico assegnare alle altre religioni in quanto tali.
Le risposte elaborate dalla teologia più recente vengono classificate, in base al riconoscimento dato o non dato all’interlocutore, come scelta di esclusivismo, di inclusivismo e di pluralismo, oppure, in base al concetto teologico strutturante, come ecclesiocentrismo, cristocentrismo e teocentrismo.
Secondo l’autore, una teologia delle religioni che non viva la dicotomia tra l’universalità della volontà salvifica divina e l’unicità della mediazione salvifica cristologica può essere correttamente concepita impostando un “cristocentrismo trinitario”.
In questa prospettiva egli mostra come dialogo e annuncio rimangano inscindibilmente connessi: il solo annuncio trascurerebbe infatti i germi di verità e salvezza ovunque presenti, mentre il solo dialogo devierebbe dal senso autentico della fede cristologico-trinitaria e della “salvezza integrale” che la Chiesa è chiamata a portare al mondo.
Sommario
Introduzione. 1. La questione della «salvezza dei non cristiani». 2. La «teologia cristiana delle religioni». 3. La teologia cristiana del pluralismo religioso. 4. Missione: dialogo e annuncio nel contesto interreligioso. Conclusione. Bibliografia.
Note sull'autore
Erio Castellucci (1960) è presbitero della diocesi di Forlì-Bertinoro. Nel 1988 si è laureato in teologia alla Pontificia Università Gregoriana, con una tesi sul ministero ordinato nel concilio Vaticano II, argomento rimasto al centro delle sue ricerche, come testimonia il volume Il ministero ordinato (Queriniana, Brescia 2002). Ha pubblicato studi anche sull’ecclesiologia, l’escatologia e la cristologia. Dal 2005 è preside della Facoltà teologica dell’Emilia Romagna, dove insegna teologia sistematica. Nella sua diocesi è impegnato nella pastorale giovanile e familiare.
Come già nel 1991 ai tempi della guerra del Golfo, durante la guerra iniziata nel marzo del 2003 la nunziatura apostolica in Iraq si è rivelata un punto di riferimento fondamentale per giornalisti e fedeli. Immergendosi negli archivi della sede di Bagdad, Fernando Filoni, il vescovo che fu nunzio apostolico nei mesi cruciali dell'attacco americano, ha ricostruito la storia della presenza della Chiesa cattolica nella terra di Abramo, a partire dalla creazione della diocesi latina di Babilonia nel 1632, per arrivare - passando attraverso la fondazione della delegazione apostolica di Mesopotamia, Kurdistan e Armenia minore - all'attuale rappresentanza.
La lunga e sofferta storia delle relazioni tra cristiani e musulmani ha conosciuto tappe difficili. In epoca recente la promulgazione della Dichiarazione conciliare Nostra aetate sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane è apparsa agli occhi di molti come una felice sorpresa.
Se il testo della Dichiarazione riflette un nuovo modo di apprezzare la fede dei musulmani e di valutare positivamente i contenuti dell’Islam, cioè è dovuto anche agli scritti e all’attività di alcuni cristiani d’avanguardia. Tra di loro emergono i profili di quattro “precursori”: Louis Massignon, Jean-Mohammed Abd el-Jalil, Louis Gardet e Georges Anawati. Essi hanno voluto superare i «non pochi dissensi e inimicizie sorti tra cristiani e musulmani nel corso dei secoli», sforzandosi di esercitare sinceramente la mutua comprensione» giacché erano tutti impegnati «a difendere e promuovere insieme (ai musulmani), per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà».
L'autore
JOSÉ MARÍA VIGIL, nato nel 1946 a Saragozza, ha studiato a Salamanca e alla Pontificia Università San Tommaso di Roma, dove ha conseguito la laurea in teologia. Nel 1992 si è laureato in Psicologia Clinica presso l'Università Centroamericana di Managua. Religioso claretiano, risiede attualmente a Panama. Coordinatore della Commissione teologica inter¬nazionale dell'Associazione Ecumenica dei Teologi del Terzo Mondo, è uno degli esponenti di punta della Teologia Pluralista della Liberazione. Autore o coordinatore di 27 libri, ha pubblicato anche 20 opuscoli e più di 200 articoli distribuiti su 100 riviste teologiche e pastorali. Il suo libro Spiritualità della liberazione, scritto con Pedro Casaldáliga, è stato pubblicato in 9 nazioni dell'America Latina, con 7 edizioni fuori del Continente, e tradotto in 6 lingue. Anche l'«Agenda Latinoamericana», da lui ideata nel 1992, viene diffusa in 24 paesi e tradotta in 9 lingue.
Il libro
«Il cammino percorso da Vigil è un cammino universale: siamo tutti Figli di Dio e si può affermare che Cristo è Figlio e Rivelazione di Dio solamente se tutti siamo figli, se tutti condividiamo il cammino della rivelazione. Il cristianesimo è vero nella misura in cui rinuncia al suo esclusivismo e mette in rilievo la verità degli altri. Questo significa che deve cercare lo sviluppo delle altre religioni, delle verità degli altri gruppi, per il bene di tutti. Le religioni che non sono capaci di offrire un'esperienza di universalità sono destinate a finire o ad atrofizzarsi, come residui folcloristici del passato. Solo le religioni capaci di fare il percorso dell'universalità - in cui si rivela Dio o il divino nell'uomo - potranno fare la traversata che ci porterà alla nuova umanità» (XABIER PIKAZA).
«La sua conoscenza della bibliografia sul tema sorprenderà più di una volta perfino gli specialisti. Se si tiene conto, poi, che, insieme alle lezioni, il volume offre un'autentica antologia di testi e di tracce per il lavoro di gruppo, il risultato è quello di un vero strumento di formazione, autentica, critica e riflessiva. Chiara e coraggiosa l'esposizione, non ignara della rivoluzione teologica che comporta l'addentrarsi in sentieri così scarsamente, o a volte addirittura per nulla battuti. Ma, proprio per questo, aperta e in cammino. Non siamo davanti a un'opera che cerchi di presentarsi come conclusa e finita. Appare, piuttosto, una ricerca aperta, disposta al dialogo e cosciente della provvisorietà delle sue proposte. Basterà la lettura a dimostrarlo con sufficiente chiarezza» (ANDRÉS TORRES QUEIRUGA).
I testi degli autori di fama internazionale pubblicati per la prima volta in lingua italiana ci propongono una panoramica esaustiva della filosofia e teologia interculturale oggi. Il mondo nel quale viviamo è composto da una molteplicità di culture, nei confronti delle quali è urgente che la filosofia e la teologia imparino ad attrezzarsi, in modo da corrispondere alla sfida che queste impongono. Pensare come Hegel che la storia mondiale proceda "da Oriente a Occidente, poiché l'Europa è senz'altro la fine della storia", suona oggi inquietante e folle quando si rifletta sulla centralità assunta da Cina e India nella storia mondiale. Le voci raccolte in questo volume possono essere un segnavia per un cammino, oltre che da percorrere, ancora tutto da pensare.
Il volume si presenta come un prontuario sull’ecumenismo. È suddiviso in otto capitoli: 1. L’origine e lo sviluppo dell’ecumenismo; 2. I sacramenti nella vita della chiesa e nel dialogo ecumenico; 3. Le chiese che prendono parte al dialogo ecumenico; 4. Le istituzione di carattere ecumenico; 5. Lo stato attuale del dialogo; 6. Le questioni teologiche nel dialogo ecumenico; 7. Le questioni ecumeniche aperte; 8. Il futuro dell’ecumenismo. All’interno di ogni capitolo le singole domande indirizzano il lettore alla questione che interessa; inoltre gli indici dei nomi e degli argomenti permettono le ricerche incrociate all’interno del libro. Il volume ha uno scopo informativo e formativo insieme.
Destinatari
Chi è interessato all’ecumenismo e al dialogo ecumenico.
Autore
ZDZISLAW KIJAS, francescano conventuale polacco, è Preside della Pontificia Facoltà “San Bonaventura” di Roma e del Collegio Seraphicum.
Liberta' e' una parola cui tutti dovrebbero rendere omaggio, ma che nella storia non puo' prescindere, non e' mai stata generalizzata.
Non esiste nessuna religione o cultura priva di simboli, senza di questi ogni persona, in particolare coloro che vivono un'esperienza di migrazione, si sentirebbe denudata.
La parola 'lavoro' puo' essere intesa come voce religiosa? L'autore approfondisce l'uso di questo termine nelle diverse religioni del mondo, a partire dal 'lavoro della creazione' scritto nella Genesi per approdare alle parole del profeta Muhammad.
Muhammad e' stato per secoli fonte d'ispirazione della vita religiosa di intere generazioni di credenti. L'autore si addentra e spiega le motivazioni, i modi e la sequenza di quanto ricevuto dal profeta e di quanto trasmetteva ai fedeli.