In vista del Sinodo dei vescovi su matrimonio e famiglia (4-25 ottobre 2015), undici Cardinali della Chiesa cattolica affidano a queste pagine alcune indicazioni per la cura pastorale delle famiglie: come accompagnare meglio coloro che sono stati abbandonati dal coniuge e che restano fedeli al matrimonio così svincolato? Come assistere pastoralmente le famiglie nelle quali uno dei membri convive con tendenze omosessuali? Come catechizzare bambini, giovani e adulti più efficacemente a proposito di matrimonio e famiglia? In che modo la preparazione al matrimonio potrebbe affrontare più efficacemente la situazione di giovani coppie scarsamente catechizzate e pesantemente influenzate da una cultura secolarista? Connessa a quest'ultima domanda: come accompagnare giovani cattolici coinvolti in una convivenza prematrimoniale che forse guardano a un futuro matrimonio? Gli autori offrono riflessioni in sintonia con il Magistero della Chiesa, e particolarmente con l'Esortazione apostolica post-sinodale Familiaris consortio di San Giovanni Paolo II e con il Catechismo della Chiesa Cattolica.
Secondo volume sulle dipendenze. La dipendenza sessuale esisteva certamente anche prima di internet. Il virtuale però esercita un fascino ancora più invasivo.
Che cos’è l’indulgenza? Qual è la sua storia e cosa ci insegna sul sacramento della penitenza e il rapporto dell’uomo con la sua libertà? Far gustare all’uomo di oggi la profondità e la delicatezza della sua libertà: questo vorrebbe essere il profilo inedito che le indulgenze possono oggi promuovere in un modo veramente originale. Purché la Chiesa sappia trovare le parole giuste per disgelarne quel senso che essa anzitutto riceve in dono e che poi può e deve a sua volta annunciare e donare, anche e soprattutto all’umanità di oggi.
Alceste Catella, nato a Tavigliano nel 1942, è vescovo di Casale Monferrato. È segretario regionale della commissione liturgica del Piemonte, direttore della commissione liturgica diocesana e responsabile della commissione di arte sacra della diocesi di Biella. Nel 2010
è stato nominato presidente della commissione episcopale per la liturgia. Ha all’attivo numerose pubblicazione e collabora alla Rivista Liturgica. Con le Edizioni San Paolo ha pubblicato La Vergine bruna di Oropa (20073). Andrea Grillo, padre di Margherita e Giovanni Battista, è professore ordinario di teologia dei sacramenti e filosofia della religione presso il Pontificio Ateneo Sant’Anselmo in Roma. Insegna liturgia presso l’Istituto di Liturgia Pastorale dell’Abbazia di Santa Giustina in Padova, presso l’Istituto Augustinianum in Roma e presso l’Institut Superieur de Liturgie di Parigi. Presso le Edizioni San Paolo ha pubblicato Genealogia della libertà. Un itinerario tra filosofia e teologia (2013); Il simbolo. Una sfida per la filosofia e per la teologia (2013, con Stefano Biancu); Ecclesia universa o introversa? Dibattito sul motu proprio Summorum Pontificum (2013, con P. De Marco).
Il conflitto tra legge e coscienza in tre episodi della tradizione religiosa e letteraria. Se in Mosè è la legge che garantisce la libertà, in Nicodemo i dubbi della coscienza sono il baluardo della stessa libertà. Nella Colonna infame esplode quel conflitto tra legge, coscienza e potere che investe anche il nostro presente. Pagine che sono l'esempio di come Martinazzoli sia stato, nella sua malinconica consapevolezza, un raro esempio di politico pensante.
Questo lavoro analizza gli studi di Joseph Höffner (1906-1987) dedicati al pensiero etico, economico e giuridico della Scuola di Salamanca, le cui concezioni rappresentano una radice cattolica dell'economia di mercato. Dopo aver discusso il concetto scolastico di Ordo e l'etica dell'economia elaborata dall'Ordoliberalismo, vengono trattati i fondamenti epistemologici e teologici della Dottrina Sociale Cristiana maturati da Höffner. Infine si propone una lettura della Caritas in veritate di Benedetto XVI alla luce dell'Economia Sociale di Mercato.
È utopistico pensare a un'integrazione virtuosa tra dimensione personale e spazio comunitario? L'ambiente è solo naturale o anche urbano, sociale, economico? Il paradigma dell'ecologia umana, nato in ambito scientifico, trova oggi le sue implicazioni, con differenze evidenti ma anche interessanti paralleli, nel pensiero etico e teologico, come dimostra anche l'ultima enciclica di papa Francesco: Laudato si'. Le sfide attuali e le buone pratiche presenti in tutto il mondo invitano a considerare l'ecologia umana come modalità di un pensiero che è esperienza sempre rinnovata dalla custodia di sé, dell'altro e del creato. Non è dunque la stessa persona un ambiente da custodire e coltivare?
La morale sessuale cattolica viene ripetutamente rimproverata di avere «avvelenato l’eros» e di essere un accumulo poco aderente alla realtà di divieti ostili al corpo, caratterizzati in modo unilaterale da una visione maschile e celibataria della sessualità. In altri termini, l’etica proposta dalla Chiesa di Roma non risponderebbe in modo adeguato alla complessa realtà della vita e alle molteplici forme di relazione tra le persone.
Nel volume il teologo Lintner accoglie la sfida di esaminare a fondo questi rimproveri e assume come filo conduttore una sessualità concepita come forma che crea relazione e dona vita, come linguaggio dell’amore e fonte di gioia e di piacere. Tuttavia, essa è anche il luogo in cui si esprime la vulnerabilità delle persone e dei loro rapporti, fino alle degenerazioni dello sfruttamento e dell’abuso sessuale.
C'è stato chi, nella storia del pensiero occidentale, ha sostenuto che il suicidio sia uno degli atti che in assoluto richiedono più coraggio. Secondo altri, invece, la scelta più coraggiosa che si possa fare è proprio quella di vivere, di rimanere nonostante tutto a occupare il proprio posto nel mondo, di scegliere di esistere. È a questo coraggio che dedica la sua riflessione Paul Tillich. Cosciente che si può definire il coraggio solo opponendolo alla paura, il teologo tedesco passa in rassegna la galleria di nature morte che sono le paure più profonde dell'uomo in quanto uomo. Il terrore della morte e della sofferenza, innanzitutto, la paura di essere esposti alla crudeltà del fato, ma anche l'angoscia che tutto sia senza senso e la nostra vita priva di significato e i profondi sensi di colpa per il male che noi stessi prima o poi ci troviamo a fare agli altri. Nel corso della sua storia l'uomo ha inventato dei modi per confinare queste paure ancestrali negli angoli più remoti della mente, in quell'abisso dove secondo Nietzsche non si guarda mai perché, altrimenti, "anche l'abisso vorrà guardare dentro di te". Ha inventato delle maschere che assomigliano al coraggio e spesso riescono a sostituirlo, facendoci dimenticare ciò di cui abbiamo paura, ma non lo sono davvero. E cos'è, allora, il coraggio? E da qui, dopo aver fatto cadere una a una tutte le maschere dietro le quali ci nascondiamo, che Paul Tillich muove la parte decisiva della sua indagine, quasi un giallo esistenziale.
Vivere moralmente significa, prima di ogni fare, andare al perché si compie questo o quel gesto, o si vive facendo il bene o al contrario agendo muovendosi in direzione opposta. La vita buona, infatti, è un cammino permanente che impegna l'intera esistenza umana. La riflessione qui proposta intende prendere le mosse dalla vita feriale; quella che ogni persona porta avanti, giorno dopo giorno, tra gioie ed inevitabili difficoltà, in un tempo segnato da grandezza e non minor fragilità, bellezza ed insieme opacità. Nella ricerca progressiva della piena umanità.
"La calunnia è un vero e proprio ciclone, che nasce dall'odio e dalla cattiveria, dall'invidia e dalla gelosia e che lentamente distrugge nell'intimo il genere umano: perciò la sua forza, come ha inteso riflettere l'autore in questo contributo, si abbatte in ogni ambiente sociale, investendo tanto quello civile, quanto quello ecclesiale." (Dalla presentazione di S.E. Mons. Enrico dal Covolo)
II primo decennio, del terzo millennio, si è aperto con una crisi economico-finanziaria che non conosce precedenti. I notiziari aprono e chiudono con news legate alla finanza e non di politica economica. E' il mercato finanziario che decide le sorti di un governo che sia di destra o di sinistra, non importa. La finanza giornaliera decide le sorti di uno stato. Tutto è sacrificato sull'altare della borsa finanziaria. Come è possibile che la finanza, che è gestita da pochissime persone, possa manovrare il mondo?
La crisi attuale avrà lunghe ripercussioni, nonostante le manovre di rigore, se non si ritorna a riporre al centro l'economia e la politica che a loro volta rimetteranno al centro l'uomo come immagine di Dio. Ci si deve interrogare sul serio su quale politica e su quale economia scommettere?
Don Paolo Malerba, laureato presso la Facoltà di Teologia dell'Italia settentrionale, Milano, 2000. Dottorato in Pastorale con specializzazione in Dottrina Sociale de[I.a Chiesa presso l'Università "Lateranense", Roma, 2006. È sacerdote nella diocesi di MolfettaRuvo-Giovinazzo-Terlizzi; ha vissuto quattro anni con i padri Comboniani tra formazione e lavoro missionario a Marsabit in Kenya.
Per la Tau Editrice ha pubblicato, nel 2012 il volume "Lavoro, dono o castigo".
Una compassione-misericordia attenta a un lebbroso, a un cieco, a un ingiusto, a un morto e a un popolo affamato di pane e di istruzione; un amore fino al pianto, fino a morirne e fino a ridare vita. Un Dio che in Cristo cerca alleati capaci di vedere, di toccare e di coinvolgersi con i poveri della terra. È questa la grande via d'uscita dal disumano per un vivere semplicemente umano, la via che ricolloca al centro del villaggio globale il povero e la compassione, via sottesa a ogni religione, politica, economia e cultura.