La sintesi perfetta del magistero di Benedetto XVI. Il papa emerito è presente nella memoria e nella considerazione di tantissimi fedeli anzitutto come maestro di fede. Teologo già attivo e ascoltato al Concilio Vaticano II non ha mai interrotto il suo instancabile servizio di insegnamento, predicazione, esposizione della bellezza e delle ragioni della fede. Un uomo capace di tenere ben chiari ed efficaci i "punti fermi" della dottrina, della morale e della speranza cristiana in un mondo sempre più incerto e diviso. Il libro presenta due parti che si illuminano vicendevolmente: 1. I fondamenti della fede: dal Dio creatore alla missione di Gesù, al dono dello Spirito che anima la Chiesa fino alla speranza cristiana per il futuro di ciascuno di noi. 2. Una risposta concreta alla fede: cosa vuol dire credere, amare, costruire la città dell’uomo, lavorare per la pace e la giustizia nel mondo attuale. Dare ragione della propria fede.
Pomeriggio come maturità, come periodo di consapevolezza e rinnovamento. Questo ha inteso Tomás Halík scegliendo il titolo del suo libro. Lo spunto gli è venuto dalla metafora che Carl Gustav Jung applica alle dinamiche della vita individuale: l'infanzia e la giovinezza corrispondono al mattino dell'esistenza in cui ciascuno costruisce i tratti fondamentali della propria personalità; poi sopraggiunge la crisi del mezzogiorno, la stanchezza e la perdita di energia per la vita, che però si trasforma in opportunità se si coglie la sfida di interrogare e accettare ciò che di sé si era trascurato o dimenticato. Si è allora pronti a percorrere la via del pomeriggio dell'esistenza, una discesa nell'intimo profondo che porta i frutti preziosi della maturità. Halík applica questa metafora alla storia del cristianesimo. Il mattino è l'epoca premoderna, con la costruzione delle strutture dottrinali e istituzionali. La crisi del mezzogiorno è rappresentata dalla modernità che, con la secolarizzazione e l'ateismo scientifico e ideologico, ha scosso le fondamenta tradizionali della Chiesa. Adesso l'era moderna ha iniziato il suo declino e per i cristiani è il momento di cogliere i segni dei tempi e riconoscere il kairos pomeridiano che viene loro incontro. Resistendo alla tentazione di dissolversi nell'indistinto pluralismo postmoderno e guardando oltre le pastoie dell'isolazionismo, un cristianesimo maturo sarà in grado di impegnarsi in un nuovo ecumenismo, in quella 'fratellanza universale' alla quale ci sollecita Francesco. E in questo senso Halík tratteggia delle linee prospettiche per una riforma della Chiesa che la veda interlocutore attento della cultura e della società del nostro tempo, come popolo di Dio in pellegrinaggio nella storia, scuola di sapienza cristiana, ospedale da campo in mezzo alla famiglia umana, luogo accogliente di accompagnamento spirituale e riconciliazione.
Un ampio quadro della teologia di Ireneo di Lione, recentemente proclamato dottore della Chiesa per il suo contributo all'unità nella fede, apre la raccolta con l'intento di far conoscere una esemplare sintesi e lezione di metodo teologico. Seguono poi studi su Ambrogio (il paradiso terrestre, la creazione dell'uomo e della donna), Girolamo, Gregorio Magno e Agostino letto dai medievali; completano la raccolta due questioni pastorali: il senso della domenica e l'arte di evangelizzare.
Ogni sapere teologico è a servizio dell' unità della fede. Soprattutto quando tale sapere scaturisce da una vita dedicata ad investigare sul senso della verità rivelata e trasmessa, condizione per ogni autentica ricerca. Gli studi che in questa miscellanea vengono presentati,rappresentano una variazione tematica sul sapere teologico e sul suo metodo,a partire dall'insegnamento del prof. P. Jared Wicks, la cui esistenza è stata interamente impegnata a perlustrare la possibile unità della fede tra i membri delle varie chiese cristiane,in cui viva vox Vangelii resonat (DV8). Come mostra il titolo , L'attenzione è focalizzata su i due campi di studio che hanno caratterizzato il lavoro e l'insegnamento del P. Wicks nella Pontificia Università Gregoriana: l'area della teologia fondamentale e l'area delle questioni ecumeniche. In tal senso, i contributi presenti nel volume ad opera di professori docenti in varie parti del mondo, ma anche di giovani ricercatori, esprimono il fil rouge della ricerca attuale, a testimonianza di un'amicizia che si traduce nella passione per il teologare.
«L'amicizia di Gesù ci ricorda che Dio mette una virgola dove noi credevamo possibile solo un punto finale.» L'amicizia è uno dei valori più importanti per ognuno di noi, ma anche un aspetto della vita così naturale, e a volte dato per scontato, che raramente ci fermiamo a riflettere su cosa significhi davvero la parola "amico". Se ci pensiamo, l'amico è chi cammina sempre al nostro fianco, anche se separato da migliaia di chilometri o da decine di anni di distanza: nell'amicizia, il lontano e la distanza sono dimensioni del tutto relative. Così come il silenzio e la parola: gli amici parlano una lingua tutta loro, basta un cenno per capirsi a fondo. O un solo sguardo. Con gli amici costruiamo una storia che è sacra, anche se ci sembra fatta soltanto di cose semplici e del tutto umane. L'amicizia, poi, acquisisce una dimensione universale quando supera i confini per unire nel suo abbraccio popoli diversi, rendendo così il mondo un posto migliore, un luogo di pace. L'amicizia è un miracolo che conserva serenamente l'apparenza che non vi sia proprio alcun miracolo. È di questo miracolo che ci parla, in modo tanto diretto quanto poetico, José Tolentino de Mendonça, regalandoci un libro che è un vero e proprio inno all'amicizia, fonte inesauribile e generatrice di valori e azioni positive, esperienza fondamentale per riportare la luce nel nostro presente.
I profeti di ogni tempo non guardano solo al futuro, ma raccontano ciò che deve essere ricordato, sostenuto e fatto in un dato momento. Così, i profeti forniscono un orientamento soprattutto per il presente. In questo senso, la teologia di Jürgen Moltmann è sempre stata una teologia profetica. Un discorso su Dio radicato nel presente e orientato all'azione per un fu-turo migliore: una teologia politica della speranza. La catastrofe causata dalla pandemia somiglia un po' alla valle oscura del Salmo 23. Dio non ci evita la valle della morte, ma ci accompagna nelle nostre paure, cammina con noi nell'oscurità, senza risparmiarci l'attraversamento di questa valle oscura. Dio soffre assieme a noi per le nostre paure, e tuttavia conosce la strada giusta per noi. Per questa ragione non temo alcuna sventura, perché la sua lealtà, nella mia sventura, mi accompagna. «È vicino e difficile da comprendere Dio», scrisse Hölderlin: Dio è più vicino a noi di quanto ci sia dato comprendere, e proprio per questo è così difficile da definire. Eppure, possiamo confidare nella sua vicinanza. La fiducia in Dio porta fiducia in se stessi, quando è sincera. Tutte le previsioni scientifiche sono diventate incerte, la certezza del futuro del mondo moderno è stata infranta, ora è tempo di sperare.
È possibile giungere alla fede attraverso la sofferenza? E a quali condizioni? Per trovare risposte a queste domande, l'Autore utilizza la categoria della liminalità, ovvero dell'«essere sulla soglia». Questa ricerca ha un approccio transdisciplinare, integrando contributi da discipline come la psicologia e la filosofia. Tuttavia, l'applicazione della liminalità non si limita all'individuo. Nella seconda parte dell'opera, la liminalità è impiegata come strumento per analizzare la relazione tra la Chiesa e il mondo. La Chiesa è antitetica rispetto al mondo: mentre quest'ultimo cerca realizzazione nel potere, la Chiesa vive nella tensione del «già e non ancora», in attesa del suo Sposo.
P. Wilson ci introduce alla comprensione della rivelazione di Dio da parte di Gesù. Una rivelazione comprensibile solo alla luce della comprensione dell'identità e della natura di Cristo. Tale rivelazione non avviene nel vuoto, ma nel contesto delle azioni e delle parole di Gesù come evento e parole visibili e udibili. Così, i sette "Io sono" di Gesù non sono solo enunciati, ma rivelano; l'identità, la persona, la missione e la relazione di Gesù con il Padre. P. Wilson afferma che è essenziale conoscere la persona e l'identità di Gesù. Cristo, che non è un semplice simbolo di luce ma la luce personificata e incarnata. Gesù stesso è il miglior rivelatore della propria identità, sebbene il Gesù giovanneo sia anche il supremo rivelatore del Padre. Noi, proprio come i discepoli del tempo di Gesù, dobbiamo imparare a camminare alla luce del Signore, anche quando Egli non è fisicamente presente come il Gesù della Storia. Egli è sempre presente come Signore e Cristo della nostra fede.
Rilettura del Cantico delle Creature in occasione dell'ottavo centenario (1225-2025) nel quadro dell'esperienza di Francesco d'Assisi. L'attenzione si focalizza sui temi chiave fraternità e terra.
La tematica del miracolo, affrontata perlopiù in prospettiva apologetica, è inserita da Guardini in un contesto più ampio e meno "controversistico". Il suo procedimento piano e solo in apparenza elementare toglie il fenomeno del miracolo, nella sua straordinarietà, dalle secche del dibattito su "legge e natura" e "abolizione" d'essa da parte di Dio; discussione che egli ritiene egemonizzata pur sempre, anche presso i cristiani, da una mentalità scientista. La visione più autentica è invece quella in cui l'intervento miracoloso di Dio, di Cristo (emblematicamente è studiato il cammino di Gesù sulle acque), rientra nel piano della storia salvifica e corrisponde a priori all'onnipotenza, sapienza e amore divini. Con sicurezza d'intuizione in materia biblica l'Autore, nella seconda parte, svolge la nozione di segno, che nei Vangeli ha un'importanza eminente: il "segno" è un richiamo forte all'immediata presenza operante di Dio, in momenti e circostanze cruciali, che devono rilevarsi sulla trama ordinaria, quotidiana del vivere cristiano. Una meditazione serena e liberante su Lourdes, al di là di ogni eccesso miracolistico, conclude il saggio.
Dagli scritti di Christophe Lebreton - il più giovane dei sette monaci trappisti francesi uccisi in Algeria nel 1996 - affiora a chiare lettere che la violenza non è mai necessaria né inevitabile e non è l'unica strada per risolvere i conflitti. Ha imparato dal suo rapporto con Gesù a rispondere ai rapporti di forza disarmato dal suo Sposo e Signore, liberato dal buio nascosto in lui, umanizzato secondo le sue beatitudini, nudo e fortificato dalla Verità Crocifissa. Nella terra di Tibhirine, alla scuola dell'Amato, ha capito che alla violenza si reagisce con l'amore. Da questa teologia sponsale emerge la trascrizione di una vita che trova la sua genesi nel bacio dello Sposo, dal quale, con i poveri e con i peccatori, anch'egli riceve una proposta di amore e accanto al quale vive la propria offerta.