Nel corso della storia, ogni età ha creduto di disporre di maggiore conoscenza rispetto alla precedente. Gli umanisti rinascimentali vedevano il Medioevo come un periodo di oscurità; gli illuministi cercarono di spazzare via la superstizione con la ragione; nel mondo contemporaneo interconnesso, sembra che su richiesta si possa accedere a un numero illimitato di informazioni. Ma cosa ne è stato della conoscenza perduta nel corso dei secoli? Come possiamo spiegare i negazionisti del cambiamento climatico? Siamo davvero meno ignoranti dei nostri antenati? In questo testo di grande leggibilità, Peter Burke esamina la lunga storia dell'ignoranza dell'umanità attraverso religione e scienza, guerre e catastrofi, affari e politica.
Vittorio Sgarbi chiude la sua trilogia del Rinascimento, dopo Leonardo e Raffaello, con il racconto impetuoso della vita e delle opere di Michelangelo Buonarroti. La parabola di un artista predestinato - narrata da Vasari nelle Vite con l'ammirazione che già suscitava nei contemporanei - capace di realizzare tra Firenze, Bologna e Roma una sequenza di capolavori che lo affermano come un maestro assoluto, venerato, copiato, rispettato per tutti i secoli a venire, fino ai giorni nostri. Le parole di Sgarbi guidano lo sguardo alla ricerca delle fonti e delle consonanze che le opere, opportunamente interrogate, ci suggeriscono: così sentiamo nostro il dolore muto e senza tempo della Madonna della Pietà vaticana, la forza interiore del David, proviamo la stessa vertigine provata da Raffaello nella Cappella Sistina, di fronte al gesto assoluto che unisce e allontana Dio e l'Uomo. Ancora vibriamo dell'energia che la pietra trasmette ai Prigioni, al Mosè, all'estremo abbraccio tra la madre e il figlio nella Pietà Rondanini. E in questo viaggio Michelangelo non ci appare mai solo: egli studia e rivoluziona la lezione dei maestri del passato - Masaccio, Donatello, Antonello da Messina -, si confronta con gli artisti coevi - Niccolò dell'Arca, Bellini, Mantegna -, e dialoga con i pittori e scultori successivi su cui eserciterà la sua influenza, dai manieristi che ne subiranno il mito a Tiziano, Caravaggio, Picasso, Pollock, fino all'arte contemporanea. Vittorio Sgarbi insegue Michelangelo nello stupore della bellezza, indaga le ombre della sua personalità inquieta, e pagina dopo pagina la storia del più grande di tutti diventa una storia che ci riguarda, il racconto del genio che ha mostrato al mondo l'anima dell'uomo. "Michelangelo evoca fantasmi. Nelle sue opere non c'è soltanto la bellezza e la pienezza della forma, ma anche il tentativo di cogliere uno stato d'animo e uno spirito che sono dentro la scultura e la pittura. Questa è la sua grandezza, la sintesi formidabile del Rinascimento".
"Io, arabo e musulmano di nascita, non riesco a trovare le parole per esprimere l'orrore per ciò che Hamas ha fatto il 7 ottobre 2023. La barbarie non ha scuse né giustificazioni. Sul fronte opposto, i palestinesi di Gaza vivono sotto embargo da oltre quindici anni, hanno imparato a conoscere la morte in tutte le sue forme. Adesso l'esercito israeliano non colpisce soltanto i miliziani, ma bombarda interi quartieri e uccide famiglie indifese. Davanti a questi eventi, la mia rabbia non sa più che direzione prendere. La rabbia è impotenza, è il fuoco dentro che non riusciamo a controllare. Questo è il tempo della guerra, il tempo della rappresaglia, il tempo della vendetta, mentre dovremmo pretendere il tempo del dialogo. Ma nessuno, al momento, sembra guardare a quel giorno." (Tahar Ben Jelloun)
Questa è la storia di un ragazzo che tutti chiamano Demon Copperhead, un eroe dei nostri tempi. Un ragazzo che può contare solo sulla bella faccia ereditata da suo padre, una criniera di capelli color rame, lo spirito aguzzo e il vizio di sopravvivere. Il suo esordio nell'universo - mamma di diciott'anni che partorisce sola con una bottiglia di gin, anfetamine e oppioidi -, in una casa mobile sperduta negli Appalachi meridionali, dà il la a ciò che verrà dopo. Demon inizia la sua corsa a perdifiato attraverso la vita, sfreccia per le selve oscure dell'affido, del lavoro minorile, delle scuole fatiscenti, fino al sogno, e poi all'ebbrezza del successo atletico, con la conseguente caduta nella dipendenza. Nel mentre, si ossessiona con gli eroi della Marvel, si disegna i suoi fumetti riempiendoli di cattivi veri, si inerpica per le vette vertiginose del grande amore e sprofonda nel dolo - re straziante della perdita. Attraverso tutto questo, Demon deve combattere, armato del suo caustico umorismo e poco altro, contro la propria invisibilità in un mondo dove persino i suoi amati supereroi hanno abbandonato le terre selvagge per la città. La sua voce è quella di una generazione di ragazzi perduti, nati in posti splendidi e maledetti che neanche per un istante concepiscono di abbandonare. Ma Demon è un combattente, un sopravvissuto, come era un sopravvissuto David Copperfield nella sua disgraziata Londra. Barbara Kingsolver si ispira all'opera iconica di Dickens con questo romanzo vincitore del Pulitzer, ambientato nel Sud degli Stati Uniti, per gettare luce sulle vite marginali di oggi, con la stessa rabbia, la stessa profonda compassione. La stessa fiducia nel potere di trasformazione di una bella storia.
Lena, l’agane responsabile del presidio di Gjai, proprio di fronte al paese, abitava da tempo immemorabile, assieme alle sorelle, la grotta naturale sul versante della montagna. Le agane della rupe non erano creature malvagie, non avevano mai usato infatti i loro arcani poteri in danno alle persone; anzi il più delle volte partecipavano in modo compassionevole ai drammi e alle vicende del popolo, adoperandosi nell’ombra per facilitare buoni esiti. Lena in questo primeggiava, con la sua straordinaria capacità di intuire e risolvere tanti travagli. Aveva un sistema tutto suo per informarsi su quanto accadeva nell’abitato. A volte inviava in ricognizione una compiacente gazza; in seguito anche la nuova campana grande della torre, che scandiva il vivere quotidiano, incominciò a recapitarle messaggi racchiusi nelle risonanze, e che solo lei sapeva decifrare.
Note sull'autore
Eddo Della Pietra vive a Cercivento (UD), dove è nato nel 1953. Perito industriale, è stato impiegato tecnico comunale per oltre un quarantennio nella propria comunità. Interessato fin da giovane alle attività culturali in zona, è tra i soci fondatori del Circolo culturale “La Dalbide” (1980). Scrive per riviste e periodici locali e ha già pubblicato la monografia Cercivento 76-96 (1996), il romanzo Il sogno di Andrei (2016) e Tra il profumo degli abeti (Edizioni Segno, 2020).
Per la prima volta in oltre trent'anni, grazie a una fonte istituzionale mai ascoltata in precedenza, è possibile indicare il luogo dove sarebbe stata portata la famosa agenda rossa di Paolo Borsellino. Non solo: abbiamo delle indicazioni su cosa vi fosse scritto. Ma i dubbi e le ombre affrontati in questo libro non si fermano qui. L'attentato in via D'Amelio fu davvero condotto solo con un'autobomba? Perché la borsa del giudice ucciso è stata restituita ai familiari con mesi di ritardo, senza verbale di riconsegna e, soprattutto, stranamente vuota? E quali carte conteneva il giorno dell'attentato, che sembrano scomparse agli albori delle indagini? Servendosi di nuovi documenti e testimonianze, l'autore delinea il contesto di isolamento e delegittimazione vissuto da Borsellino nelle settimane precedenti la sua morte, e individua una concreta pista d'indagine sulla scomparsa dei documenti in possesso del giudice. Dopo questo libro, sarà possibile svelare finalmente quella che Fiammetta, la figlia del magistrato, ha definito "la verità della menzogna" su una delle stragi più spaventose dell'Italia repubblicana. Chi è il traditore nel nido di vipere? Quante bombe sono esplose il 19 luglio? Cosa aveva scoperto Paolo Borsellino indagando sul movente dell'attentato di Capaci? Un'inchiesta destabilizzante riscrive la storia della strage del 19 luglio 1992 attraverso documenti inediti, nuovi testimoni mai ascoltati in un'aula di tribunale e una rilettura delle fonti processuali.
Un tenero libro della buonanotte da guardare e da toccare: i musetti degli animali del bosco fanno capolino dalla copertina e accompagnano il bambino verso la nanna. Un libro con le pagine sagomate e illustrazioni moderne. Età di lettura: da 1 anno.
In principio fu la Diaspora degli ebrei, cacciati dalla loro terra dai romani dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C. E dispersi nel mondo per 17 secoli. Poi una serie infinita di dominazioni e di persecuzioni, fino alla fine dell'Ottocento e ai primi del Novecento, quando il Sionismo teorizza e organizza il ritorno a casa. Il resto lo fa la Shoah, lo sterminio di 6 milioni di ebrei per mano del nazismo. Nel 1947 l'Onu spartisce la Palestina transgiordana (più piccola del Piemonte sommato alla Valle d'Aosta) in due Stati: uno ebraico e uno arabo-palestinese. Ma nasce solo il primo. Le classi dirigenti arabe si giocano i palestinesi, vittime dei "fratelli" oltreché dei nemici israeliani, alla roulette russa delle guerre (quattro) e del terrorismo. E perdono sia le guerre sia i territori. Israele restituisce quelli occupati all'unico Paese arabo che nel 1978 accetta di riconoscerlo e fare la pace: l'Egitto. Poi nel 1993 lo fa anche l'Olp di Arafat col premier israeliano Rabin e si riaccende la speranza, subito frustrata dall'assassinio di Rabin da parte di un ebreo fanatico. Fra alti e bassi, violenze e attentati, massacri incrociati, torti e ragioni intrecciati, si arriva al ritiro israeliano da Gaza a opera del falco Sharon. Che però un ictus mette subito fuori gioco, inaugurando la lunga e buia era Netanyahu. Questi sabota il processo di pace con sempre nuovi insediamenti ebraici in Cisgiordania, appoggia addirittura Hamas per indebolire il moderato Abu Mazen e fa passare definitivamente Israele dalla parte del torto. In questo libro alla portata di tutti, che si legge d'un fiato come un romanzo, Marco Travaglio racconta con sintesi e chiarezza, lontano dalle opposte tifoseria da curva sud, la Guerra dei Cent'Anni israelo-palestinese. E risponde a tutte le domande e a tutti i dubbi suscitati dagli ultimi bagni di sangue.
In questo libro che fu già un best seller alla sua prima uscita nel 1989 (e fu poi genialmente ritoccato) Enzo Mandruzzato ci offre una «grammatica» da leggere e per leggere e che finisce con l'appassionare. Così il latino trova il suo spazio, lingua tra le lingue, e ci propone una sfida allettante: forse lo si può imparare senza sforzo, anzi con piacere.
La saggezza autentica non ha età, è vivente e fresca in ogni momento, in ogni tempo e in ogni luogo si manifesti. Confrontando i testi evangelici e buddhisti, gli insegnamenti di Gesù e di Buddha vibrano all'unisono rispecchiandosi reciprocamente. Le loro parole emergono con cristallina semplicità mostrando la via d'uscita dai conflitti e dalla sofferenza individuale e collettiva. La via d'uscita - la buona novella- consiste nella scoperta dell'immenso potenziale di gioia, amore, compassione, equanimità, coraggio, che pulsa al fondo di ogni essere umano. Portare alla luce e realizzare questo potenziale significa diventare pienamente umani. Non sono insegnamenti antichi, nati in un tempo lontano, al contrario essi dialogano con la nostra esistenza proprio adesso, proprio qui. "Lasciamo che a parlarci sia l'essenza viva e palpitante che emerge dalle parole dei due Maestri, i quali innanzitutto con la loro stessa esistenza hanno mostrato la Via, lasciando indicazioni per tutti noi. Ritrovare e riscoprire le loro indicazioni liberandone la voce che ancora e sempre ci interpella - al di là delle sovrastrutture millenarie che inevitabilmente si sono frapposte - alla possibilità di un salto evolutivo verso una dimensione di vita e di coscienza che è quella che essi stessi sperimentarono: saggezza, amore, libertà dalle catene della sofferenza che caratterizza la modalità 'normale' delle nostre esistenze" (dal Prologo). Prefazione di Paolo Scquizzato.
La Roma più conosciuta e che fa parlare nel mondo è la città degli imperatori, col Pantheon, il Colosseo, le terme di Caracalla e quella rinascimentale e barocca di piazza Navona, della fontana di Trevi e delle straordinarie chiese del centro. La trimillenaria storia della città cela, però, alcune sorprese, anche in periferia. Il quartiere Primavalle è noto soprattutto per le sue vicende urbanistiche e politiche a partire dagli anni Venti del Novecento. E tuttavia il territorio su cui è sorto in epoca recente vanta un passato antico almeno quanto Roma. È delimitato a nord e sud da due importanti direttrici cioè la Trionfale e la Boccea (antica via Cornelia), strade fondamentali per la viabilità etrusca e, quindi, romana. In questo libro vengono proposte sei passeggiate storiche nel territorio che cercano di farne emergere il volto millenario. La lettura, cammino ideale e fattivo, si aprirà su vicende di pontefici, magistrati romani, leggende medioevali, condottieri barbari e sullo sviluppo del quartiere attuale, con aneddoti e racconti di gente comune, di cui è testimonianza una ricchissima scelta iconografica.