Nessuno che abbia a cuore le sorti della Chiesa può rimanere indifferente dinanzi agli scandali che hanno colpito la "barca di Pietro- in questo periodo. È giunto il momento, come ben dimostra l'autore in questo volume, di rivedere radicalmente il nostro essere Chiesa. Non possiamo assolutamente dimenticare che Gesù per i suoi contemporanei, ma non solo, è stato un segno di contraddizione e che la Chiesa non è una "societas" come tutte le altre. Occorre risalire alla sorgente, riagganciare in maniera più incisiva la nostra esperienza di fede con la Parola di Dio. Solo così avremo una Chiesa in cui ciò che conta non sono i titoli ma le persone, non i ruoli ma i servizi, non le funzioni ma i carismi, una Chiesa molto più vicina a quella voluta da Gesù. Per realizzare tutto ciò, secondo l'autore non ci sono che due strade da percorrere: rivedere il criterio dell'appartenenza e avere il coraggio di rivisitare la prassi del battesimo ai bambini. Affinché sul piano pastorale tutto cambi e niente sia più come prima, bisogna impedire che l'acqua del fiume-Chiesa sia inquinata o resa torbida da affluenti spuri costruiti sulle nostre parole e non sulla Parola di Dio.
Lungo un percorso che si snoda attraverso sette contributi, frutto di una serie di incontri della diocesi di Milano, ci si sofferma su alcuni degli aspetti principali della vita cristiana: l'eucaristia, la preghiera, l'annuncio, le relazioni, la carità e la testimonianza. Con capacità di analisi supportata da fiducia e speranza, alla luce dell'esperienza della pandemia, gli autori invitano a trasformare sempre di più le nostre parrocchie in comunità fraterne e missionarie.
Teologi e teologhe si sono confrontati sulla dimensione sinodale della Chiesa e sulle pratiche ecclesiali di sinodalità. Il volume raccoglie i risultati di questa ricerca e presenta quali cambiamenti di mentalità sono necessari per camminare insieme, oggi, come discepoli-missionari.
Oltre cinquant'anni fa il Concilio aveva ribadito la fondamentale importanza del laicato, uomini e donne indistintamente, in una nuova visione di Chiesa. Esperienze e competenze specifiche nella vita familiare, nel contesto sociale e professionale, nella politica e nella promozione della cultura, permettono un effettivo radicamento del lievito cristiano nella nostra società. Debbono quindi godere del massimo rispetto all'interno delle rispettive comunità di appartenenza ed essere valorizzate come ministeri al suo servizio. La situazione inedita in cui si ritrova la Chiesa con l'evento della pandemia del Covid-19, obbliga tutte le nostre comunità a ritornare nel cuore della società attraverso presenze e impegni sempre più multiformi. Un serio invito per una riconsiderazione dei ministeri nell'affrontare tale sfida.
Qual è lo spazio delle donne nella chiesa? All'interno del dibattito attuale attorno a questa domanda, l'autrice propone una riflessione gravida di conseguenze per l'intero corpo ecclesiale. Un tentativo non di rivalsa ma di esplicitazione del "segno della donna" e di ciò che la singolarità femminile ha da offrire nella lettura delle Scritture come nella cura pastorale, e su questioni che riguardano tutti i battezzati quali quella della relazione tra sacerdozio ministeriale e sacerdozio comune. Il volume arriva a suggerire un nuovo approccio in cui sono la donna e l'uomo, l'uomo con la donna, ciò cui deve mirare un'intelligenza teologica rivisitata, che permetta un vero rinnovamento degli atteggiamenti e delle pratiche nel mondo ecclesiale.
La sinodalità, che è tra i temi centrali del magistero di papa Francesco, viene indagata in questo libro a partire dalla prassi collegiale delle prime comunità cristiane nel Nuovo Testamento. Svolgere un Sinodo non significa tanto cedere alla prassi democratica, quanto dichiarare la fedeltà della Chiesa alla propria vocazione; in altri termini, il tema della Chiesa sinodale è correlato al sensus fidei del popolo di Dio e al suo valore sociale. La radice profonda della difficoltà di rapporto fra i diversi soggetti ecclesiali che oggi si vive nella comunità cristiana va ricercata innanzitutto nell'inefficace assimilazione e attuazione del principio di ministerialità, come realtà riguardante non solo i ministri ordinati, ma tutta la Chiesa. Solo così ogni credente, nel camminare e decidere insieme, potrà sentirsi «pietra viva» nell'edificazione dell'unico Corpo di Cristo, che è la Chiesa.
Nei cambiamenti epocali che attraversiamo oggi, l'attuale forma di Chiesa sta andando in frantumi. Non si tratta però dell'unica forma possibile, ossia della Chiesa in quanto tale: già altre volte, nel corso dei secoli, la comunità dei discepoli di Cristo ha conosciuto sviluppi molto differenti, spesso accompagnati da ampie trasformazioni (e notevoli carenze). Così pure noi, guardando al futuro, siamo in grado di indovinare i tratti di una nuova forma di Chiesa, pur nella consapevolezza che anche tale forma non sarà perfetta. A partire dalle tante dimensioni paradossali della Chiesa - che rappresenta visibilmente qualcosa di invisibile, essendo essa al contempo mistero divino e comunità umana concreta - Lefrank solleva delle questioni teologiche fondamentali. Analizza la situazione con occhio critico e offre orientamenti solidi per ripensare la realtà complessa della Chiesa, tra fedeltà all'origine apostolica e rinnovamento dell'organizzazione ecclesiale in dialogo con il mondo. La stimolante prospettiva delineata in questo saggio è costantemente riferita ai criteri che l'autore desume con acutezza dai testi fondativi. «Quando qualcosa finisce a pezzi, si aprono delle opportunità straordinarie per vedere le cose più in profondità. Il che vale senz'altro anche per la Chiesa, per la quale si ripresenta ogni volta la necessità di tornare al fondamento su cui tutto poggia».
Il vuoto è fatto per essere colmato, anzi proprio il vuoto è la condizione migliore per riempire di senso nuovo e autentico le nostre esistenze.
Da tempo teologi e sociologi cercano di capire che cosa succede oggi nel cattolicesimo. Mentre tutto cambia, nel disorientamento generale della società e della cultura, la Chiesa vive uno dei momenti forse più critici della sua storia. Un vero "inverno". Ci si interroga sul futuro e c'è chi si chiede se siamo gli ultimi cristiani. Molti sintomi ci fanno temere di esserlo davvero, almeno in Europa, dove si rischia il processo di estinzione toccato alla civiltà cristiana del Medio Oriente. Dal luogo dove otto secoli fa Francesco di Assisi si spogliò fino alla nudità per esprimere la sua scelta radicale di Cristo, obbedendo alla voce del Crocifisso che gli chiedeva di "riparare la sua casa in rovina", l'Autore dà uno sguardo generale al nostro tempo, additando le vie di un nuovo slancio evangelizzatore centrato sulle piccole comunità plasmate di Vangelo e fraternità. Una "nuova primavera" della Chiesa, possibile se, come i discepoli di Emmaus, ascoltiamo il Risorto che cammina al nostro fianco e ci riscalda il cuore.
Il sinodo dedicato all’Amazzonia si è concluso con un’esortazione apostolica di papa Francesco, Querida Amazonia, che rischia di lasciare tutti insoddisfatti. I progressisti non vi hanno ritrovato le “aperture” nelle quali speravano a proposito di fine del celibato sacerdotale e sacerdozio femminile; i conservatori osservano che il testo resta comunque viziato da ambiguità, perché, pur non entrando direttamente nelle due questioni spinose, presenta molteplici “fessure” (come ha osservato monsignor Nicola Bux) attraverso le quali far rientrare ciò che è rimasto fuori. Dal sinodo amazzonico (durante il quale i popoli di quelle terre sono stati strumentalizzati al fine di promuovere un certo progetto di Chiesa elaborato in Occidente e soprattutto in Germania) i cattolici escono ancora più divisi. Due Chiese si fronteggiano. E non si tratta di uno scontro di potere. In gioco c’è la Verità. In gioco c’è la fede.
La collegialità episcopale fu un’estemporanea novità introdotta dal Concilio Vaticano II? La vita delle antiche Chiese africane rivela una collegialità certamente vissuta, anche se non fissata dottrinalmente. L’epistolario agostiniano racconta la vita sinodale africana tra il 390 e il 430: un racconto articolato cui non manca un’unitarietà, data proprio dal tema della collegialità. I vari aspetti di vita ecclesiale considerati in questo volume sono come rami frondosi di un albero, mentre la sinodalità-collegialità è il tronco che li tiene uniti.
Il rinnovamento dell’ecclesiologia, avvenuto durante la prima metà del XX secolo, deve molto all’apporto offerto dal movimento liturgico, e questo per due motivi principali: il risvolto pastorale della liturgia e una rinnovata visione della Chiesa portata alla luce dalla riflessione dei primi teologi della liturgia, assieme ai movimenti di ritorno alle fonti e ai vari fermenti all’interno del pensiero e della vita ecclesiale. Questo volume si occupa proprio di questo prezioso contributo della liturgia al rinnovamento ecclesiologico, che spesso non è debitamente riconosciuto. Accanto a una presentazione del contesto storico, teologico ed ecclesiale, si analizzeranno i contributi di alcuni illustri rappresentanti del movimento liturgico alla rivitalizzazione dell’ecclesiologia. Pilar Río è docente di Ecclesiologia e Sacramenti presso la Facoltà di Teologia della Pontificia Università della Santa Croce. È Professore Visitante presso l’Università di Los Andes (Santiago del Cile) e membro della Pontificia Accademia di Teologia. Tra le sue pubblicazioni, ricordiamo: Teología nupcial del Misterio redentor de Cristo. Estudio en la obra de Odo Casel (2000), Los fieles laicos, Iglesia en la entraña del mundo. Reflexión teológica sobre la identidad de los laicos en un tiempo de nueva evangelización (2015), e altri contributi ecclesiologici in opere collettive, come Dono e compito. La Chiesa nel Simbolo della fede, nonché in riviste specializzate.