Il magistero di un grande papa che ha saputo difendere il magistero rinnovandolo. Il centenario della morte di San Pio X può essere considerato come un'importante occasione per reinterpretare il ministero pastorale di Papa Sarto, finalizzato a riaffermare il dato tradizionale della fede contro la tempesta modernista e a riformare gli ambiti pastorali ormai inadeguati per i tempi. L'operato di questo grande papa va dunque inquadrato alla luce del programma di riforma nella continuità previsto dal Concilio Vaticano II.
Difesa della ragione e difesa della trascendenza si associano in queste pagine profonde, limpide, serene di Mons. Montini, apparse in un primo tempo sulla rivista «Studium» e poi raccolte in volume nel 1930, qui riproposte in occasione della sua Beatificazione. Al di là delle grandi diversità culturali, politiche, ecclesiali che intercorrono fra gli anni Trenta e i nostri giorni, vi sono punti salienti della riflessione montiniana che la consegnano intatta ai lettori d'oggi: il valore dell'Università e il ruolo dello studio universitario nella coscienza e nella formazione dello studente; l'«unità di pensiero», ossia la necessità di un quadro unitario del sapere che viene proposto; il tema specifico di fede e ricerca. Montini fa dello studente il protagonista della vicenda universitaria, e gli parla. Vuole capirne le motivazioni, i comportamenti; mentre vede davanti a sé la devastazione di un sapere specialistico che ha rinunziato a possedere le proprie premesse e finanche la propria struttura. Lo studio, egli afferma, «è materia della più alta moralità»; l'esperienza universitaria è un momento della «religione del vero», il suo fascino profondo è qui. L'Università è dunque religiosa per essenza. Libero è chi è causa di se stesso: è il tema di fondo del dialogo montiniano con gli studenti, la linea di ricerca su una moralità e religiosità della coscienza universitaria che contrasta le tesi e il costume dell'Università pragmatica, positivistica, agnostica. Unità di pensiero e unità di vita. Montini rende manifesta la gioia che la ricerca porta con sé ed allo stesso tempo lo stupore adorante che l'uomo sperimenta quando, attorno al limite costruttivo del proprio cercare, intuisce una presenza misteriosa, cui la fede cristiana dà il volto del Dio personale e redentore della rivelazione.
Agli inizi del XIV secolo, nel 1308, l'anarchia in Italia portò la capitale del mondo cristiano a essere spostata da Roma per la prima e unica volta nella storia. Avignone, città prescelta per sostituirla, divenne così la nuova sede di un papato che in tal modo, anche da un punto di vista geografico, dipendeva sempre più dal regno di Francia. La cosiddetta cattività avignonese, deplorata da molti cristiani del tempo (fra i quali santa Caterina da Siena), rappresentò un momento critico e discusso, che si tradusse nel papato di sette successivi pontefici rimasti in esilio per settant'anni. Fino a quando, nel 1377, Gregorio XI fece ritorno a Roma, provocando in tal modo il Grande Scisma d'Occidente. Avignone fu pertanto testimone dei più turbolenti eventi nella storia cristiana: la soppressione dei Templari e dell'eresia dei catari, la prima ondata della Morte Nera, la fine del sogno delle crociate, i primi decenni della guerra dei Cent'anni tra Inghilterra e Francia. Il ritratto narrativo di un'epoca affascinante e del suo contesto, che passa anche attraverso le posizioni politico-letterarie di Dante e Petrarca, ostili ai papi avignonesi. In un epilogo drammatico, la città divenne sede di numerosi antipapi, rivali e usurpatori del papato romano ristabilito. Il quadro suggestivo di un intero secolo, con al centro una città relativamente insignificante sul Rodano divenuta, nell'arco di pochi decenni, una delle grandi capitali del mondo.
L'episcopato del beato Montini a Milano è considerato un periodo molto importante per la vita della Chiesa milanese e per quella universale. La sua straordinaria personalità porta una ventata di ricchezza e insieme viene stimolata dalla complessa realtà dell'Arcidiocesi ambrosiana, servendo la quale Montini ha l'occasione di mettere in gioco intuizioni pastorali e una visione di Chiesa che poi troveranno ulteriore espressione e approfondimento nel suo pontificato. Ciò vale anche per il rapporto con i dirigenti e i soci dell'Azione Cattolica, con i quali la relazione crebbe positivamente, tanto da concorrere a plasmare nel futuro papa Paolo VI una più profonda riflessione sulla Chiesa e sul ruolo dei laici. Gli scritti di Montini sono stati scelti e commentati da Valentina Soncini, docente di Filosofia e Storia, presidente dell'Azione Cattolica di Milano dal 2008 al 2014.
Un nuovo aspetto dell'impegno pastorale svolto con i giovani da parte di Giovanni Battista Montini emerge in riferimento al mondo scout. Ha un ruolo non indifferente nella rinascita dello scoutismo cattolico e nella promozione del guidismo negli anni tra il 1943 e il 1944. Assistente scout lui stesso, fin dal periodo in cui è sostituto della Segreteria di Stato Vaticano, esprime una valutazione positiva del metodo e ne rileva le potenzialità educative. Anzi, ne offre una rilettura originale che contribuisce a superare pregiudizi e stereotipi diffusi, anche in ambito cattolico, nei confronti dell'educazione scout. Ne interpreta in modo profondo lo spirito, dimostrando non solo stima e simpatia per la proposta formativa, ma anche una profonda conoscenza della stessa. E la manifesta anche nei vari discorsi tenuti in occasione degli incontri con scout e guide milanesi durante il periodo in cui è Arcivescovo e poi nel corso del Pontificato, quando ha modo di rivolgersi anche a quelli delle varie associazioni presenti nel mondo.
Un piccolo e agile strumento per la preghiera personale e la meditazione degli educatori che hanno soprattutto a che fare con i preadolescenti e gli adolescenti. Dieci appuntamenti con il beato Giovanni Battista Montini, prima Arcivescovo di Milano e poi papa Paolo VI, che ha saputo rispondere con profonda sapienza e con nuove intuizioni alle sfide del suo tempo ma soprattutto ha voluto chiedere ai credenti di condividere con lui tutto il suo tempo e il suo amore appassionato per la Chiesa e per l'intera umanità. La sua vicinanza ai problemi ha trovato delle risposte che sono ancora valide per gli educatori di oggi. Testi per fermarsi in preghiera e per lasciarsi provocare, spendendosi con passione nell'educazione dei ragazzi.
Il volume presenta, in forma completa, il ricco e suggestivo magistero di Paolo VI sull'Azione cattolica nel corso del suo lungo pontificato, segnato da un'attenzione costante e partecipe alla promozione del laicato, in particolare dell'associazione. Il pecorso è ricostruito attraverso i numerosi discorsi, messaggi e testi, alcuni dei quali indediti, lasciati da papa Montini all'Azione cattolica radicata in tutto il mondo, restituendo per la prima volta un quadro compiuto, che illumina un altro aspetto di questa figura proclamata beata. Si coglie, in particolare, la sollecitazione coinvolgente per il rinnovamento dell'associazione, di cui era stato assistente, alla luce delle acquisizioni del Concilio Vaticano II.
Questo libro, che aiuta a vivere il mese di maggio dedicato alla recita del Rosario, vuole essere una preghiera alla Madonna aiutati dalle parole del Beato Paolo VI, tratte dagli annali dei suoi primi anni di pontificato: sarà come risentirne la voce, soprattutto potremo vibrare in sintonia col suo cuore appassionato d'amore per Dio, per Maria "Madre della Chiesa", per la Chiesa, per l'umanità intera... È suddiviso in 31 meditazioni che scandiscono i giorni del mese di maggio attraverso i vari titoli che ci aiutano a rileggere la figura di Maria con gli occhi della fede.
Ma papa Francesco, nonostante il consenso entusiastico sulla sua persona, è solo? È letto, compreso, seguito? Ci voleva un cardinale del Collegio, teologo della casa Pontificia, un domenicano sapiente e mite, acuto e moderno, pur avendo attraversato la storia, e la storia della Chiesa, dalla Resistenza al Concilio, dalla vicinanza a Giovanni Paolo II alla sintonia con Francesco. Un sacerdote cui porre con libertà ogni domanda, le più urgenti per il cristiano, per l'uomo di oggi. Dall'idolatria agli scandali, dalla bioetica alle apparizioni, dal demonio alla bellezza come via della verità. Un dialogo aperto, senza dogmatismi e giri di parole, che suscita altre domande, che conforta sulla speranza e sul destino buono del mondo, anche del nostro mondo.
"Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora una volta su di essa la divina Bontà. Ancora benedico tutti. Roma specialmente, Milano e Brescia. Alla Terra santa, la Terra di Gesù, dove fui pellegrino di fede e di pace, uno speciale benedicente saluto. E alla Chiesa, alla dilettissima Chiesa cattolica, all'umanità intera, la mia apostolica benedizione." (dal Testamento di Paolo VI)
In queste pagine dal carattere profetico, che risalgono all'epoca in cui Jorge Mario Bergoglio era un sacerdote gesuita, scopriamo il Papa Francesco che noi tutti abbiamo imparato a conoscere. Sono meditazioni sulla vita religiosa che l'allora padre provinciale ha dedicato ai suoi confratelli e che oggi illuminano i concetti fondamentali della sua spiritualità e del suo modo di intendere la fede, la comunità e il sacerdozio: famiglia, fratellanza, amore, fiducia, misericordia, pace, paternità. "Fin dalla Chiesa primitiva" spiega "la paternità esprimeva una dimensione essenziale della fede: la necessità della mediazione degli strumenti umani per la sua nascita". Il sacerdote, infatti, è soprattutto un padre: "Il senso primitivo del nome 'padre' riporta alla paternità di Dio, al mistero di Dio che ci genera eternamente, sia che si tratti della paternità della predicazione che suscita la fede, o del Battesimo che introduce in una vita nuova, o della direzione spirituale che conduce alla santità". Ma questo non è l'unico aspetto importante della paternità: nelle parabole evangeliche i padri di famiglia sono coloro che nel germoglio di grano vedono sempre la speranza della crescita, nonostante la zizzania, che scendono in strada a correre incontro al figlio prodigo, che sono capaci di sviluppare una sintesi di nuovo e di vecchio. Memoria del passato e slancio verso il futuro sono due atteggiamenti, apparentemente opposti, che riflettono tuttavia la maniera di essere dei gesuiti e di Papa Francesco.
Paolo VI in un'occasione scrisse: "Io sono amato da Dio, gioia, gioia, pianti di gioia". Quante volte fin dagli anni giovanili ricorre nei suoi scritti l'espressione "Signore Tu ci sei necessario". Nelle varie tappe della sua esistenza Paolo VI cercò sempre di "confessare Gesù nato da Maria Vergine". Guidò la Chiesa in anni difficili. Portò a conclusione il concilio Vaticano II, resse la barra del timone della Chiesa durante gli anni della contestazione. Convinto che il mondo ha bisogno di testimoni più che di maestri, fu un testimone per la Chiesa e nella Chiesa. La lettura di queste pagine ci aiuterà a capire la santità di questo pontefice che scelse il nome di Paolo per essere apostolo fra le genti.