"Con questo libro mi pongo l'obiettivo di illustrare la storia, le ragioni e anche le difficoltà del movimento dei movimenti, e soprattutto di rendere chiare a tutti le nostre principali proposte. Il tentativo è duplice: fornire uno strumento utile al confronto dentro il movimento e informare chi del movimento non fa parte e magari non ne condivide neppure le idee, ma non rinuncia a 'camminare domandando'. Procederò anche attraverso il racconto di episodi dei quali sono stato diretto protagonista o testimone, episodi a volte noti (almeno nella loro versione ufficiale), a volte sconosciuti." (Dall'Introduzione)
Il complesso fenomeno della globalizzazione interpella la coscienza di credenti e “laici”. Il volume con le sue letture ed interpretazioni interdisciplinari del fenomeno, tra cui non manca l’approccio teologico, si offre come utile strumento per una riflessione attenta e al tempo stesso partecipa di quanto accade nel nostro tempo.
Questi gli argomenti trattati: Prefazione (Card. Camillo Ruini); Orientare o subire il cambiamento? (Zygmunt Bauman); Una lettura socio-economica della globalizzazione (Stefano Zamagni); Tradizione e comunicazione nell’era della globalità (Francesco Casetti e Chiara Giaccardi); Il cittadino globale tra comunicazione universale e cittadinanza particolare (Gianni Colzani); L’individuo comunitario (Roberto Cipriani); Globalizzazione e libertà (Domenico Pizzuti); Globalizzazione, comunicazione, etica (Adriano Fabris); Sensus fidei cristiano in tempi di globalizzazione. Sfide nuove e nuove opportunità per la comunicazione del Vangelo (Antonio Staglianò); Risorsa profetica della religiosità popolare: tratto simbolico della cultura cristiana (Gianluigi Pasquale); L’arte cristiana in un’era di globalizzazione (Timothy Verdon); “Carità intellettuale” e globalizzazione. Il terzo settore interpella la comunità ecclesiale (Antonio Mastantuono); La tradizione cristiana nel contesto del “villaggio globale” (Giuseppe Lorizio).
Claudio Giuliodori, direttore dell’Ufficio Nazionale Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale Italiana.
Giuseppe Lorizio, ordinario di Teologia fondamentale e metodologia teologica presso la Pontificia Università Lateranense.
Vittorio Sozzi, responsabile del Servizio Nazionale del Progetto Culturale della Conferenza Episcopale Italiana.
Zygmunt Barman, professore emerito di Sociologia nelle Università di Leeds e Varsavia.
Francesco Casetti, ordinario di Filmologia presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
Roberto Cipriani, ordinario di Sociologia presso l’Università di Roma III.
Gianni Colzani, ordinario di Antropologia teologica presso la Pontificia Università Urbaniana.
Adriano Fabris, ordinario di Filosofia morale presso l’Università di Pisa.
Chiara Giaccardi, docente di Sociologia della comunicazione presso l’Università Cattolica del S. Cuore di Milano.
Antonio Mastantuono, docente di Teologia pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Gianluigi Pasquale, docente di Teologia dogmatica presso lo Studio teologico Laurentianum di Venezia.
Domenico Pizzuti, professore emerito di Sociologia presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale.
Antonio Staglianò, ordinario di Teologia dogmatica presso l’Istituto Teologico Calabro.
Timothy Verdon, docente di Storia dell’arte presso la Facoltà Teologica dell’Italia Centrale di Firenze.
Stefano Zamagni, ordinario di Economia politica presso l’Università di Bologna.
Le ragazze di Aboke è la storia vera di 139 ragazze rapite dal Collegio St. Mary's di Aboke nel nord Uganda, gestito dalle Suore missionarie Comboniane. Con coraggio suor Rachele Fassera, la vice preside italiana, inseguì i rapitori del Lord's Resistance Army (Lra), uno dei più crudeli gruppi di guerriglieri del mondo, guidato dal fanatico religioso Joseph Kony. La suora ottenne il rilascio della maggior parte delle sue studentesse, ma ne dovette lasciare 30 al loro destino.La giornalista belga Els De Temmerman ricostruisce il viaggio di due delle ragazze di Aboke che riuscirono a fuggire dal Lra. Racconta anche la storia di uno dei rapitori, un bambino-soldato di 14 anni, che faceva parte delle truppe scelte di Kony. Descrive inoltre l'opera instancabile di suor Rachele alla ricerca delle sue allieve, che l'ha portata a incontrare le più alte autorità politiche e reli-giose, compresi il Papa e Kofi Hannan.Le ragazze di Aboke è una fiera protesta contro l'uso dei bambini nei conflitti armati. A questo sco-po il libro si avvale nell'edizione italiana dei prestigiosi contributi della Superiora delle Comboniane, madre Adele Brambilla; dell'attore Massimo Ghini; del missionario Elio Croce; dell'arcivescovo di Gulu, mons. G. B. Odama e di padre Piero Gheddo del Pime che ha firmato l'autorevole saggio-postfazione «Africa: educare alla fraternità » (pp. 240).
Costruire dighe in India, piantare alberi in Burkina Faso, salvare i niños da rua in Brasile... sono queste le immagini che tutti abbiamo in mente quando si parla di "cooperazione allo sviluppo". Quello che invece pochi sanno è che dietro queste parole spesso si celano confusione, contraddizioni, talvolta solo ipocrisia. Ciò che passa per cooperazione allo sviluppo troppo spesso finisce per migliorare soltanto le condizioni di vita di chi già ha molto, mentre danneggia proprio le persone che in teoria dovrebbe aiutare. In questo volume Maggie Black ci racconta quanto sta accadendo in nome dello sviluppo e quanto dovremmo fare per difendere davvero gli interessi dei più poveri.
Era il 6 aprile 1994 quando in Ruanda si scatenò l'inferno. In tre mesi un milione di morti, massacri e violenze di ogni genere. Uno dei capitoli più terribili del ventesimo secolo. In quei 100 giorni di follia collettiva, una storia italiana. Pierantonio Costa, alle spalle una famiglia con cento anni di emigrazione nel continente nero, imprenditore di successo e console italiano a Kigali (la capitale ruandese), opera "controcorrente". Mentre intorno a lui c'è sofferenza e morte, comincia a girare il piccolo Paese per mettere in salvo il maggior numero di persone possibile. Prima gli italiani, poi tutti gli altri: ruandesi, molti dei quali tutsi ma anche belgi, spagnoli, burundesi, francesi. E mentre lui viaggia la sua famiglia nasconde in casa una quindicina di tutsi. Tre mesi di missioni avventurose, con tanti episodi di altruismo ma anche con un obiettivo: portare in salvo due grossi gruppi di bambini: 600 si trovano nell'orfanotrofio di Nyanza, custoditi dai padri rogazionisti; altri 750 sono in un campo di raccolta della Croce Rossa a Butare. L'ultimo mese è una lotta contro il tempo, con la guerra che arriva e i permessi difficili da ottenere e con i bambini sempre più in pericolo.
Passando in rassegna il reale impatto della globalizzazione economica in ogni parte del mondo, dall'Africa all'Asia, dalla Russia all'America Latina, Amy Chua dimostra come in ciascuna di queste regioni il libero mercato abbia concentrato una ricchezza sproporzionata nelle mani di una ristretta minoranza etnica, diventando così oggetto di un odio da parte della "maggioranza impoverita" che spesso si traduce in atti di efferata violenza. Ma queste sono davvero situazioni locali? Non sono piuttosto interi paesi ad essere "minoranze economicamente dominanti", a livello regionale e globale? Gli Stati Uniti non rappresentano forse oggi la principale "minoranza economicamente dominante" del mondo?
Una mappa dei principali problemi che vengono discussi sotto l'etichetta della "globalizzazione", nell'intento di limitarne l'uso retorico o puramente ideologico. Un'indagine che si indirizza verso ogni aspetto del fenomeno: l'economia, le comunicazioni di massa, la politica interna e internazionale, il diritto e le strategie militari. L'analisi è arricchita da una carrellata delle posizioni più rilevanti e degli autori più significativi, da Ulrich Beck a Zygmunt Bauman, da Joseph Stiglitz a Luciano Gallino. Il percorso che ha portato dal boom della new economy alla guerra in Iraq e dall'esplosione di Internet alla crisi degli Stati nazionali è valutato come un processo inevitabile, ma governabile per evitare crisi e disuguaglianze.
Gli stati nazionali non sono un organismo superato dalla globalizzazione, anzi sono uno strumento di quanto essa vuole mascherare, ovvero la mondializzazione del capitalismo e la competizione globale. I conflitti che si sono succeduti non hanno nulla della pax imperiale di una globalizzazione pacifica e positiva, delle pari opportunità, di un progresso e di un benessere per tutti. Il libro sostiene che la competizione economica tra potenze nazionali e soprannazionali si è quanto mai accresciuta nella situazione di crisi strutturale in cui versa il capitalismo da qualche decennio. In tale contesto gli stati nazione hanno espanso la propria attività che varia secondo il suo carattere imperiale e neocoloniale e in funzione delle strategie egemoniche.
"La globalizzazione di mercato è parsa ad alcuni sorridente e rassicurante, ad altri minacciosa e pericolosa. La tesi di questo libro è che, in ogni caso, i suoi giorni sono ormai tramontanti. Questo progetto di economia mondiale integrata, regolata pressoché esclusivamente dai meccanismi dello scambio, all'insegna del mutuo vantaggio di ogni singolo partecipante ma con ricadute positive per tutta la società, appare oggi come un sogno infranto: la crescita potrà riprendere, le illusioni che solo o prevalentemente con la crescita si possano, in un clima di mercato, risolvere le contraddizioni delle società umane sono del tutto svanite." (dall'Introduzione)
Strategia e strumenti di gestione per un management di trasformazione sociale" di spiccato profilo etico e professionale. "
Il racconto avvincente di un'esperienza tra i poveri dove la condivisione, la fratellanza, l'essersi fatti uno di loro, sono stati gli elementi fondamentali dell'evangelizzazione. Nella periferia di una grande citta dell'Ecuador chiamata Guayaquil, l'autore ha vissuto per circa tre anni con una comunita di Missionari Comboniani. In questo testo ricorda il tempo vissuto in quel quartiere - costruito su palafitte e abitato da migliaia di famiglie ai margini della societa - come i tre anni piu belli della sua vita. Ha deciso di scrivere questo libro perche non cadessero nell'oblio le tante meraviglie di cui e stato testimone. Ci parla della vita della sua comunita che, partita con due, e giunta ad avere fino a 5 o 6 membri, coinvolgendo forze laiche locali. Ci racconta della loro ricerca di Dio nella vita dei poveri in cui erano immersi e nella Bibbia che, riletta in quel quartiere, assume nuovi significati.