Il papato del comasco Innocenzo XI Odescalchi (1676-1689) rappresenta uno snodo decisivo nella rielaborazione della funzione e del valore simbolico del romano pontefice in quello che è stato definito il tempo della crisi della coscienza europea. Il risanamento delle finanze pontificie, il ruolo nodale nella vittoria viennese sui turchi e nella riconquista dell'Ungheria, la creazione del nuovo asse pontificio-imperiale-polacco, il tentativo di abolire il nepotismo e il coraggioso sforzo di riformulazione degli equilibri curiali, sono solo alcune delle tappe di uno dei pontificati più importanti dell'età moderna. Ma il papato Odescalchi può rivelarsi significativo anche sotto il profilo della committenza architettonica e figurativa. Di tutto ciò danno conto, fornendo un quadro aggiornato e di respiro europeo, i saggi qui raccolti.
La sera del 13 marzo 2013, davanti a una folla di duecentomila persone raccolte in piazza San Pietro sotto la pioggia battente, si levò l'attesa fumata bianca. Ma quando il cardinale Jean-Louis Tauran annunciò il nome del nuovo pontefice, quasi nessuno, nemmeno i vaticanisti più esperti, si aspettava di udire il nome di Jorge Bergoglio. Bastarono però poche parole e il papa che era "stato trovato alla fine del mondo" quella sera ne conquistò il cuore. A partire dal nome. Vocabor Franciscus, "Mi chiamerò Francesco", aveva detto ai porporati alla conclusione del conclave: lo stesso nome del poverello di Assisi che aveva gettato alle ortiche le vesti di seta per indossare i panni degli ultimi. A quelle parole, nei giorni e nei mesi successivi ne seguirono altre, e alle parole si accompagnarono gesti che avrebbero radicalmente trasformato l'immagine del successore di Pietro: il papa che paga il conto dell'albergo, che rinuncia alla limousine, che sale la scaletta dell'aereo portando da sé una semplice borsa. Un papa che per la sua prima visita fuori Roma sceglie l'isola di Lampedusa per porre all'attenzione di tutti la tragedia senza fine dei migranti. Immagini semplici e al tempo stesso potenti di una Chiesa non più autoreferenziale, che vuole cambiare e uscire da se stessa per raggiungere le periferie geografiche ed esistenziali del mondo. Una Chiesa che vuole conservare il "mysterium lunae", cioè la capacità di riflettere soltanto la luce che proviene da Dio.
La Libreria Editrice Vaticana prosegue la felice iniziativa di raccogliere i messaggi di Papa Francesco su Twitter. In particolare vengono raccolti in questo terzo volume i tweet del Santo Padre dal 5 marzo al 30 ottobre 2014. Una dimostrazione tangibile di come il nuovo pontefice si muova con grande disinvoltura nel mondo della comunicazione digitale e dei social network, che stanno assumendo un ruolo sempre più importante nel nobile scopo dell'evangelizzazione.
Le tre esortazioni apostoliche, "Evangelii nuntiandi", "Gaudete in Domino", "Evangelica testificatio",che qui proponiamo come contributo alla memoria di Paolo VI, riguardano il vasto e decisivo tema dell'annuncio del Vangelo e, sotto vari punti di vista, esse costituiscono dei documenti illuminanti, non solo per approfondire il tema dell'evangelizzazione, ma anche per riscoprire il ruolo svolto da un pontefice nel suo umile quanto appassionato servizio a Cristo, alla Chiesa e all'uomo. Al tempo stesso, ci introducono nel cuore di un'epoca inquieta e lacerata, nella quale Paolo VI ha saputo guidare con coraggio e lungimiranza la Chiesa al rinnovamento di sé e al dialogo con il mondo moderno.
"Questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall'aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!". (Omelia alla Domenica delle palme, 24 marzo 2013) Una parola al giorno del papa venuto "dalla fine del mondo", una iniezione di speranza per ogni giorno dell'anno.
Camminare è, fin dagli inizi del suo pontificato, il verbo più frequentemente usato da papa Francesco. Il "camminare" riassume infatti, nella visione ecclesiale di Francesco, l'immagine stessa della Chiesa che esce da se stessa, dalle proprie mura interne ed esterne, per andare incontro al popolo di Dio e al mondo; della Chiesa evangelizzatrice e in stato di missione permanente, che sente la responsabilità e la gioia di questo cammino; della Chiesa che non ha paura della strada e di ciò che può trovare camminando in mezzo alla gente, specialmente là dove si alza più forte il grido dei poveri, degli emarginati e degli oppressi, nelle periferie dell'esistenza. Questa Chiesa, come ben dimostra il presente volume, si mette in cammino alla sequela di Gesù che, nel corso di tutta la sua vita pubblica, ha percorso in lungo e in largo le strade della Palestina, annunciando ad ogni uomo il Vangelo della salvezza. Un libro per comprendere la "nuova stagione ecclesiale" inaugurata da papa Francesco.
La felicità è il traguardo ideale che sta davanti a ognuno di noi, ma non esistono facili scorciatoie per raggiungerla. Papa Francesco, in un'intervista rilasciata a un giornale argentino, con la sua semplicità e il senso pratico delle cose, traccia un decalogo di suggerimenti che possono aiutare a vivere meglio.
Questo volume testimonia la fecondità che nell'ambito pastorale hanno le intuizioni e gli insegnamenti di colui che la Chiesa ha proclamato Santo e che ricordiamo come "il Papa della Famiglia". Le testimonianze concrete di coloro che hanno avuto il dono di incontrare San Giovanni Paolo II e collaborare personalmente con lui e di coloro che hanno accolto e messo in pratica il suo magistero, mostrano un rinnovamento efficace e promettente della pastorale familiare e confermano la preziosa eredità del suo insegnamento, che apre una prospettiva positiva e ricca.
"Voglio una Chiesa povera per i poveri, ecco perché ho scelto di chiamarmi Francesco": con queste parole Jorge Bergoglio si è rivolto ai giornalisti nella sua prima udienza pubblica. "La Chiesa non ha natura politica, ma spirituale. È il santo popolo di Dio. Con le sue virtù e i suoi peccati. E al centro non c'è il papa. Cristo è il centro." La gioia e l'amore per i poveri, che hanno ispirato Francesco d'Assisi e che sono stati al centro della vita e dell'apostolato di Jorge Bergoglio in Argentina, sono i valori che dobbiamo comprendere e ricercare nella vita vissuta giorno per giorno, come relazione personale con Dio. In questi quattro esercizi spirituali, papa Francesco ci invita a meditare e riflettere sui valori fondamentali, nel silenzio della solitudine o in comunità, sull'essere felici "nel fare per gli altri", sulla ricerca delle tracce di Cristo nel mondo, per dare un nuovo senso alla nostra vita e alla nostra fede.
Dedicato a Paolo VI, il libro ripercorre la vita del Papa attraverso l'analisi storica e le immagini fornite in esclusiva dall'Archivio Riccardi di Roma. Il volume evidenzia la ricerca del dialogo di Paolo VI, documentando l'importantissimo viaggio effettuato dal Papa in Terra Santa nel gennaio del 1964, le fasi conclusive del Concilio e le prime applicazioni dello stesso. Un libro sul Papa che ha fatto la storia tracciando il solco del rinnovamento cristiano.
Il volume raccoglie pensieri sull'Avvento-Natale tratti da omelie, messaggi, meditazioni che Paolo VI ha tenuto durante il suo pontificato (1963-1968).
Di cosa parla un papa a tavola con i vescovi di un paese che sta visitando? Nonostante lo sviluppo mediatico e la informalità cui ci ha abituati papa Francesco, non è facile saperlo. Non ci sono registrazioni, appunti, trascrizioni. O almeno non nella maggioranza dei casi. Solo in un caso, solo per un Pontefice, o meglio per un santo, abbiamo la preziosa possibilità di rileggere e rivivere alcuni di questi momenti. Lo storico e ineguagliabile archivio sonoro della Radio Vaticana infatti custodisce alcune registrazioni di quei momenti. Brani di discorsi improvvisati da Giovanni Paolo II in ogni parte del mondo dai quali si traggono significative indicazioni su come il Concilio abbia cambiato il senso stesso della comunione tra i vescovi e con il Vicario di Cristo. Brani che raccontano, fin dall'inizio del pontificato, quale fosse l'ecclesiologia di Giovanni Paolo II anche attraverso dei riferimenti non specificamente dottrinali, ma attraverso le pagine della memorie di un vescovo, Wojtyla appunto, che aveva portato la Chiesa polacca a Roma perché nella Chiesa della sua patria c'era da sempre Roma. Polonia semper fidelis, un motto che molti di noi hanno imparato in quello scorcio di anni '70 che, per gli italiani in particolare, erano un'epoca buia. Terrorismo, crisi economica, parole che più di trenta anni dopo sono tornati prepotenti nelle pagine di cronaca.