Nell'imminenza dell'anno wagneriano, che a La Scala sarà quasi un biennio, non esiste alcun progetto di vere e proprie monografie sui drammi musicali di Richard Wagner. La serie "La spada della dualità", che si apre con il dramma Lohengrin, propone i 14 libretti dei drammi wagneriani nella nuova traduzione di Quirino Principe, insieme con una monografia, scritta da Quirino Principe stesso, che coniuga una forte capacità comunicativa all'esattezza scientifica, filologica e storica di uno dei più autorevoli studiosi di Wagner. Le 14 monografie sono affidate a Quirino Principe come lavori d'autore e sono arricchite dalla presenza dei relativi libretti d'opera col testo tedesco originale, controllato nella sua esattezza testuale, e con una nuova traduzione che restituisce il senso vivo del dramma. Il titolo della serie è "La spada della dualità" e "dualità" è certamente un concetto di natura filosofica, e come tale lo intende Quirino Principe, ma è anche un'immagine simbolica presente nei tratti linguistici, formali ed etici del lascito di Richard Wagner, e non soltanto di quello musicale, o teatral-musicale. Ma, ecco che la serie di volumi mostra come l'ossessione dell'unire e del fondere insieme si scontri continuamente con la dualità, che pone limiti invalicabili. Ciascuno dei drammi musicali di Wagner viene letto in questo orizzonte di idee, nella dimensione più ampia possibile.
Accompagnati dalla viva voce dello stesso Fabrizio, ricavata da appunti personali, brani di interviste e da centinaia di fotografie e documenti in buona parte inediti, con questo volume si entra nella storia più intima di De André. La poetica, l'etica, il genio e le contraddizioni dell'artista genovese in un'antologia completa, nuda e sincera, rigorosa nei contenuti e nella cura del progetto realizzato in stretta collaborazione con la Fondazione De André.
Questo libro, scritto da una delle figure più note della teologia contemporanea, è qualcosa di simile a una piccola “sinfonia” che può aiutare il lettore a comprendere meglio tanto la musica quanto la religione – due fenomeni tipicamente umani fin dalla notte dei tempi –, per scorgervi le tracce del Trascendente.
Descrizione
«Il confine tra musica e religione è labile e sottilissimo. Ci sono momenti in cui è dato alla persona di aprirsi, al punto tale da avvertire nel suono infinitamente bello il suono dell’infinito» (Hans Küng).
Appassionato uditore di musica, il teologo Hans Küng indaga esemplarmente, in questo libro, il rapporto tra la musica di Mozart, di Wagner, di Bruckner e la religione. L’aspetto religioso, infatti, gioca un ruolo importante sia nelle opere di Mozart, sia nei drammi musicali di Wagner e nelle sinfonie di Bruckner. Il libro di Küng non è un trattato di teoria musicale, ma si rivolge a tutti coloro che desiderano sapere qualcosa di più sul rapporto profondo tra religione e musica, scoprendo in quest’ultima tracce della trascendenza.
Apparso sin dagli esordi come un innovatore assoluto al pubblico abituato alla tradizione operistica italiana del direttore nascosto nel buio della fossa orchestrale, misuratosi tanto col melodramma che col repertorio sinfonico, Muti accompagna il lettore in un itinerario entusiasmante fra conservatori, sale di prove e teatri, sul palco e fra le quinte, offrendo episodi noti e inediti con protagonisti straordinari della musica degli ultimi cinquant'anni: da von Karajan a Sviatoslav Richter, da Carlos Kleiber a Placido Domingo. Al tempo stesso il maestro si sofferma sulla musica amata e vissuta, rivela le sue predilezioni e i dilemmi che ha dovuto affrontare, si interroga sul ruolo del direttore: semplice guida per i professori d'orchestra o vero regista del melodramma? Così questo libro non solo regala ai tanti fan la storia di uno dei più amati direttori d'orchestra del mondo, ma svela il segreto di uno stile interpretativo di inaudita espressività. Uno stile che ha mutato nel grande pubblico la percezione della musica. Arricchisce il volume un inserto di fotografie inedite tirate fuori dai cassetti di casa Muti.
Alla vigilia del bicentenario della nascita, il maestro Riccardo Muti dedica a Verdi questo libro che è insieme un omaggio appassionato al compositore e un viaggio nelle sue opere. Ed è anche un tentativo - da parte del suo massimo interprete assieme a Toscanini - di fargli riconoscere nella storia della musica l'importanza che merita. Se infatti Mozart o Wagner sono indiscutibilmente considerati giganti nei loro Paesi d'origine e nel mondo intero, da noi Verdi è spesso stato presentato come il compositore dei motivetti facili e orecchiabili ed è stato in molti casi eseguito senza rispetto filologico, come se le sue partiture potessero essere modificate e adattate a piacimento. Ma Verdi - argomenta Muti - è un genio assoluto, è il patriarca della musica italiana e, se pure mette in scena le grandi passioni umane, lo fa sempre nella cornice di una straordinaria raffinatezza e nobiltà delle espressioni. Nelle pagine di "Verdi, l'italiano", i lettori vengono quindi accompagnati a scoprire il vero fascino di questo musicista, scandagliando il perfetto accordo tra parole e note che fa di ogni sua opera un capolavoro di teatro. Ma la grandezza di Verdi sta anche nella tragedia dell'uomo moderno davanti a Dio come resa nel Requiem, nell'interpretazione dello spirito italiano che lo fece addirittura assurgere a bandiera del Risorgimento e in opere assolute quali Otello e Falstaff, frutti di una finissima consapevolezza dell'incedere verso il tramonto della vita.
In un'immersione nell'universo del compositore simbolo del nostro Paese, Eduardo Rescigno ricostruisce in questo dizionario gli eventi cruciali della vita e della produzione verdiana: esplora le parole chiave, le trame e i personaggi di capolavori come Aida o Rigoletto, racconta gli incontri con Cavour e gli altri eroi del Risorgimento, rivela insoliti aneddoti della vita privata e retroscena delle prime rappresentazioni nei grandi teatri europei. E attingendo a scritti autografi, articoli e documenti del tempo, dipinge un ritratto del compositore che, a due secoli dalla sua nascita, continua a incantare il mondo.
La Musica e oltre
Colloqui con Ennio Morricone
DESCRIZIONE: Qual è il mistero della composizione musicale? Da dove nasce l’ispirazione creativa? Il Maestro Ennio Morricone in questa conversazione con Donatella Caramia accetta di perlustrare l’origine della musica, intesa come l’arte che più di ogni altra rende il nostro cervello attivo e “plastico”, definendola «la più sublime delle percezioni».
Il libro è l’esplorazione del genio musicale dal punto di vista neuroscientifico e psicoanalitico oltre che artistico: un affascinante viaggio nell’essenza dell’arte di un grande compositore dove il dialogo diventa esperienza, nuova e continua scoperta del sé, un viaggio oltre la Musica.
COMMENTO: Dai colloqui col celebre compostore Ennio Morricone emerge l'importanza della musica nel processo cognitivo ed emotivo. Il suono come strumento per apprendere e ampliare le nostre facoltà.
Dall'epoca dei grandi specialisti beethoveniani come Wilhelm Backhaus a quella più recente di musicisti poliedrici come Alfred Brendel e Maurizio Pollini, le 32 sonate per pianoforte di Ludwig van Beethoven rappresentano una sfida titanica e un'attrazione irresistibile per tutti i grandi pianisti: il "Nuovo Testamento" del pianoforte, come le definì Hans von Bulow. Se il confronto con i grandi del passato è inevitabile, una nuova interpretazione può fondarsi solo su un lavoro autonomo e certosino sui testi. Stimolato dalle domande di Martin Meyer, Andràs Schiff svela tutti i segreti del suo approccio alle sonate, guidando il lettore lungo l'evoluzione straordinaria del linguaggio musicale beethoveniano, dalle giovanili sonate op. 2, già svincolate dal modello di Haydn, alle ultime, visionarie realizzazioni della maturità. Da questa analisi storico-critica discendono immediatamente, in maniera nello stesso tempo personale e non arbitraria, scelte di regia, tempo, suono, dinamica, timbro. Questa guida, un viaggio inedito dietro le quinte del lavoro interpretativo, offre tutti gli strumenti per un ascolto consapevole dell'esecuzione dal vivo delle sonate da parte di Andràs Schiff e di ogni loro interpretazione passata o futura.
Daniel Barenboim torna a riflettere sulla musica. Sulla musica che si fa, che si legge, sulla musica che si interpreta, sulla musica che si ascolta. Sulla musica che interconnette, che stringe relazioni e le riempie di senso. Daniel Barenboim ha a cuore una visione della musica in cui etica ed estetica dialoghino continuamente e a livelli diversi. Se l'essenza della musica è il contrappunto, ecco che l'idea di un tutto non scomponibile nei suoi elementi domina, come un'ossessione, l'opera e il lavoro del grande Maestro. Eseguire bene un pezzo implica una scelta, è di per sé una sequenza di scelte. Non è diverso - dice Barenboim - da ciò che deve fare un politico. La scelta giusta. E il giusto qui produce bellezza. Ma produce bellezza se si impone quel formidabile equilibrio che da una parte guarda alla partitura e al compositore, dall'altra al nesso profondo fra gli esecutori, e dall'altra ancora al pubblico, ai luoghi dell'ascolto, a chi governa le sale, a chi governa tout court. Diviso in tre sezioni (Occasioni, Conversazioni e un Epilogo), questo libro entra con severità e leggerezza di spirito nei temi che sono centrali per la cultura musicale contemporanea, non senza toccare la complessità di compositori che hanno segnato la carriera del Maestro, Mozart e Wagner; in chiusura, una riflessione su Giuseppe Verdi.
Nell'Iran degli ayatollah che hanno vietato la musica, un bambino di sei anni sogna di passeggiare felice nell'orangerie di un castello tedesco in compagnia di Johann Sebastian Bach. A sentirglielo ricordare, chiunque direbbe che è un predestinato. E in effetti, quel bambino oggi ha trentasei anni, ha studiato al conservatorio in Italia, vive in Germania e si chiama Ramin Bahrami. È cioè uno dei più talentuosi pianisti sulla scena internazionale e tra i maggiori interpreti contemporanei di Bach: le sue incisioni discografiche, dall'"Arte della fuga" alle "Variazioni Goldberg", hanno sorprendentemente scalato le classifiche mondiali dei dischi più venduti. In questo libro Bahrami per la prima volta si racconta e i suoi ricordi fluiscono sciolti, a partire dall'infanzia, prima dorata e poi drammaticamente segnata dalle vicissitudini famigliari legate alla salita al potere di Khomeini e alla guerra Iran-Iraq. In un paese in fiamme, Ramin bambino assiste sgomento all'arresto del padre, e trema sotto le bombe e i razzi che cadono su Teheran. Ma ha un suo modo pervincere la paura che gli attanaglia l'anima: suona. E suona Bach. Scopre così che quella musica rappresenta per lui un'ancora di salvezza, uno scudo contro la follia e l'orrore che lo circondano. Poi un giorno ascolta Glenn Gould eseguire la Toccata della Sesta partita in mi minore del suo idolo. È una folgorazione, che farà nascere in lui la volontà di dedicarsi anima e corpo alla musica di Bach.
Il Povolâr Ensemble è un gruppo musicale nato nel 1977 dall'incontro di Giorgio Ferigo con Francesco Vigato, Fiammetta Bagno e Toni Zogno. Da allora, in oltre dieci anni di attività, ha portato avanti in maniera esemplare e innovativa un'indagine poetica e musicale sulle lacerazioni, i costumi, le contraddizioni e i sogni di una piccolissima comunità, la Carnia. Questa edizione antologica delle canzoni del Povolâr Ensemble raccoglie le tre storiche incisioni del gruppo - 'Il timp das radîs' (1980), 'Cjamp dai pierdûts amôrs' (1983) e 'Notgrops' (1987) - con l'aggiunta di un quarto cd che presenta per la prima volta il 'live' registrato a Tolmezzo nel 1988. Vengono riproposte inoltre tutte le canzoni e tutti i testi, anche quelli inediti o mai musicati, e ancora ci sono foto, documenti e immagini che a volte raccontano più delle parole.
Il CD contiene brani della tradizione ebraica, islamica e cristiana eseguite dall'Ensemble Tre Volte Dio (Kudsi Erguner, Giovannangelo De Gennaro e Jeanette Yehoudian). Il libro raccoglie le riflessioni di Fratel MichaelDavide ispirate dalle musiche. Se l'ascesi della trascendenza è saper rientrare in se stessi toccando le profondità della propria interiorità, essa comporta anche il saper entrare in contatto con il mondo che ci circonda non per usarne, ma per parteciparne in pienezza. Curatore del progetto è Michele Lobaccaro.