Avvocato al foro di Parigi, appartenente a una importante famiglia, Henri Burin des Roziers lascia l'attività forense per diventare domenicano. Da vent'anni egli è però soprattutto l'avvocato dei senza-terra del Brasile e nel giugno 2000 ha ottenuto per la prima volta la condanna di un fazendeiro responsabile dell'uccisione di un esponente sindacale. Il libro propone un incontro con un avventuriero della giustizia e della fede partendo dai saloni aristocratici per giungere alle favelas di San Paolo, passando attraverso i corsi di religione del Quartiere Latino nel 1968 e le officine Lipp di Besancon.
Sul testo di Luciano Gallino, ordinario di Sociologia all'Università di Torino, sono state spese parole di elogio da critici autorevoli. "Tra gli euforici del modello globale, gli avversari e gli attendisti, Gallino con una visione calma e razionale sceglie una quarta via, quella di sottrarre la globalizzazione agli automatismi della tecnologia e dei mercati finanziari." (Lucio Villari, La Repubblica). "Per Gallino il mercato non è un idolo, ma un'istituzione sociale che può e deve essere orientata al perseguimento di scopi non soltanto economici." (Antonio Calabrò, Il Sole 24 Ore).
Nelle prime due parti del libro Serge Latouche mette a confronto l'apologetica della società di mercato realizzata dalla scienza economica con l'ingiustizia del mondo che evidentemente svuota di contenuto ogni pretesa morale dell'economia. In quanto condividono il medesimo immaginario economico liberismo e marxismo sono oggetto della stessa critica radicale, che si estende alla degenerazione dello stato sociale di matrice socialdemocratica. Nella terza parte del libro Latouche abbozza i tratti di quel che potrebbe significare una società giusta nel contesto di un mondo devastato dall'economia, insieme unificato e diviso dal mercato.
Donatella Della Porta, studiosa dell'azione collettiva, illustra le principali caratteristiche del movimento no-global. Il volume analizza le sue origini, le varie strategie di contestazione, l'organizzazione a rete, le interazioni con governo e polizia, ma anche con la sinistra istituzionale. Infine, mette in luce come il movimento, lungi dal rappresentare una reazione puramente negativa ai processi di cambiamento, intreccia, nella rivendicazione di una "globalizzazione dei diritti", domande di giustizia sociale.
"Globalizzazione" è un termine che sentiamo ripetere in maniera ossessiva. Ma che cosa significa veramente? Per alcuni, è il prezzo che siamo obbligati a pagare per approdare a un mondo democratico fondato sulla comunicazione e sulla prosperità globale. Per altri, rappresenta una sorta di "apprendista stregone" che, preso dalla folle ricerca di ricchezze e denaro, finisce per mettere a repentaglio la diversità culturale e biologica del pianeta. Questa guida alla globalizzazione ci conduce attraverso sentieri poco battuti a visitare il mondo che ci attende, un mondo privo di confini, pieno di potenzialità e di promesse ma anche di rischi e di incertezze.
«In questo splendido libro Gianluigi Da Rold ci offre una galleria di ritratti di eroi silenziosi, gli uomini e le donne di AVSI, che ho avuto il privilegio di vedere all'opera in Brasile [...]. In questo libro Da Rold riesce a catturare l'essenza del messaggio dell'AVSI e la straordinaria ricchezza del patrimonio di iniziative e di opere che l'insegnamento di don Giussani ha suscitato in tanti giovani italiani». Dalla Prefazione di Vincenzo Petrone
GLI AUTORI
Gianluigi Da Rold, milanese, è stato per vent’anni al "Corriere della Sera", e ha girato tutto il mondo come inviato speciale. Ha intervistato due volte mons. Giussani, ha scritto due libri sulla storia del "Corriere": Da Ottone alla P2 e La battaglia di via Solferino, cercando di descrivere il mondo della disinformazione. Il suo ultimo libro è stato pubblicato l'anno scorso: ... Annientate Tobagi, cronaca dell’uccisione di Walter Tobagi, uno dei più cari amici di Da Rold.
Chi e dove è il colono di oggi nel mondo? Queste brevi e dense pagine concernono l'attuale condizione del mondo e del Pianeta e perciò anche l'attuale condizione degli italiani e di Milano dove viene pubblicato il libro. Perché il mondo non diventi Fort Apache.
"Prima di essere consumatori siamo persone. Prima di essere italiani o africani siamo persone. Prima di professarci cristiani o buddisti siamo persone." Parole inequivocabili quelle di Vittorio Agnoletto, il medico già presidente della Lega italiana per la Lotta contro l'AIDS, nel 2001 portavoce della delegazione italiana al Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre e del Genoa Social Forum in occasione del G8, membro italiano del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale, che in questo volume spiega l'esperienza, le ragioni, le proposte dei movimenti contro la globalizzazione neoliberista.
In questo saggio il sociologo francese evoca le utopie di Moro, Campanella, Saint-Simon, Fourier e Comte ma risale fino a Colombo e Vespucci, per cogliere l'origine di un allargamento delle frontiere che, invece di tradursi in un allargamento di mentalità, si trasformò di fatto in un allargamento dello spirito di conquista. Mattelard si chiede: perché sono falliti i grandi imperi e le grandi religioni? Perché è fallito il loro tentativo di unione universale? Perché è fallita l'utopia della "pace perpetua" di Kant, o quella della Società delle Nazioni del presidente Wilson?
La liberalizzazione del commercio è dannosa; la globalizzazione aumenta la povertà dei paesi in via di sviluppo; le multinazionali spingono per l'abbandono delle misure di tutela dei lavoratori e dell'ambiente; la concorrenza dei paesi in via di sviluppo è una minaccia per i paesi industrializzati; la globalizzazione è ingovernabile e mette in pericolo la sovranità nazionale. Si possono discutere queste affermazioni perentorie senza pregiudiziali ideologiche? È quello che cerca di fare questo libro per aiutare il lettore a orientarsi in un dibattito acceso, ma spesso confuso. Particolare attenzione è dedicata agli effetti della globalizzazione sullo sviluppo nelle "periferie" del mondo.