Una delle figure più raccontate dalla storia del cinema è quella di Gesù di Nazareth. Dalla nascita della Settima Arte, infatti, fino alla nostra contemporaneità, il volto e la vita di Gesù sono stati rappresentati infinite volte sul grande schermo, sempre attraverso sguardi inediti e con estetiche differenti. Dai fratelli Lumière in poi è stato tutto un susseguirsi di autori che hanno deciso di accostarsi alla figura di Gesù e al suo mistero per cercare di renderla in immagini, ognuno secondo il proprio punto di vista e la propria sensibilità. Si è assistito alle grandi ricostruzioni da kolossal del cinema americano della classicità, strabordanti di colori, musiche, ricostruzioni scenografiche; si è poi passati ad un modello di riproposizione più scarno, depotenziato di ogni retorica ed artificiosità, attraverso le rivisitazioni dei grandi autori della modernità europea, come Pasolini o Rossellini; per arrivare alle versioni attualizzate postmoderne, come il Cristo "hippie" di Jesus Christ Superstar o il Cristo troppo umano di Scorsese, fino al Cristo completamente sfigurato dal sangue e nel sangue nell'ultima versione di Mel Gibson. In poco più di cento anni di storia del cinema, più di trenta sono state le pellicole dedicate direttamente a Gesù e alla sua figura, e dalle prime Passioni mute fino a quelle contemporanee il volto e la figura di Gesù sono stati completamente modificati e hanno assunto sempre nuove visualizzazioni estetiche. La lettura di questi film "cristologici" permette di osservare, in filigrana, come sia cambiata la sensibilità religiosa, e non solo, della nostra società. Se è vero, infatti, che il cinema è uno specchio della società, o perlomeno è un mezzo che mette in scena la società e il suo "visibile", attraverso la lettura dei film dedicati a Cristo si può analizzare come la nostra realtà si sia evoluta e quali cambiamenti di mentalità l'abbiano caratterizzata, soprattutto per quel che riguarda le tematiche attinenti al sacro e alla fede.
Descrizione dell'opera
Gesù è nato, vissuto, morto e risorto in Asia, ma viene normalmente percepito come espressione della cultura occidentale. La rapida diffusione del cristianesimo in area greco-romana e il successivo forte ridimensionamento delle Chiese d’Oriente – si pensi ad esempio all’esperienza della Chiesa siriaca – hanno fatto sì che la Buona Novella varcasse nuovamente la soglia del continente asiatico ad opera di missionari occidentali, spesso in tempo di colonizzazione.
Se l’universalità di Gesù non è più messa in discussione a livello teorico, il cammino di inculturazione del suo messaggio non si è certamente concluso. Il volume guarda alla figura del Maestro attraverso gli occhi di un orientale, utilizzando soprattutto la categoria delle immagini, già suggerita dai vescovi asiatici in occasione dell’Assemblea speciale del sinodo per l’Asia (1998).
In un’epoca in cui sempre più persone sono affascinate dalle ricchezze del pensiero dell’Oriente, il volume aiuta a riscoprire il volto orientale di Gesù, che di quella terra è figlio.
Sommario
Da Chennai. Introduzione. 1. Immagini di Gesù nella storia cristiana. 2. Immagine di Gesù proposte da credenti asiatici non cristiani. 3. Gesù, il saggio. 4. Gesù, la via. 5. Gesù, il guru. 6. Gesù, il satyagrahi. 7. Gesù, l’avatar. 8. Gesù, il servo. 9. Gesù, il compassionevole. 10. Gesù, il danzatore. 11. Gesù, il pellegrino. Bibliografia. Ringraziamenti.
Note sull'autore
Michael Amaladoss è sacerdote della Compagnia di Gesù, nato in India, a Tamil Nadu. Ha scritto 22 libri e circa 350 articoli; tra i volumi ricordiamo Making Harmony: Living in a Pluralist World; The Dancing Cosmos: A Way to Harmony; Peace on Earth e We Believe. È stato consigliere generale della Compagnia e al presente è direttore dell’«Istituto di Dialogo con le Culture e le Religioni» a Chennai (India).
Questo libro offre un'esposizione storico-critica d'insieme dell'attività e della Passione di Gesù in Gerusalemme, che tiene conto dell'archeologia e della topografia dei luoghi. Pur avendo un taglio storico, il libro non manca della dimensione teologica: di nessun altro testo biblico si è tanto spesso abusato come dei racconti della Passione, e risulta perciò importante essere forniti di conoscenze basilari anche da questo punto di vista. Un'indagine scientificamente esatta e attendibile, che ha il pregio della piena comprensibilità anche per i non "specialisti".
Chi era Gesù, che cosa diceva e che cosa faceva
Dibattito tra un teologo liberale e uno più tradizionalista
I punti di disaccordo come riferimento per il dibattito sul Gesù storico
In questo libro, Markus Borg e N.T. Wright ci presentano un dialogo-dibattito a capitoli alternati in cui i due eminenti teologi - uno liberale e uno più tradizionalista - riflettono e si confrontano con franchezza e vivacitù a partire dalle rispettive, e spesso divergenti, visioni di Gesù.
Sostenuti dalla lunga amicizia, dalla fede condivisa e dallo studio rigoroso delle sue origini storiche, i due teologi esplicitano le proprie posizioni e si lasciano interrogare a fondo dalle tesi dell'altro, giungendo al cuore di molte questioni chiave del cristianesimo odierno.
Un dialogo in cui - alla ricerca di un terreno comune - entrambi stimolano nuove domande e fruttuose opportunità per l'attuale dibattito sul Gesù storico.
Per cercare di comprendere rettamente le parabole evangeliche è necessario rispondere a tre domande: di che cosa parlano? A chi sono dirette? Come ottengono il loro scopo? Le parabole di Gesù s'interessano dell'agire più che delle idee: si propongono di inculcare negli ascoltatori una condotta da seguire o da non seguire, oppure vogliono render conto di un comportamento di Gesù o di Dio. Le parabole si rivolgono ad ascoltatori con i quali il parabolista, pur trovandosi in disaccordo, vuole evitare una discussione diretta: esse si presentano così come mezzo di dialogo. La forza di persuasione delle parabole è dovuta anzitutto all'esperienza vissuta sulla quale si fondano: esperienza degli ascoltatori, ma anche esperienza personale di Gesù. Per quest'ultima caratteristica, restano una via d'accesso privilegiata alla coscienza che Gesù aveva di se stesso e della sua missione.
L'autore analizza la Passione di Gesu, vagliando tutte le fonti disponibili.
È la richiesta, insistente e accorata, che viene rivolta ad alcuni personaggi del Vangelo: Pietro e sua suocera, l'apostolo Andrea, il padre della bambina re suscitata, l'Emorroissa, il ragazzo che assiste al miracolo d,ei cinque pani e due pesci. .. E da questa richiesta che l'Autore fa scaturire la narrazione. Attraverso la "viva" voce dei personaggi, con i loro sentimenti e i loro pensieri, scorre come un romanzo il racconto di alcuni episodi del Vangelo: il miracolo dei cinque pani e due pesci; il Discorso della Montagna; la chiamata degli apostoli; le nozze di Cana; la guarigione di un cieco. Un testo delicato e poetico.
Il testo si sviluppa attraverso tre riflessioni sulla passione e morte di Gesù, condotte con uno stile chiaro ed efficace, denso ed affascinante. L’originalità del testo consiste anche nella scelta del percorso che guida le meditazioni e nella capacità di sviscerare il significato dei simboli.
Le tre riflessioni riguardano il racconto dell’istituzione dell’eucaristia, la lavanda dei piedi, e la morte di Gesù.
I Vangeli, con il supporto della Santa Sindone, ci guidano in una ricostruzione logica degli eventi che condussero alla crocifissione, chiarendo le modalità della sua esecuzione e della successiva sepoltura di Nostro Signore Gesù Cristo.
Il problema della vita intima, dell'amore o degli amori di Gesù verso una donna o altre donne esiste ma è destinato a restare senza risposta, perché poco si può desumere dalle fonti. La tesi di queste pagine, tanto profonde quanto coraggiose, è che lo specifico, la novità assoluta del profeta di Nazaret non è stata quella di aver avuto una moglie, come quasi tutti i profeti d'Israele, ma nell'annuncio di liberazione delle persone, nell'aver aperto le braccia e più ancora il cuore a chiunque fosse in difficoltà e nel bisogno. E se in seguito ad una nuova libera, spassionata ricerca si arrivasse a dimostrare come piuttosto verosimile anche per Gesù un'eventuale scelta matrimoniale, non sarebbe la fine del mondo, né tanto meno del cristianesimo.
Un telo conservato da mille anni nella cattedrale di Oviedo - un pezzo di stoffa di 84x53 cm su cui si possono osservare macchie di sangue e pieghe e su cui sono state rinvenute tracce di sostanze non percepibili a occhio nudo - sarebbe il sudario che ha ricoperto il volto di Gesù Cristo dopo la deposizione. Ma che cosa c'è di vero, oltre la fede e la leggenda popolare? E, soprattutto, quali legami esistono tra il sudario di Oviedo e la Sindone di Torino?
Il libro invita a riscoprire il Cristianesimo non come un mero ritualismo formale, ma come un messaggio che invita ad iniziare una via da percorrere personalmente.