Nuova traduzione di un "classico" della spiritualità sacerdotale. I messaggi contenuti nel libro sono di una straordinaria im-portanza e attualità. A un secolo dalla sua prima edizione, questi messaggi non sono superati, ma hanno acquistato in verità e lungimiranza. Il testo è composto di quattro parti, che formano come un cammino verso le origini profonde del mistero di Dio. Solo arrivando alla Divina Sorgente possiamo cogliere il perché, il che cosa e il come del sacerdozio ministeriale.
«Dovete comprendere che Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana: in un laboratorio, nella sala operatoria di un ospedale, in caserma, dalla cattedra di un’università, in fabbrica, in officina, sui campi, nel focolare domestico e in tutto lo sconfinato panorama del lavoro, Dio ci aspetta ogni giorno. Sappiatelo bene: c’è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire». Parole che risuonano con intramontabile attualità in quest’omelia pronunciata da san Josemaría Escrivá, fondatore dell’Opus Dei, l’8 ottobre 1967 nel campus dell’Università di Navarra (Spagna) davanti a più di quarantamila persone provenienti da molti Paesi europei; quasi una «summa» del suo insegnamento sulla santificazione della vita ordinaria, vero luogo dell’incontro quotidiano con Cristo.
Questa nuova edizione di Amare il mondo appassionatamente, presentata da mons. Javier Echevarría, prelato dell’Opus Dei, è arricchita da un commento di Pedro Rodríguez, il teologo spagnolo che ha curato l’edizione critica del Catechismo romano e di Cammino.
Il volume raccoglie i contributi presentati al convegno La Sicilia, la DC, la storia della Repubblica che hanno ricostruito, in occasione del cinquantesimo della sua scomparsa, la figura e l'opera di Bernardo Mattarella (1905-1971), padre di Piersanti, presidente della Regione siciliana brutalmente assassinato il giorno dell'Epifania del 1980, e di Sergio, attuale presidente della Repubblica italiana. Nella Prefazione, si sottolinea come ripercorrerne la vicenda politica offra l'occasione per riflettere su buona parte dell'esperienza politica unitaria dei cattolici italiani, sull'innovativa concezione sturziana della democrazia solidale e delle sue forme istituzionali, tradotta nella dottrina del popolarismo, poi nella sua interpretazione degasperiana e infine nella stagione morotea, con una tensione verso il cambiamento, costante del cattolicesimo democratico. Le espressioni dell'impegno civile e politico di Mattarella, da giovanissimo nel Partito popolare e in Azione cattolica, e nel dopoguerra nella Democrazia cristiana e al governo dell'Italia repubblicana, ci restituiscono una figura per molti versi unica nel panorama del cattolicesimo democratico italiano del Novecento.
I giovani d'oggi crescono con la consapevolezza di un mondo in continua distruzione: estinzione o rischio d'estinzione per la maggior parte delle specie, catastrofi naturali, riscaldamento climatico, inquinamento, pandemie, etc. La tristezza, la paura e l'angoscia sono entrate nei nostri corpi, perfino nei bambini. Come agire e pensare in mezzo a questo caos? Come vivere questa epoca tragica ed "eroica" al tempo stesso? Provano a rispondere Miguel Benasayag, filosofo e psicoanalista argentino, «un "veterano" che ha vissuto e sperimentato tanto», e Teodoro Cohen, giovane laureato della Sorbona, membro del Collectif Malgré Tout: «Questa lettera indirizzata ai giovani vuole essere un gesto di amicizia, una mano tesa verso chi vivrà, più di tutti, le conseguenze di un mondo oscuro». Rifiutando le tendenze apocalittiche e quelle depressive che dichiarano lapidariamente che "è tutto finito", gli autori cercano di capire «con umiltà e sforzo, per dove continua la vita». Sviluppare alternative, creare nuovi modi di vivere e di relazionarsi agli altri e al contesto: un libro per tendere la mano a chi, "sentendo" in modo profondo il mondo e l'epoca, "preferisce di no".
Un volume che si configura come insieme di contributi di carattere interdisciplinare che declinano, sul versante socioeducativo, il portato significativo della pedagogia freiriana e degli studi critici che ne hanno consentito lo sviluppo, nell'ultimo trentennio, sul piano delle pratiche pedagogiche, educative e sociali. È noto come Freire, nell'articolazione progressiva del suo metodo di alfabetizzazione, si sia ampiamente servito della parola, delle parole generatrici e della creazione di quadri-situazione in grado di stimolare processi di coscientizzazione delle persone nei loro contesti di vita e delle comunità di persone. Così articolata, l'interpellante azione pedagogica di Freire è aperta a una concezione dialogica dell'educazione, necessariamente estesa all'atto dell'apprendere e a quello dell'insegnare. Ai suoi occhi, infatti, non esiste nessuna parola autentica che non sia anche prassi. Per l'autore brasiliano l'atto di pronunciare la parola autentica arriva a coincidere con la trasformazione del mondo, di quello simbolico e finanche di quello reale.
Abstracts Editoriale Emanuele Serrelli A research skill development framework for education professionals? Alessandra Mussi - Maria Benedetta - Gambacorti-Passerini - Massimiliano Tarozzi, Ripensare la prossimità. Competenze di accesso al campo nella ricerca empirica in educazione dopo la pandemia Alessia Tabacchi, Percorsi di accompagnamento pedagogico per la formazione alle competenze di ricerca nel lavoro educativo: intreccio fra gesti e saperi professionali Simone Colli Vignarelli, Lo sguardo intersezionale come competenza euristica in pedagogia Paola Rigoni, Laura Landi, Ricerca qualitativa e quantitativa in dialogo: spunti di riflessione Chiara Bellotti, Expansive learning, dispositivo formativo dell'educatore in ricerca Luca Girotti, Etica della ricerca: da questione da affrontare a competenza da formare Valentina Meneghel, La ricerca come habitus delle professionalità educative e formative. Questioni aperte
«Questo Santorale contiene, oltre alla densa introduzione, saggi davvero di valore, che permettono di entrare nella spiritualità di Angelo Giuseppe Roncalli - San Giovanni XXIII e di conoscerla meglio. Questa raccolta di studi aggiunge un tassello prezioso e senz'altro originale ai numerosi studi dedicati negli ultimi decenni al papa bergamasco. A ben vedere, la sua figura è stata spesso accostata sotto il profilo storico, biografico, psicologico, ecclesiologico e spirituale. Mancava però una riflessione che ponesse in rilievo l'influsso che i santi hanno avuto nella sua formazione e maturazione umana, cristiana e sacerdotale. Da questo studio emerge che nella sua opera di "aggiornamento" della Chiesa, papa Roncalli si è costantemente ispirato ai santi Benedetto da Norcia, Gregorio Magno, Francesco d'Assisi, Ignazio di Loyola, Carlo Borromeo, Francesco di Sales, Gregorio Barbarigo... Sono loro i veri riformatori della Chiesa perché hanno vissuto la fede con originalità, incarnandola in forme diverse che resero possibili anche le riforme allora necessarie per la santità della Chiesa stessa. Questo libro è anche un invito a considerare il valore dell'agiografia: lo studio dei santi offre chiavi insostituibili per comprendere il mistero di Dio e la vita cristiana. Scrivere e parlare di santi non ci porta fuori dal mondo, né ci avvilisce il confronto tra loro e le nostre fragilità. Al contrario, essi ci incoraggiano e arricchiscono la nostra umanità». (dalla Prefazione del cardinale Marcello Semeraro)
Sant'Agostino, eccezionale testimone e maestro di bellezza, ce ne tratteggia il triplice volto: quello della bellezza fisica, definita "estetica" appunto perché "percepita" dai sensi, a partire dagli occhi e dall'udito; quello della bellezza interiore, costituita dalle virtù, in particolare dalla giustizia, dalla sapienza, dall'amore, dalla verità, intercettata dalla mente; quello della bellezza escatologica, cioè della bellezza che caratterizza l'essere umano nel mondo dei risorti anche nel suo corpo, svelata dalla Parola di Dio. Ma ad Agostino sta a cuore segnalare il Mistero della Bellezza, personificazione e fonte della bellezza, in Dio Trinità, di cui le bellezze create sono una sorta di sacramento.
Il gabbiano Jonathan Livingston non è come tutti gli altri. Là dove i suoi simili, schiavi di becco e pancia, si limitano a composti viaggetti per procurarsi il cibo inseguendo le barche da pesca, lui intuisce nel volo una bellezza e un valore assoluti. Tanto basta per meritargli il marchio dell'infamia e l'allontanamento dallo stormo Buonappetito. Solo, audace, sempre più libero, Jonathan il Reietto scopre l'ebbrezza del volo acrobatico e varca i confini di altri mondi, altre dimensioni abitate da gabbiani solitari simili a lui nella spasmodica fame e sete di perfezione. Ne diventa la guida, il maestro, il capo indiscusso, e tra i compagni incontrerà chi senza saperlo è pronto a raccogliere la sua eredità. Il romanzo-culto degli anni Settanta torna in una nuova versione che comprende una parte inedita, la quarta: quando la devozione per Jonathan, venerato come un dio, rischia di soffocare il suo messaggio, toccherà a un altro gabbiano ribelle come lui ritrovare con un gesto estremo la pura gioia del volo. Con fotogrfie di Russel Munson.
Una fattoria nella campagna irlandese, una bambina silenziosa, un padre e una madre non suoi. Claire Keegan tratteggia un lessico sentimentale dell'accoglienza e dell'amore genitoriale, in un racconto di sommessa e struggente bellezza. «Può bastare anche solo un'estate per imparare a essere amati. Ce lo racconta con ineffabile grazia la piccola protagonista di questo racconto perfetto» (Viola Ardone). «Per raccontare un mondo nuovo, un'esperienza mai vissuta, servono parole nuove, quelle che Claire Keegan trova dentro un vocabolario di cose, reali come l'amore» (Maria Grazia Calandrone). «L'estate non è mai un tempo qualsiasi. Ma c'è un'estate che può essere più preziosa delle altre, che può portare in sé l'abbacinante luce della crescita. La luce con cui è scritto questo romanzo» (Valeria Parrella). «Poi attraversiamo il tepore della cucina e lei mi dice di sedermi, di fare come se fossi a casa mia. Sotto il profumo di qualcosa che cuoce nel forno c'è una punta di disinfettante, candeggina forse. Toglie dal forno una crostata di rabarbaro e la mette a raffreddare sul piano della cucina: sciroppo bollente sul punto di traboccare, foglie sottili di pastafrolla saldate alla crosta. Dalla porta entra una corrente fresca ma qui è caldo, immobile, pulito».
Sapevate che Pandora ha scoperchiato il celebre vaso perché era una maniaca della pulizia e voleva spolverarlo? E che Achille è stato un bambino cagionevole e si è preso tutte le malattie esantematiche, pure quelle che non esistono? Per non parlare di Ulisse, che per smascherare Achille e arruolarlo si è travestito da venditore ambulante di borse taroccate. La mitologia classica come non l'avete mai letta, rivisitata dal talento irresistibilmente comico di Enrico Brignano. Da quando sua figlia ha imparato a memoria le fiabe più conosciute, Enrico Brignano ha dovuto architettare nuovi modi per intrattenerla e per farla addormentare. Ha cominciato allora ad attingere dal serbatoio infinito di storie della letteratura greca, pescando tra le reminiscenze scolastiche e lavorando di fantasia per colmare le lacune ed evitare le domande scomode della sua piccola ascoltatrice. Nasce così questa divertentissima raccolta di miti classici reinventati, in cui la sua scatenata immaginazione ci mostra dèi, eroi e personaggi tragici in una veste inedita ed esilarante. «Può sembrare niente, ma l'Olimpo era il condominio divino con guardia alla reception h24, un luogo molto esclusivo dove non è che potessero entrare pizza e fichi, ma solo gente selezionata, un po' come nel backstage dei Maneskin! E a Zeus, il capoccia di tutto il cucuzzaro di divinità, stava talmente simpatico Prometeo che a un certo punto lo convocò e gli disse: Prome', senti, qui si sta bene per carità, il vicinato è ottimo, si mangia bene, le case sono belle e non ci manca niente. Però un po' ci si annoia. Allora avrei pensato, no?, perché non ti occupi di impastare degli esseri a nostra immagine e somiglianza, così li piazziamo sulla terra e vediamo un po' che combinano? Ci mischiamo a loro, gli mandiamo qualche maledizione... insomma, passiamo il tempo».