"Si entra senza necessità. Ci si siede senza stanchezza, si beve senza sete. Pur di non restare nella propria stanza". Per il filosofo Emmanuel Lévinas, l'istituzione del caffè è un "non-luogo" per una società senza solidarietà, senza domani, senza impegni, senza interessi comuni e responsabilità reciproca. "Si sta lì, ciascuno al suo tavolino, davanti alla tazza o al bicchiere, ci si rilassa completamente al punto di non dover niente a niente e a nessuno; ed è perché si può andare al caffè a rilassarsi che si sopportano gli orrori e le ingiustizie di un mondo senz'anima", luogo giocoso della dimenticanza e dell'oblio dell'altro. La condanna senza appello del caffè, emblematica delle esigenze di un'etica innervata di saggezza ebraica e di esercizio talmudico, mostra che per Lévinas essere al mondo significa (sempre) rispondere d'altri, averne cura estrema e considerare la responsabilità illimitata come struttura essenziale, primordiale e fondamentale della soggettività.
Il male e il suo mistero indagati in prospettiva multidisciplinare.
Peter Ciaccio e Andreas Köhn ci guidano in un affascinante viaggio tra mondi e universi stellarmente lontani, tra concezioni e teologie diverse e diversamente sfaccettate, tra dimensioni irriducibilmente parallele che, pur tuttavia, convergono nella speranza in una luce che illumini le tenebre.
Questo libro affronta un tema ricco di risvolti ambigui come quello del cibo e dell'alimentazione. Oggi si combatte con una varietà di disturbi dell'alimentazione e si ha sempre più il terrore di cosa mangiamo, in ragione di allarmanti resoconti e racconti concernenti la manipolazione degli alimenti. La nostra relazione con il cibo è, a dir poco, complicata. Ma questo non era il piano di Dio. L'autrice prende per mano il lettore e lo conduce a riscoprire la possibilità di redimere il dono di Dio invitandoci alla fine a mangiare con gioia.
Il presente volume contiene l'itinerario teologico pensato da mons. Leuzzi in vista del Giubileo straordinario della Misericordia. Momento che rappresenta un "dono di grazia per un'umanità in attesa del Vangelo della Misericordia e della sua capacità di aiutarla a capire se stessa per costruire un nuovo sviluppo globale". Il percorso offerto in queste pagine fornisce ai cristiani e a tutti gli uomini di buona volontà gli strumenti per comprendere che "il Vangelo della Misericordia non è un dono per sé, ma per gli altri".
Ernst Fuchs è stato un teologo tanto originale quanto dimenticato. O, forse, dimenticato a causa della sua originalità. La trattazione si divide essenzialmente in due parti: la prima presenta l'originale profilo di Ernst Fuchs, un teologo discepolo di Rudolf Bultmann, per lo più sconosciuto al pubblico italiano e qui restituito con un'ampia documentazioni di testi originali tradotti e commentati; la seconda discute la recezione di questo autore negli Stati Uniti. Viene così presentata un'ermeneutica che si sviluppa lungo un arco temporale di cinquant'anni e due continenti, in una sintesi profonda ed intrigante.
TESTO IN INGLESE
Riflessioni sul sinodo della famiglia 2015.
Nel corso della vita tutti abbiamo vissuto quel sentimento euforico e doloroso, carico di paura e di felicità, chiamato amore. Ma dove ha origine e come agisce la sua forza misteriosa che sempre attrae e rapisce? Come possiamo viverlo nel modo più vero? E qual è il messaggio che esso porta con sé? Sono le domande fondamentali a cui Vito Mancuso risponde con la profonda intensità che da sempre caratterizza il suo pensiero, accogliendo tra le pagine la dolcezza e la potenza di una straordinaria avventura umana affrontata nelle sue forme più diverse: dall'amore sensuale dei corpi a quello del puro sentimento, dall'amore per la natura e gli animali a quello della mistica e della spiritualità. In questo libro, puro ma mai puritano, si ragiona così senza paura di controversie a proposito di rapporti prematrimoniali, adulterio, masturbazione, omosessualità, bisessualità: rimanendo sempre fedele al primato della coscienza e della libertà individuale ed esponendo tutti i limiti della morale tradizionale cattolica, l'autore propone una prospettiva etica in grado di orientare dal basso un esercizio giusto e insieme libero della sessualità. Anche se mai come nel nostro tempo infatti il divertimento e lo svago sembrano rappresentare il fine ultimo a cui tendere, in "lo amo" sono indicate le tracce per raggiungere l'amore vero e purificatore, l'unica esperienza capace di dare un senso autentico al nostro essere al mondo.
L'idea di Dio sembra essere scomparsa dall'orizzonte di noi occidentali, sempre più ossessionati da miti effimeri e ormai disposti a vendere al miglior offerente persino la nostra libertà. La sua assenza ci ha lasciati orfani di una guida in grado di orientare l'esistenza verso il bene e la giustizia, e per questo diventa necessario riflettere oggi sulla questione del divino. Ma quale Dio? Come possiamo ancora immaginarlo? E quale destino gli è riservato? Nelle pagine ambiziose di questo libro, Vito Mancuso conduce il lettore in un viaggio tra le problematiche raffigurazioni della divinità che nei secoli hanno accompagnato la nostra storia. E con coraggio ci sfida a liberarci dall'immagine tradizionale del Padre onnipotente assiso nell'alto dei cieli che ci viene ancora offerta da una Chiesa cattolica che sembra aver modificato il suo linguaggio ma non la sua rigida dottrina. Si riscopre così il valore di una divinità completamente partecipe nel processo umano, capace di comprendere i principi dell'impersonale e del femminile. Come ha scritto Agostino: "Sebbene non possa esistere alcunché senza Dio, nulla coincide con lui". Soltanto in questa consapevolezza risiede la possibilità di salvare dall'estinzione la spiritualità e la fede, e di far risorgere quella speranza e quella fiducia nella vita senza le quali non può esserci futuro per nessuna civiltà.
Le dimissioni di Benedetto XVI sono uno dei gesti più sconvolgenti della storia del cristianesimo e dell'epoca contemporanea: un atto che vuole ricondurre una religione alla sua vera essenza, allo svuotamento dell'io, al nunc dimittis. A coglierne pienamente la potenza è Marco Vannini, tra i massimi esperti europei di mistica cristiana, da mezzo secolo impegnato a scandagliarne i protagonisti, da Meister Eckhart a Sebastian Franck. Nelle dimissioni di Benedetto XVI Vannini riconosce un fatto indipendente da eventi contingenti e causato invece dalla crisi di un'intera religione, che mostra lo sgretolarsi dei fondamenti delle Scritture sotto i colpi della storia. Nel tentativo estremo di conciliare credenza religiosa e verità oggettiva, il professor Ratzinger ha steso una vita di Gesù, ma la sua fatica è destinata al fallimento: la Chiesa sta percorrendo una strada diversa da quella "religione del Logos" che Benedetto XVI aveva appassionatamente difeso nel discorso a Ratisbona del settembre 2006. La straordinaria figura di Benedetto XVI è un'occasione, una cifra della storia occidentale, che mostra all'opera "l'ultimo papa" prefigurato nello "Zarathustra" di Friedrich Nietzsche, che lo ritrae a riposo, anziano ma non sfibrato. Filosofica e appassionante nella sua radicalità, la riflessione di Vannini appare vertiginosa, incardinando il sentimento della fede in un movimento che fa trasalire per intimità e precisione.
L'indizione di un Giubileo sul tema della misericordia induce a riprendere il grande tema del soffio divino sulle acque del creato di cui nel primo versetto della Genesi. Lo spirito scende sulle acque turbolente della terra ora con forza, ora come una carezza e giunge fino agli estremi della decadenza del creato chiamati tohu e bohu, cioè tenebre e desolazione; fra le pieghe del male estremo, in cui sono le acque stagnanti del creato, si nasconde però ancora un fremito di vita sul quale soffia lo spirito divino per un tempo che noi consideriamo con l'incerto vocabolo di eterno fino a ricondurre tutto verso l'armonia della misericordia creatrice.
Il volume illustra le caratteristiche generali della teologia bizantina, ne segue lo sviluppo nei secoli XIII e XIV e approfondisce il tema della diversità della Chiesa di Costantinopoli rispetto a quella latina. Sintetizza inoltre la dottrina del Filioque e si sofferma sulla vita, le opere e il pensiero di alcuni importanti teologi, da Niceforo Blemmides a Giorgio di Cipro, nel contesto di un complesso rapporto con Roma segnato da falliti tentativi di unione e da rapporti intensi e combattuti. La riflessione prosegue prendendo in esame il rapporto tra Bisanzio e il papato nel medioevo, mentre il capitolo centrale è dedicato al rifiuto della scolastica, giudicata razionalismo applicato al mistero e autentico scoglio nella reciproca comprensione tra Oriente e Occidente. Ancora oggi, come si constata nel quadro dei rapporti ecumenici, Bisanzio e Roma si ritrovano unite nel credo, ma divise dalla teologia.