Il presente studio di carattere ecclesiologico-sistematico vuole elaborare linee che, partendo dall’idea dell’Eucaristia come «cuore» della realtà ecclesiale, conducano e approdino, grazie all’approfondimento e all’ermeneutica dei dati conciliari, a un possibile modello “eucaristico” di Chiesa. Si inquadra l’ecclesiologia eucaristica, che rappresenta uno dei possibili approcci allo studio della realtà ecclesiale – approccio non esclusivo né escludente – all’interno dell’ecclesiologia di comunione così come è andata a delinearsi a partire dal Sinodo dei Vescovi del 1985, perché è il modello spesso indicato come proprio del Vaticano II. Punto di partenza è lo studio di quel legame indissolubile ed osmotico che intercorre tra Eucaristia e Chiesa e che trova espressione nel noto adagio: «la Chiesa fa l’Eucaristia e l’Eucaristia fa la Chiesa». L’Autore guarda alla liturgia nel suo tratto costitutivamente ecclesiogenetico e, dopo aver osservato la “natura” eucaristica della Chiesa, nell’orizzonte della sacramentalità, inizia a pensare “eucaristicamente” anche le sue strutture. Il modello eucaristico di Chiesa riconosce la centralità e l’importanza del sinodo nel suo legame interiore con la sinassi eucaristica. L’Eucaristia, evento sinodale per eccellenza, si rivela essere il modello più adeguato della figura sinodale di Chiesa.
E' quasi due secoli che l'esperienza familiare è oggetto di aspre contestazioni. Esasperando una lettura individualistica e non relazionale dell'uomo, i critici della famiglia giungono frettolosamente a concludere che della famiglia sia doveroso allentare i vincoli costitutivi, per giungere a rimuoverli del tutto. Ma come pensare di poter rinunciare alla famiglia, se è proprio dal fatto che l'uomo è un animale familiare che dipende l'identità del genere umano, cioè l'identità di ciascuno di noi?
Cara Santa Lucia... Quanti anni hai? Come ti chiami di cognome? Qual è il tuo colore preferito? Come si chiama il tuo asinello? Come fai a portare i doni a tutti i bambini in una sola notte? Tra storia e leggenda, in questo albo illustrato i bambini scopriranno tutto quello che hanno sempre voluto sapere sulla loro amatissima Santa Lucia.
Immigrazione, guerre, terrorismo e crisi dell'Europa sembrano oggi problemi insormontabili. Di fronte a queste sfide, gli italiani appaiono incerti tra ripresa di un forte progetto comune e rassegnazione al declino. Dopo la Seconda guerra mondiale, sulle rovine lasciate dal fascismo, dal disastro bellico, dal crollo politico-istituzionale, la Repubblica italiana nasceva sulla spinta di un fortissimo slancio ricostruttivo, cui contribuì anche un inedito coinvolgimento della Chiesa. Nonostante lo scontro fortissimo tra comunismo e anticomunismo, la democrazia consensuale della Prima repubblica, ha poi unito gli italiani di fronte alla sfida di un cambiamento economico-sociale rapidissimo. Il tramonto della 'Repubblica dei partiti' con Craxi e Andreotti - e il bipolarismo iperconflittuale della Seconda hanno rispecchiato invece divisioni e impotenza davanti a problemi come debito pubblico e rallentamento dell'economia. Al nuovo ordine economico post-bellico imperniato sugli Stati Uniti è poi subentrata, a partire dagli anni settanta, una globalizzazione che ha cambiato le società occidentali, travolto il blocco sovietico e imposto un 'nuovo disordine mondiale'. In queste ultime trasformazioni si radicano anche la crisi della democrazia rappresentativa, la fine dei partiti di massa e il tramonto di classi dirigenti in grado di rappresentare i popoli e governare gli Stati. Alle origini del nostro presente, insomma, c'è la trama profonda della storia repubblicana.
Promettente dirigente di un'industria cosmetica, responsabile del marketing della crema Scandinavian, prodotto per pelli chiare e fragili, viene colpita dalla malattia di Addison. Il problema principale è che lei è una bianca razzista, e tale malattia causa una progressiva iperpigmentazione: Agathe diventa nera. Incapace di accettare questa situazione, si lascia scappare il fidanzato e perde il lavoro, con un autogol. Cerca di rialzare la testa ma, prima di ottenere un lavoro, gliene vengono rifiutati diversi a causa del suo colore.
Il titolo di questo libro, a molti, suonerà come una provocazione, una tesi platealmente falsa: "l'amore non è un sentimento". Perdinci, è ovvio che lo sia - penserete - anche perché, se non un sentimento, che cosa mai potrebbe essere? Se fiutate che nell'amore correttamente inteso e autenticamente vissuto c'è qualcosa di altro e di totalizzante che non può essere di natura sentimentale, allora sarete grati ad Agostino Tommaselli per aver scritto un libro che non solo va al cuore del problema, ma affronta il problema del cuore. Seguendo i suggerimenti di psicologi e psicoterapeuti esperti nelle dinamiche di coppia e basandosi sui più recenti studi di sociologia, l'autore ci accompagna alla riscoperta dell'amore vero, del matrimonio, della famiglia. Un libro-indagine che si rivolge a ognuno di noi e che rivela l'amore di coppia in tutta la sua accecante bellezza, restituendolo al suo significato più autentico, lontano da ipocrisie e falsi miti. Con prefazione di Giuliano Guzzo e postfazione di Enrica Perucchietti.
L'essere, sin dalla nascita, si trova esposto all'assoluta sorpresa di ciò che sta per accadere, di ciò che si sottrae in modo radicale a ogni anticipazione e previsione. È questa la dimensione umana e filosofica che fa da cornice al romanzo di Michele Battista " L'agostiniana ", il racconto di un uomo che ripercorre, attraverso un procedere a volte incerto a volte spedito, il sentiero della vita nella ricerca di quell'equilibrio interiore che porta all'essenza di ogni esistenza: il Padre. I momenti del quotidiano passato, cui la vita semplice e spensierata del paese nativo educa e forgia nello spirito, tutto assume dimensioni sempre più complesse e articolate man mano che il lavoro, le responsabilità e la città si sostituiscono a quei remoti ricordi.
"Io voglio essere l'uomo della fede, ma non di una fede comune, bensì di una fede viva, intrepida che non ammette discussioni. Credere sempre, fermamente, come hanno creduto i santi."
Padre Picci
Dal 1968 è il più qualificato e apprezzato strumento di lavoro per la comunicazione di fede nelle assemblee liturgiche. Il suo intento non è quello di sostituirsi ai responsabili delle comunità cristiane, ma di offrire loro un qualificato contributo per animare in modo sempre più adeguato e incisivo le assemblee celebranti, domenicali e festive.
Per ciascuna domenica e festa vengono proposti quattro contributi per preparare l'omelia:
– un'analisi delle tre letture bibliche, con elementi per indagare il senso originale dei testi;
– una riflessione su un tema particolare che sta al centro della Parola di Dio;
– uno schema completo di omelia, con indicazioni per la celebrazione e la regia liturgica;
– due schede (una per il presidente, una per i collaboratori) che suggeriscono gli interventi di parola adatti alle diverse figure ministeriali e alle diverse sequenze celebrative.
Ogni fascicolo è inoltre arricchito da:
– un Dossier monografico che passa in rassegna una nutrita sequenza dei nostri modi di dire: Portare la propria croce, Lasciarsi guidare dallo spirito, Vivere in grazia di Dio, Offrire le sofferenze a Dio, Con la preghiera di ottiene tutto;
– un Sussidio pratico per celebrazioni particolari durante l’anno liturgico e per interpretare cristianamente le vicende della vita civile ed ecclesiale (Celebrazioni della Parola, Via Crucis, Novene…)
– una Rubrica «Per comunicare meglio
Seminarista, prete, vescovo, religioso: avere in tasca lo smartphone significa avere con sé uno stile inedito nel pensare e decidere, pregare e celebrare, relazionarsi e incontrarsi, vivere e morire. Essere prete e consacrato al tempo dei social network comporta una nuova capacità di discernere che varca la soglia dell'avere (o no) il profilo social network. Non è questione di sì o di no, ma di un'inedita consapevolezza interiore che matura in un contesto radicalmente e progressivamente carsico. Il testo, suddiviso in otto capitoli, riflette sulle molteplici mutazioni radicali operate dalle dinamiche digitali e dai social network nella formazione iniziale in Seminario e sulla formazione permanente nel presbiterio. Una sezione è dedicata alla rilettura della Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis in tale prospettiva digitale. Ministero, preghiera, servizio, pastorale, parrocchia, oratorio: c'è da prendersi cura del lavoro carsico digitale in atto nella vita interiore del seminarista, del presbitero e del presbiterio (con uno specifica sezione dedicata alle conseguenze penali da conoscere). L'invito a esercitare il discernimento come discernente digitale è una strada praticabile e matura nel tempo attuale della Chiesa.