Il racconto evangelico in cui una donna lava i piedi di Gesù con le lacrime e li asciuga con i suoi cappelli ha fatto tanta carriera nell'ambiente della predicazione antica in lingua siriaca. Tanti padri hanno predicato sul brano lucano (Luca 7), spesso mescolando gli elementi presi dagli altri evangelisti. In questo volumetto presentiamo un'omelia in versi di Giacomo di Sarug, Padre della Chiesa di Siria, su questo tema. Le lacrime, il perdono, le tentazioni - nella loro esposizione troviamo un po' di tutto. Anche i profumi, perché dove c'è amore, i profumi si rinnovano.
Questo saggio ha lo scopo di capire come Ambrogio interpretava la Bibbia e come la proponeva ai suoi fedeli.
Il De Trinitate di Sant'Agostino, duramente criticato da molti teologi del secolo XX, alla luce delle ricerche più recenti sorprende per l'originalità del metodo e dei contenuti. L'autore non si limita a difendere la fede trinitaria della Chiesa confutando l'eresia ariana sul piano biblico e razionale. Si confronta con la Tradizione in pace catholica pacifico studio sul tema delle teofanie veterotestamentarie, critica le speculazioni di Mario Vittorino troppo dipendenti dagli schemi neoplatonici, approfondisce il mistero di Dio in dialogo con i lettori, cristiani e pagani, a partire dalle relazioni e dall'amore tra le persone divine, mettendo in risalto il valore gnoseologico e soteriologico delle missioni del Figlio e dello Spirito Santo e la differenza tra la generazione e la processione in Dio. Un'opera che ha aperto nuovi orizzonti alla teologia trinitaria contemporanea, riproposta in una nuova traduzione curata da uno dei massimi specialisti di Agostino.
«Il male dal quale vogliamo liberarci non proviene dal cosmo che, come creato da Dio, è buono, ma dal cuore dell'uomo inquinato dal peccato. Peccando l'uomo si è allontanato dalla sorgente dell'amore, Dio, e si perde in forme spurie dell'amore che non lo aprono all'altro ma che lo chiudono in sé. Questa separazione da Dio porta alla separazione degli uomini fra di loro e con il mondo, introducendo il principio della disgregazione o della morte. Al contrario, la salvezza che la fede ci annuncia prende in considerazione tutta la persona, il nostro essere integrale, perché tutta la persona, corpo e anima, è stata creata a immagine e somiglianza di Dio ed è chiamata a vivere in comunione con Lui.» (Card. Luis F. Ladaria, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede)
Un grande estimatore di questo breve trattato sulla preghiera è stato Erasmo da Rotterdam, che per la prima volta ne ha curato la traduzione latina nel 1525. Oggi, a distanza di circa cinque secoli dal lavoro dell'umanista olandese, questo libro offre la prima versione in una lingua moderna. La forza della preghiera è il titolo editoriale di un'opera che veniva attribuita a Giovanni Crisostomo secondo un modo consueto nel passato di far confluire nel corpus di un autore "maggiore" anche le produzioni di scrittori "minori" ma considerati validi e rilevanti dal punto di vista della dottrina e dei contenuti spirituali.
Ignazio di Antiochia crebbe in ambiente pagano; fu convertito in età adulta da san Giovanni evangelista. Secondo la tradizione, nel 69 fu nominato secondo successore di Pietro, dopo sant’Evodio, alla sede episcopale di Antiochia. Condannato ad bestias durante il regno dell’imperatore Traiano (98-117), fu imprigionato e condotto da Antiochia a Roma sotto la scorta di una pattuglia di soldati per esservi divorato dalle fiere. Nel corso del viaggio da Antiochia a Roma scrisse sette lettere alle chiese che incontrava sul suo cammino o vicino ad esso che sono il contenuto di questo volume.
Queste letterei sono rimaste e sono una testimonianza unica della vita della chiesa dell’inizio del II secolo. Le prime quattro lettere furono scritte da Smirne a tre comunità dell’Asia Minore, Efeso, Magnesia e Tralli, ringraziandole per le numerose dimostrazioni d’affetto testimoniate nei suoi travagli; con la quarta lettera supplicava i Romani di non impedire il suo martirio, inteso come desiderio di ripercorrere la vita e la passione di Gesù: «Com’è glorioso essere un sole al tramonto, lontano dal mondo, verso Dio. Possa io elevarmi alla tua presenza»..
Le sue lettere esprimono calde parole d’amore a Cristo e alla Chiesa. Appare per la prima volta l’espressione “Chiesa cattolica”, che è ritenuta un neologismo creato da lui. Le Lettere di Ignazio sono una finestra aperta per conoscere le condizioni e la vita della chiesa del suo tempo. In particolare appare per la prima volta nelle sue lettere la concezione tripartita del ministero cristiano: vescovo, presbiteri, diaconi. Ignazio auspicava una nuova organizzazione della chiesa cristiana in cui un solo vescovo presiedesse “al posto di Dio”. Questo vescovo avrebbe esercitato l’autorità su molti sacerdoti.. Tali idee influenzarono e stimolarono l’elaborazione teologica successiva.
Altro tema significativo è la confessione della vera umanità di Cristo contro i docetisti, i quali sostenevano che l’incarnazione del Figlio di Dio fosse stata solo apparente.
Raggiunta Roma dopo il faticoso viaggio, Ignazio subì il martirio nell’Urbe nel decimo anno del regno di Traiano (107) , secondo la notizia riferita da Eusebio. Fu esposto alle fiere durante i festeggiamenti in onore dell’imperatore Traiano, vincitore in Dacia.
Nella seconda metà del xii secolo Nerses – giovane vescovo armeno, nativo di Tarso in Cilicia – addolorato dalla divisione regnante tra i cristiani, interviene con evangelica franchezza al sinodo della sua chiesa per caldeggiare l’unione con la chiesa greca. Profondamente radicate nella preghiera di Cristo per l’unità della chiesa, le parole appassionate di Nerses – messe finalmente a disposizione del pubblico italiano – travalicano i secoli e risuonano attualissime ancora oggi per tutti i cristiani. Il suo pressante appello a spezzare la logica dell’inimicizia e a rinunciare alle ricchezze non essenziali pur di far prevalere la carità vuole essere balsamo di riconciliazione versato sulle lacerazioni inferte all’unico corpo di Cristo.
Si presenta qui la traduzione delle "Opere complete" di Pascal, effettuata sulla base di manoscritti e in riferimento alle più autorevoli edizioni già apparse tra il XX e il XXI secolo. Il complesso di questi scritti - troppo spesso frammentato in edizioni particolari che rischiano di spezzare l'unità del pensiero pascaliano - restituisce un Pascal a tutto tondo e offre l'opportunità di abbracciare il vasto arco di interessi che animano questo grande pensatore moderno. D'altronde, Pascal ha lasciato un'orma profonda e indelebile in molti campi: dalla letteratura alla scienza, dalla teologia alla filosofia, dalla morale alla politica, dalla pedagogia all'ingegneria. Inoltre, nell'unità e nella continuità delle opere pascaliane si può cogliere la mirabile varietà di registri che Pascal magistralmente usa in riferimento a un determinato interesse. Perciò si va dalla pacata e nitida prosa scientifica alla pungente polemica del panflettista, dall'originalissimo scavo psicologico allo slancio apologetico, dal rigorismo morale alla rivendicazione dell'autonomia della scienza. Testi francesi e latini a fronte.
L'VIII e IX Omelia sulla Genesi di Giovanni Crisostomo concentra l'attenzione sulla Parola divina che plasma l'uomo e la donna a immagine e somiglianza di Dio e li pone come custodi e signori del giardino della creazione (cfr Gen 1,26).
Da qui deriva la grande dignità di ogni essere umano, a cui fondamento sta tutto il cammino spirituale. A partire da questa stessa dignità san Giovanni Crisostomo trae anche degli insegnamenti e dei consigli per la morale di tutti i giorni e per le relazioni interpersonali.
Gli Estratti da Teodoto, qui editi per la prima volta in italiano, sono tredici Frammenti, redatti da Clemente di Alessandria in polemica con gli scritti dello gnostico Valentino di Roma e di Teodoto. Si tratta di documenti fondamentali per la conoscenza dello gnosticismo, il grande "avversario" delle Chiese antiche, il cui studio è sempre più al centro delle ricerche sulle origini cristiane. Il curatore, Giuliano Chiapparini, tra i massimi esperti di queste tradizioni religiose, attraverso un'ampia introduzione e un commento dettagliato a questi straordinari Frammenti, guida il lettore alla piena comprensione del loro retroterra, del loro significato e della loro fondamentale importanza.
Evagrio non è solo un autore difficile, ma è anche, soprattutto quando si tratta della sua teologia nell’accezione in cui egli stesso intende questo termine, cioè nel senso di una teologia mistica, un autore di una profondità immensa. Per quanto riguarda il commento spirituale del trattato, ossia un commento che cerca di interpretare Evagrío tramite Evagrío, navighiamo sempre in alto mare senza intravedere ancora la terraferma. Ognuno dei 153 “capitoli” del trattato è paragonabile ad una pietra estremamente preziosa con molteplici sfaccettature. L’apparente semplicità di alcuni capitoli è ingannevole. Per il lettore più esigente ogni capitolo si rivela così come un piccolo capolavoro da meditarsi a sé, il cui significato completo, però, si dischiude solo nel suo contesto. In fondo si dovrebbe pesare ogni parola, giacche’ nessuna di esse è lasciata cadere per caso e spesso sono proprio quelle parole, sulle quali si è sorvolato con leggerezza, a contenere la chiave – o per lo meno una chiave – capace di aprire alla comprensione del testo. Se, dopo aver compiuto il lavoro, si fa un passo indietro e ci si rende conto di non aver capito nulla, malgrado l’attenzione dedicata anche al più piccolo dettaglio, si viene presi dal dubbiose si riuscirà mai ad afferrare e comprendere in profondità l’opera nel suo insieme e in ogni suo dettaglio. P. Gabriele Bunge, in questo volume schiude i segreti del testo e ci conduce per mano svelandoci un poco il mistero del cuore di Evagrio.
Le Edizioni OCD offrono al lettore una nuova traduzione delle Opere complete di san Giovanni della Croce, basata sulla settima edizione spagnola pubblicata dalla Editorial de Espiritualidad (2019). La traduzione fedele dell'edizione di EDE garantisce la sicurezza di avere tra le mani un testo certo e ben appurato dell'opera sanjuanista, frutto dello studio dei codici delle opere attualmente conservati, e di usufruire di un insuperabile apparato critico e di un insieme di introduzioni e note che aiuteranno nella comprensione del contenuto degli scritti di san Giovanni della Croce. "Attaccamento a Dio e attaccamento alla creatura sono opposti, e quindi non possono sussistere in una sola volontà". "Oh, quanto è felice quest'anima che sente sempre che Dio sta riposando e dormando nel suo seno! Oh, quando le conviene allontanarsi dalle cose, fuggire le occupazioni e vivere con immensa tranquillità, in modo che nemmeno il più piccolo granello o rumore inquieti o muovo il seno dell'Amato!".