Le statistiche ci dicono che in Italia si legge poco, drammaticamente meno che negli altri paesi. Il 'lettore forte', come l'Istat definisce chi legge almeno un libro al mese, è una persona che non fa parte della maggioranza degli italiani, è fuori dalla 'norma'. E il futuro che si annuncia non sembra migliore. Le differenze per genere, fascia d'età, area geografica, livello culturale e sociale non solo si confermano ma si radicalizzano.
Giovanni Solimine analizza i numeri di questa incrollabile allergia alla lettura, riflette sul profilo di chi legge, sui suoi gusti e sui suoi stili di vita, confronta i dati del panorama del libro e dell'editoria con gli altri consumi culturali e delinea qualche possibile strategia per voltare finalmente pagina.
Perché, se la televisione è così potente, Berlusconi si è premurato di avere dei giornali che lo fiancheggino, e mostra di sapersene servire contro i suoi avversari? E perché Massimo D'Alema dice di preferire la televisione, con cui si parla a tutti, mentre la sua influenza sugli affari politici è dovuta soprattutto a messaggi in chiave affidati ai giornali, di cui pochi possono cogliere pienamente le implicazioni? Dal 18 aprile 1948 ad oggi spettacolarizzazione della politica e messaggi in politichese rappresentano le due facce della democrazia in Italia, dando luogo a fasi alterne e a volte combinandosi tra loro. Nella Repubblica dei partiti i "messaggi di fumo" di Aldo Moro e il suo lessico fatto di "convergenze parallele" e "strategie dell'attenzione" risultavano funzionali per evitare tensioni politiche e sociali. Negli anni Ottanta al pubblico di massa, passivo e indifferenziato, si sostituì un'audience segmentata e mobile. Ciò ha aperto la strada alla politica pop e a Berlusconi, che servendosi degli effetti di iperrealtà generati dai media si accaparra il consenso con annunci clamorosi e promesse ottimistiche spesso non mantenute. Ma con la crisi economica il pendolo torna ad oscillare. Dalla Repubblica dei media si tornerà indietro alla Repubblica dei partiti e ai suoi rituali?
Come vivere meglio con meno risorse? Come risparmiare. Questa che fino a poco tempo fa poteva essere una "libera" scelta, oggi, di fronte alla crisi economica, diventa una necessità soprattutto per chi, come l'autore, ha alle spalle una famiglia. Le circostanze ci impongono di modificare i nostri comportamenti, usando solo ciò che è veramente essenziale, per acquisire uno stile di vita migliore per tutti: per se stessi, per gli altri, per la salute propria e del pianeta. Un libretto di "istruzioni per l'uso", non esaustivo, forse, ma semplice ed autentico. Alla portata di tutti.
Proviamo a immaginare che gli esseri umani smettano di usare la tecnologia piegandola ai propri scopi, per lasciare che sia la tecnologia a plasmare le loro vite: che cosa accadrebbe? Jaron Lanier, guru della realtà virtuale, appartiene alla ristretta cerchia dei lungimiranti pionieri della Silicon Valley che si formò negli anni Ottanta. Tra i primi a predire i rivoluzionari cambiamenti che il Web avrebbe apportato al mondo dell'economia e della cultura, oggi, a vent'anni dalla creazione della Rete, offre una lettura stimolante del modo in cui Internet pervade e condiziona le nostre esistenze. Il Web e le sue applicazioni sono ormai così familiari che è facile non vedere come di fatto essi si stiano sviluppando in direzioni imprevedibili rispetto al progetto originario. Grazie a un metodo d'indagine coerente e rigoroso e al suo talento eclettico, Lanier analizza gli aspetti tecnici e culturali, l'impatto sociale e le distorsioni ideologiche di un universo digitale contraddittorio e ci mette in guardia contro le aberrazioni di un sistema condizionato dai mercati finanziari e da siti che troppo spesso privilegiano la "saggezza della folla" e gli algoritmi informatici a danno dell'intelligenza e della capacità di giudizio delle singole persone, mettendo in serio pericolo la creatività intellettuale, lo spirito critico e la stessa idea di sapere.
I nostri ragazzi comunicano tra loro con Messenger, guardano i video su Youtube, aprono uno spazio su Myspace e aggiornano il proprio profilo su Facebook, cominciano fin da bambini a scrivere nei blog, a elaborare immagini e scaricare musica, giocano con la Wii o la Playstation e lo fanno simultaneamente, tanto che si parla di generazione multitasking. I giovani parlano questi linguaggi, che noi lo vogliamo o no.
Da qualche anno anche Internet è cambiato: non è più soltanto una grande banca dati con materiali generati da webmaster, ma uno spazio in cui ogni utente può essere protagonista, alimentandolo con contenuti propri da condividere con il resto del mondo: è il web 2.0.
Siamo così di fronte a una rivoluzione epocale, che non può essere semplicisticamente demonizzata. La scuola e la Chiesa hanno già iniziato a coglierla come un'opportunità da valorizzare. E la sfida è ora lanciata soprattutto al mondo degli adulti, agli insegnanti e agli operatori pastorali che hanno più che mai bisogno di essere introdotti a questi nuovi percorsi per veicolare contenuti. Il volume, nato dall'esperienza sul campo, si propone come strumento concreto di accompagnamento per chi non vuole restare tagliato fuori dall'era digitale e così perdere il contatto con le nuove generazioni.
Sommario
PREFAZIONE. Di fronte a una «nuova scena comunicativa» (P.C. Rivoltella). INTRODUZIONE. L'evoluzione sociale del web. APPLICAZIONI. 0. Gli smartphone nella didattica. 1. Rss. 2. Il codice Embed. 3. Il blog. 4. Le mappe geografiche. 5. Timelines interattive. 6. Mondi virtuali e 3D. 7. Calendari interattivi. 8. Document sharing. 9. Tag cloud e mappe concettuali. 10. La Realtà aumentata. 11. Fumetti digitali. 12. Wiki. 13. Podcasting. 14. QrCode. 15. Social networking. 16. Quiz e giochi per la verifica degli apprendimenti.
CONCLUSIONE. Progettare un percorso didattico con le nuove tecnologie. APPENDICE. Applicazioni web 2.0 utili per la didattica e nei gruppi. GLOSSARIO.
Note sull'autore
LUCA PAOLINI (Livorno, 1963) si è diplomato all'ISSR "Italo Mancini" di Urbino e all'ISSR "Ecclesia Mater" della Pontificia Università Lateranense (Roma). Docente di religione nella diocesi di Livorno dal 1986, è curatore del blog "Religione 2.0" (http://www.religione20.net), che nel 2007 ha ricevuto da We.Ca. (Associazione Webmaster Cattolici Italiani) il premio "Miglior sito web cattolico" nella categoria "Siti personali". Nell'anno accademico 2009/2010 ha insegnato presso l'ISSR "Beato Niccolò Stenone" di Pisa con un laboratorio dal titolo "L'insegnamento della religione cattolica e la pastorale parrocchiale con i nuovi media e il web 2.0".
LA NOSTRA RECENSIONE (di Francesco Bonomo)
Roberto Vecchioni in un un suo romanzo dedicato ai libri ed alla lettura, Il libraio di Selinunte, fa esordire il suo protagonista Nicolino con un discorso che fa riflettere: “Perché qui sta il problema essenziale: abbiamo perso tutte le sfumature. E con le sfumature i sentimenti che le accompagnano e le provocano”. Il discorso nel suo elaborarsi e comunicarsi con l'interlocutore, la persona o le persone che abbiamo di fronte, possiede delle sfumature che solo l'uomo nella sua concreta esistenza può cogliere: sfumature di voce, di espressione, di tono etc... La principale espressione del comunicare diventa certamente il dialogo, dià-logos, ed il mondo, dalla primeva esperienza dialogica di Platone, ha vissuto numerosi cambiamenti in proposito. La modernità infatti registra un mutamento forte costituito dalla presenza massiccia di Internet nelle nostre vite e nella mutata maniera di comunicare e condividere data dalle piattaforme sociali. Ricordando Nicolino si provano sentimenti di sconforto per una continua eliminazione delle sfumature della comunicazione dovute a queste nuove forme di sharing. Ma l'incontro con Nuovi Media e web 2.0 di Luca Paolini, docente di religione nelle scuole e destinatario del premio per il miglior sito cattolico, Religione 2.0, ha permesso di osservare con occhio critico che anche il Nostro percepisce e mette in guardia dai rischi dell'interrete sulle giovani generazioni affrontando però il problema dal punto di vista positivo. Egli infatti ha contribuito con il suo libro alla conoscenza delle potenzialità di Google e del suo universo, non nella sua ontologia ma nelle sue finalità. Conoscere internet significa allora per l'autore accedere ad una serie di opportunità per entrare nel mondo dei nostri giovani, che conoscono il computer meglio di ogni altro adulto; su questo piano si inserisce una proposta formativa di educazione e di formazione in cui Internet è 2.0, ovvero contenuti mediatici non solo trasmessi ma elaborati in collaborazione, in un rapporto tra docente e discente in cui, da una parte esiste un'ottima preparazione unita all'interesse ed alla creatività applicata al mondo virtuale e dall'altra c'è l'originalità e la curiosità dei ragazzi che possono apprendere in modo dinamico, corrispondente al loro livello di sperimentazione e conoscenza della realtà proprio tramite il computer. I rischi legati ad Internet non possono contribuire ad un'univoca espressione di giudizi negativi, demonizzanti ed inibenti di una risorsa eccezionale e nuova ma devono spronare ad un suo utilizzo al meglio e per il meglio. La correttezza dell'Autore sta proprio qui, nel fornire esempi e guide di applicazione affinché la scuola od i gruppi, le parrocchie e le diocesi, siano in grado di arrivare sempre di più ai propri interlocutori. Metodi, quelli di Paolini, che a nostro personalissimo avviso, permettono in un certo qual modo di preservare le sfumature di cui sopra, perché i ragazzi sappiano utilizzare il computer come un mezzo per arricchire le proprie conoscenze ed esperienze senza dimenticare il mondo che circonda il computer.
Come utilizzarli a scuola e nei gruppi: l'essenzialità del libro è proprio qui, nel proporre consigli su larga scala perché internet divenga un valido aiuto e strumento didattico. L'esperienza di Paolini in questo senso è preponderante, così almeno se si consultano le sue attività “esterne” al libro: Religione 2.0 con la possibilità di approfondire il discorso della religione cattolica ma anche delle altre religioni del mondo; Flickr, per esempio, in cui si trovano foto dei viaggi e delle classi di Luca ed i suoi utili aggiornamenti di Facebook.
Il linguaggio di questo libro è immediato: capitoli brevi, spiegazioni chiare, condivisione di rischi e potenzialità delle proposte fatte.
La struttura del libro è molto comoda: ad ogni capitolo con la sua trattazione, essenziale, seguono le applicazioni concrete. I destinatari degli esempi di realizzazione a livello didattico delle tecnologie in ascesa sono principalmente due: le scuole e le parrocchie o le Diocesi. Dalla lettura di Nuovi media e web 2.0 si percepisce come le nostre parrocchie ed i siti di alcune diocesi siano ancora indietro sulla strada di una pastorale che cerca di abbracciare il maggior numero possibile di visitatori. Si nota, en passant, quante differenti occasioni esistono per rendere più avvincenti e partecipate le lezioni frontali per l'educazione alla fede dei più piccoli e dei giovani, in un periodo in cui la scristianizzazione e la cristianofobia si aggirano principalmente per via telematica, con accuse e recriminazioni che spesso non trovano una corrispondente capacità di argomentare in positivo ma che oggi più che in passato richiedono un'attitudine abituale ad essere “sempre pronti alla difesa di fronte a chiunque vi chieda la ragione della speranza che è dentro di voi” (1Pt 3, 15)
Questo volume dà una profondità storica ai media, collegandoli in una complessiva storia della comunicazione, a partire dall'invenzione della stampa nel Quattrocento. Burke passa in rassegna i diversi "mezzi di comunicazione" dell'età moderna (la stampa ma anche la posta, la predicazione, la canzone, le chiacchiere, il caffè, l'immagine, il teatro) mostrando come essi abbiano determinato la formazione di una sfera pubblica. Briggs poi racconta la grande crescita otto-novecentesca dei mezzi di comunicazione, secondo una visione allargata che include l'invenzione del motore a vapore, lo sviluppo delle ferrovie, della navigazione, del telegrafo, della posta, fino all'odierno sistema dei mass media.
Asa Briggs è stato rettore del Worcester College di Oxford e della Open University. Con il Mulino ha pubblicato "L'età del progresso" (1987). Peter Burke, professore emerito nell'Università di Cambridge, con il Mulino ha pubblicato diversi libri, tra cui: "Storia sociale della conoscenza" (2002), "La storia culturale" (nuova ed. 2009) e "Lingue e comunità nell'Europa moderna" (2006).
L’Isola di Lost è il luogo del mistero e del dubbio, ma diventa anche una metafora autoreferenziale della serie nel panorama televisivo: unica, irraggiungibile, isolata. Così il pubblico diventa suo arcipelago, costretto a perdersi tra le trame di una storia di smarrimento. Gli spettatori si sentono tutti parte di una storia di naufraghi che, che tra mito e scienza, ha creato personaggi e racconti totalmente accostabili al pensiero postmoderno. Laddove per postmoderno si intende un modo nuovo di guardare la realtà; più complesso, mai razionale, sempre scettico e pronto ad essere messo in discussione. Ecco perché il “Lostmoderno” non può fornire risposte, ma interrogare la serie scoprendone i retroscena socio-antropologici. Concetti come luogo, politica, gioco ed onomastica sono tutti funzionali a rafforzare l’instabilità di un testo postmoderno. Tra i tanti quesiti della serie emerge la possibilità di una sola risposta: come e perché Lost sia diventata la serie che ha cambiato per sempre la narrazione televisiva.
Autore
Giuseppe Grossi, è nato a Bari nel 1985. Laureatosi in sociologia e giornalismo presso l’Università degli Studi di Urbino Carlo Bo, collabora con l’Image Lab, centro di ricerca sui linguaggi visivi, la moda, l’editoria, lo spettacolo e il brand.
Questo volume costituisce uno strumento indispensabile e innovativo per la preparazione alla prova scritta e orale dell'esame di giornalista. Il testo è strutturato in cinque parti (diritto pubblico, normativa in materia di stampa e mass-media, diritto e procedura penale, deontologia e ordinamento della professione di giornalista, storia e tecnica del giornalismo), che sintetizzano le nozioni essenziali delle singole materie richieste in sede d'esame e in cui sono costanti i riferimenti, soprattutto nella parte giuridico-costituzionalistica, agli accadimenti politico-sociali che hanno caratterizzato i grandi eventi del secolo scorso e degli ultimi anni, con un articolato riepilogo di scandali, avvenimenti di cronaca, gialli irrisolti e episodi di criminalità organizzata. Ciascuna parte è, poi, corredata di un glossario dei termini specialistici più in uso. Completa il volume un'appendice con un excursus sui principali avvenimenti dal Dopoguerra ad oggi nonché un prontuario di tutti i fatti di cronaca più recenti. Per far familiarizzare i praticanti con la tipologia di prove che si troveranno a dover risolvere, sono state, infine, riportate le tracce delle prove scritte assegnate all'esame di idoneità dal 2007 ad oggi.
Twitter si è affermato in pochi anni come sinonimo di comunicazione e di conversazione in tempo reale in rete. Messaggi di 140 caratteri, sintetici quanto carichi di significato, capaci di trasmettere con rapidità notizie, stati d'animo, opinioni o testimonianze su fatti o eventi che accadono in questo istante, in ogni parte del mondo. Per comunicatori, aziende, giornalisti, professionisti o semplici cittadini, Twitter è il modo più semplice per essere sempre aggiornati, dal computer o dal telefono cellulare, su cosa sta succedendo nel mondo, attraverso il filtro costituito da persone, testate giornalistiche, aziende o istituzioni che godono della nostra fiducia e attenzione. Dalle Nazioni Unite alle grandi multinazionali, da Repubblica al ristorante sotto casa, dallo sportivo famoso al British Museum, su Twitter si trovano informazioni costantemente aggiornate, pubblicate dalla viva voce dei protagonisti, senza mediazioni o filtri, se non quello creato dai nostri interessi personali. Con Twitter è possibile diffondere comunicazioni e ricevere preziosi feedback da un pubblico interessato, costituito da persone, potenziali consumatori, clienti e giornalisti, con i quali entrare in relazione e conversare in libertà. Twitter unisce, in un unico strumento, tutto quanto è necessario per attivare una strategia volta al marketing dell'ascolto, alla promozione attraverso contenuti originali e a un servizio clienti evoluto.
I media digitali impongono un passaggio da una logica di controllo e stabilità a un contesto di libertà, fiducia e fluidità. Questo libro vuole aiutare le aziende a cambiare punto di vista e a imparare a vivere questo momento non come cambiamento drammatico, ma come evoluzione della relazione alla base della loro esistenza: quella con i clienti.
Non un cambiamento a cui reagire dopo un iniziale periodo di resistenza, ma un’evoluzione da assecondare cogliendone le infinite opportunità, certo non solo di natura tecnologica o confinate in una specie di mondo parallelo quale ancora troppo spesso è considerata Internet.
Passare dalla pianificazione & controllo alla collaborazione & fiducia non è semplice: imparare ad assecondare le direzioni prese dalle persone che vogliono avere a che fare con noi è l’essenza del passaggio strategico dal marketing alla collaborazione. L’essenza di passare da una logica “io e voi” a una logica del "noi".
È la proposta di questo libro: allenarsi a collaborare con i propri clienti usando i social media partendo da zero, dove zero vuol dire capire cosa sono, a cosa servono, cosa comportano e perché non possono essere semplicemente ignorati.
Più che una colonizzazione degli spazi sociali della Rete, discutibile per tutta una serie di motivi, urge una contaminazione positiva al contrario, e cioè un forte cambiamento del modo in cui un’azienda solida dai prodotti di qualità comunica ai propri clienti su tutti i mezzi.
Imparare a progettare esperienze per una community invece di messaggi per un target è il passaggio più difficile, ed è quello che fa la differenza tra una strategia di relazione e una semplice tattica di occupazione dei social media.
Passare dall’interruzione sgomitante tipica della comunicazione di massa al coinvolgimento sognante tipico del racconto: è di questo che stiamo parlando.
Un modo completamente nuovo di rispondere ai bisogni dei clienti: invece di cercare di indovinarli e di controllarli, basterebbe ascoltare.
Fate attenzione a quello che sta veramente a cuore alle persone che immaginate come possibili clienti. Chiedetevi se il vostro prodotto migliorerà le loro vite, nel suo specifico, ovviamente. Chiedetevi se immaginarlo, sceglierlo, comprarlo, portarselo a casa, usarlo e magari anche finirlo o buttarlo sarà per loro un gioco e un piacere o – anche solo in uno di questi momenti – fonte di ansia, disagio, fastidio e difficoltà. Chiedetevi come potete fare per evitarlo. Credete alla storia che vi raccontate? Se non ci credete, come potete convincere altri a farlo? – Mafe de Baggis
L'autrice
Mafe de Baggis, freelance, socia fondatrice di Daimon, da dodici anni cerca di portare in Internet le aziende, le testate e le persone che ne sentono il bisogno, guidandole a interpretare e vivere correttamente un medium complesso e divertente. All’attività di consulenza di marketing digitale e di progettazione di ambienti sociali online (community, blog, social network) associa la formazione, in aula e personale, e la scrittura (Le tribù di Internet, 2001, HopsLibri; Lei non sa chi sono io, 2007, RGB Editore; Preso nella rete, 2009, Morellini Editore). Ha una rubrica su Punto Informatico ("NoLogo") e una su GraziaMagazine ("Yours Truly"). Per alcuni anni ha curato un blog doppio, Maestrini per caso; dal 2009 è tornata a scrivere su toni più personali sul blog Brightside e soprattutto su Twitter e Friendfeed.