Il saggio, elaborato in tre parti, è stato elaborato secondo una precisa impostazione storica e sistematica, sulla scorta del dibattito intorno al "motivo" dell'incarnazione che ha avuto come protagonisti esponenti della scuola tomista e della scuola scotista.
La Chiesa cammina nel tempo celebrando i misteri di Cristo, «che è lo stesso ieri e oggi e per sempre!» (Eb 13,8). Questo inedito modo di scandire giorni, mesi e anni ha dato vita alla formazione dell'anno liturgico. In nove capitoli, gli autori ne ripercorrono gli elementi portanti per farne cogliere la bellezza e il valore: la Domenica, festa primordiale, l'Avvento, tempo della veglia, il mistero del Natale di Cristo, la Quaresima, il Triduo Pasquale, il Tempo di Pasqua, il Tempo Ordinario, le feste della Beata Vergine Maria e il culto dei Santi. Un approccio con una forte attenzione all'attualità e alle implicazioni pastorali.
L'affermazione di Paolo "Noi abbiamo la mente di Cristo" (1 Cor2, 16) è audace, soprattutto se confrontata con il suo sfondo giudaico, dove si afferma che la sapienza del Signore è inarrivabile. Tutt'al più. il libro della Sapienza concede la possibilità di una tale conoscenza, solo se "tu gli avessi dato la sapienza e dall'alto gli avessi inviato il tuo santo spirito" (Sap 9,17). Lo specifico del discorso paolino presenta la connessione tra la sapienza divina, umanamente irraggiungibile, e la sua imprevedibile rivelazione nella croce di Gesù Cristo. I cristiani, condividendo la stessa "mente di Cristo", possono accedere alla sapienza di Dio.
L'autore, attraverso il simbolo dello «scarto», ha messo in risalto la figura fondamentale dello «scartato», ossia lo stesso Cristo. È in lui che lo «scarto» diventa una «risorsa». Il riferimento costante alla Scrittura ci fa comprendere la logica dell'ultimo che diventa primo, del peccatore pentito che ci precede nel regno di Dio, del debole che confonde i forti, di ciò che è considerato nulla rispetto al potente. Si può vivere questa esperienza dura scegliendo la via della protesta, della rivalsa, della ribellione; si può cadere nell'apatia della rassegnazione o, peggio, della disperazione. La parola di Dio ci aiuta a superare tutto questo nella dimensione pasquale. Il Risorto si avvicina per farci fare memoria del suo amore, per fare sì che i nostri occhi si aprano al riconoscimento della sua presenza e possiamo portare a compimento - nella potenza dello Spirito - l'esodo pasquale del nostro essere trasformati da scarto a risorsa: è l'esperienza salvifica dell'incontro con il Signore.
Il libro esplora e medita l'elemento della luce e la sua portata teologica: un viaggio all'interno della Sacra Scrittura, dal Vecchio al Nuovo testamento in un'ottica cristologica. Si parte dai libri sapienziali, passando per le omelie dei Santi Padri e per la letteratura, fino a giungere agli evangelisti, non senza transitare per le preghiere della tradizione. Tutto è permeato dalla luce e dal suo senso. L'autore, con piglio appassionato, cerca di scovare gli intendimenti più utili al cammino cristiano ma non solo. Pastorale e didattica vengono riletti mediante questi elementi teologici. La luce come il calore rivela l'amore caldo di Dio, il buio come il freddo inchioda nel non senso. La notte, in una prospettiva strettamente giovannea, rappresenta l'impossibilità a muoversi, discernere e sperare. Le si oppone il giorno caldo come l'amore, la fede e le opere.
"Testamento Spirituale" è la sintesi di ciò che una persona vuole dire e vuole lasciare a coloro che gli sono cari. Gesù ci ha lasciato un Testamento? Ci ha lasciato una sintesi del suo messaggio? Nell'Ultima Cena, ci ricorda l'evangelista Giovanni, Egli ci ha consegnato un comandamento nuovo - il comandamento dell'amore reciproco - che è la sintesi di tutta la sua vita, di tutta la sua missione, di tutta la sua eredità. Secondo il Card. Comastri, la sintesi più convincente della novità che Gesù ha portato nel mondo sono le parole che Egli ha pronunciato dalla Croce. Proprio perché in quel momento tutto era essenziale e ogni parola costava sacrificio, quelle parole sono il vero "Testamento Spirituale- di Gesù. Per questo è importante riascoltarle, meditarle, come fa l'autore nel presente volume, affinché entrino e parlino al nostro cuore. Quelle parole, infatti, hanno un'efficacia che non potrà mai invecchiare. Possono guidare il cammino e i pensieri di ogni uomo.
Di fronte alla crisi che attraversa la cristianità e, in particolare, la Chiesa Cattolica, questo libro si pone al di là del tempo e dello spazio per suggerire un nuovo umanesimo che abbia fondamento nella figura storica di Gesù Cristo: un umanesimo relazionale con riferimento alla vita vissuta nel mondo da cui Egli proviene e illustrata ai suoi seguaci. Vuole offrire a tutti una risposta alla percezione diffusa che molti adulti sembrano aver rinunciato a proporre ai giovani significati e regole per vivere con responsabilità e libertà, per la difficoltà a superare la rigidità del passato e il permissivismo libertario che hanno caratterizzato la transizione contemporanea di modelli educativi ormai desueti e ritenuti obsoleti (V Convegno Ecclesiale Nazionale - Firenze 2015). Come la pensava veramente Gesù Cristo, cosa c’era nella Sua Mente? E’ una domanda che fa tremare le vene e i polsi. Ripercorrendo la conversione di San Paolo sulla via di Damasco, la dottrina di San Giovanni Apostolo che fondano l’esperienza di Chiara Lubich, è possibile arrivare a comprendere cosa aveva in mente Gesù. Una presunzione? Può darsi, ci ho provato e spero che questo lavoro, possa riavvicinarti a quel Cristo che, forse, un tempo sentivi più vicino. A te che non lo conosci auguro sia un buon incontro.
La divinizzazione dell'uomo è una delle tematiche che suscitano interesse nel panorama teologico odierno. I Padri Cappadoci ne parlarono già diffusamente arricchendo lo sfondo culturale, storico e teologico del IV secolo. Basilio di Cesarea, concludendo la presentazione della storia della salvezza dal punto di vista divino, nelle sue Regulae fusius tractatae afferma: «[a Dio] non è bastato restituire semplicemente alla vita quanti erano morti, ma ha anche fatto loro dono della dignità divina».
«Un giorno, curiosando tra i libri esposti su una bancarella, fui attratto da una raccolta di testi sulla felicità. L’acquistai. Era introdotta da un’intervista al curatore. Tra l’altro, gli veniva chiesto: “Come mai tra gli autori scelti non c’è neanche un cristiano? Nemmeno san Francesco?”. La sua risposta fu lapidaria: “Perché il cristianesimo è rinunciatario; la letizia francescana non è la felicità”. Quella affermazione mi colpì come un pugno allo stomaco...». Da questa provocazione nasce il libro che presentiamo: un commento alle beatitudini di Gesù scegliendo come guida san Francesco. Nelle beatitudini Gesù ci fa partecipi del segreto della sua gioia, e san Francesco, con il suo esempio, ci apre la via per divenire come lui felici e pieni di purissima gioia.
CARLO DALLARI è un frate minore (francescano), specializzato in Teologia Ecumenica, docente presso lo Studio Teologico S. Antonio di Bologna, autore di numerose pubblicazioni.
Tra cielo e terra: siamo "framezzo". Si insinua insistente la tentazione di vivere su questa strada come se fossimo in patria, ma siamo ancora in viaggio. Quando ci sembra di sprofondare nell'abisso del non senso, quando lo sconforto toglie la gioia del respiro, proprio allora la preghiera si fa «santa» perché finalmente non «pretendiamo» più né questo né quello, ma invochiamo lo splendore della Parola.
L'Altissimo non disdegna il nostro incedere faticoso.
Impariamo l'esistenza procedendo come chi non vede, con esitante toccare (At I7,27). Ma nell'Amore eternamente antico e nuovo, i passi incerti si trasfigurano in movenze di danza: avanti, indietro e di lato, in ritmo fiducioso; e le nostre pagine incompiute divengono tessere di un mosaico il cui disegno è lassù. Non c'è bisogno di correre con affanno, non di gridare. La Verità è praeexistens e come il Sole a tutti si dona sovrabbondante, se appena apriamo gli occhi.
Agli sfiduciati che si sentono precipitare nell'abisso del non-senso ricorderemo che hanno invece raggiunto il «momento opportuno» perché il cuore invochi: abyssus Abyssum invocat (Sal 42,8). Comprenderemo che la profezia è data non come ai pagani, non laccio di fuorvianti divinazioni, ma guida per il nostro oggi, lume per decidere il presente.
I miracoli affascinano: attraggono e provocano. Dicono la nostra propensione a meravigliarci. Ma oggi, in piena marcia trionfale della ragione illuministica, sono ancora proponibili all’ascoltatore? Nell’epoca della scienza, non indicano forse una forma sorpassata di superstizione? per esempio: un fenomeno che oggi definiamo “guarigione spontanea” è identico a ciò che ieri veniva chiamato “miracolo”? Che cosa significa propriamente parlare di “miracolo”, che forma di linguaggio si adotta, quali presupposti si hanno? Come comprendere e narrare, allora, i miracoli di Gesù?
In una parte introduttiva il volume chiarisce questioni di metodo sul genere letterario, oltre a offrire una panoramica della ricerca storica.
Nella parte centrale, ogni racconto di miracolo viene esaminato nel dettaglio, analizzandone la forma linguistica, la struttura narrativa, il contesto storico e sociale, lo sfondo religioso e teologico.
Segue una proposta di comprensione attualizzante, recuperando l’intenzione comunicativa presente in origine.
Una particolare attenzione viene dedicata agli aspetti estetici e linguistici della narrazione – al loro potenziale per l’esegesi – e alla storia della ricezione di quel testo
Ulteriori excursus tematici dedicati arricchiscono volta per volta lo sguardo sullo specifico racconto di miracolo.
El autor ofrece una aproximación al pensamiento cristológico de Luis F. Ladaria sj. En la rica teología del teólogo jesuita, el Verbo encarnado es el unión entre el misterio de Dios y el misterio del hombre. Jesucristo es el «Hombre perfecto», el Unigénito del Padre, que vive desde siempre su relación filial y que por el misterio de la encarnación, se ha unido a todo hombre. Ungido por el Espíritu, vive su propia historia filial, para ser el Primogénito entre sus hermanos, modelo y salvación del hombre nuevo. Cristología del Logos y Cristología del Espíritu se integran mutuamente.