In questo volume voci diverse per ambito tematico e cronologico, oltre che per metodo, si misurano con un tema difficile, che attraversa la storia di genere aprendosi a nuovi spazi di indagine lungo le vie del sacro. I contributi raccolti coprono un orizzonte assai vasto, che pone nuove domande su cesure e continuità storiche nell'ambito dell'Europa cristiana, dal tardo antico all'età contemporanea. Nel percorso si incontrano persone e immagini, donne che agiscono in carne e ossa e al tempo stesso riflettono la loro cultura di appartenenza: vengono restituite le vicende di badesse, mistiche, fondatrici di movimenti religiosi, donne che scendono sui campi di battaglia veri e propri o in quelli della politica. Ne risulta illuminata la complessità e la ricchezza dell'esperienza femminile, il cui ruolo si muove tra uno specifico carisma e il trovar posto negli edifici concettuali e sociali della tradizione cristiana.
L'affermazione del primato del papato romano; la nascita e lo sviluppo del monachesimo; gli Ordini mendicanti e le nuove forme di religiosità basso-medievale: mille anni di sperimentazione continua, e talora di veri e propri rivolgimenti, che hanno plasmato le strutture istituzionali della Chiesa. Una nuova edizione con aggiornamenti bibliografici.
L'omelia Non si parli in pubblico per compiacere fu presumibilmente pronunciata tra maggio del 386 e gennaio 387 ad Antiochia di Siria. Lo sforzo pastorale si concentra sulla figura del sacerdote che riveste il ruolo di pastore d'anime; il testo prende avvio dal comando paolino ammonisci, rimprovera, esorta (2Tm 4,2), ma in questa sede il pastore intende soprattutto sollecitare a ricordare i propri peccati, finalizzato al pentimento (?????o?a) e alla confessione (??a????????). Il pentimento è di tipo personale, in cui il fedele chiede a Dio di perdonarlo, perciò si instaura un rapporto diretto con lui al fine di reintegrarlo (??a???o?a?) nella comunione universale. Boccadoro compie una fine analisi psicologica dell'insinuarsi del peccato, offendo altresì dei criteri di discernimento riguardanti le parole, i pensieri e le azioni, indugiando sull'utilità di questo ricordo che «consola la mente, induce ad umiliarsi e attira l'affetto di Dio».
Perché il privilegio di Legazia Apostolica, dopo la morte del pontefice che l'ha concesso è stato sempre oggetto di aspri rapporti e polemiche tra papato e regno di Sicilia? Il rapporto dei Normanni con il papato ha influito sul modo d'intendere la Chiesa in Sicilia? Cosa muoveva i siciliani alla difesa per quasi otto secoli di questo antico istituto giuridico? Come mai il governo italiano ha cercato, nonostante un vivace dibattito parlamentare, di rinunciare alla Legazia Apostolica in Sicilia? Quali nuovi principi ispiratori muovevano i parlamentari a favore di un cambio di rotta che segnò uno spartiacque di portata storica nei rapporti tra Stato e Chiesa? A tutte queste domande Giovanni Mazzeppi ha cercato di rispondere con il desiderio di mettere in evidenza la storia della Legazia Apostolica in Sicilia, con un particolare riferimento al dibattito parlamentare che ha permesso la promulgazione della Legge n. 214 del 1871 del Regno d'Italia, meglio conosciuta come "Legge delle Guarentigie" che di fatto ha sancito la rinuncia al Governo italiano alla Legazia Apostolica in Sicilia.
In queste note biografiche vedrete una donna eccezionale, importantissima per la Chiesa, innamorata di Cristo, della Scrittura e dell'Eucaristia. Aveva chiara coscienza del fatto che la missione che Dio le aveva dato era appoggiarmi, difendermi e correggermi per il bene del Cammino Neocatecumenale. Rendo grazie a Dio per Carmen, che mi ha sempre detto la verità, costantemente. Era una donna profonda, autentica e libera nella sua relazione con tutti. Era molto intelligente. Amava Cristo e la Chiesa e il Papa al di sopra di tutto... Crediamo che Carmen è con il Signore, è già nella festa. Queste note biografiche non sono solo per i fratelli del Cammino, bensì per tutta la Chiesa, per far conoscere una donna straordinaria, che ha vissuto la fede in grado eroico. Carmen Hernández! (Dalla Prefazione di Kiko Argüello).
Gli ultimi 60 anni sono stati testimoni di un cambiamento generale nella forma dell'edificio di culto cattolico in tutto il mondo. Questa trasformazione viene attribuita all'evento più significativo della Chiesa del secolo scorso: il Concilio Vaticano II (1962-1965). La nostra ricerca vuole avvicinarsi all'evento conciliare dal punto di vista del luogo di culto, cercando di rispondere ad alcune domande a proposito delle quali si è scritto e detto molto negli ultimi decenni: il Concilio ha avuto un'idea concreta di come dovrebbero essere le chiese? Come intendeva che gli edifici di culto fossero costruiti? Ci concentreremo sul momento-chiave di questo processo: il periodo tra il 1947 e il 1970, delimitato dall'enciclica Mediator Dei di Pio XII (1947) e dal Messale di Paolo VI (1970). La ricerca considera aspetti di natura storica, teologica, liturgica e artistica. La novità di questo studio consiste nel lavorare direttamente con fondi d'archivio, molti dei quali inediti, che ci permetteranno di ricostruire l'iter di redazione dei principali documenti della Chiesa che saranno sottoposti al nostro esame, contando anche sulla preziosa testimonianza orale di alcuni dei protagonisti diretti di questa cronaca. Una storia finora in gran parte sconosciuta.
Quando, nel marzo 1946, Clemens August conte von Galen tornò da Roma, dove papa Pio XII lo aveva da pochi giorni creato cardinale, la popolazione lo accolse trionfalmente davanti alle rovine del duomo di Münster, quasi completamente distrutto dai bombardamenti. Nell'ora più buia della storia tedesca egli aveva osato tenere testa apertamente e senza protezioni al criminale regime di Hitler e la nomina a cardinale era il ringraziamento del pontefice per la sua tenacia. Fu la forza della sua coscienza che gli consentì di diventare un eroe dell'opposizione cattolica alla dittatura nazista. Negli anni del suo servizio da parroco non si era segnalato per particolari iniziative o per innovative proposte pastorali, ma di fronte alla barbarie nazista seppe assumersi le sue responsabilità di vescovo e di testimone del Vangelo. Le tre celeberrime prediche del 1941, riportate in appendice insieme ad altri suoi interventi e a una vibrante lettera di protesta indirizzata al Führer, hanno conservato fino a oggi tutta la loro intensità e attualità. Esse rivelano in maniera impressionante con quale coerenza e coraggio von Galen si schierò contro l'arbitrio dello Stato e si impegnò per il diritto alla vita di ogni essere umano.
Il carteggio tra Vaticano ed Etiopia si rivela di grande importanza perché offre uno spaccato storico, altrimenti rimasto sconosciuto, delle sofferte vicende del popolo etiope e della chiesa tewahedo ("unitaria"). Grande rilevanza rappresentano le "confessiones fidei" degli Imperatori, perché sono la rappresentazione più autorevole della fede di quel popolo che essi rappresentano e di cui si fanno interpreti autorevoli presso i Vescovi di Roma. Il carteggio è preceduto da un'ampia monografia che contestualizza storicamente gli eventi di cui si parla nel "corpus epistolare", il cui unico scopo è quello di aiutare il lettore a non disperdersi nello sterminato campo delle fonti, e a focalizzare la sua attenzione su quanto via via viene affermato alternativamente dagli interlocutori. Con testo latino a fronte
Il populismo ha una variabile anche religiosa. Negli Usa come in Brasile, in Ungheria come in Polonia registriamo la crescita di tendenze sovraniste che si intrecciano a correnti religiose tradizionaliste e fondamentaliste. Come è nato questo intreccio? Come interpretarlo sotto il profilo teologico e politico? Quale la reazione delle chiese «liberal»? In questo volume, autorevoli esponenti del mondo ecumenico europeo e nordamericano e studiosi italiani propongono una serie di interpretazioni utili a capire un fenomeno che, sia pure in forme specifiche e peculiari, arriva anche in Italia. Saggi di: Heinrich Bedford-Strohm, Teresa Isenburg, Paolo Naso, Balázs Ódor, Jane Stranz, De-bora Spini e Jim Winkler. Prefazione di Daniele Garrone.
Perché il cristianesimo è stato in grado di affermarsi con tanto successo nell'impero romano? Perché poté sopravvivere al mondo antico e tardoantico e si diffuse soppiantando i culti concorrenti? Sono queste le domande a cui Christoph Markschies risponde sulla base di un esame approfondito e puntuale, e per più di un aspetto anche inedito, di ogni fonte disponibile, cristiana e pagana, scritta o materiale. Situando il cristianesimo nel contesto della storia delle religioni e delle culture antiche, l'autore descrive la vita quotidiana e le pratiche religiose dei cristiani dei primi secoli, dalla nascita - passando per la conversione e il battesimo - alla morte, illustrando le strutture sociali in cui il cristianesimo venne a incarnarsi e le caratteristiche che fecero la peculiarità delle comunità cristiane delle origini.