Il lavoro, attraverso un metodo analitico e comparativo, dopo un attento status quaestionis, analizza innanzitutto i vari elementi strutturali, teologici, liturgici e spirituali che contraddistinguono il Breviario di Quiñones (1535) e portarono alla sua pubblicazione. Il processo successivo è stato quello di mettere la riforma del cardinale di Santa Croce a confronto con le altre riforme avvenute in precedenza e successivamente la pubblicazione dello stesso. Si analizzano le successive riforme inserite nel loro orizzonte storico valutando in che misura siano state influenzate dal Breviarium Sanctae Crucis e se, e fino a che punto, il suddetto breviario possa essere realmente considerato una delle fonti della Liturgia Horarum di Paolo VI, come asserito da qualche studio precedente al presente lavoro. Secondo questa prospettiva, dunque, l'autore analizza la riforma della Liturgia Horarum di Paolo VI giungendo a delle conclusioni che certamente, insieme alle ricerche portate avanti, costituiscono l'originalità del presente lavoro.
In questo volume si analizzano la grande opera di Bernardo e la riforma cistercense e le città tornate a essere luogo di attrazione della vita sociale e culturale dei Paesi europei. La risposta della Chiesa alla rivoluzione cittadina sono gli ordini cosiddetti mendicanti, primi tra tutti francescani e domenicani. Di fronte ai gravi problemi sociali e alle nuove povertà, così come alle esigenze culturali, la Chiesa diviene il punto di riferimento e si può così parlare di una vera civitas medievale, con le grandi opere ospedaliere, le università e le cattedrali, lo sviluppo delle arti e della musica. Ma il periodo vede anche lo strappo con la Chiesa d'Oriente, il disastro della quarta crociata contro Bisanzio, l'Inquisizione contro i movimenti di riforma ed ereticali.
Mentre si possono leggere studi interessanti sulla questione mafiosa da parte del mondo cattolico dagli anni 70 del Novecento a oggi, i primi cento anni di storia del rapporto della Chiesa con la mafia (1861-1965) rimangono ancora da esplorare. Il volume, che parte dall'Unità italiana al Concilio Vaticano II, vuole colmare, sia pur parzialmente e a titolo di stimolo per ulteriori approfondimenti storiografici, questa lacuna. L'intento è di entrare nella complessità di una realtà che si presenta molto variegata per capire, non per giustificare: in sintonia con la ricerca storica degli ultimi decenni che, sul fenomeno mafioso in generale, ha dipanato un mondo rimasto avvolto da luoghi comuni, stereotipi e false immagini.
La violenza religiosa segnò il mondo del Cinquecento. La rottura dell'unità cristiana determinata dalla Riforma protestante e la conquista del Nuovo Mondo furono all'origine di conflitti, persecuzioni, guerre, violenze che ridisegnarono il quadro europeo ed extraeuropeo. La lotta confessionale fu combattuta con armi belliche o controversistiche, con la persecuzione o le conversioni "dolci" e forzate, ma anche con nuove idee e pratiche di tolleranza che alla lunga incisero sulle identità individuali e sugli equilibri comunitari. Il libro indaga le diverse manifestazioni della violenza sacra - istituzionali, iconografiche, retoriche, dottrinali, delle pratiche quotidiane ecc. -, i suoi esiti, le molteplici dinamiche di cui fu motore e tramite in Europa e in America. Con uno sguardo rivolto al rapporto, ancora attuale, tra difesa della fede e uso della forza.
Il volume, che raccoglie 48 lezioni sulla Cristianità occidentale, dalla predicazione apostolica al pontificato di Papa Francesco, è il frutto di un corso on line in tempi di pandemia. I relatori, cultori dei vari periodi storici, hanno poi dato forma scritta ai loro interventi, con l'intento, tuttavia, di mantenere, per quanto possibile, la freschezza del "parlato" e il tono spesso colloquiale; contributi, quindi, scevri degli appesantimenti dell'apparato scientifico, seppure mai semplicistici, ridotti all'essenziale, con puntuali indicazioni bibliografiche per l'approfondimento dei temi svolti. Gli studi trattano anche argomenti di carattere culturale e politico. La Cristianità occidentale, infatti, non è stata solo il frutto evidente dell'opera di evangelizzazione svolta dalla Chiesa, ma altresì il risultato culturale e giuridico che ha caratterizzato una società di battezzati, dove la fede ha dato vita, appunto, a una cultura che ha informato ogni aspetto dell'esistenza, cioè le relazioni tra le persone, il loro rapporto con il creato, con la Chiesa, con Dio. Un'opera collettanea, curata da Marco Invernizzi, Paolo Martinucci e Michele Brambilla, i cui personali saggi sono pure presenti, nella quale si potranno trovare i segni di una corretta teologia della storia, sorretta dalla verità storica, senza trionfalismi, senza negare gli errori e il male commessi anche da coloro che si professavano "fratelli nella fede", ma anche senza quei complessi d'inferiorità che il pensiero unico dominante vorrebbe fare penetrare nel cuore dei cristiani. Il libro è introdotto da una pregevole Premessa dello storico Alberto Torresani.
Il divenire storico è di solito esaminato a partire dalla scansione degli eventi dirompenti, epocali, scelti fra le guerre, le invasioni, gli sviluppi economici e scientifici. Eppure la storia possiede anche una trama diversa, costruita sulle principali virtù: la carità, la solidarietà, la misericordia. Le ferite sociali, le miserie di ogni tipo, le emarginazioni diffuse, sono state spesso risolte dall'iniziativa motivata e razionale di persone e comunità che hanno profuso la loro vita per gli scopi più alti del bene comune e della dignità di ogni individuo. Il volume ripercorre, attraverso una pregevole sintesi, il progressivo articolarsi della storia della carità nel mondo occidentale.
Il volume ripercorre la nascita di quell'Europa cristiana composta da una pluralità di popoli. L'idea di Impero cristiano d'Occidente si ripresenta sotto Carlo Magno nell'800 e in seguito con gli Ottoni intorno all'Anno Mille. Ma la vera unità dell'Europa è forse frutto più dei grandi movimenti monastici che non di una effettiva realizzazione imperiale. La riforma di Gregorio VII unificherà la Chiesa, la liturgia e l'arte, ma l'Europa si stava già preparando alla divisione tra gli Stati nazionali. Il volume arriva alle soglie della Scolastica, vale a dire del maggior sforzo operato nello studio e nell'insegnamento della teologia, dopo le scuole dei monasteri e delle cattedrali.
Queste pagine - scrive Chiara Montini, che ha distillato la scelta delle lettere di Giovanni Battista Montini dal Carteggio completo - «raccolgono una selezione di pensieri, riflessioni personali, spunti che si amplificano quasi in preghiere ed invocazioni, sollecitazioni a seguire un determinato cammino, analisi di comportamenti, illuminazioni chiarificatrici del carattere, introspezioni, considerazioni lucide su eventi del tempo, dichiarazioni di affetti e di legami d'amicizia». Una sintesi, intima e affettuosa, che è anche un invito alla conoscenza di questa figura straordinaria e, attraverso essa, stimolo alla spiritualità e alla devozione.
In soli 33 giorni di pontificato ha conquistato il cuore della gente per la dolcezza del suo tratto e per la trasparenza della sua fede cristallina e comunicativa. Di lui ha scritto il grande Jean Guitton: «Passare come un fiore dei campi, lasciandosi dietro il profumo del sorriso, significa compiere una grande opera in questo momento di angoscia per l'universo». La "grande opera" della vita e del pontificato di Giovanni Paolo I troveranno una solenne conferma da parte della Chiesa il prossimo 4 settembre, quando sarà proclamato beato da Papa Francesco. È l'occasione per riscoprire la figura di questo grande Papa, la sua intelligenza, la sua bontà e il suo sorriso.
Alla morte di Pio XII, nel 1958, tutti i documenti del pontificato furono rinchiusi negli archivi vaticani: impedendone la consultazione agli studiosi si sono così la - sciati a lungo senza risposta interrogativi che nel tempo non hanno potuto che infittirsi, facendo di Eugenio Pacelli uno dei papi più controversi della storia. Nel 2020, dopo decenni di pressioni, quegli archivi sono stati finalmente aperti e il vincitore del Premio Pulitzer David Kertzer è stato tra i primi storici a potervi accedere. Il risultato è sorprendente. Con il supporto di migliaia di documenti inediti, Un papa in guerra rivela l'esistenza di negoziati segreti tra Hitler e Pio XII già a poche settimane dalla fine del conclave; racconta in che modo Mussolini abbia fatto affidamento sul clero italiano e sulle istituzioni religiose per ottenere l'appoggio popolare all'entrata in guerra; dimostra come tanto il Duce quanto il Führer siano riusciti a manipolare a proprio vantaggio il pontefice; e spiega perché, pur avendo prove inconfutabili dello sterminio in corso degli ebrei, Pio XII non abbia mai denunciato le atrocità naziste. David Kertzer getta nuova luce sul periodo più cupo della nostra storia e disegna il drammatico ritratto di un papa pronto a dismettere i panni di guida morale pur di preservare il millenario potere della Chiesa.
Negli ultimi decenni gli abusi sessuali del clero sono stati occasione di scandalo in quasi tutti i paesi cattolici, che hanno avviato inchieste indipendenti per misurare l'ampiezza del problema. Solo in Italia e in Spagna le conferenze episcopali si rifiutano di collaborare, all'interno di una Chiesa in cui l'abuso è tuttora considerato una trasgressione del sesto comandamento senza tuttavia che il diritto canonico ne consideri l'effetto e le conseguenze per le vittime. Le autrici di questo libro, redattrici o collaboratrici di "Donne Chiesa Mondo", mensile dell'Osservatore Romano, per la prima volta cercano di capire la situazione italiana, confrontandola anche con quella degli altri paesi, a partire dall'unico archivio sugli abusi disponibile in Italia, quello della "Rete L'Abuso", fondata e diretta da una vittima. Ne emerge un quadro molto preoccupante, di fronte al quale la Chiesa sembra non muoversi. Quali sono state le posizioni dei papi degli ultimi anni, Benedetto XVI e Francesco? E da dove possiamo ripartire? Occorre anzitutto l'esplicita condanna degli abusi e un ripensamento della sessualità, cui segua una riconciliazione con le vittime che passi anche da indennizzi economici per aiutare le persone a ricostruire la propria integrità. Solo così la Chiesa potrà riacquistare credibilità di fronte ai fedeli.
Parigi, febbraio 1253: alcuni fatti di cronaca nera danno la stura a una feroce polemica a proposito della presenza degli Ordini mendicanti nel corpo insegnante dell'Università di Parigi e nelle attività pastorali ordinarie delle diocesi. La disputa, senza esclusione di colpi, che riguardo anche aspetti biecamente materiali e durerà fino al 1257, coinvolgerà addirittura Luigi IX, il re santo, e i pontefici del tempo. In effetti, essa costituisce un inevitabile momento di svolta nella concezione della Chiesa, sull'onda lunga della riforma gregoriana. I tre testi principali che ne costituirono la base non sono mai stati avvicinati fra loro in un unico volume. E' quanto ci si propone di fare in questo libro, dotando le traduzioni (due delle quali appaiono per la prima volta in italiano) di un articolato apparato di rimandi, consapevoli che le riflessioni sulla povertà di cui questi scritti sono costellati hanno ripreso vigorosa attualità.
CARLO DEZZUTO, sacerdote della diocesi di Biella, laureato in Fisica.
dottore in Diritto canonico e licenziato in Teologia con una tesi sui Prologhi latini del XII secolo ai Commentari al Cantico dei Cantici, ha tra l'altro insegnato Storia della Spiritualità Medievale al Centro di Studi di Spiritualità della Facoltà Teologica
dell'Italia Settentrionale di Milano.