Papa Francesco nella bolla di indizione del Giubileo della Misericordia, Misericordiae Vultus, auspica che questo Anno Giubilare possa essere vissuto nella misericordia favorendo l'incontro con le varie religioni e in particolar modo con l'ebraismo e l'islam. Attraverso il presente volume, il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, accoglie l'invito del Santo Padre ad incontrare le varie tradizioni religiose per proseguire, nel tema della misericordia, la via del dialogo e del superamento delle difficoltà. Il presente sussidio è il frutto di una collaborazione interreligiosa ed è stato redatto grazie al contributo di alcuni esperti appartenenti ad altre tradizioni religiose. È un invito indirizzato alle Conferenze Episcopali e, tramite loro, a tutti i cattolici volto ad esaminare ciò che abbiamo in comune con i credenti di altre religioni.
Preoccupato dal crescere del sincretismo, dall'infatuazione per le religioni d'Oriente e dal nascente relativismo religioso, François Varillon ha voluto rimettere le cose a fuoco e offrire dei riferimenti. Queste conferenze sulle grandi religioni, tenute durante l'inverno 1974-1975, appaiono, quarant'anni dopo, di un'impressionante attualità. L'intento dell'autore è di mostrare allo stesso tempo l'originalità radicale del cristianesimo e il valore umano e spirituale delle grandi religioni. Lo fa in modo molto diretto, affrontando sin dal primo capitolo l'eterna e sempre attuale domanda: possiamo dire che tutte le religioni si equivalgano?
«Venir su tra i segni, o perire, è l'alternativa imposta all'uomo», sosteneva, con un'espressione folgorante, Alessandro Manzoni. Se la capacità di decifrare i segni è essenziale alla vita, la sua rilevanza è massima riguardo ai testi ritenuti sacri dalle tradizioni religiose, come dimostra la pubblicazione nata nell'ambito del progetto «Ermeneutica dei testi sacri», proposto dalla Facoltà Teologica Pugliese.Il lettore ha la possibilità di avvicinare i fondamenti ermeneutici su cui si basa l'interpretazione dei testi sacri nell'Induismo, nel Buddhismo, nell'Ebraismo, nell'Islam e nel Cristianesimo cattolico, ortodosso e protestante.Di assoluta rilevanza per il dialogo ecumenico e interreligioso, la riflessione sull'interpretazione dei testi sacri può dare un contributo alla purificazione di ciascuna tradizione religiosa dalla tentazione integralista e alla necessità di tutelare e promuovere la libertà religiosa e l'amore fraterno. La questione ermeneutica permette, infatti, di toccare con mano il nesso inscindibile che unisce il testo e la vita, la parola scritta e la realtà.
Il volume raccoglie una serie di scritti di fra Chrys McVey (1933-2009), domenicano statunitense vissuto per più di quarant'anni in Pakistan come missionario. È stato uno dei collaboratori del Maestro dell'Ordine fra Timothy Radcliffe come responsabile per la vita apostolica dell'Ordine tra il 2002 e il 2008. La sua esperienza della missione vissuta in un paese come il Pakistan lo ha condotto a maturare un pensiero teologico centrato sull'importanza dell'incontro tra culture diverse e sul dialogo interreligioso ed una spiritualità "con gli occhi aperti". Egli amava dire che proprio nell'esperienza della missione "fuori dell'accampamento" aveva ricevuto la sua formazione ed era "rinato". I suoi testi raccolti in questo volume esprimono la sua sensibilità aperta a scorgere nella vita, nell'esperienza dei poveri e soprattutto nell'incontro delle diversità, motivi per approfondire l'ascolto del vangelo e per vivere la chiamata al cuore della missione dell'Ordine domenicano di una predicazione per la salvezza dell'umanità.
Si può ancora parlare di dialogo islamo-cristiano dopo "l'orrore assoluto dell'11 settembre 2001" che ha visto le due torri gemelle di New York crollare con migliaia di vittime innocenti? Nell'Europa occidentale l'esigenza di laicità democratica in società pluralistiche, da una parte, e la volontà di visibilità dei musulmani immigrati raggruppati in associazioni o federazioni, dall'altra, pongono nuovi interrogativi nell'opinione pubblica e nelle comunità cristiane. Si tratta ormai di organizzare il "vivere insieme" nella "casa comune" di questo pianeta secondo i valori fondanti delle religioni che riconoscono al Creatore un disegno di bontà e di amore per tutte le sue creature. Questo disegno richiede, da parte dei cristiani, come dei musulmani e degli ebrei, in quanto credenti, una risposta generosa, un'adesione intelligente e un impegno di collaborazione tra tutti gli esseri umani. (Dalla Postfazione dell'autore) Padre Maurice Borrmans, della Società dei Missionari d'Africa (Padri Bianchi), ha dedicato tutta la sua vita allo studio, all'insegnamento e all'attività pastorale in favore del dialogo islamocristiano. Con questa pubblicazione, l'Urbaniana University Press e l'Istituto di Ricerca della non Credenza e delle Culture (ISA) celebrano la consegna a Padre Maurice Borrmans della laurea honoris causa in Missiologia, Facoltà della Pontificia Università Urbaniana.
"Ebrei e cristiani possono arricchirsi vicendevolmente nella loro amicizia. Senza le sue radici ebraiche, la Chiesa rischierebbe di perdere il suo ancoraggio nella storia della salvezza, scivolando infine in una gnosi storica."
A cinquant'anni dalla dichiarazione conciliare Nostra Aetate la conoscenza dell'ebraismo è ancora relativamente inadeguata e molti «cristiani comuni» rischiano di restare ancorati a preconcetti che non rispondono più allo stato della ricerca sulla Bibbia ebraica o sul Gesù storico. Un certo «antigiudaismo», da distinguere dall'antisemitismo, è ancora oggi presente in molte comunità sia cattoliche che protestanti: non si tratta tanto di un dialogo interreligioso, spesso difficile, ma della sostanziale mancanza di conoscenza reciproca. Il volume, rivolto soprattutto a insegnanti e catechisti, si propone di colmare, almeno in parte, questa mancanza. Con un linguaggio semplice, discorsivo e comprensibile l'intento è offrire ai lettori le conoscenze di base alla luce della ricerca scientifica moderna e alcuni spunti concreti di didattica per trasferire le conoscenze ad alunni e studenti.
Nel giugno 2014 si è svolta a Minsk, in Bielorussia, la quarta edizione del Forum Europeo Cattolico-Ortodosso. I lavori sono stati guidati dal metropolita Gennadios di Sassima del Patriarcato ecumenico e dal cardinale Péter Erd, presidente del Consilium Conferentiarum Episcoporum Europae, accolti dal metropolita Pavel di Minsk e Sluzk e dall'arcivescovo di Minsk-Molihev, Tadeusz Kondrusiewicz. In quell'occasione i delegati delle Conferenze episcopali cattoliche e delle Chiese ortodosse in Europa hanno affrontato il tema: "Religione e diversità culturale: le sfide per le chiese cristiane in Europa". Il messaggio finale del Forum riassume il lavoro di discussione e di dialogo che si è svolto in quei giorni e che il volume intende documentare.
"Io ritengo che ciascuno di noi abbia in sé un non credente e un credente, che si parlano dentro, si interrogano a vicenda, si rimandano continuamente interrogazioni pungenti e inquietanti l'uno all'altro. Il non credente che è in me inquieta il credente che è in me e viceversa". Con queste parole Carlo Maria Martini apriva la Prima Cattedra dei non credenti nel 1987. Iniziava così un lungo cammino di dialogo che Martini volle espressamente per dare la parola a non credenti, offrendo loro la possibilità di rendere ragione delle proprie convinzioni, e favorendo nei credenti un atteggiamento di ascolto disponibile e pensoso. Attraverso l'incontro con personaggi di spicco della cultura e del mondo scientifico, nel corso delle dodici edizioni delle Cattedre, fu possibile esplorare che cosa significa credere e non credere in rapporto alla città, ai sentimenti, all'arte e alla letteratura, al dolore, al cosmo e alla storia. "L'importante - commenta Martini - è che impariate a inquietarvi. Se credenti, a inquietarvi della vostra fede. Se non credenti, a inquietarvi della vostra non credenza. Solo allora le vostre posizioni saranno veramente fondate". Questo volume, il primo di una serie di diciotto volumi che raccoglierà l'intera opera di Carlo Maria Martini, presenta al pubblico la versione integrale e completa di tutte le dodici Cattedre, svoltesi a Milano dal 1987 al 2002, con molti interventi inediti. L'opera è realizzata dalla Fondazione Carlo Maria Martini. Prefazione di Papa Francesco.
L'Islam è un universo complesso e articolato. Spesso si cerca di ridurlo a un'unità che non corrisponde alla sua realtà plurale. Il mondo degli sciiti ne costituisce una parte consistente e importante, spesso poco nota. Entrare in dialogo vuol dire iniziare un itinerario di conoscenza profonda dell'altro. Questo libro offre una bussola per muoversi in un terreno poco noto.
E' il contributo di un confronto inedito tra il pensiero e la tradizione della fede cattolica e quelli del mondo sciita. Non è solo argomento da specialisti, ma è tema di stringente attualità. In una stagione segnata dal dramma dei conflitti in Siria e in Iraq, della violenza esercitata dall'Isis, dai conflitti interni al mondo mussulmano, c'è bisogno di conoscere e comprendere senza superficialità e semplificazioni.
Personalità religiose sciite di primo piano provenienti dall'Iraq, Iran, Libano, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, si confrontano con figure autorevoli del modo cattolico, su temi di grande rilievo e attualità, come il rapporto tra Stato e religione, il ruolo dei credenti nella società contemporanea, le prospettive della pace.
E' un volume che indica una via di dialogo praticabile, in grado di aprire orizzonti nuovi per il futuro.
II concilio Vaticano Il ha posto irrevocabilmente la Chiesa cattolica nel cammino ecumenico, segnando questo percorso con la Lumen gentium e l'Unitatis redintegratio, il Direttorio del ~993 e l'enciclica di Giovanni Paolo Il Ut unum sint.
Prendendo in esame i dialoghi ufficiali bilaterali tra Chiesa cattolica, comunità ecclesiali (cattoliche e luterane) e Chiese ortodosse, questo volume offre una sintesi del cammino compiuto localizzando l'attenzione sul ministero episcopale e la comunione ecclesiale.
In particolare, il libro approfondisce l'esercizio ecumenico del primato petrino in un contesto di sinodalità e mette in evidenza i risultati e le conseguenze dei dialoghi in merito alla questione ecclesiologica del subsistit in, facendo notare alcune aporie che in passato non sono state attentamente tenute presenti ed esaminate. Per evidenziarle l'autore analizza i documenti emanati dalla Congregazione per la dottrina della fede in merito alla questione ecumenica, mostrando i lati positivi ma anche quelli irrisolti.
PAOLO GAMBERINI, associate professor all'University of San Francisco (California, USA), fa parte del Consiglio di presidenza dell'Associazione teologi italiani ed è rappresentante per l'Italia dell'Associazione europea di teologia cattolica. Collaboratore de La Civiltà Cattolica, dal 2oo8 al 2o14 ha diretto Rassegna di teologia. Per EDB ha pubblicato Questo Gesù (At 2,32). Pensare la singolarità di Gesù Cristo (20o5).
Fino a qualche decennio fa l'ecumenismo era considerato nel nostro Paese un tema importante, ma lontano dalla vita quotidiana della maggioranza degli italiani. Si sapeva solo di un piccolo gruppo di valdesi confinato nelle valli di Pinerolo e di alcune minuscole e combattive "sette" protestanti. Oggi, con la presenza di circa tre milioni di cristiani non cattolici appartenenti a diverse comunità confessionali, l'ecumenismo è diventato anche in Italia un argomento centrale che solleva molte domande. Chi sono gli ortodossi, i copti, gli armeni, i siriaci, e in che cosa assomigliano e si differenziano dai cattolici? Chi sono gli evangelici, i riformati, gli anglicani, i battisti e i pentecostali? Quali sono state le cause delle divisioni e separazioni tra le Chiese? E, infine, la domanda più concreta: nella realtà quotidiana, che cosa può fare ognuno di noi per coltivare il dialogo ecumenico?