Scritta in stretta collaborazione dai due pensatori tedeschi durante la guerra, l'opera risponde al bisogno di tradurre sul piano speculativo una duplice esperienza: quella dell'Europa devastata dal fascismo, che gli autori si erano lasciata alle spalle, e quella della società americana che li aveva accolti. Entrambe le esperienze provano - ed è la tesi del libro - che l'illuminismo ha la tendenza a rovesciarsi nel suo contrario, non solo nell'aperta barbarie del fascismo, ma anche nell'asservimento totalitario delle masse attraverso la blandizie dell'industria culturale. Secondo gli autori, la libertà nella società è inseparabile dal pensiero illuministico. Il concetto stesso di questo pensiero, tuttavia, implica già il germe di quella regressione che oggi si verifica ovunque. Per questo essi affermano che se l'illuminismo non accoglie in sé la coscienza di questo momento regressivo, firma la propria condanna, e che è un dovere di tutti riflettere sull'aspetto distruttivo del progresso. Gli autori vollero qui dare un contributo, poi risultato essenziale, a questa che è una "comprensione teoretica dell'oggi". Già edita una prima volta nel '47, l'opera è tra l'altro uscita nei "Paperbacks" nel 1980.
Il libro di Bloch analizza i concetti di misticismo, di chiliasmo o millenarismo, la funzione delle sette ereticali nel corpo sociale, la forma teologica della predica di Münzer nella sua “volontà spirituale di rivoluzione” che congiunge il piano dell’azione politica al rovesciamento di quei valori terreni che puntavano al consolidamento della religione di Lutero con il nuovo ordine dello stato dei principi. Münzer diventa espressione di una figura simbolica essenziale della storia: la ribellione dell’uomo all’autorità. “Il Thomas Münzer di Bloch,” si legge nell’introduzione, “eredita la giustizia apocalittica delle profezie e il cammino storico dell’uomo nel suo processo di emancipazione sociale; è storia ed è il sogno più antico, è volontà impaziente e ribelle di stabilire il paradiso: il comunismo diventa per il cristiano un dovere morale, è diritto naturale assoluto, è la giustizia sociale che il cristiano deve saper affermare sulla terra.”
Descrizione
Da più di un secolo il nichilismo, l'ospite inquietante del nostro tempo e del nostro cuore, si è accampato lungo le vie della civiltà occidentale e il pensiero del nulla, come nebbia sottile, ha preso a confondere le coscienze creando fantasmi. Ma che cos'è il nichilismo? Il porsi stesso della domanda segna la ricerca di una via d'uscita. In queste pagine, guardando alla cultura inglese, la visione del mondo più disincantata all'inizio del Novecento, vengono posti i quesiti sul significato dell'essere e della coscienza, sul nichilismo. E, contemporaneamente, si cercano varchi, pertugi che consentano il superamento del non senso, momenti di essere che permettano di scoprire la traccia per l'oltrepassamento del nulla.
L'universalita' dei problemi etici riguarda chiunque debba prendere delle decisioni. Questo libro offre ad ogni responsabile o decision-makers in campo educativo, economico e politico un codice di regolamento che occorre tenere presente per evitare i danni perpetrati all'umanita' dalla mancanza di alcun riferimento etico di molti manager.
Quando l’immaginazione supera la logica, anche l’impossibile è permeabile al pensiero.
Fin dalle sue origini, la filosofia ha coltivato l’idea che l’esistenza sia riducibile al pensiero logico, mentre il “non-essere” resta inconoscibile e impensabile. Non così per Francesco Berto: certe cose non esistono proprio, eppure possiamo riferirci ad esse, conoscerle e descriverle. Le storie di Sir Arthur Conan Doyle parlano del detective Sherlock Holmes, e Il signore degli anelli di Tolkien parla di Gandalf. Naturalmente, nelle storie che li descrivono, il detective e lo stregone hanno l’aria di essere molto, molto esistenti, mentre nel nostro mondo reale essi, semplicemente, non hanno l’essere, non sono. E a non esistere non sono solo le cose che popolano il mondo letterario. Molte altre cose, pur essendo esistite in passato, ora non esistono più: Giulio Cesare, Leonardo da Vinci, Napoleone, George Washington, Michael Jackson, tutti i nostri cari estinti. Altre cose non solo non esistono, ma neppure potrebbero esistere – un cerchio quadrato, o la violazione di una legge logica fondamentale – eppure, perfino in questo caso l’impossibile è tutto da esplorare. Questo libro ci guida in un viaggio metafisico intorno al senso dell’essere, dal più antico pensiero dei Greci alla logica contemporanea di Bertrand Russell e di Quine, passando per lo scetticismo di David Hume e il razionalismo di Immanuel Kant.
«Sappiamo delle lacrime e del sangue di cui hanno grondato i progetti di trasformazione del mondo mediante la guerra o la rivoluzione. A partire dal saggio pubblicato nel 1921 da Walter Benjamin, la filosofia del Novecento si è impegnata nella ‘critica della violenza’ anche quando essa pretende di essere ‘mezzo a fini giusti’. Ma cosa sappiamo dei dilemmi, dei ‘tradimenti’, delle delusioni e delle vere e proprie tragedie in cui si è imbattuto il movimento ispiratosi all’ideale della non-violenza?».
Domenico Losurdo ripercorre una storia affascinante: dalle organizzazioni cristiane che nei primi decenni dell’Ottocento si propongono negli Usa di combattere in modo pacifico i flagelli della schiavitù e della guerra fino ai protagonisti dei movimenti che con passione o per calcolo di Realpolitik hanno agitato la bandiera della non-violenza: Thoreau, Tolstoj, Gandhi, Capitini, Dolci, M.L. King, il Dalai Lama e i più recenti ispiratori delle ‘rivoluzioni colorate’.
Ordine e storia è una delle opere filosofiche più complesse e originali della seconda metà del Novecento, un intreccio ambizioso e al contempo rigoroso di indagine storica e riflessione teorica. La sua prima traduzione italiana integrale, che qui presentiamo, si avvale inoltre, per ciascuno dei cinque volumi di cui l’opera è composta, di apparati di note di aggiornamento e di autorevoli contributi di approfondimento critico. In particolare questo primo volume, Israele e la rivelazione, viene arricchito da saggi di Peter J. Opitz, politologo e direttore del Voegelin-Archiv, Peter Machinist, assirologo e Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, filosofa. Mediante la «traccia dei simboli», Voegelin intende ricostruire una «storia delle esperienze d’ordine» delle diverse forme di società umana; un progetto che lascia trasparire sullo sfondo un confronto serrato con alcune questioni oggi ancora cruciali: basta il concetto di ‘civiltà’ a rendere ragione della complessità della storia? In che misura gli ordinamenti politici sono espressione di una determinata posizione antropologica? E ancora: le analisi storico-filologiche delle opere che hanno educato l’Occidente – dalla Bibbia a Omero, dai tragici a Platone e Aristotele – sono in grado di spiegarci tali opere facendo affidamento esclusivamente sui propri metodi? In questo primo volume si parte dalle civiltà del vicino Oriente Antico, per arrivare al ‘cuore dell’ordine’: Israele. L’eredità perenne di Israele consiste nell’aver spezzato l’ordine cosmologico delle civiltà in virtù dell’esperienza della trascendenza di Dio. Nel ripercorrere la storia del Popolo Eletto facendo tesoro dei guadagni delle scienze storiche, Voegelin ci offre una straordinaria, ricchissima lettura del testo biblico che diventa espressione dell’universale ‘dramma dell’essere’. La sua filosofia delle forme simboliche, applicata alle Scritture, ne illumina il carattere costitutivo di esperienza dell’ordine per un intero popolo. Il libro di Voegelin offre un contributo determinante non solo per il pensiero filosofico ma anche per quello politico. L’ampiezza della prospettiva sulla realtà gli consente di ripensare le scienze politiche e sociali tenendo presente un orizzonte concettuale e simbolico ben più esteso rispetto alla grande maggioranza delle correnti di pensiero moderne e contemporanee, reintroducendo, all’interno del discorso scientifico, gli apporti ‘classici’ dell’ontologia e della metafisica messi al bando dai multiformi approcci moderni di stampo positivistico.
Gli autori
Eric Voegelin (Colonia 1901 - Palo Alto, California, 1985) si formò a Vienna alla scuola di teorici del diritto di orientamento positivista guidata da Hans Kelsen. L’urgenza di penetrare la morfologia profonda del dilagante fenomeno del totalitarismo lo spinse allo studio della genesi delle idee politiche in senso filosofico. A partire dal 1938, l’esilio americano gli dette l’opportunità di dedicarsi a un’intensa disamina storica, dalla quale lentamente maturò una diagnosi teorica affatto convenzionale. Frutto di decenni di ricerca sono le due monumentali opere History of Political Ideas (in 8 volumi di pubblicazione postuma) e, soprattutto, i cinque volumi di Order and History (1956-1987). Dal 1958 al 1969 ricoprì a Monaco la cattedra di Teoria della politica già appartenuta a Max Weber. Rientrato negli Stati Uniti, concluse la carriera accademica presso la Stanford University. La pubblicazione dell’opera omnia di Voegelin è stata di recente completata presso la Missouri University Press. Le sue opere più note in Italia sono, fino a oggi, il fortunato ciclo delle Walgreen Lectures, tenute a Chicago nel 1951 (La nuova scienza politica, Torino 1968) e la prolusione inaugurale tenuta all’Università di Monaco (Il mito del nuovo mondo, Milano 1976).
Il filosofo americano Henry David Thoreau (1817-1862) è uno dei più originali pensatori del XIX secolo. Si ricorda, in particolare, la sua scelta di vivere per un lungo periodo isolato dalla civiltà e a stretto contatto con la natura in una baracca di legno costruita con le proprie mani. Il suo spiccato individualismo, però, non gli impedì di prendere pubblicamente posizione sui principali problemi sociali e politici del suo tempo, come lo schiavismo e la guerra degli Stati Uniti contro il Messico. Il suo dissenso si espresse sia attraverso scritti e pubbliche letture, sia con un'iniziativa che egli definì "disobbedienza civile": dichiarando di anteporre i dettami della propria coscienza alle leggi dello Stato, Thoreau si rifiutò di pagare le tasse che sarebbero servite a finanziare la politica espansionista del governo americano, da lui ritenuta iniqua. In seguito alla sua azione, Thoreau fu imprigionato e dall'esperienza del carcere nacque lo scritto "Disobbedienza civile" (1849), un'opera fondamentale per la nascita e lo sviluppo di quei movimenti di protesta sociale non violenta che hanno avuto come rappresentanti più noti Gandhi e Martin Luther King.
La modernità deve affrontare una prova spaventosa e senza precedenti: come conciliare il benessere materiale con le esigenze della vita spirituale? Solo accettando e vincendo questa sfida paradossale sarà possibile condurre un’esistenza degna di essere vissuta.
Platone, Aristotele, Socrate, Epicuro, Pitagora, Esopo: quanta sapienza! Gli autori di questo libro hanno condensato l’eterna saggezza degli antichi filosofi greci in dieci semplici regole che, se seguite, consentiranno al moderno lettore di vivere una vita ricca e significativa.
Ogni capitolo del volume propone una citazione di un autorevole filosofo o di un grande autore greco, e ne illustra il significato.
In maniera estremamente efficace e coerente, le parole dei grandi pensatori del mondo antico propongono spunti di riflessione sempre assai pertinenti rispetto alla cultura contemporanea.
L’importanza delle dieci regole d’oro risiede nella concreta possibilità di applicarle in un mondo in cui ciò che è vero e prezioso viene talora oscurato dalla superficialità e dalla menzogna.
In definitiva, queste perle di saggezza sono dedicate a chi è interessato a scostarsi la polvere dagli occhi per poter scorgere un mondo nuovo.
«Questo volume prende, innanzi tutto, atto della realtà delle religioni positive, nella loro concretezza storica, e cerca di cogliere la ragione profonda del fatto religioso e l’intelligibilità delle sue manifestazioni». «Il testo è pensato, in primo luogo, per gli studenti di filosofia della religione, ma si spera che possa risultare di qualche utilità per un pubblico più vasto, ossia per coloro che ritengono essenziale interrogarsi sulla religione e sul suo valore per l’essere umano».